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Autore: Changing    24/12/2011    3 recensioni
Questo è il mio piccolo tributo per Fred Weasley.
Sono giorni ormai che George è devastato dal dolore per la morte del fratello, rinchiudendosi nelle barriere della sua stessa mente. A volte però basta solo un piccolo gesto, le parole di un'amica, un ricordo, per lenire le proprie sofferenze e ricominciare a vivere,
Partecipante al "Amore... tabù" contest di Just a Muggle
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelina Johnson, George Weasley, Un po' tutti | Coppie: Angelina/George
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prompt n°6: ombrello
Coppia: George/Angelina
Parole tabù:
- Amore e derivati (ovvero verbi amare, innamorarsi, inn- amorato ecc...)
- Cuore
- Sentimento
- Sensazione
- Gioia
- Dolore
- Lacrima
- Imbarazzo
- Emozione
- Ricordo


Le nubi dell'anima

Cadeva leggera la pioggia, in quello che sembrava un comune plumbeo pomeriggio inglese, ma per George Weasley quella sarebbe stata una data che non avrebbe mai dimenticato.

Stava lì, immobile accanto alla finestra della sua camera, guardando le goccioline che picchiettavano contro il vetro. Ma lui non sentiva alcun rumore. Era lontano da qualsiasi realtà, terrena o trascendente.

Erano passati due giorni dall'ultima grande battaglia contro l'esercito di Voldemort, due giorni da quando Fred se n'era andato per sempre, lasciandolo per la prima volta nella sua vita solo. Completamente solo.

George aveva pianto, urlato cercando di svegliare il corpo apparentemente addormentato di colui che l'aveva accompagnato sin dalla nascita. Ma lui non si era mai destato, e non lo avrebbe mai più fatto.

Si sentì scuotere energicamente una spalla:

- Ehi, George! Ti sto chiamando da ore. Tra poco comincerà il funerale... Manchi solo tu -

Angelina Johnson, loro cara amica, era stata la prima quella mattina ad arrivare alla Tana per dare una mano con i preparativi e tutto il resto. Lui la fissò con uno sguardo vitreo, completamente vuoto:

- Si... – Fu l'unica cosa capace di rispondere.

Angelina lo guardò con occhi preoccupati e colmi d'ansia, ma lui non se ne accorse, come non si accorgeva di nient'altro, offuscato com'era dalla sua desolazione e disperazione.

Scese le scale e raggiunse la sua famiglia che era riunita in giardino. Vi erano più persone di quante ne avesse mai viste nella stessa Hogwarts o al matrimonio di Bill e Fleur, ma questo non contribuiva ad alleviare il suo senso di abbandono. Si sentiva stranamente distante da qualunque cosa, nonostante fosse pieno di gente. La pioggia si era momentaneamente acquietata.

Vide riunita tutta la sua famiglia, i suoi fratelli, Harry, Ron, Hermione, l'intera casa dei Grifondoro, Tassorosso e qualche Corvonero, persino tutti gli insegnanti si erano riuniti lì quel giorno. Se fosse stato del suo solito umore avrebbe canzonato Draco Malfoy, insieme a sua madre, per “essere passato dal lato del Bene” per fare le condoglianze alla famiglia Weasley e andarsene subito dopo.

Nessuno rideva o scherzava, ma neanche osava piangere, tranne Molly ovviamente, che non aveva fatto altro che quello.

Solo Angelina riusciva riusciva a sorridere in modo naturale, senza un'ombra di ipocrisia; quella fu l'unica cosa che non sfuggì a George.

Con l'aiuto della magia, Arthur amplificò la sua voce, richiamando l'attenzione di tutti i presenti. Il rumore fu così assordante che risvegliò il figlio dal suo stato di totale apatia.

L'uomo si trovava sotto un cipresso, che era stato fatto crescere per quell'occasione, anche grazie all'aiuto di fertilizzanti della professoressa Sprite. Sotto di esso si erigeva una lapide di pietra:

- Signori, - Quando cominciò a parlare, piombò un silenzio tale che non ci fu più bisogno dell'aiuto di alcun incantesimo per farsi sentire:

- Vi ringrazio per essere venuti qui oggi, per... dare un ultimo saluto a mio... - La sua voce si ruppe in brevi singhiozzi senza suono. La moglie gli si avvicinò e gli mise un braccio intorno alle spalle. L'uomo si riprese quasi subito:

- Scusate, non dovrei farmi vedere da Fred in questo stato...– Disse rivolgendo un sorriso amaro alla tomba. Aveva gli occhi arrossati e lucidi, ma non smise mai di tenere quell'espressione: -...Si arrabbierebbe molto. Sono sicuro che se lui fosse qui, saremmo stati sicuramente le cavie per un suo nuovo prodotto. Sapete, è stato il primo a nascere dei due gemelli, ed è stato anche il primo ad andarsene. - Rivolse lo sguardo al cielo ancora addensato di nubi:- Caro Fred,.... - Ci fu un lungo istante di pausa.: - Mi mancheranno i tuoi scherzi, ci mancherà il tuo modo di ridere e di portare allegria nei nostri cuori anche quando eravamo nelle situazioni più drammatiche... Anche se non potrò più abbracciarti, per me rimarrai sempre il mio adorato figlio... Sempre... - Alla fine non riuscì più a parlare e si passò le dita sugli occhi per evitare di dare sfogo alla sua commozione.

In quel momento si sentì un assordante rimbombo, seguito da un fulmine. L'ovvia premessa di un'acquazzone che fece ritirare tutti nella Tana o sotto un grande tendone, simile a quello innalzato per il matrimonio.

Solo George rimase solo sotto la pioggia, l'unica cosa che riuscisse a percepire fisicamente. Si era avvicinato un po' di più alla lapide per leggere ciò che vi era scritto:

Qui riposa Fred Weasley,

Adorato figlio,

Caro fratello,

Grande amico.

Non ti dimenticheremo mai.”

Le gocce fredde gli scivolavano sulla pelle, era completamente bagnato. Forse tremava, ma non avrebbe saputo dirlo.

Ad un tratto si rese conto che non sentiva più la pioggia abbettersi su di lui. Angelina lo stava riparando con un ombrello. Gli sorrise, come fin'ora aveva fatto poi tornò a guardare la lapide:

- Mancherà molto a tutti noi... - Lui fece un mezzo sorriso, che però parve più una smorfia.

- Ti invidio molto sai, io non riesco a sorridere, ma la cosa più triste è che non riesco nemmeno a piangere...- Lei sospirò. Ci fu un attimo di silenzio

- Sai, mi ricordo che una volta, durante il primo anno, Fred mi disse che, oltre che a gestire i Tiri Vispi Weasley, gli sarebbe piaciuto costruire un enorme campo da Quidditch, proprio qui – Disse allargando le braccia e facendo una giravolta su se stessa:- C'eri anche tu quel giorno. Io dissi che il mio sogno era quello di diventare la più grande cacciatrice di tutti i tempi. Ma a quell'epoca non credevo molto in me stessa. Vedevo te e tuo fratello così bravi e sicuro di voi, che non potei fare a meno di piangere come una bambina. Per consolarmi mi disse esattamente queste parole – George cercava di immaginare la scena in ogni minimo particolare, compresa l'espressione divertita e intenerita di Fred, davanti agli occhi gonfi di pianto della dolce Angelina:

-”Guarda che piangere serve solo a diventare più brutti. I Grifondoro non piangono e affrontano ogni sfida di petto e con coraggio. Devi portare onore alla tua casa!”- Ripeté scimmiottando la voce dell'amico, poi rise ancora. George si sentì un po' più leggero:

- Poi tu mi proponesti di allenarmi con voi finché non saremmo stati in grado di fare le selezioni. Le sue parole e il tuo viso sorridente mi diedero il coraggio, per affrontare le difficoltà a testa alta. Ed è per questo che sorrido. Perché non voglio deludere un amico –

Ci fu un'istante di silenzio. Angelina fissava la lapide, facendo roteare il manico dell'ombrello fra le mani, tradendo così la sua apparente tranquillità.

Di fronte a George ormai c'era solo un susseguirsi di immagini: infanzia, adolescenza, l'intero filo della loro vita gli scorreva davanti agli occhi: <>: L'immagine del radiante sorriso del fratello gli apparse vivida nella mente.

-Fred...- Sussurrò lui così piano che fu quasi coperto dallo scrosciare della pioggia.

Angelina, che lo aveva sentito, si girò di scatto. Il ragazzo stava ancora fissando la tomba, ma questa volta i suoi occhi non erano più spenti. Lei gli appoggiò delicatamente, una mano sul petto.

In quel momento, fu come se uno sconosciuto meccanismo nel cuore di George si sbloccasse, come se fosse stata aperta una porta, una porta fino a quel momento rimasta chiusa, dietro la quale aveva celato tutto quello che provava: odio, rabbia, sofferenza, disperazione... ciò che avrebbe dovuto lasciare libero invece di reprimere, costruendo una barriera fra se e il mondo esterno.

Cadde in ginocchio con gli occhi rivolti verso il cielo, lasciando che il viso gli si bagnasse non solo di gocce di pioggia.

Angelina si fece, come sempre, trascinare dall'istinto, Lasciò cadere a terra l'ombrello e avvolse George in un abbraccio, abbandonandosi anche lei al pianto.

Rimasero chissà per quanto tempo così, abbracciati sotto la pioggia, finché essa non di minuti, fino a scomparire del tutto.

La ragazza si asciugò gli occhi e si guardò intorno, qualche raggio di luce penetrava qua e là dalla fitta coltre di nubi, creando un paesaggio quasi angelico. Anche l'albero, ora illuminato, aveva perso quell'aspetto un po' spettrale di poco prima.

Si alzò e si asciugò gli occhi, poi tese una mano a George, che era ancora inginocchiato per terra, e gli sorrise:

- Ti va di andare dentro? - Lui, sotto quello sguardo pieno di speranza, e con l'animo finalmente lenito dalla tristezza, non poté fare a meno che ricambiare il suo sorriso; il primo da più di due giorni:

- Certo - Prese la sua mano, che tenne stretta, anche quando furono entrati in casa. L'ombrello, imperlato di gocce di pioggia, rimase lì al sole, abbandonato, dimenticato sotto il tiepido sole, come l'angoscia che aveva attanagliato la giovane coppia fino a pochi istanti prima.

Crogiolarsi nella propria sofferenza non ha alcun senso, pensò George, bisogna lasciar andare tutto ciò che si ha di negativo nel corpo; solo così potremo lasciare spazio per far entrare l'affetto che, come i raggi di luce, diraderà lentamente le nubi annidatesi dentro di noi. Lentamente, nel tempo.





 

Scrivere questa one-shot è stata davvero una sfida! Non tanto per la trama che di per se non è un qualcosa di assai nuovo (anche se ho tentato di personalizzarla con alcuni particolari), per per i tabù della nostra "giudicia". Scrivere una storia densa di sentimenti senza le parole che più la definiscono è più difficile di quanto sembri, davvero! Però mi sono divertita davvero un sacco ^^
Vorrei fare però una precisazione. è stato equivocato il finale della mia storia: George non è guarito felice e contento dalle sue ferite, si è semplicemente liberato di un grande peso che lo opprimeva e questo gli ha dato una piacevolissima sensazione di libertà. Certo dovrà vedersela faccia a faccia con il suo dolore ancora tante e tante volte, ma almeno adesso non si sentirà più solo come prima =)
Spero che vi sia piaciuta!
Alla prossima =D
  
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