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Autore: Nikoru    07/01/2012    2 recensioni
E dopo un lungo periodo, Yuuki torna alla Cross Accademy. Zero farà luce sui suoi sentimenti, che prova verso la " sorella ".
Ma quando tutto va per il verso giusto.. qualcuno mettendo lo zampino fa un vero casino!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaien Cross, Kaname Kuran, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quella fragranza familiare.




Ore 02:00. Cross Accademy.
Qui sembra un deserto, sento freddo, l’aria che tira è gelida, la notte è alta, la luna è coperta dalle nuvole.
Anche il mio cuore è coperto dalle nuvole della confusione, non riesco a capire bene cosa io voglia.
L’ultima volta che l’ho vista le ho detto, le ho promesso di ucciderla, appena ritornata. Ora ho voglia di vederla e parlare con lei, sentire la sua voce e perdermi nei suoi occhi.
Però, non posso perdonarla per essere diventata una succhia sangue come me, un mostro, anche se lei è un Sangue Puro. Sì, non l’ha fatto di sua spontanea volontà, è stato quel Kaname, ma.. non doveva diventarlo.
La amo e la odio nello stesso tempo. Però, se l’avessi baciata in quel momento, quando ebbi l’occasione.. forse in questa notte lei sarebbe ancora qui al mio fianco.
« Sangue » Mi risveglio dai miei pensieri dall’odore, comincio a camminare. Forse gli idioti della Day Class hanno bevuto e hanno trovato una nuova vittima?
Anche se questo sangue, questo odore lo conosco, è familiare. Forse.. forse.. « No, non può essere lei » Invece a me pare lei, quella fragranza familiare.
Voglio vedere, voglio seguire questa scia. Così mi affretto a correre, seguo quell’odore, ma quando arrivo lei non c’è. Ma trovo pozze di sangue e ciocche di capelli in terra. L’istinto di bere quel sangue è forte, anche se era lì sul terreno, ma sono in astinenza da molto: però c’è qualcosa che mi spinge a non farlo.
Il posto era lugubre, faceva paura solo avvicinarsi: quel bosco, che di giorno appare così innocuo, ma che la sera si trasforma in un luogo pauroso. « Yuuki, sei tu? » Sento dietro un cespuglio dei sinistri rumori, ma penso che siano scoiattoli, o tutti gli altri animali che stanno lì in quel posto.
« Non ho nulla da perdere » Mi avvicino al cespuglio, titubante: anche se avessi perso la vita, non sarebbe importato a nessuno.

Mi prende un colpo al cuore, per un momento non riesco a respirare, sono prepreso dall’affanno. « Yuuki, cosa ci fai qui? » La vedo in una pozza di sangue, con il braccio segnato da una lunga e profonda ferita. Anche se i vampiri marginavano le ferite velocemente, il dolore era lo stesso, e a volte, quando erano pesanti erano difficili da rimarginarsi.
I suoi capelli castani erano nuovamente corti, indossava la divisa della Day Class, e lei, piangeva.
L’aiuto ad alzarsi e la porto alla fontana, mettendole un po’ d’acqua sulla ferita. « Che ci fai qui? Cos’è successo? » Chiedo preoccupato, cacciando quella voglia di abbracciarla: la vedevo troppo scossa in quel momento, volevo che si calmasse. « Quel posto è un inferno. Sono scappata, mi sono messa a correre ma un ramo mi ha solcato la pelle. » Mi spiega balbettando e singhiozzando, mentre vedo la sua ferita pian piano sparire.
« Ti prego, per il momento non uccidermi. Fallo domani, ora no » Evidentemente ricorda la promessa fatta mesi prima. Voglio dirle che non l’avrei mai uccisa, che l’amo, che il mio cuore sa cosa vuole, ma non è il momento. « Okay. » Mi limito a dire, fissando il vuoto. Però anche se ho sempre quell’aspetto indifferente, ho paura che lei fraintenda tutto, che la odio. « Io… » No, non riesco a tenermi dentro niente, anche se prima lo facevo sempre, ma ora è diverso. Non vedo quel Kaname in giro, ora mi sembra di aver coraggio. Sì, lo so, lei ama suo fratello, anche se è scappata… è strano.
Così l’abbraccio, cingo la sua vita e la stringo a me. Sento l’odore dei suoi capelli, il calore della sua pelle. « Yuuki mi sei mancata. La notte qui è noiosa senza te, non voglio ucciderti, non ne avrei la forza. » Mi confesso in parte, non le dico proprio tutto quello che sento. Voglio che schiarisca le idee, che faccia una dormita. Vedendo il suo volto stanco, la porto nella mia stanza, e la faccio dormire lì. Ne avrò fino alle prime ore dell’alba… ma ormai ci sono abituato. « Tu stai qui, ci vediamo domani mattina, notte » Le dico freddo, come se prima, come se quell’abbraccio di prima non fosse contato per me, come se quelle parole siano volate al vento.

La notte passò velocemente, tra pioggia e vento, un freddo pazzesco, e il solito deserto. Ma qualcuno doveva svolgerlo quel lavoro lì.

Verso le cinque del mattino, vado nella mia camera, per controllare che Yuuki non stesse ancora piangendo.
Cammino a passo svelto ma silenzioso per i corridoi, e tutti dormivano. Arrivo davanti alla porta della camera, e un po’ titubante la apro.
Il letto è disfatto, ma Yuuki non c’è. Però non è andata via; ci sono le scarpe vicino all’armadio. Busso al bagno, deve essere per forza lì. « Yuuki sei lì dentro? » Sento acqua che scorre, probabilmente è lei. Non ricevo risposta.
Mi metto seduto accanto alla porta, socchiudendo gli occhi appena, aspetto lei che esce. Perché sì, lei è lì dentro, ne sono sicuro. « Eccomi, sono pronta: fa pure » La porta si apre, e lei esce vestita con la divisa della Day Class, quella nera che tanto le sta bene. Mi ha detto che è giunta l’ora della sua morte, della promessa. Ma io non voglio ucciderla. Forse l’ha dimenticato. « Sì » Mi alzo e la conduco sul letto. Estraggo la gelida pistola argentata dalla tasca interna della giacca, e la punto sulla sua tempia. Metto il dito sul grilletto. Forse devo farla, devo mantenere la promessa.
Ma la mano si intorpidisce e la pistola insieme alla catenella si sganciano dalla divista, e cadono in terra. « Non ti ucciderò mai, Yuuki. Non me lo perdonerei mai »
Mi siedo accanto a lei, ma dopo neanche dieci secondi, col braccio la butto giù, e mi stendo pure io.
Yuuki non si è mossa, si fa condurre da me, senza fiatare. Cos’ha? « Mi sei mancato, Zero » Mi dice, e per un momento non ci capisco più niente: il mio istinto dice di baciarla, il cuore di abbracciarla, e la mia mente… di dirle che mi è mancata pure lei. A chi devo dare ascolto?
Cerco di tenere l’aria da sostenuto, fare l’indifferente, riuscire a mantenere quel personaggio che mi sono cucito addosso per anni. Meglio non affrettare le cose.
« Alle nove di mattina dovremo fare di guardia quando esce la Day Class. Le solite cose, tu le conosci. Non mancare » Faccio alla fine il freddo e l’indifferente. Mi alzo dal letto, e aiuto anche lei a mettere i piedi per terra. Vado verso la porta, ma sento qualcosa che da dietro mi tiene stretto. Delle braccia intorno al mio petto, una ragazza che mi abbraccia. « Zero, non andartene. Voglio parlare con qualcuno. Ti prego, ti prego ascoltami! » Mi dice tra le lacrime. Mi si stringe il cuore.
Metto la mano sulla maniglia, ma non ho le forze per aprila. Voglio ascoltare Yuuki.
Mi giro e l’abbraccio pure io, metto le mie spalle contro la porta e scivolo con lei. Era così bella anche fra le lacrime. « Smetti di piangere, e dimmi perché sei scappata da lì, Yuuki. » Comincia a spiegarmi tutto, e rimango un po’ allibito dalle sue parole. « Kaname mi considerava poco, e quando incontravamo un vampiro di livello E, dovevo essere sempre io ad ucciderlo. Anche se era un pericolo, mi sentivo una persona orribile. Il posto era diventato insopportabile, e mi sentivo soffocata. E… Zero, non c’eri tu. Se invece fossi venuto con noi, sicuramente, non sarei scappata. Solo se tu l’avessi fatto.
Zero, mi sei mancato, troppo. Mi mancavano le notti di guardia, il contemplare la luna, volare da un piano all’altro, starti a fianco. » Comincio a capire di essere importante per Yuuki. Spero che sia così. Lei, lei.. perché mi sono innamorato di lei? Perché mi sono innamorato nonostante io per lei sono solo un amico? « Yuuki… mi sei mancata pure tu » La guardo negli occhi, sono a un palmo dalla mano da lei. Ora non so cosa fare. Il mio petto è in fiamme, non mi sento più le gambe. Possibile che una ragazza mi mandi in tilt? « Yuuki… » Non riesco a baciarla, e l’abbraccio come prima. Ma mi capita di nuovo.. voglio morderla. No, non posso. La voglia è tanta, sento l’odore del suo sangue, anche se non è più ferita: ha una fragranza così dolce. « Andiamo a fare una passeggiata, vieni » Mi alzo e prendo la sua mano calda, e usciamo insieme dalla stanza. Camminiamo senza dire parola e fissando il basso, verso il bosco che alle prime luci del mattino è affascinante e riservato. Mi accorgo solo ora di tenere ancora la sua mano, ma faccio finta di niente, voglio continuare a stringerla.
  
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