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Autore: Katara Hira    03/01/2012    1 recensioni
Una storia che parla di 6 nuovi dei del monte olimpo! Questi sono figli due semidei e ciò fa di loro dei completo. Sono tutti e sei delle specie di orfani e devono sconfiggere il dio Ares che si è impadronito dell'olimpo sconfiggendo e pietrificando i loro nonni dei, e i loro genitori semidei. Nelle loro date di nascita sono presenti numeri primi che li identificano.
spero vi piaccia i personaggi hanno caratteristiche diverse che spesso entrano in contrasto ma con l'arrivo della protagonista, Ludmilla, il gruppo diventerà molto più unito fino ad un finale inaspettato!
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiamatemi Lud!

 
Ora di ginnastica…Pioggia…schivata a destra, pugno a sinistra… lampo… pugno in pancia… avversario ko…
Un applauso si levò dagli spettatori. Ludmilla Anderson aveva vinto nuovamente il torneo di combattimento scolastico. Fin da piccola era stata ottima a combattere con qualsiasi mezzo: pugni, spade, pugnali, frecce…. Sembrava una vera guerriera sempre pronta a tutto…
Il direttore della sua scuola le si avvicinò- salve Ludmilla- un lampo di rabbia balenò nel petto della ragazza. Il direttore l’aveva chiamata con il suo vero nome…Lei odiava il nome Ludmilla tant’è che ormai tutti quelli che la conoscevano la chiamavano Lud ed era conveniente anche per quelli che non la conoscevano sapere questa informazione. È vero il direttore era venuto per congratularsi ma ora lei voleva mettere al tappeto anche lui…
-Buongiorno Professore…- rispose lei a denti stretti
-Da come sta diluviando fuori a me non sembra un buon giorno, e nemmeno per lei sembra proprio un buongiorno…- a quel punto Lud si domandò cosa intendesse il direttore che a quanto pare si accorse della sua aria interrogativa e continuò- Beh signorina Ludmilla- ecco l’aveva fatto di nuovo! Ancora un’altra volta e l’avrebbe strozzato- oggi lei mi è sembrata un po’ scossa. Ci ha messo molto più di quello che le consentono le sue abilità per sconfiggere quell’avversario-
Era vero quella mattina era avvenuti parecchi avvenimenti strani che l’avevano lasciata davvero scossa. Tanto per iniziare quando era suonata la sveglia al suo cellulare invece di comparire il solito messaggio con su scritto alzati, era comparso uno strano messaggio scritto in greco antico. Poi uscita di casa in una pozzanghera le era sembrato di vedere scritto- Afrodite- ma un secondo dopo era già sparito. Ed infine, c’era un ombra che la seguiva che sembrava quella di quattro ragazze, ma se si girava non vedeva nessuno.
-Beh Ludmilla la lascio ai suoi amici che di sicuro avranno da fare dei commenti positivi su questa gara- era tanto presa dai suoi pensieri che nemmeno si accorse che il direttore l’aveva chiamata ancora per nome, e questo per lui fu un bene. Arrivarono tante altre persone a congratularsi amici, insegnanti, gente che non conosceva e gente che non voleva conoscere, ma non vedeva chi le interessava davvero cioè i suoi due amici Marizza e Duncan. –Lud!- due voci, una maschile e una femminile la chiamarono. Si girò contenta credendo che fossero loro ma il suo sorriso si spense subito quando constatò che a chiamarla erano stati i suoi genitori adottivi… già proprio le persone che odiava di più, e non solo perché le avevano dato quel nome insulso, e nemmeno perché il loro carattere non concordava minimamente con il suo. Più che altro perché erano genitori falsi e non solo nel senso che non erano consanguinei ma perché sentiva di non appartenere alla loro specie…come se lei fosse un alieno.
-Ludmilla cara- disse sua mamma- sei stata bravissima come al tuo solito e…-
-Lud! Chiamatemi Lud!-
-Certo… certo siamo molto orgogliosi di come hai preso a schiaffi quel bamboccione, anche se lo sai che non approviamo il tuo sport-
A schiaffi? Preso a schiaffi? A quel poveretto gli aveva quasi sfondato la pancia con un pugno… ma d’altronde cosa si poteva aspettare da due imbecilli hippy come loro… senza offesa per gli hippy. Ma nelle sue vene scorreva sangue guerriero e senza i suoi combattimenti si sarebbe sentita persa.
-perché siete venuti?- domandò con tono freddo
-Avevamo un po’ di tempo libero e non c’è modo migliore di spenderlo che con nostra figlia Lud-
- IO NON SONO VOSTRA FIGLIA- tutti nella palestra tacquero e si girarono verso di lei
-no dire così a tua madre o…-
-LEI NON E’ MIA MADRE COME TU NON SEI MIO PADRE! CHI VI HA DATO IL PERMESSO DI VENIRE?!? IO NON VI SOPPORTO E MI AVETE ROVINATO IL TRIONFO!- ormai Lud era scoppiata, non sopportava quando i sui genitori le attribuivano l’appellativo di figlia.
-SIGNORINA! Sei in punizione!- disse il padre in un misero tentativo di farsi valere
-ah si… e che cosa farai? Mi toglierai il computer? Non c’è l’ho! Mi toglierai il cellulare? Lo uso solo come sveglia! Mi toglierai la tv? Tanto guardo solo i vostri programmi altamente educativi! Ma andate a mangiare i vostri involtini di foglie di eucalipto!-
Detto ciò corse via dalla palestra per andare a cercare i suoi amici lasciando tutti a bocca aperta e i suoi genitori sconcertati.
Dopo un lungo vagare per i corridoi e le scale finalmente trovò i suoi amici nell’aula di biologia.
-Oh… ecco che arriva Lud! Sempre stupenda anche se con la faccia super incavolata! Che cosa è successo?-
Lei non considerò proprio ne il complimento ne la domanda, il complimento perché ormai era abituata (dovunque andasse era sempre la più bella) e la domanda perché lei ne aveva una migliore da porre- ma dove cavolo eravate voi due? Sapete io ho gareggiato oggi…-
Fu Marizza a parlare quella volta- Uff! non ti arrabbiare ti siamo venuti a vedere, è solo che quando abbiamo visto i tuoi genitori abbiamo ritenuto più opportuno andarcene. Ma fammi indovinare è proprio a causa loro che ora sei arrabbiata nera.
-Bingo!- disse lasciandosi cadere sulla sedia con aria demoralizzata –non li voglio vedere mai più!-
-Ma che te ne frega di loro… tu sei intelligente, brava a combattere e sei bella come la dea Afrodite. E poi hai me- disse ammiccando Duncan
-Oh.. ma per favore- rispose Marizza, dando un pugno sulla spalla a Duncan, per cui aveva sempre avuto un debole. Ma Lud non prestò per niente attenzione alla scenetta comica… le parole dette da Duncan la stavano facendo pensare –Afrodite hai detto?-
- si Afrodite! La dea della bellezza. Ci assomigli molto sai… solo che Afrodite non prendeva a pugni chiunque non le andasse a genio, più che altro muoveva la sua lunga chioma dorata e faceva cadere tutti ai suoi piedi- disse Duncan facendo ridere tutti. Ma Marizza ritornò subito seria -e adesso cosa farai con i tuoi genitori?-
-non lo so per adesso vado al bar a lavorare e poi si vedrà. Anzi fammi andare che se no faccio tardi-
Dopo averli salutati uscì di scuola e si diresse verso il Bar Ratava Gnaa e durante il tragitto le sembrò che una folata di vento le sussurrasse:- Bentrovata nipote ti Afrodite- Ma pensò che si era solo fatta condizionare e continuò a camminare

 

spero vi piaccia questo capitolo
P.S. per il nome del bar ho deciso di scrivere al contrario -avatar aang- perchè sono molto appassionata della sua serie televisiva

c'è anche un gruppo su facebook che ha lo stesso nome del libro. se vi piace la storia vi prego mettete mi piace li.
 

  
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