Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: Kimynaky    31/12/2011    1 recensioni
In una città futuristica in decadenza post guerra civile, una ragazza 17enne capo di una gang di strada ha dichiarato guerra alla mafia locale per via di vecchi rancori. Così organizza una "spedizione punitiva" mirata a derubare un locale in mano ai mafiosi, ma qualcosa va storto....
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il buio della notte dava alla struttura di freddo metallo un’aria irreale e soffocante, quando un colpo di pistola squarciò il silenzio ….

 

Ada si svegliò di scatto tutta sudata. Ansimò un attimo per la paura, ma ricordò dov’era. Vide i suoi amici, Kim e Brian, dormire tranquilli accanto a lei. Una luce azzurrina, proveniente dall’insegna dell’edificio di fronte, entrava dalla finestra illuminando la stanza. Ada riconobbe subito il suo “rifugio”, ma il sogno era stato così vivido e angosciante che sentì il bisogno di alzarsi e uscire fuori, sul terrazzino. L’aria frizzantina della notte le carezzò il viso smagrito e le ciocche di capelli biondo cenere.

 

Era così assorta nei suoi pensieri che non si accorse di aver svegliato Kim, che la raggiunse silenziosa.

-Ciao – le disse con un sorriso.

Ada, colta di sorpresa, si voltò a guardare Kim, e come un flash le tornò in mente il sogno: quel ponte, la notte nera come l’inchiostro…

Kim la vide inquieta, e pensò che fosse dovuto alla difficile missione che li attendeva.

-Andrà benone, Ada…-disse con tono rassicurante – non c’è nessuno più in gamba di te. Abbiamo valutato tutto molto attentamente, sotto ogni aspetto. È un piano straordinario! Riuscirà, ne sono sicura!- Aggiunse entusiasta.

 

Ada accennò un sorriso. – Grazie Kim…sei una vera amica!

 

-Anche tu: non sei costretta ad aiutarmi, e non ho nulla per ripagare quello che stai per fare…- un po' di tristezza incrinò il sorriso di Kim - non ho più nulla...

Ada prese la mano di kim nella sua e la strinse.

 

-Non ti preoccupare. Ora pensiamo a salvare i mitici Dragon-flies, la loro vita è nelle nostre mani!

 

E mentre Kim andava a svegliare Brian, Ada si sforzò con tutta se stessa di cancellare dalla sua mente il volto angosciato di Kim che urlava.

 

 

-II-

 

L'attrezzatura era pronta, e i tre amici col cuore in gola avanzavano per le strade deserte della periferia. Era una notte senza luna, e negli spazi non illuminati l'oscurità era totale. In lontananza si scorgevano le luci del centro città, e in cima a una delle montagne che attorniavano la città dominava la Fortezza dell'Alto Comando illuminata a giorno. La Fortezza era la sede degli uffici della temuta polizia segreta del dittatore, nonché delle prigioni e delle stanze di tortura riservate ai più gravi criminali: disertori, traditori e oppositori politici. Chi vi entrava come prigioniero non avrebbe mai più conosciuto la libertà, perchè quella Fortezza era ritenuta inespugnabile: intorno a essa un numero sconosciuto di torrette la tenevano sotto sorveglianza 24 ore su 24, e l'unico accesso era aereo. E' vero, un tempo lontano, quando ancora non esistevano le flycars, si accedeva alla fortezza tramite un porto sotterraneo, che sfociava in un punto segreto del fiume. Ormai però solo un pugno di persone manteneva la memoria di quell'antico passaggio, e proprio per questo Kim, Ada e Brian capirono che quello ne era il punto debole. I tre amici si facevano forza l'un l'altro mentre si dirigevano verso lo Stoneriver (il fiume della città che separava la zona degradata dalla parte benestante) perchè la missione era molto rischiosa, ma prima di metterla a punto dovevano trovare l'imbocco del porto. Finalmente, raggiunta la sponda del fiume, Brian indossò la muta da sub che si era portato dietro.

-Fai attenzione, Brian: potrebbero esserci dei mulinelli sott'acqua, ma tu non farti prendere dal panico perchè hai una buona riserva d'ossigeno. Ricorda che il tunnel che stiamo cercando dev'essere nella sponda opposta e che è come una grande spelonca sotterranea.Buona fortuna!-

Disse Ada.

-Non ti preoccupare, sono un sub abbastanza esperto, me la caverò alla grande!

-Lo sappiamo, Brian!- Disse Kim con un sorriso. -Però sta attento!

-Tranquille ragazze, tornerò vincitore!- e detto questo si tuffò.

Le ragazze guardarono in silenzio l'incresparsi dell'acqua per un istante, poi Kim prese parola:

  • Sei certa dell'esistenza di questo porto sotterraneo, Ada?

  • Sì, ne sono sicurissima.

  • E sei anche certa che si trova in questi dintorni?

  • Sì.

  • Come fai a sapere tante cose come questa? Voglio dire, quante persone possono sapere di un porto che ufficialmente non esiste più?

Ada sembrò un attimo disorientata. Continuò a guardare la superficie delle acque cercando nella sua mente una risposta. Infine disse:

  • Kim, ti sembrerà strano, ma proprio non lo so come faccio a saperlo. Lo so e basta.

  • Ma come può essere?

  • Durante la guerra civile persi la memoria. A volte cerco di andare indietro con la mente, ma solo una scena ricordo: quando ripresi i sensi. Aprii gli occhi lentamente (ricordo che avevo un mal di testa di quelli che non perdonano) e alzai lo sguardo perchè ero sdraiata per terra, con la faccia nella polvere. Vidi intorno a me rottami ovunque e la carcassa di un veicolo a forma di cuneo mezzo distrutto. In quel momento mi accorsi di non sapere assolutamente chi ero e così presi a vagare in cerca di risposte. - Ada assunse un'espressione molto triste -Ma ormai ci ho rinunciato. Anzi, dovetti coprirmi in qualche modo i capelli, perchè dopo quell'esplosione mi erano diventati di un colore strano e tutti mi guardavano male! Per fortuna, una volta finita la guerra, sono tornate in commercio le tinte.- Lo disse in un modo così buffo che Kim non potè fare a meno di sorridere –Tuttavia, a volte mi capita di ricordare certe cose come questa del porto sotterraneo, e ho la certezza assoluta di avere ragione, ma non so né perchè né per come.

Kim le mise una mano sulla spalla:

-Lo sai che ho fiducia in te. E magari prima o poi riacquisterai anche la memoria!

Ada sorrise: - Non ti preoccupare per me, Kim: ho trovato la mia famiglia in amici come te, e sai benissimo che non mi manca proprio nulla!

Con un sorriso Kim pensò che Ada aveva proprio ragione.

 

-III-

 

Brian, una volta tuffato, si accese gli occhialini a infrarossi: l'oscurità sott'acqua era totale. Un piccolo branco di pesci gli passò molto vicino, e il ragazzo si sorprese che in quel fiume inquinato ci fosse ancora un minimo di vita: scherzando tra sé e sé pensò di avere appena scoperto i pesci cancerosi. Ma non aveva dimenticato la sua missione e scacciò ogni pensiero inopportuno, raggiungendo con un paio di colpi di pinne il letto del fiume. Sparsi qua e là si potevano trovare oggetti di tutti i tipi: scarpe consumate, rottami di metallo, qualche moneta persino. E rifiuti vari impigliati nelle lunghe e viscide alghe. Brian si diresse deciso verso la sponda opposta del fiume. La parete di terra era integra e senza tracce di alcun cunicolo: nuotò ancora per qualche metro, poi decise di tornare in superficie.

 

Brian riemerse dall'acqua con un trionfo di spruzzi. Le ragazze, contemporaneamente, gli chiesero subito:

-Trovato?

-No, ragazze, dobbiamo spostarci, dev'essere più avanti. Dai aiutatemi a uscire per favore!

 

E le due amiche prontamente, tese le mani, lo tirarono fuori dall'acqua. I tre amici camminarono ancora un po' lungo il fiume, e subito dopo una curva scorsero il vecchio ponte che congiungeva Petra Est con Petra Ovest. All'epoca della sua posa in opera, cioè tre secoli prima, aveva suscitato molto scalpore ed era stato acclamato come avanguardia d'ingegneria, ma ora era quasi abbandonato a se stesso. Con la coda dell'occhio, Kim si accorse che l'amica era diventata molto nervosa:

-Ada, ma tu stai sudando!-, Esclamò.

-E' che sono un po' tesa, ma credo che sia normale, insomma, la missione e tutto il resto....

-Penso che qui vada bene- disse Brian -mi tuffo da qui, è un buon punto-, e dopo poco era già in acqua.

Le due amiche restarono a fissare il punto in cui era sparito il loro amico, e Kim pensò che di notte l'acqua sembrava proprio una grande macchia d'inchiostro nera.... ma poi si accorse che la sua amica era piuttosto agitata: continuava a guardarsi in giro, dietro le spalle, poi il ponte, l'acqua, ancora dietro le spalle...

-Ada cosa c'è?-,chiese Kim preoccupata

-Kim, non mi sento sicura, ho la sensazione che sta per succedere qualcosa di brutto, dobbiamo andarcene al più presto!

-Ma... e Brian? Non possiamo lasciarlo da solo, la sponda è alta avrà bisogno di una mano per risalire!

-Restiamo nei paraggi allora, ma nascondiamoci!

 

Brian, appena tuffato, capì subito che in quel punto il fiume era molto più profondo rispetto al tratto di prima. Con colpi di pinne decisi si diresse verso il fondo e si sorprese di quanto ci mise a raggiungerlo. Una volta lì, si diresse con decisione verso la sponda di Petra Ovest, ma all'improvviso fu risucchiato in un grande mulinello. Dopo un attimo di panico il ragazzo cercò di nuotare contro, ma la forza della corrente lo trascinò dentro una grotta piuttosto grande.

Ada aveva ragione, è questo l'imbocco del porto, ne sono sicuro! Pensò il ragazzo. Controllò la riserva d'ossigeno: Ada era stata previdente, e ne aveva a disposizione ancora per almeno due ore. Decise quindi di proseguire, e verificare lo stato di quel tunnel. Era un tunnel molto ampio, dalla perfetta forma tubolare, anche se aveva le pareti ricoperte di alghe. Finalmente approdò a un piccolo molo, che una volta doveva essere servito come una specie di “portineria”, un controllo su chi entrava e chi usciva, un preludio del porto e delle prigioni. Decise che aveva visto abbastanza, e che era ora di tornare dalle ragazze per non farle stare in pensiero.

 

-IV-

 

L'uomo era sul ponte già da un po'. Con le braccia appoggiate alla ringhiera di protezione guardava l'acqua scura scorrere sotto di lui. certo che sarebbe un bel salto da qui... in quanto tempo toccherei la superficie dell'acqua? , si chiedeva.

I suoi pensieri si offuscarono e tornarono a soffermarsi sulle figlie. Almeno una di loro avrebbe voluto salvarla, proteggerla.... ma era così maledettamente testarda!

 

Quando sopraggiunsero le macchine, forse se lo aspettava. Si fermarono a semicerchio intorno a lui abbagliandolo con i loro potenti fari. L'uomo alzò la mano sinistra a proteggersi gli occhi.

 

Ada e Kim nel frattempo si erano nascoste. Furono sorprese di vedere che c'era un uomo sul ponte chissà da quanto tempo, e si chiesero se avesse notato i loro movimenti; ma poi si rassicurarono a vicenda che era troppo buio. Quella riunione notturna comunque era parecchio strana, e destò la curiosità di Kim:

 

-Chissà che sta succedendo?- sussurrò.

-Non saprei, ma è meglio che ce ne stiamo qua buone- replicò Ada.

-Voglio vedere di che si tratta- Disse Kim, alzandosi furtiva con in mano un binocolo. Ada L'afferrò per la maglia:

-No Kim! Potrebbe essere pericoloso!

Kim si voltò stupita a guardare l'amica:

-Ma che hai, Ada? Se mi fermavo ogni volta che c'era un pericolo, non sarebbero mai esistiti i Dragon-flies!

 

Visto che nulla avrebbe trattenuto Kim, Ada pensò che sarebbe stato meglio starle vicino.

Le due amiche con cautela si avvicinarono al ponte abbastanza da poter sentire le voci di quegli uomini, e, nascoste dalla loro vista, puntarono i binocoli.

 

-Bella serata per una passeggiata... o aspettavi forse qualcuno? - disse in tono sarcastico uno dei tizi che erano scesi dalle auto, mentre i suoi compagni sghignazzavano.

L'uomo che era circondato imprecò.

-Ora sai cosa ti aspetta, vero?- incalzò l'altro.

 

Kim guardò attentamente l'uomo circondato dalle auto: non riusciva a scorgergli il viso, ma aveva una fisionomia familiare...

 

-Prima voglio vedere mia figlia!- gridò lui. Con un ghigno strano, il suo nemico esclamò:

-Eccola!

 

Da una delle macchine scese una ragazza bionda, che poteva avere circa vent'anni. E nella mano destra stringeva una pistola, che puntò contro il padre.

L'uomo si tirò indietro, premendo la schiena contro la ringhiera che gli arrivava fino ai reni.

-Stupito, Arthur?- replicò l'uomo che aveva ghignato. - Non vedi l'ironia della situazione? Arthur Nakiwata, temuto agente segreto della Resistenza, ucciso da Sole Nakiwata, sua figlia, dotato agente dell'Alto Comando!

 

Kim sbiancò: “papà?!? Sole?!? Mia sor..”

 

Sole Nakiwata, con un sorriso, disse:

-Ciao, papà!

E premette il grilletto.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Kimynaky