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Autore: GiuEGia    11/08/2006    9 recensioni
Ed ecco il terzo libro dell'eredità inventato da me! Pieno di colpi di scena! Un'ultima cosa: RECENSITE!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Chi mi sta venerando?

 

Eragon cercò ovunque la collana, ma niente.

Intanto sentiva che la persona che lo stava venerando doveva essere molto potente, giusto che resisteva agli attacchi difensivi di Eragon e Saphira, che si era aggiunta dopo in appoggio del suo cavaliere.

Eragon sentì un forte dolore alle tempie, e cadde a terra.

Vide delle immagini senza senso, almeno, così sperava.

Vide Saphira combattere con un grande drago nero, era ferita.

Vide Murtagh combattere contro una ragazza mai vista.

Vide un drago verde combattere contro Castigo.

Vide due grandi eserciti.

Vide Nasuada morta, distesa per terra e protetta dai Varden.

Vide Oromis e Glaedr combattere insieme agli elfi, contro un esercito, enorme il triplo di quello guidato da loro.

Si riconobbe, sopra una collina isolata, ferito, combatteva contro un uomo, alto e barbuto con grande fisico e espressione calma, divertita ma soprattutto superiore.

Vide i Ra’zac torturare Katrina e Arya.

Vide la fine del mondo………………………….

Eragon si svegliò, in un letto nella tenda di Angela.

Lei era davanti ad un pentolone, con Solembum che si strusciava alle sue gambe, facendo le fusa.

Si guardò intorno non contento, e vide Roran fuori discutere con Arya e Nasuada.

Saphira era alle spalle di Roran preoccupata.

Eragon allargò la mente, in cerca di quella di Saphira, ma era chiusa come quella di Nasuada, Arya ed Angela.

Allora Eragon decise di dire tutto a voce.

ERAGON: Ehi! Angela! Ma cosa è successo? Perché avete chiuso tutti le menti?

Angela si voltò con un’espressione sollevata.

ANGELA: Finalmente, Eragon, ti sei svegliato! Mi hai fatto prendere paura! Sai non è normale dormire 1 giorno a dritto!

Eragon guardò il calendario dei gatti mannari più belli del mondo, era Settembre, in quella foto era raffigurato Solembum, ma Eragon non ci fece caso, almeno non era passato un mese; poi in seguito guardò il giorno: 19, lui era rimasto al 18.

ERAGON: Wow! Almeno mi sono svegliato! Ma ti ho fatto una domanda! Cosa è successo????

ANGELA: Mha, niente! Qualcuno ti ha divinato!

ERAGON: Chi?

ANGELA: Ah! Questo non lo sa nessuno, e nessuno lo saprà mai, a parte te!

ERAGON: Ma cosa dici? Io non so niente!

ANGELA: Perché, hai provato a scoprirlo?

ERAGON: No……

ANGELA: Ecco, allora chiariamo le cose: non è che non sai niente è che non hai nemmeno provato a scoprire qualcosa?!?

ERAGON: No……

ANGELA: No cosa??

ERAGON: No non ho provato a scoprire niente……

ANGELA: Visto? Hai ancora tanto da imparare ma poco tempo!

Dalla mano ferma di Angela partì uno schiaffo che finì sulla testa di Eragon, che subito se la massaggiò.

Angela guardò Eragon e si girò tornando alla spumeggiante pozione che bolliva nel pentolone.

Eragon la guardò girare la pozione, poi si ricordò di un’importante promessa fatta a Elva, le aveva promesso che l’avrebbe curata una volta si fosse ripreso.

Uscì fischiettando dalla tenda ed andò da Nasuada, Saphira, Elva e Roran.

ERAGON: Che sta succedendo?

NASUADA: Eragon! Grazie al cielo non sei morto! Ci hai fatto preoccupare molto!

ERAGON: Mi perdoni, regina Nasuada!

Eragon si avvicinò a Saphira e la strinse più forte che poteva.C

Perché sono svenuto? Saphira lo guardò per un attimo.

Perché la forza contro cui stavi combattendo era troppo forte, e ti ha levato tutta l’energia che avevi in corpo, meno male che ero con te in quel momento altrimenti ti avrebbe ucciso! Eragon guardò dolcemente Saphira ed una lacrima invisibile scivolò giù per la sua guancia. Come al solito! Meno male che tu eri vicina a me in quel momento! Sempre uguale! Tu che mi salvi sempre le spalle dalle brutte situazioni! Sono una frana! Mai una volta che io salvo te! Sono sempre io quello che sbaglia!  Eragon si staccò dal ventre di Saphira e scappò piangendo verso la sua tenda.

Roran lo seguì a passo veloce.

RORAN: E’ permesso? Posso entrare cavaliere dei draghi?

Ad Eragon scappò un sorriso che subito si trasformò in altre lacrime di disperazione.

Roran si sedette vicino a lui, e lo consolò a lungo fino, a che non si fece notte.

ERAGON: E’ stato Galbatorix, vero?

RORAN: A far cosa?

ERAGON: A venerarmi!

Roran si guardò i piedi con espressione afflitta.

RORAN: Si….

Eragon si alzò di scatto e guardò Roran.

ERAGON: Ed adesso?

RORAN: Adesso dovrai prepararti al meglio ed essere pronto a tutto, pure a combattere contro Galbatorix.

Eragon si alzò e si diresse alla porta della propria tenda.

ERAGON: E naturalmente, adesso, avete deciso di mettermi qualcuno sempre vicino! Perché non sono all’altezza! Sono troppo debole per proteggere i miei pensieri, ho bisogno di aiuto!

Roran guardò basso e annuì.

RORAN: Così a deciso Nasuada…..

Eragon guardò Roran deluso.

Poi si girò verso la porta, ed adirato andò verso il campo di battaglia, ancora gremito di soldati nemici, morti e lasciati là.

 

 

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Spero vi sia piaciuto anche questo cap. RECENSITE!!

 

  
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