Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: _Globulesrouge_    27/12/2011    4 recensioni
Raccolta di One Shot sul telfilm di Game of Thrones.
1.'C'è ancora speranza' personaggi: Sansa/Sandor/Joffrey/Eddar Stark.
Suo padre era morto.
Quando Sansa rinvenne da quel lungo sonno realizzò che una delle persone che più l’avesse amata al mondo era morta; uccisa per ordine di qualcuno che si era illusa potesse amarla più di suo padre.
“Non l’avete ucciso non è vero?’’ disse rivolgendosi al suo Re Joffrey Baratheon con un tono di voce così forte e duro che per un attimo stentò a riconoscersi lei stessa.
“Era un traditore!’’ la freddò il ragazzino biondo, “sono io il tuo Re!’’ concluse senza neppure degnarla di uno sguardo.
“Voi avevate promesso…’’ il fiato le morì in gola non appena vide Joffrey abbandonare la stanza e sentì le lacrime bagnarle il viso senza riuscire ad arrestarle.

2. 'Fire can not kill a Dragon' personaggi: Daenerys Targaryen/Drogo/Dragons
3. 'Fire and ice burn in the same way' personaggi: Jon Snow/Aemon Targaryen
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Fire and ice burn in the same way:



Genere: Missing Moments e mie supposizioni
Personaggi: Jon Snow, Aemon Targaryen.
Collocazione Spazio Temporale: Castello nero dei Guardiani della notte, puntata 1x09.



Il corvo nero lo richiamò con il suo gracchiare da dietro le sbarre, come se con quel suono insistente avesse voluto annunciargli ciò che stava per succedere nel remoto sud del regno. Quel sud così lontano dalla barriera e così ignaro di ciò che stesse per succedere al di là di essa.
Il vecchio che stava cucinando qualcosa di indefinito lo richiamò invitandolo ad aiutarlo in quel lavoro, che per un guerriero come Jon appariva piuttosto ingrato.
“Dimmi’’ gli disse il vecchio mentre armeggiava con quelle strane pietanze, “ti sei mai chiesto perché i guardiani della notte non prendano moglie e non generino figlio?’’
“No’’ rispose seccamente il giovane facendo chiaramente notare che non intendeva continuare ulteriormente quella infelice e alquanto penosa conversazione.
“Lo fanno per non amare’’ gli rispose il vecchio mentre Jon porgeva al corvo i pezzetti di carne che aveva appena preparato.
“L’amore è la morte del dovere’’ continuò il canuto senza curarsi del fatto che il giovane continuasse a non considerarlo.
“Se un giorno il lord tuo padre fosse costretto a scegliere tra l’onore e l’amore, cosa credi che sceglierebbe?’’ insistette l’uomo in cerca di una risposta.
Il gelo dell’aria parve colpirlo assieme a quelle parole, costringendo Jon a fissare il vuoto per una manciata di secondi che gli parvero infiniti.
“Lui farebbe ciò che è giusto’’ rispose infine sicuro di sé, “qualunque sia il prezzo’’.
“In tal caso Lord Stark sarebbe uno su diecimila’’ esclamò l’uomo più anziano, “molti di noi non sarebbero altrettanto forti’’.
“Che cosa è poi l’onore in confronto all’amore per una donna?’’ Il vecchio continuò la sua arringa in modo incalzante, mentre il suo interlocutore continuava a lanciare quel cibo ancora ignaro di dove quell’uomo volesse arrivare con quell’assurdo scambio di opinioni.
Cosa ne sapeva lui dell’amore per una donna? Non aveva mai avuto una donna, non aveva mai pensato ad una famiglia. Era un bastardo e non avrebbe mai voluto che i suoi figli fossero degli altri ‘Snow’ senza nome e senza gloria. No, non sapeva cosa fosse l’amore per una donna e probabilmente non l’avrebbe mai saputo.
“E che cosa è il dovere paragonato allo stringere un figlio appena nato tra le braccia?’’ l’uomo continuò con le sue strane domande che non avrebbero avuto alcuna risposta perché rispondere per Jon sarebbe stato troppo doloroso.
“O il sorriso di un fratello’’ concluse l’uomo lasciando la frase in sospeso.
Jon si fermò nuovamente guardando negli occhi quell’uomo con il quale prima di allora non aveva mai parlato.
Sapeva benissimo cosa fosse il sorriso di un fratello, era il sorriso che aveva visto nel viso di Arya, nella piccola bocca di Bran o nei grandi occhi di Robb.
“Siamo tutti ligi al dovere quando nessuno ci chiede nulla in cambio. L’onore è una cosa semplice in quel momento’’ continuò l’uomo zoppicando senza aspettare la risposta del suo interlocutore.
“Eppure prima o poi nella vita di un uomo arriverà il momento in cui ciò non sarà per niente facile; il giorno in cui bisognerà fare una scelta’’ concluse l’uomo costringendo il più giovane a voltarsi verso di lui.
“E’ arrivato questo giorno per me? E’ questo che vuoi dire?’’ Jon rispose all’uomo quasi urlando non riuscendo ancora a capire ciò che il confratello più vecchio volesse dirgli ma comprendendo che si stava rivolgendo a suo padre e al fatto che fosse stato imprigionato.
“Fa male ragazzo e lo so’’ gli rispose l’uomo canuto senza smettere di guardarlo negli occhi.
“Tu non sai nulla!’’ gli urlò in faccia Jon, “nessuno può saperlo!’’ esclamò fuori di sé dando le spalle al suo interlocutore per allontanarsi da lui il prima possibile e abbandonare quel dialogo che stava diventando fin troppo doloroso per lui.
“Sarò anche un bastardo’’ esclamò sbattendo la ciotola nel tavolo e additando quel vecchio con veemenza, “ma Lord Stark è mio padre e Robb è mio fratello!’’ disse tutto in un fiato quasi a volerlo convincere delle sue parole.
Il vecchio rise sonoramente senza smettere, gridò così forte che per un attimo Jon rimase immobile a fissarlo non aspettandosi minimamente tale reazione.
“Gli dei furono crudeli quando decisero di mettermi alla prova!’’ esclamò avvicinandosi a piccoli passi verso Jon che non smetteva di guardarlo.
“Aspettarono finché non fui vecchio’’ continuò l’uomo camminando ricurvo su se stesso, “cosa potevo fare quando arrivarono le notizie da Sud?La caduta della mia casa, la morte della mia famiglia!Ero soltanto un vecchio inerme cieco e fragile!’’ concluse guardando verso Jon ma senza poterlo vedere, “ma quando seppi che avevano ucciso il figlio di mio fratello e con lui suo figlio e i bambini!’’ esclamò quasi ringhiando tra i denti e mandando al diavolo tutta la calma che aveva mantenuto sino a quel momento. “Anche i bambini avevano ucciso!’’ urlò quasi disprezzando le sue stesse parole mentre i suoi occhi ormai incapaci di vedere trattenevano a stento le lacrime.
“Chi sei veramente?’’ chiese Jon ma questa volta con parole calme e pacate.
“Mio padre era Maekar, primo del suo nome’’. Gli rispose il vecchio ancora tremante per lo sforzo che aveva appena fatto e per l’affanno che quei dolorosi ricordi gli avevano provocato.
“Mio fratello Aegon regnò dopo di lui, quando io rifiutai il trono’’ continuò mentre gli occhi spalancati e increduli di Jon lo fissavano inermi e attenti a ogni sua singola parola. “Suo figlio regnò dopo di lui; colui che venne chiamato il Re Folle’’ continuò imperterrito scandendo alla lettera ogni singola parola.
“Sei Aemon Targaryen?’’ chiese incredulo Jon al suo interlocutore.
“Sono soltanto un guerriero nero che ha giurato di servire e proteggere i guardiani della notte’’ gli rispose Aemon fiero del suo incarico e di ciò che con quel giuramento era diventato.
“Non ti dirò cosa fare’’ concluse l’uomo, “è una scelta che dovrai fare da solo e con cui dovrai convivere con il resto dei tuoi giorni’’ affermò strattonando tra le sue tremanti mani il mantello di pelliccia di Jon con la voce incrinata dal dolore che quei ricordi gli avevano arrecato.
Jon lo fissò senza proferire parola prima che Aemon gli voltasse le spalle dicendogli: “dovrai conviverci, proprio come ho fatto io’’.

Jon Snow rimase immobile a fissare il vuoto di fronte a lui mentre il corvo ancora non del tutto sazio continuava a gracchiare confondendo il suo verso con il rumore della bufera di neve che infuriava al di là della barriera come un canto funebre.
Non sapeva quale destino avrebbero riservato a suo padre, non sapeva se l’avessero condannato a morte per tradimento o se la guerra intrapresa da Robb fosse stata una battaglia giusta, non sapeva nemmeno se loro avessero pensato a lui in quel momento. Eppure c’era una parte di lui che gli diceva che suo padre avrebbe voluto vederlo un’ultima volta, che avrebbe preferito passare il resto della sua vita assieme a lui nel castello nero piuttosto che nelle prigioni puzzolenti e squallide di approdo del Re.
Jon sapeva che Robb nonostante tutto l’avrebbe voluto al suo fianco in battaglia per proteggersi a vicenda, spalla contro spalla, come il più fedele alleato di colui che già tutti inneggiavano come il ‘Re del Nord’.
Eppure Jon era lì, solo, senza famiglia, in quel posto abbandonato dagli dei e dal calore del sole, succube di un giuramento che l’aveva legato a dei nuovi compagni e a dei nuovi fratelli. Quel posto dove un bastardo o un discendente dei draghi potevano parlare assieme come pari o mangiare dalla stessa ciotola. Lo stesso posto in cui persino un bastardo come lui si sarebbe sentito in una famiglia.
Eppure ricordava ancora le frasi di suo padre echeggiare nella sua mente prepotentemente al solo ricordo delle quali maledì se stesso per essere finito in quel posto, in quel castello nero come la notte da cui non avrebbe potuto aiutare nessuno della sua famiglia.
“Non avrai il mio nome Jon, ma hai il mio sangue’’ così gli aveva detto suo padre prima di lasciarlo per andare a sud; lo stesso istante in cui le loro vite si erano divise per sempre. L’uno alla volta di approdo del re e l’altro verso i ghiacci e l’inverno eterno. Aveva fatto giuramento, lo stesso giuramento che lo logorava ogni giorno tenendolo ogni istante più vicino ai suoi confratelli in nero e più lontano dalla sua famiglia. Quel patto con gli dei e con il ghiaccio con cui suo malgrado avrebbe dovuto convivere fino alla fine dei suoi giorni.

Non era nulla l’onore in confronto alla famiglia, a un padre o a un figlio. Quel vecchio cieco aveva ragione, eppure Jon avrebbe preferito non avere mai una famiglia piuttosto che mettere al mondo un figlio senza nome, un altro bastardo, un altro Snow destinato a non avere nessun altro che la sua spada e un mantello nero nelle spalle.
Pensò a sua madre, non si ricordava niente di lei, non sapeva nulla di chi fosse e del perché lo avesse abbandonato, le voci dicevano che fosse una giovane donna del sud. Non aveva mai sentito l’abbraccio tiepido e rassicurante di una madre ma era sicuro che fosse una di quelle cose per cui forse anche l’onore, i giuramenti e tutti gli dei sarebbero potuti tranquillamente passare in secondo piano.

“Aemon Targaryen!’’ esclamò quasi resuscitando da quello stato di trance in cui mille pensieri lo avevano travolto come una bufera.
Il vecchio si voltò dal lato in cui aveva sentito provenire la voce del giovane.
“Cosa vuoi figliolo?’’ disse con voce tremante avvicinando la sua rugosa mano verso la spalla di Jon.
“Tu che vieni dal sud, dalla discendenza dei draghi e dal luogo in cui sono nato, raccontami’’ disse il giovane con occhi quasi sognanti, “come sono le donne di approdo del re, ho sempre fantasticato su mia madre e su chi avesse potuto essere, sui racconti dei draghi e sulla loro nobiltà’’ continuò in un solo fiato senza più vergognarsi di se stesso e del fatto che non sapesse nulla a proposito della sua nascita.
“I draghi!’’ disse ridendo quell’uomo, “i draghi sono solo una leggenda ormai. Il sangue di drago ti rende invulnerabile al fuoco e al calore, ti rende nobile e fiero quasi al pari degli dei.’’
“Tu sei un discendente dei draghi’’ esclamò Jon avido di sapere. Voleva saperne di più di quel mondo lontano che aveva visto appena nato ma di cui non si ricordava più niente.
“I veri draghi non esistono più ormai’’ disse l’uomo con un velo di malinconia, “l’unica cosa che sono è un guardiano della notte, un povero cieco che cerca nonostante tutto di servire al meglio i suoi confratelli’’.
“Il fuoco non può uccidere il drago non è vero? Dicono che le donne del sud discendenti del drago abbiano degli occhi così azzurri da sembrare viola e dei capelli così biondi da sembrare dei fili d’oro’’ esclamò Jon sperando che quell’uomo potesse sapere qualcosa delle sue origini e del luogo in cui era nato ma che non aveva mai visto, avendo vissuto tutta la sua vita nel freddo regno di ‘Grande Inverno’.
“Il fuoco non può uccidere un drago, così come il ghiaccio non può annientare un lupo’’ gli rispose l’uomo afferrando una manciata di neve da terra e stringendola a lungo tra le mani nude finché non fu costretto a lasciarla andare ustionato da quel tocco gelido che gli aveva logorato la pelle.
“Tutto il nostro mondo è un equilibrio continuo tra il fuoco e il ghiaccio, quei due elementi opposti e così forti capaci di annientarsi l’uno con l’altro ma che necessitano di sussistere in un equilibrio per non distruggersi a vicenda, perché l’uno non può esistere senza l’altro.’’
“Cosa vuoi dire?’’ Jon osservò confuso la mano arrossata del vecchio quasi logora per aver stretto tra le mani quel ghiaccio così freddo.
“Fuoco e ghiaccio, così opposti, così lontani, ma entrambi bruciano allo stesso modo’’ concluse il vecchio prima di andarsene e raggiungere gli altri confratelli più anziani.


Circa 25 anni prima:

“Signora il bambino non può rimanere, quando il re si accorgerà che non è discendente del drago lo ucciderà” esclamò la nutrice strappando quella piccola creatura dalle braccia di quella donna con i capelli lunghissimi e biondi come l’oro.
“No ti prego’’ disse la regina piangendo inutilmente e allungando le mani verso quel figlio che le stavano strappando via e che non avrebbe mai più rivisto.
“Si prenderanno cura di lui, te lo prometto’’ le disse la fedele serva facendole abbracciare quel piccolo bambino da cui già si intravedevano dei ciuffi neri e ricciuti e degli occhi grandi ed espressivi come quelli di un lupo. Troppo diverso per passare inosservato tra i figli del drago, così biondi, così esili; troppo diverso dal suo primogenito Viserys Targaryen.
“Benjen Stark se né è andato, ha preso il nero, non lo vedrò mai più’’ biascicò la regina accarezzando il figlio un’ultima volta e consapevole che se suo marito l’avesse visto lo avrebbe ucciso, accecato come era dall’ossessione del drago.
La giovane scappò con quel bambino tra le braccia sicura di dove avrebbe dovuto condurlo e che si sarebbero presi cura di lui.
“Prenditi cura di lui, da adesso è tuo figlio. Il sangue del lupo scorre nelle sue vene’’ scrisse la giovane donna in quel biglietto prima di andarsene e lasciarlo solo davanti a quella porta, convinta che Ed Stark si sarebbe preso cura di lui e l’avrebbe amato come un figlio.



Il vento del nord gli echeggiò nelle orecchie come un grido di morte. Innumerevoli anni passati in quella landa desolata ai piedi della barriera eppure ancora non si era abituato ai ghiacci e alla bufera tipica di quel posto così diverso da quello in cui era nato e per il sangue bollente del drago che gli scorreva tra le vene.
Avanzò a tastoni zoppicando, ma sicuro di sé conoscendo ogni angolo di quel castello nero che tuttavia da diversi anni non poteva più vedere. Quelle immagini di venticinque anni prima continuavano a farfugliargli nella mente come se la sua cecità gli permettesse comunque di vedere e rivivere i suoi ricordi come immagini nitide dalla visione delle quali non avrebbe potuto sottrarsi neppure chiudendo gli occhi con tutta la forza che quel corpo vecchio tuttora aveva.
“Ci sarà sempre qualcuno della tua famiglia, qua nel castello nero’’ gli disse il vecchio apparendo alle sue spalle e facendo sobbalzare Jon per un attimo, “Benjen Stark sarà sempre come un padre per te, ricordatelo’’ concluse sedendosi accanto a lui di fronte al fuoco acceso.
“Non è ancora tornato, e se fosse prigioniero dei bruti o di chi al posto loro esiste oltre la barriera?” L’idea di perdere anche suo zio, di perdere la persona che oltre suo padre l’aveva fatto sentire di più a casa e che l’aveva amato allo stesso modo dei suoi fratelli lo torturava continuamente. Non poteva perdere anche lui, Benjen doveva tornare.
“Ti senti più fuoco o ghiaccio?’’ lo interrogò il vecchio cambiando argomento, quasi volesse suggerirgli qualcosa, quasi a volergli mettere uno strano ronzio sull’orecchio che lo costringesse ancora ad interrogarsi sulla sua nascita.
“Ghiaccio! E’ l’unica cosa che so di me’’ rispose Jon istintivo mentre il suo meta lupo Spettro gli veniva incontro perfettamente a suo agio tra le nevi perenni.
“Ricorda figliolo’’ ridacchiò il vecchio prendendogli una mano, “che tu sia ghiaccio o fuoco non ha importanza, interessa solo l’equilibrio che riuscirai a creare tra i due elementi. La vita su questa terra non potrebbe esistere senza l’uno o l’altro’’ concluse prendendo la mano del giovane tra la sua rugosa e tremolante e portandola velocemente sopra il braciere che alimentava la fiamma.
“Ma cosa?’’ Jon tentò di ritrarre la mano dal fuoco spaventato da quello scatto improvviso, ma il vecchio continuava a stringere la sua mano impassibile sopra i carboni ardenti.
Subito dopo si alzò zoppicando per tornare alle cucine a sminestrare altra carne per essere d’aiuto ancora una volta ai suoi confratelli.
Jon osservò il vecchio allontanarsi senza proferire parola; osservò la sua mano più volte, ma nessuna cicatrice del fuoco apparve nelle sue mani e nessun senso di malessere invase la sua mano che come l’altra appariva perfettamente integra.
Continuò a fissarsi entrambe le mani confuso e allibito da ciò che aveva appena vissuto nella sua stessa pelle. Soltanto un rumore come un ronzio continuava a frusciare nelle sue orecchie senza lasciargli tregua.
“Fuoco e ghiaccio bruciano allo stesso modo’’ erano le parole che gli attraversavano la mente come portate dal vento, eppure Jon non era stato minimamente scheggiato né dall’uno né dall’altro. Il drago e il lupo che vivevano dentro di lui in ogni caso l’avrebbero protetto.




SPAZIO AUTORE:
Eccomi dopo un secolo con una nuova One shot molto audace.
Come potete aver visto leggendo sono partita dalla puntata 1x09 e dal dialogo tra Aemon e Jon che mi ha affascinato moltissimo. Da lì poi ho lavorato molto di fantasia. Chi mi conosce sa che non ho letto i libri e che mi baso ESCLUSIVAMENTE su ciò che ho visto nel telefilm, quindi mi scuso in anticipo se qualche amante dei libri verrà inorridito dalle mie supposizioni sulla nascita di Jon e sulla sua origine dragoneggiante (se così si può dire).
Nella mia mente perversa il vero padre di Jon è Benjen, che in quanto cavaliere della notte non si è potuto prendere cura di lui ma è sempre stato il parente che si è comportato più amichevolmente con lui e senza fare distinzione tra gli altri suoi nipoti. La madre di Jon come si intravede dai ricordi di Aemon sarebbe la madre di Daenerys e Viserys. La cosa è alquanto audace ma ho sempre fantasticato sulla nascita di Jon e quindi vi sorbisco questa roba.
Se il tutto vi piacerà farò altre cose più fantasiose inventando qualcosa di mio, ho già in mente il prossimo capitolo della raccolta, questa volta su Arya e sul suo viaggio alla volta della barriera.
Grazie a tutti per la lettura, se qualcuno vorrà commentare ne sarò estremamente felice.
  
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