Sono riuscita a morire.
E i nostri capelli che cambiano colore non ci piacciono più.
Troviamo un modo per non guardarci allo specchio, e getta i vetri a terra.
Mi hanno visto mille volti, non posso più nascondermi e cercare di parlare con gli spettri.
Ancora notte.
Stelle condizionate dalle vostre verità più assurde.
Cieli neri di polveri sottili disilluse.
Non posso più aspettare.
Ci hanno schiacciato i piedi passandoci addosso senza alcuna cura.
Volevano metterci una benda e fucilarci contro il muro.
I muri dei nostri pianti spaziali, mi dispiace ancora.
C'era un posto, mi ricordo, dove l'erba era verde e bella e potevamo ancora raccontarci delle balle.
Non posso più parlare.
Ci hanno resi senza bocca e senza sguardi contraddittori.
Diciamo si a ciò che ci fa schifo. Voglio piangere.
Solo lacrime sintetiche.
Una pallottola dentro a un libro scolorito.
Siamo cibo per i pesci d'acqua dolce.
I nostri fiumi sono aridi di idee e scorrono all'indietro.
Non posso più capire.
Andiamo fino al mare insieme.
Sento vento fra le palpebre socchiuse, stanno venendo a prenderci.
Scappa...
Scappa...