Il Santo Padre stava leggendo le lettera del re di Spagna. Aveva già letto quella di sua nipote la mia Regina. Ora dovevo solo aspettare, e sperare.
Roma era una città stupenda, ma infinitamente corrotta e decadente, non c’era da stupirsi che Lutero e Calvino avessero tuonato contro di essa.
Il nostro piano sarebbe riuscito, la regina era dalla nostra parte. Poi io, o il figlio del conte di Lennox, avremmo sposato la Regina. E i figli … ne muoiono tanti di bambini, uno più uno meno, che differenza avrebbe fatto?
Il cardinale di Guisa uscì e mi dette la risposta del Pontefice suo fratello.
Sua Santità era orgoglioso che sua nipote si fosse decisa a combattere l’eresia, così le inviava alcuni Inquisitori, affinché in Scozia tornasse a farsi sentire la potenza della Vera Fede.
Bene, molto bene, tutto ciò aiutava i nostri piani, si sa che prima o poi tutti noi moriamo, ma in questo caso era meglio per la Scozia che il re-infante, don Carlos, morisse il prima possibile, poi … poi, il letto della Regina, e la corona di Scozia, sarebbero stati miei.
Si, tutto andava per il verso giusto, solo mia moglie era d’intralcio ai miei piani, ma sapevo io come fare, un divorzio se accettava subito, un pugnale nel cuore o un veleno, se avesse fatto resistenza.
E poi sarei stato re di Scozia.