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Autore: Cattivandra    05/01/2012    2 recensioni
Non sapevo esattamente a cosa stavo andando incontro.
Sapevo solo che odiavo i campi estivi e non avrei mai avuto intenzione di prenderne parte, ma dovetti farlo. Me ne sarei pentita?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather, Un po' tutti | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - L'isola
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Quella sera ero distrutta, non mi reggevo più in piedi, avevo le gambe doloranti, il posteriore ammaccato e la schiena a pezzi; ero convinta che la mia fine fosse vicina. Stavo peggio di mia nonna che ha sessantacinque anni suonati! Nemmeno la doccia calda riuscì ad alleviarmi i dolori. Infatti mi procurò un’ustione al braccio e al fianco destro, tutta colpa di quelle stupide docce, vecchie di chissà quanti anni.
Ad ogni modo, ero certa che le mie sofferenze, per quel giorno, non fossero ancora finite.
“Forza scendete, è ora di cenare! Svelte che siamo indietro con il programma!”
Scendemmo tutte nella sala da pranzo ma, entrando, sentii un insolito profumino…Non da spazzatura, nemmeno da sbobba ma…da cibo vero! Ne rimasi colpita.
“Blaineley, le sette significano le sette!”
“Dillo alle ragazze. Ci hanno messo due ore a prepararsi!”
In realtà era stata lei a ritardare nel chiamarci perché stava al telefono con il suo ragazzo e nel frattempo si dava lo smalto sulle unghie.
Intanto i ragazzi stavano seduti da un pezzo e noi ragazze ci accontentammo del tavolo rimanente, infatti come solitamente capita in un asilo nido, maschi da un lato e femmine dall’altro. Dopo neanche dieci minuti nella tavolata degli uomini di Neanderthal “stranamente” iniziarono a volare posate, grissini, ceste del pane, per completare il quadretto Owen avrebbe potuto sfondare la sedia nella quale era seduto.
“Un po’ di ascolto!” sbraitò Chris riuscendo ad attira l’attenzione di tutti.
“Allora campeggiatori, siamo quasi giunti alla fine di questa prima giornata di attività. Come l’avete trovata?”
Alla domanda il gruppo di scimmie rispose emettendo versi e parole onomatopeiche incomprensibili.
“Vi siete divertiti, devo dedurre…Bene! Però, devo darvi una notizia…Scordatevi la giornata di oggi! Le due settimane che trascorrerete saranno le più estenuanti della vostra adolescenziale esistenza. Ma intanto…Buon Appetito!”
Le facce dei miei compagni in quell’istante divennero bianche come lenzuola.
Intanto Chef e le cuoche distribuivano le portate.
Il menù di quella serata fu: come primo Jambalaya poi salmone affumicato con contorno di insalata e come dessert i brownies! Mai mangiato niente di più buono, dico sul serio. Ma c’era un dubbio che mi tormentava, avremo mangiato così anche domani? Non ne ero totalmente certa, me lo faceva credere il fatto che dopo averci serviti, Chef cacciò una risatina agghiacciante.
Comunque, a tavola i dialoghi non furono un granché, Lindsay non ha fatto altro che parlare di quanto potesse essere carino Tyler e di tutti i tubetti di lucidalabbra che si era portata in valigia. Insomma, una noia mortale! In quel frangente però scoprii il “lato oscuro” di Courtney, nello specifico mostrò quanto in realtà non fosse poi così tanto “Perfettina”, anzi di quanto potesse assomigliare a Owen. Senza entrare nei dettagli, dico solo che ha ruttato per quasi tutta la cena. Orribile! Per una così bella ragazza poi, era un peccato.
Mi tornò in mente ciò che avevano detto durante il viaggio, gli amici di Alejandro. Forse…era Courtney la ragazza di cui parlavano. Ma com’era possibile che quella versione femminile di Owen gli piacesse, era inconcepibile una cosa del genere! Poi perché proprio…
Heath datti una calmata, torna nel mondo reale e smettila di farti questi problemi.
Perché? Perché quel maledetto mi tornava sempre in mente?
Al termine della cena, salimmo tutti in stanza e poco più tardi tornammo nella sala da pranzo, dove posizionammo le sedie in cerchio al centro della stanza e ci accomodammo. Opposto e davanti a me vidi il punk dalla cresta verde che mi fece l’occhiolino, risposi semplicemente voltandomi e incrociando le braccia.
“Bene ragazzi, molti di voi già sanno cosa faremo questa sera altri invece no. Dico bene Heather?” affermò mentre camminava al centro del cerchio formatosi con le sedie. “Questa sera, formeremo le squadre!”. Silenzio tombale.
“Attenti a non uccidervi fra di voi dall’entusiasmo…”
Ad un certo punto intervenne Blaineley, che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
“Chris, questi ragazzi hanno il fuoco negli occhi. Vogliono combattere, sfidarsi! Insomma…agire! Non vogliono stare qui ad ascoltarti. Dico bene?”
Tutti entusiasti risposero in coro “Si!”
“Che ti dicevo? Bene, allora visto che siamo solo al primo giorno ci limiteremo a procurarvi qualche ammaccatura e non a ferirvi mortalmente…” le espressioni di tutti furono le stesse di prima a tavola.
“Ovviamente scherzo!” Il mio cuore riprese a battere.
“Allora Chris, fai pescar loro i bigliettini con quattro colori delle squadre e a seconda del colore che vi ritroverete in mano, dividetevi in quattro gruppi…Forza sbrigatevi!”
Tutti si azzuffarono per prendere il bigliettino, io aspettai che si placassero poi avanzai verso lo scatolone. Infilai la mano cercai di prenderne uno ma la mia mano si incontrò con un’altra era quella dell’idiota.
“Ma tu devi sempre essere in mezzo ai piedi?” chiesi scocciata.
“Sei tu che non riesci a starmi lontana, che vuoi farci tesoro?” disse mandandomi un bacio e rubandomi il bigliettino che avevo fra le mani.
Sentii ribollirmi la rabbia che avevo in corpo. Ma mantenni la calma, una strana, preoccupante e inattesa calma.
“Kyle il mio è verde e non si intona ai miei occhi!” protesto la bionda svampita.
“Chris. Mi chiamo Chris! E se hai pescato quello ti tieni quello, chiaro Lindsay?”
Ammutolì.
Guardai il mio biglietto. Rosso. Esitai a guardare chi avesse il mio stesso colore, temevo di ritrovarmi degli idioti in squadra.
Mentre i tre gruppi si formavano, vidi Alejandro inserirsi nel gruppo dei Blu. I componenti della mia squadra erano: Cody, la darkettona, Geoff e Bridgette. La squadra blu risultava quella più forte basta vederne i membri: Alejandro, Duncan, Justin, Trent e Noah che era un’eccezione. Alla fine le squadre erano davvero poco eque, tutti i più forti in una e i più sfigati in un’altra; la cosa puzzava e non perché Owen ne avesse mollata una.
“Wow! Che razza di squadre, io tifo per la blu!” aveva una bella faccia tosta Chris a dire questo.
“Molto bene, ora iniziamo l’attività programmata per questa sera. L’ho voluta chiamare ‘ fight with the airplanes’ , suona bene vero?”, non suonava affatto bene, la lotta con gli aeroplanini? Ma stiamo scherzando?
“Le regole sono molto semplici, dovrete distribuirvi in ordine sparso per tutta la stanza e quando io e Blaineley lanceremo gli aeroplanini di carta dovrete fiondarvi per prenderli. La squadra che otterrà il maggior numero di aeroplanini avrà una ricompensa”
“Un’attività più idiota non ti era venuta in mente?” intervenne il punk con tono arrogante. Approvavo la sua affermazione.
“No, simpaticone, ora gioca oppure ti spedisco a dormire in giardino…”
“Uhh che paura!”
“…con lo Sasquatchanakwa. Sai non è molto socievole” dopo questa riuscì a zittirlo.
“Molto bene, distribuitevi forza! Uno…Due…Tre…Via!”
Aeroplanini di tutti i generi iniziarono a volare per tutta la stanza e noi come degli assatanati li seguivamo con lo sguardo e ci lanciavamo a prenderli. Io riuscii a prenderne più di tutti, i ragazzi rimasero stupidi dalla mia velocità. Per fare questo però mi procurai altre ammaccature su braccia, gambe e schiena; era una vera e propria guerra, ci buttavamo a terra e sotto i tavoli per afferrare un misero pezzo di carta.
“Hey Tyler, levati di mezzo è mio!”
“No fratello, l’ho visto prima io!”
“Ma che dici? Dai su Tyler dallo a me”
“Fermo mi stai tirando i capelli! Oh sappi che ti sei messo contro la persona sbagliata dolcezza!”
Il caos totale regnava nella sala.
“Stop! Fine, quel che è fatto è fatto! Ora riponete gli aeroplanini, raccolti da tutti i membri della vostra squadra, dentro il sacco del colore a cui appartenete. Dopodiché contate quanti ve ne risultano”
Cody afferrò il sacco e se lo mise davanti per contare ma Geoff chiese “Posso occuparmene io amico?”
“Certamente, non c’è nessun problema” Geoff iniziò a contare.
“Uno…Due…Tre…Cosa c’è dopo il tre?”
“Da qua scemotto!” disse Bridgette strappandoglielo di mano.
“Sono esattamente ventuno!” Avevamo fatto il punteggio più alto! Dopotutto la mia squadra non era così male.
“Ragazzi abbiamo vinto!” urlai di gioia facendo segno di un abbraccio di gruppo al quale tutta la squadra prese parte. Disgustoso, ma dovevo farlo, per assicurarmi dei buoni compagni.
“La squadra rossa ha vinto la sfida!”
“Ora Chris, fuori il premio” Chissà di cosa si trattava.
“Non c’è nessun premio! È stata tutta una messa in scena, le squadre che avete formato non sono quelle definitive. Ora dovrete pescare nel sacco del vostro colore un aeroplano ed aprirlo. Alcuni saranno vuoti altri invece sono forniti di un bollino colorato, quello sarà il colore definitivo della vostra squadra. Piaciuto lo scherzo?”
Le facce di tutti esprimevano il contrario. Pescai dal sacco. Rosso?!
“Chris ho ripescato il mio stesso colore”
“Tienilo, sarai nella stessa squadra ma cambieranno i compagni” Spalancai gli occhi.
Tutti si rimescolarono e i miei compagni erano tutti diversi. Ma…No! Alejandro era in squadra con me! Come avrei potuto fargliela pagare se era nel mio stesso gruppo?
“Chris si possono fare degli scambi?”
“Del tipo?”
“Posso andare in un’altra squadra e fare a cambio con qualcun altro?”
“Fammici pensare…Ehmmm, no! Hahaha”
Maledizione, pensai.
Rassegnata spostai una sedia e mi sedetti, mentre tutti gli altri chiacchieravano e si abbracciavano se si erano ritrovati con le persone che volevano. Io mi ero trovata una squadra che probabilmente aveva le stesse possibilità di vittoria si una lumaca contro un ghepardo, eravamo: io, Alejandro, Duncan, Owen e Tyler.
Poi c’erano i blu: Courtney, Lindsay, Beth, Cody, Sierra e Trent. Ginger era finita nella verde e solo dopo qualche istante mi resi conto di essere l’unica ragazza del gruppo. Voltai lo sguardo verso il latin lover che stava confabulando con il punk. “Hey hey Heather!”
“Aaah! Cavolo, mi fai prendere un colpo. Come fai a sapere il mio nome?”
“Ehm…Eh…Ehm…lo ha detto prima Chris! Ti stava anche indicando!”. Aveva ragione, me ne ero completamente scordata. “Beh…siamo in squadra insieme, credo che perlomeno dovremmo fare amicizia! Hehehe”. La sua risata mi urtava. “Certo! Come no…Piacere Heather”
“Piacere Owen!”. Gli strinsi la mano grassoccia e appiccicosa sforzandomi di sorridere.
“Questo invece è il mio amico Tyler!” annunciò afferrando un ragazzo per la giacca e trascinandolo davanti a me. Probabilmente era più piccolo di me, aveva l’aria del tipico svampito. Probabilmente lo era.
“Piacere sono…” non fece in tempo a finire la frase che avanzando inciampò su un laccio delle scarpe. Era definitivo, era svampito.
“Ok ragazzi, son  le ventitré, potete salire in stanza e preparavi per andare a dormire...”. Si alzò un coro di “Ma no! Dai Chris! Amico che diavolo dici?”
“Ci avete creduto?” ridacchiò. “Salite in stanza preparatevi e poi avete un’ora per chiacchierare e conoscervi meglio, parlo per quelli che dopo tutto questo tempo ancora non sanno chi li circonda, vero Lindsay?”
“Eh cosa? Oh si, sono stata a Parigi!”.  Che disperazione gente.
Salimmo in fretta ci infilammo il pigiama e qualcuno, qualcosa che si avvicinava ad un pigiama. Poi le ragazze salirono tutte nella stanza dei maschi ed io rimasi sola in stanza con Ginger.
“Heath non ti va di salire? Con i ragazzi ci si diverte un mondo sentissi Geoff che razza di…” non finì la frase perché si accorse che stavo piangendo. Si avvicinò, mi abbracciò ed iniziò ad accarezzarmi i capelli.
“Sh-sh-sh… Hey che succede? Cosa sono questi occhi lucidi? Non vorrai farmi credere che Heather la Leader, Heather la ragazza più forte e bella che conosca…piange?”. Singhiozzai e a fatica risposi.
“Non so nemmeno io perché…Non me lo spiego…” mi tranquillizzò molto il suo conforto. Ridicolo, io non piango mai, non avevo mai pianto fino ad all’ora! Non posso neanche dire che fossero lacrime finte, tutto frutto di un piano realizzato per chissà cosa. Erano dannatamente vere.
“Allora Heath adesso ti asciughi queste lacrime, che sei molto più bella quando sorridi, ti prepari e Sali con me ok? Non accetto un no!”. Dovetti accettare, era il minimo visto quello che aveva fatto per me.
Poco dopo stavamo salendo le scale, per un attimo esitai, ma la mano di Ginger alla fine mi convinse.
Entrai in quella stanza maleodorante con un improbabile cenno di dopobarba, era molto bella e grande le travi sul soffitto le donavano un aspetto così accogliente. Tutto questo era cancellato però dalle presenze umane in quella stanza. Se si possono definite tali. Ginger intanto mi lasciò andare la mano, mi sorrise e si allontanò andando verso Leshawna che era seduta in un letto dalle lenzuola arancioni.
Io salii su un letto probabilmente non occupato,  visto che non aveva le lenzuola. Mi misi a gambe incrociate posando il mento su una mano, e così iniziai a pensare a cosa stesse facendo Bruiser a casa, a come stessero passando le vacanze i miei compagni di scuola …
Ad un tratto non vidi più nulla. “Hey bellezza, che ci fai qui tutta sola?” chiese una voce alle mie spalle, che non riuscii ad identificare.
“Chi diavolo sei?”
“Ma se me lo chiedi così…”. Riuscii a levare le mani dagli occhi e mi voltai. Era Duncan.
“Che ci fai qui tutta sola?” ripeté, sedendosi di fianco a me.
“Niente che ti riguardi…”
“Siamo permalosi, ti ricordo che siamo nella medesima squadra e io non sono uno che ama perdere e…”
“Siamo in due allora” affermai, senza lasciargli finire la frase. Sorrise e io ricambiai. Non era malaccio quel delinquente. “Quando vuoi venirmi a trovare io sono qui. Intanto ci si vede Heather...O meglio a domani!” si alzò e andò a stendersi sul suo letto. A qualcuno potrebbe sembrare che ci stesse provando, ma non era così. Credo proprio che andremo d’accordo, noi due.

  
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