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Autore: themissingpiece    03/01/2012    6 recensioni
Li abbiamo lasciati così: Alex che se ne va, lasciando Joseph e tutta la sua nuova vita dietro di sé. Un nuovo inizio, nuovi sorrisi, lacrime, parole mai dette che usciranno come sorprese. Siete pronti per farli tornare tutti nella vostra vita? Se la risposta è positiva mettetevi comodi e iniziate a leggere.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heilà!
sciao piccini miei **
AAAUUUUUUUUUGURI per un bellissimo 2012!
Io, come augurio vi posto questo nuovo capitolo
e mi auguro di ricevere tante tante tante recensioni (fate questo per me?)
Beh, non sto qui a rompervi ulteriormente le scatole quindi
buona lettura <3

G.

 

Another good-bye
capitolo quattro




Arriva quel momento nella vita dove dobbiamo affrontare le nostre paure.
Quel momento non è un bivio, non è una scelta, è un obbligo.
Non possiamo far finta di niente perché la nostra paura è davanti a noi e
ci sta aspettando e noi non possiamo più tornare indietro.

 

Camminai sul marciapiede fino ad arrivare alla via che mi era stata detta e poi voltai a sinistra.
Quel sabato sera il clima di New York mi permise di indossare un paio di shorts e una maglietta a maniche corte con un paio di nuove scarpe con il tacco. Nonostante fossero già le undici e mezza la città era affollatissima.
Mi feci strada tra ragazzi che ci provavano spudoratamente e ragazze che vomitavano l'anima sul ciglio della strada.
Qualche metro più in là c'era il locale che stavo cercandodove c'ero già stata parecchie volte, non era per niente male.
Suonavano musica dal vivo, ospitava grandi DJ ed era sempre strapieno.

Mi accinsi verso l'entrata scavalcando tutta la gente che ingorgava il passaggio, ma il buttafuori mi fermò mettendo
una mano davanti «Siamo al completo stasera, tesoro» disse marcando l'ultima parola, io lo fulminai con lo sguardo «Oh, andiamo. Io non occupo mica tutto il locale!» «Scusami, non posso far entrare nessun'altro» strinsi i pugni e girai i tacchi sussurrando un ''Al diavolo'' (fine come sempre).

Io, che non volevo neanche andare lì. Io, che ero talmente nervosa e agitata che le mie gambe non stavano ferme un attimo. ''Arrenditi e torna a casa'' mi dissi.

Mi rifugiai in un vicolo lì vicino, tirai fuori dalla piccola borsetta una sigaretta e me l'accesi. Vaffanculo al buttafuori, vaffanculo a Jack, Josh e Steve che mi avevano spronata ad andare, vaffanculo anche a Joseph e al suo stupidissimo concerto. Ci tenevo così tanto a rivederlo? Non credo proprio. O almeno, se l'avrei rivisto non so cosa sarebbe successo. Non era quello che volevo? Avevo pregato tutto il giorno per non incontrarlo veramente e ora, invece, volevo a tutti i costi entrare in quel fottutissimo locale.

Sbuffai, rendendomi conto che non ero per niente coerente con me stessa: non sapevo cosa volevo.
Lasciai che il fumo della sigaretta mi calmasse un po', decisi che dopo aver finito sarei tornata a casa. Era inutile stare lì come una stupida ad aspettare chissà cosa, anzi io non aspettavo proprio nessuno! 
E poi dovevo ammetterlo, volevo tornare a casa da Jack, volevo abbracciarlo, stare tutta la sera sul letto a dire cazzate e baciarci perché sì, dopo quella litigata avuta qualche giorno prima avevamo fatto pace.

E come stavo io? Io stavo molto meglio, avevamo trovato delle sostanze ''simili'' ma molto meno pericolose e piano piano sentivo sempre meno il bisogno di bucarmi e sempre più il bisogno di riniziare a vivere seriamente.
Buttai il mozzicone di sigaretta in un angolo e m'incamminai verso la strada principale quando sentii un brusio di voci e la musica a palla, poi ancora niente. «Hey Joe! Si va a festeggiare allora?» «Ci puoi contare amico!».

Vi è mai capitato di avere così tante emozioni dentro che il cuore sembra per un attimo rallentare, come se doveste svenire?
Mi bloccai così, in mezzo alla strada come un'idiota e sentivo i suoi passi avvicinarsi sempre di più, fino a quando mi passò affianco e lasciò una scia del suo profumo. Sembrò quasi non accorgersi della mia presenza, quando invece anche lui si fermò di colpo e lentamente di voltò verso di me.
«Ciao» m'insultai mentalmente per quello che uscì dalla mia bocca. Era l'unica cosa che sapevo dirgli? Avrei dovuto picchiarlo violentemente o fare qualcosa di più sensato. «A-Alex?» «Pensavo ti saresti confuso con il nome di una delle tue tante ragazze» uno a zero. Lui fece una smorfia con il viso e si avvicinò per guardarmi meglio. Sembrava volermi fare la radiografia «Come va la vita da rockstar Joseph?» chiesi per distrarlo dal mio corpo «B-bene» era lui quello in soggezione adesso? «Bene, vedo che sei di poche parole. Io devo andare, buona vita» gli passai affianco senza soffermarmi sul suo viso, perché se l'avessi fatto non sarei riuscita a voltargli le spalle.

Mentre camminavo ci speravo, speravo che lui mi fermasse, mi dicesse che gli mancavo terribilmente.

Non lo fece.

 

 

«Jaaaaaaaaaack! Dove sono finiti i miei pantaloncini?» urlai per farmi sentire da lui che era in cucina a preparare la colazione «Non lo so piccola, il tuo armadio è un campo minato» mi voltai verso la porta e feci una smorfia «Ha-Ha simpatico lui» «Ti amo anche io!» abbassai il volto e mi ritrovai a diventare rossa come un pomodoro.
«Eccoli!» i miei amati pantaloncini rossi, finalmente! Me l'infilai velocemente e corsi in cucina «Trovati ed esageri, il mio armadio non è così messo male» Jack si girò con il sopracciglio alzato e scoppiammo entrambi a ridere «Cosa mi hai preparato di buono?» «Uova strapazzate» m'informò riempiendomi il piatto mentre il campanello iniziò a suonare ritmicamente a tempo di una canzoncina «Secondo te chi è?» «Gli altri due stupidi che si divertono con poco» costatai ridendo mentre il mio ragazzo andava ad aprire.
Come volevasi dimostrare, dalla porta entrarono Josh e Steve «Gentile come sempre la signorina» «Solo per voi» loro mi si avvicinarono lasciandomi due baci sulle due guance e poi si accomodarono mangiando con noi. «Com'è andata ieri sera?» chiese il biondino «E' rimasta fuori dal locale, ma l'ha visto comunque. Lui è rimasto imbambolato e lei se n'è andata» spiegò il mio ragazzo con un tono quasi fiero. Io annuii confermando la sua versione «Te ne sei andata?» «Già» «Quanto rimane in città?» e ancora il suonare del campanello fece eco nell'appartamento «Non ne ho idea, non gliel'ho chiesto» «Puoi farlo ora» s'intromise Josh mentre, affianco a lui, spuntava il soggetto del nostro discorso. Eravamo tutti e quattro allibiti, fermi immobili e lui, nervosamente, si mordicchiava il labbro.
Perché era così sexy? Ops. Pensieri fuori luogo. Però con quei pantaloni aderenti, il giubbotto di pelle, la barbetta incolta e poi le sue labbra...
Mi era mancato tutto di lui e me ne resi conto subito: forse la sera prima al buio non lo vedevo bene. «Cosa ci fai qui?» chiesi io con la poca voce che avevo «Volevo parlarti» disse lui timoroso. Incrociai le braccia guardandolo bene «Cosa ti fa pensare che io voglia parlare con te?» «Ti chiedo solo un po' del tuo tempo, poi sparisco. Giuro.» perché il solo pensiero che lui se ne andasse mi faceva contorcere le budella? «Ok» sbuffai e mi alzai andando verso Joe, ma prima di raggiungerlo una mano mi afferrò facendomi voltare «Jack» «Alex, ti prego» lo guardai mentre le sue mani cercavano di trattenermi «Stai tranquillo» mi prese il viso tra le mani e mi lasciò un bacio dolce a fior di labbra «Ti amo, ricordatelo» annuii senza dire niente e tornai a guardare Joe, che aveva uno strano sguardo.
«Andiamo di là» m'incamminai verso la camera da letto e lui mi seguì senza fiatare.

«Allora, di cosa vuoi parlarmi?» «Sei cambiata» disse lentamente «Ti aspettavi di trovare ancor la ragazzina innamorata perdutamente di te? Ti sbagliavi» ok , forse ero stata troppo dura, ma lui non ci mise tanto a trovare una risposta «Sei tornata a New York per stare con Jack?» «No, ma tu non ci hai pensato due volte a sostituirmi eh» i suoi occhi si accesero di sorpresa «Non avrei mai voluto, ma non volevo più pensare a te» «E allora te ne sei fatte altre mille?» «Tu no?» chiese lui alzando il tono di voce «Se sei venuto qui per insultare puoi anche tornartene da dove sei venuto» sospirò abbassando lo sguardo «Scusami è solo che..»
«Cosa vuoi Joe? Perché sei venuto qui?»
si morse ancora il labbro e poi inchiodò il suo sguardo al mio «Mi mancavi, da morire».

 

Smettila cuore, smettila di battere così velocemente. E tu, bocca, apriti, digli che lui non ti è mancato, digli che lui non è più niente per te, digli che Jack lo ami ed è l'unico che vuoi nella tua vita. Su Alex, fai qualcosa!

 

«T-Tu non puoi tornare e pretendere che tutto torni come prima» dissi quasi sussurrando «Lo so, volevo solo farti sapere che non ho mai smesso di pensarti e che a casa manchi a tutti quanti» «Adesso la mia vita è qui» «Oh» strike! Perché dentro di me non esultavo? Perché non ero felice? Dovevo, ma non riuscivo ad esserlo. «Dimmi una cosa e poi io me ne andrò, per sempre» non avevo mai visto Joe così in difficoltà come in quel momento, sembrava aver paura di formulare la domanda. Il mio cuore iniziò a martellarmi nel petto «Tu ami Jack tanto quanto hai amato me?».

BOOM.

Ecco la domanda-bomba. Una risposta sbagliata e tutto saltava in aria. La mia testa era vuota, io non sapevo cosa rispondere. Davvero non amavo più Joseph? Davvero amavo Jack?

«I-Io lo amo Joe, sono due amori diversi ma adesso io... io amo lui».

Sbaglio o i suoi occhi per un attimo diventarono lucidi? Ma no, anzi, mi aveva anche sorriso. Sorrideva, ci credete? «Ok, allora io torno a Los Angeles e beh, è stato bello Alex, davvero. Sei stata la parte più importante della mia vita» «E' un addio Joseph?» «Credo di sì» ci alzammo in piedi, anche se le gambe non me le sentivo più. «Bene, allora ciao» «Ciao» lo abbracciai velocemente e sentire il suo profumo e la sua stretta fu come un colpo al cuore. Quando si staccò mi sentii vuota, spoglia, nuda, quasi mi vergognavo di me stessa. Senza altre parole lui se ne andò. Lasciò l'appartamento, lasciò New York, lasciò me e tornò a vivere la sua vita senza di me. Ma, infondo, non era quello che volevo?

 

Quello doveva essere un lieto fine, ma allora perché non riuscivo a sorridere? Perché sentivo che avevo appena perso una parte di me? Allora perché non vedevo scritto un ''e vissero sempre felici e contenti''?

 

  
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