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Autore: Shade Owl    13/01/2012    3 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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- Tu?- chiese stupito Devon, guardando la sirena nuotare placidamente sul dorso.
- La conosci?- chiese Alis.
- Non proprio… l’ho incontrata a New York.- spiegò - Che ci fai qui?-
La sirena si voltò a pancia sotto, scese sott’acqua (vista l'agilità che mostrava, la fenditura magica doveva avere aumentato la profondità della fontana) e si avvicinò al bordo della vasca, riemergendo con un piccolo sorriso stampato sulle labbra. Le gocce che cadevano dalla sua fronte formarono ragnatele scintillanti, facendo sembrare che indossasse un velo, o una sorta di diadema.
- Ma guarda…- sussurrò - Il giovane Emissario… e dov’è la ragazza? Avete litigato? Vi siete lasciati? O è fuggita con qualcuno più bello di te? Grave errore, grave errore…-
- Niente del genere!- sbottò lui, avvampando leggermente, mentre gli altri ridacchiavano - Lei ora è da un amico per nascondersi.-
- Un amico… un amico…- ripeté la sirena - E com’è quest’amico? Alto? Basso? Bello? Brutto?-
- Alto e bello, se vuoi saperlo.- rispose Alis.
Jo e Xander la guardarono stupiti.
- Bhè, metà della mia classe lo pensa!- esclamò lei, sulla difensiva.
Xander scosse la testa.
- Qualsiasi cosa tu faccia, non dirlo a Timmi.- le consigliò - Non la finirebbe di sfotterti.-
La sirena sgranò gli occhi e si avvicinò di botto a Xander, sporgendosi dalla vasca e schizzando tutti, così repentina che il mago trasalì.
- Timmi, Timmi, Timmi, Timmi…- ripeté la sirena, in una frenetica cantilena - Timmi, Timmi, Timmi, Timmi…-
Sembrava che quel nome l’avesse stregata, o attratta in qualche modo. Xander guardò gli altri, che si strinsero nelle spalle, senza sapere che dire. La sirena, sempre borbottando tra sé il nome del loro amico, tornò a nuotare sulla schiena, i capelli verde scuro che galleggiavano attorno a lei come petali di un fiore gigante. I suoi occhi erano sgranati e distanti, come se fosse immersa in chissà quali pensieri. Le labbra continuarono a muoversi, senza emettere alcun suono.
- Che si fa?- chiese Alis - Non la possiamo lasciare qui, è un luogo pubblico.-
- E chissà come ci è arrivata.- disse Jo.
- La barriera sta cedendo.- rispose Devon, stringendosi nelle spalle - Credo che sia arrivata così a Central Park, e sempre così è arrivata nella fontana.-
- Ad ogni modo, va portata via.- decretò Xander - Se la vede qualcuno è la fine.-
- E sta anche piovendo.- aggiunse Alis - Tra breve qualcuno potrebbe passare da questa parte, che è più riparata.-
- D’accordo, portiamola da Timmi.- disse il giovane mago - Ehi, tu… sirena?-
Lei si voltò con agilità nell’acqua e lo raggiunse, facendo affiorare solo gli occhi e le orecchie, guardandolo dal sotto in su. Sembrava quasi una ranocchia.
- Ehm…- disse lui, a disagio - Bhè, vedi… dobbiamo portarti via.- disse - Qui rischi di essere vista, e la cosa avrà serie conseguenze, capisci… io sono un apprendista del Sommo Concilio, quindi…-
Alzò un altro po’ la testa, così che la bocca fosse fuori dall’acqua, per parlare.
- Verrò via con te…- sussurrò pianissimo, tanto che faticarono a sentirla sopra lo scroscio della fontana - Ma ad una condizione, mio piccolo maghetto stregoso.-
Per un istante Xander fu tentato di annegarla per gli epiteti da bambinetto che lei gli aveva affibbiato, ma poi si ricordò di avere a che fare con una sirena.
- D’accordo.- disse, ancora un pochino seccato - Che condizione?-
- Magia!- esclamò piano lei - Voglio vedere la magia!-
Il mago inarcò un sopracciglio e si voltò a guardare gli altri.
- Non so se è il caso…- disse Alis, a disagio - Insomma, potrebbero vederci…-
- Meglio assecondarla, secondo me.- disse Devon - Sarà più facile portala via, se collabora.-
Jo annuì.
- Giusto.- disse - Dai, forza! Sbrigati, noi facciamo da pali!-
Xander tornò a rivolgersi alla sirena, in paziente attesa.
- Okay.- disse - Cosa vuoi vedere?-
Lei sorrise come una bambinetta.
- Qualcosa di lucente.- disse - Più bello della luna, e splendente come il sole.-
Accontentarla, pensò Xander in seguito, non sarebbe stato affatto difficile, benché lui fosse più bravo con le esplosioni che con le illusioni: mise le mani a coppa, davanti al proprio viso, e mormorò qualche parola tra sé, concentrando la sua magia nei palmi. Evocò un’immagine illusoria creata dalla sua mente, una stella bianca come la luna e dalla grande lucentezza, che irradiava pace tutto intorno a sé.
L’acqua della fontana cominciò a risplendere con essa, riflettendo i raggi luminosi della stella magica in tutta la piazzetta.
Xander continuò così per poco più di un minuto, poi lasciò spegnere la magia e guardò la sirena.
- Soddisfatta?- chiese.
Lei tese la mano, con aria rapita.
- Sei un bravo mago.- commentò - Ovvio che tu sia suo amico.-
Lui aggrottò la fronte: amico di chi?

***

Mentre Timmi e Miley finivano di mettere a posto gli ultimi piatti del pranzo, finalmente asciutti, qualcuno bussò alla porta un paio di volte, in modo insistente ed affrettato, come se minacciasse di sfondarla.
- Vado io.- disse il mezzodemone, avviandosi senza fretta.
Chiunque ci fosse là fuori bussò di nuovo, con più insistenza, questa volta. Sembrava qualcuno coi lupi alle calcagna.
- Arrivo, arrivo!- esclamò lui, aprendo - Eccomi, cosa…?-
Prima che potesse finire la frase venne sdraiato da qualcosa di fradicio e pesante, che gli si avvinghiò attorno al collo con braccia forti e sottili. Istintivamente, portò la mano alla Fiaccola, ma qualcuno gridò:
- Timmi, no!-
Poi la sua faccia venne ricoperta da capelli color alga, ed una voce gli disse piano nell’orecchio:
- Ben trovato, mio bel mezzodemone.-
Lui spalancò gli occhi, poi cominciò a ringhiare.
- Toglietemi quest’invasata di dosso!- gridò, furioso.
Xander e Devon presero la sirena per le ascelle e la trascinarono via da Timmi, mentre Alis chiudeva la porta. Miley osservava la scena dalla cucina, con i piatti ancora tra le braccia, sbigottita.
- Tu…- ringhiò Timmi, alzandosi in piedi - Razza di… stramaledetta pazza!- sbottò.
- Ciao.- ridacchiò lei - Ti trovo in forma.-
Xander, Jo ed Alis si scambiarono sguardi stupiti, poi fissarono Timmi.
- La conosci?- chiesero.
- Sfortunatamente… sì.- grugnì lui - Che accidenti ci fa questo cervello d’alghe nel mio salotto?-
- L’abbiamo trovata al parco, in una fontana.- spiegò Xander - Non potevamo certo lasciarla lì.-
- E con tutti i posti che ci sono, proprio qui dovevi portarla?- esclamò il mezzodemone, voltandosi di botto verso di lui.
Xander guardò gli altri, che si strinsero nelle spalle.
- Bhè… che potevamo fare?- chiese.
Timmi sospirò, alzando le braccia.
- E che cavolo…- sbuffò - Okay, ora la metto nella vasca, con un po’ di fortuna si scorda di essere una sirena ci affoga dentro. Tu, Jo, dai un’asciugata. Donovan…- lo chiamò piano, mentre prendeva la sirena in braccio (lei rise come una bambina gridando “woooh!!”) - … sotto la cassetta della legna, accanto al camino, ci sono delle bottiglie di vodka… prendine due, mi serviranno.-
Mentre lui si allontanava verso le scale, Devon e Miley si rivolsero al mago.
- Che voleva?- chiese il ragazzo.
Xander ridacchiò.
- Dirmi quanto l’abbiamo inguaiato.- spiegò.

- Fatto…- esalò Timmi, abbandonandosi sulla sua poltrona preferita, mentre gli altri si erano sistemati sull’altra e sul divano - Ora sguazza felice nella mia vasca da bagno. Le ho lasciato una saponetta, magari la ingoia e soffoca…-
- Bene.- disse Devon - Ma ora che ne facciamo?-
- Immagino che ammazzarla intenzionalmente non sia un’idea praticabile…- sospirò il mezzodemone, apparentemente sconfortato - Comunque, mentre riempivo la vasca, ascoltando le sue farneticazioni m’è parso di capire che avete avuto la sfiga di imbattervi un’altra volta in lei anche voi, giusto?- chiese, guardando Miley e Devon.
I due ragazzi assentirono, e spiegarono agli altri in che circostanze avessero incontrato la sirena e ciò che aveva detto loro. Timmi parve stupito, e si tirò su a sedere sentendo quelle parole, come se adesso fosse interessato.
- Non hai idea di cosa stesse parlando?- chiese Jo.
- No.- rispose lui - Non ho mai sentito parlare di nessun “Uomo Demone” o “Demonio Uomo”… che poi, sinceramente, non capisco che differenza ci sia…-
- Nemmeno io, se è per quello.- disse Devon.
- E la Bestia a cui ha accennato?- chiese Alis - Nemmeno quella?-
- No.- disse Timmi - Ci sono tante Bestie, nella magia, e tutte diverse… la Bestia del Magma, ad esempio… una creatura con cui se la sono vista Trys e Darth prima che arrivassimo io, Raven e Skin… o la Bestia dalle Venti Facce, non vi dico che casino quando parlano tutte assieme… e ce n’è una che lo è per eccellenza, ma mi rifiuto di credere che…-
Qualcuno bussò alla porta, e Timmi alzò di scatto la testa.
- Donovan, apri tu!- disse in fretta - Non si sa mai.- aggiunse, in risposta al suo sguardo stupito.
Sbuffando, il mago aprì la porta a Nadine, appena arrivata.
- E tu che fai qui?- chiese la ragazza, entrando - Anzi… che ci fate tutti quanti?- si corresse, vedendo la piccola folla di persone.
- Eh, mi rovinano la giornata.- rispose Timmi.
Spiegarono a Nadine cosa era successo nel parco, e lei trovò particolarmente strano il fatto che Timmi conoscesse una sirena.
- Com’è che non ce ne hai mai parlato?- chiese lei, aggrottando le sopracciglia.
Lui sospirò.
- Lo sai come affronto i traumi, no?- rispose - Evito di parlarne, e lei basterebbe a sconvolgere il Mahatma Gandhi. Se non sapessi che è impossibile, direi che è lei a la principale causa di autismo infantile…-
Si udì un tonfo, sopra di loro, segno evidente che la sirena era appena caduta.
- Cosa starà combinando?- chiese Miley.
- Magari sta tentando di rompersi la testa.- disse Timmi, speranzoso - Chissà… ma non voglio essere troppo ottimista.- aggiunse.
- Non dovremmo salire per controllare?- chiese Alis.
- Vado io.- disse subito Nadine - Così la conosco.-
- Eh, divertiti…- le augurò sarcasticamente Timmi, mentre saliva.
Per alcuni minuti nessuno disse niente, poiché erano tutti quanti concentrati su quanto accadeva di sopra, cercando di sentire eventuali segni di vita da parte di Nadine o della sirena. Poco dopo, la ragazza scese di nuovo, gli occhi fissi davanti a sé. Sembrava un automa.
- Tutto bene?- le chiese Alis.
- Io…- disse piano Nadine.
- Cos’è successo?- fece Timmi, alzandosi - Che c’è, ti ha chiesto di entrare nella vasca?-
- Bhè… no.- rispose lei - Ecco… ero entrata in bagno, e l’ho trovata sul pavimento… non so come mai stesse cercando di uscire, penso che fosse qualcosa che ha a che fare con la saponetta…-
- Se non ci si è strozzata sorvola, preferisco non sapere.- sbuffò Timmi.
- Insomma, mi sono avvicinata per tirarla su…- spiegò - … e quando l’ho rimessa nella vasca lei…-
- Lei cosa?- incalzò Jo.
Nadine strinse gli occhi e deglutì.
- Mi ha baciata.-
Jo scoppiò a ridere a crepapelle, rotolando giù dalla poltrona, mentre Alis si voltava di scatto per non far vedere a Nadine che le labbra le tremavano incontrollabilmente. Xander, sbuffando per non scoppiare a ridere davvero, si prese la pancia con le braccia e si appoggiò alla parete, e Devon e Miley cercarono di non mettersi a sghignazzare come gli altri.
- Non c’è niente da ridere!- sbottò Nadine, diventando color mattone. Poi si voltò verso Timmi, di scatto - E tu non hai niente da dire?-
Il mezzodemone, dal canto suo, aveva tremato per qualche momento, scosso da risate silenziose, ed aveva cercato di controllare la propria espressione. Non doveva aver fatto un gran bel lavoro, perché Nadine gemette esasperata, gli occhi al cielo.
- Senti…- ringhiò - Ora è meglio che tu vada di sopra e cerchi di capire perché ha fatto… quello che ha fatto!- gli ordinò - Sennò, stacco ogni singola squama da quella coda con il taglierino, okay?-
- Ma alle sirene non fa male.- osservò Timmi - E poi, le ricrescerebbe praticamente subi…-
- Io parlavo della tua!- gridò Nadine.
- Ah…- fece lui, scattando in piedi - Ehm… con permesso…-
E corse su per le scale, diretto verso il bagno.

***

Timmi ricompose la propria espressione in una più adatta alla situazione ed aprì la porta con l’aria di qualcuno che si appresta a partecipare ad un funerale o ad una conferenza sul deficit dello stato. Dentro trovò la sirena distesa sulla schiena nella sua vasca da bagno semirotonda, piena fino all’orlo di acqua e schiuma. Doveva aver consumato tutta la confezione.
Lei rideva tra sé, giocando con le bolle, soffiando sulle sue mani piene di sapone candido e spumoso, agitando la pinna della coda, che penzolava fuori dal bordo della vasca, troppo corta per contenerla tutta.
- Che fai, ora ti sei data al saffismo?- chiese acido Timmi, prendendo uno sgabello da bagno e trascinandolo vicino a lei per sedersi.
La sirena si strinse nelle spalle, senza guardarlo.
- Volevo solo ringraziarla.- disse semplicemente - È stata tanto gentile…-
Prendendo mentalmente nota di non dire questo a Nadine, Timmi decise di cominciare a farle qualche domanda più seria.
- Okay, cominciamo dall’inizio…- disse - So che hai incontrato Miley e Devon, qualche tempo fa. È corretto?-
Lei ridacchiò piano, e lui lo prese come un sì.
- D’accordo…- sospirò - Ora, dimmi come sei finita a Central Park.- le disse stancamente - E bada di spiegarmi per bene.- aggiunse - Non ho molta voglia di sentire cretinate, oggi.-
- Bhè, presto detto.- rise la sirena, guardandolo con aria vivace - Stavo nuotando tranquilla, badando ai fatti miei, quando ho visto una fenditura aprirsi improvvisamente nel fondo del mare. Ho pensato di attraversarla, per vedere cosa c’era dall’altra parte…-
- … e sei finita a Central Park.- terminò lui - Come quella specie di Idra.-
- Mmmh, non esattamente…- disse lei, pensierosa - Era un cucciolo di Yamatano Orochi. Sei stato fortunato a non incontrare il papà.-
- Bhè, è uguale!- sbottò lui - Ora, sorvoliamo sul come hai saputo di quel coso e andiamo avanti: sei stata a New York, okay. E poi sei arrivata subito qui?-
- Non proprio… ho vagato per un po’ attraverso le brecce. Credo di essere stata anche nel Mar Morto. Quanto sale…- disse lei con voce flautata, tirando dentro la coda, appoggiandosi al bordo della vasca con le braccia e mettendo il mento sulle mani - Ma era meglio di quel lago, almeno: era carino, ma era anche troppo piccolo per me… non avevo lo spazio per volteggiare…-
- E ce lo avevi nella fontana?- sbuffò Timmi.
- Non sono io a decidere dove si aprono i varchi.- disse piano lei - Non è colpa mia, mio bel mezzodemone, se sono qui con te, nella tua minuscola vasca da bagno.-
- No, è colpa del karma. Devo stare pagando per le mie colpe, poco ma sicuro.- sbottò lui - Di tutti i posti e di tutti i mondi, dovevi capitare proprio qui, accidenti?- si prese la testa tra le mani e sospirò - Ah, maledizione, lasciamo stare, tanto dubito che a te possa fregartene qualcosa dei miei nervi…-
- Bhè, posso distenderteli io, i tuoi nervi…- si offrì lei, ridacchiando maliziosa ed allontanandosi dal bordo della vasca, mordicchiandosi il labbro inferiore.
- Dacci un taglio.- disse Timmi, cupo - Non credo che sia una cosa intelligente da fare, non con Nadine così infuriata.- siccome lei non sembrò infischiarsene minimamente (cominciò a canticchiare “When Love Takes Over” giocando con la schiuma), sospirò ancora - Senti, ti sconsiglio di mantenere quest’atteggiamento.- le consigliò, non del tutto certo che lei gli desse retta - Non è una buona idea piombare qui dopo anni, saltare addosso al padrone di casa e… baciare la sua ragazza.-
- Oooh, come sei noioso…- sussurrò lei, smettendo di cantare.
- Perché dovrei essere noioso?- chiese Timmi, aggrottando la fronte - Anzi, no, non voglio saperlo!- sbottò - Ora dimmi cosa accidenti erano quelle sciocchezze che hai rifilato a Miley e Devon, quelle su bestie, demoni uomini e uomini demone.-
- Aaah… è a questo che miri, dunque…- disse piano la sirena, inclinando il capo - Anni che non mi vedi, e nemmeno un “ciao”? Non ti sono minimamente mancata?-
- Certo. Quando invocavo la morte.- brontolò.
Nonostante le sue parole dure, lei parve comunque felice ed allegra come lo era prima, oltre che ancora più pazza e sognante: continuò a sorridergli, e fece addirittura guizzare la coda, schizzandolo, riprendendo a cantare la stessa canzone di prima. Lui alzò le braccia per ripararsi, chiedendosi come cavolo facesse una sirena a conoscere “When Love Takes Over”.
- E finiscila!- sbottò - Allora, vuoi parlare o no?-
- Parlare, parlare, parlare…- cantilenò - Tutte chiacchiere e niente azione… Sei diverso… potremmo anche fare un po’ di moto, così, per scaldarci un attimo…-
- Basta coi doppi sensi!- esclamò, cominciando ad incavolarsi davvero - Dimmi cosa sai, o giuro che ti sciolgo nell’acido!-
- Se è ciò che vuoi, appagherò la tua curiosità, ombroso uomo dalla metà squamosa.- disse la sirena, diventando improvvisamente più seria (ma senza smettere di far guizzare la coda) - Però le cose che dirò non riguarderanno soltanto te, ed è giusto che tutti sappiano.- aggiunse in tono misterioso, guardandolo con gli occhi socchiusi.
- E devo portarli tutti qui?- grugnì Timmi - Col cavolo. Piuttosto, ti asciugo e ti riporto di sotto!-
- Io non ho le gambe, Timothy Anderson.- esalò la sirena, guardandolo ad occhi sgranati e sporgendo il labbro, come se cercasse di intenerirlo - Non posso camminare.-
- Per ora.- sbuffò il mezzodemone - Mi ricordo che se ti asciughi la coda sparisce, cosa credi?-
Allungò una mano e girò la manopola che apriva lo scarico. Rapidamente, schiuma ed acqua sparirono giù per il tubo, lasciando solo la sirena gocciolante nella vasca. Timmi prese un asciugamano e lo tese a lei.
- Mettitelo.- disse.
La sirena se lo avvolse attorno al corpo, guardandolo con aria provocatoria.
- Come se ci fosse qualcosa che non hai già visto…- ridacchiò.
- Non per scelta, mi pare.- sbottò lui - E poi, se Nadine entra e ti vede nuda, siamo morti tutti e due.-
Si frugò per qualche istante nelle tasche, tirandone fuori una fiala rosso sangue.
- Meno male, ne ho ancora una…- sospirò, togliendole il tappo e versandola sulla coda della sirena.
Istantaneamente, l’acqua che la ricopriva scomparve in volute di vapore, mentre lei si asciugava e si riscaldava. Nel giro di pochi secondi la sua coda scomparve, sostituita da due gambe pallide e sottili, come se non venissero usate molto spesso.
- Ce la fai a camminare?- chiese Timmi.
Lei annuì.
- Farò un po’ fatica, però.- disse - Da alcuni anni non pratico più… da quella volta sulla nave di Odin Åström.-
- Già, vedi di ricordarmelo…- sbuffò lui.
Con il suo aiuto la sirena uscì dalla vasca, leggermente malferma sulle gambe esili, e quando la lasciò andare lei gli cadde addosso, rischiando di buttarlo a terra.
- Insomma, ce la fai o no?- grugnì.
La sirena non rispose e si rimise in piedi da sola, anche se non era del tutto stabile. Forse aveva bisogno di un po’ di esercizio e, anche se non gliel’avrebbe mai detto, a Timmi dispiacque un po’ che non riuscisse a muoversi o stare in piedi con sufficiente tranquillità. La verità era che vedendola così gli faceva pena.
- Mi servono dei vestiti.- disse lei - Ma se vuoi posso tenermi l’asciugamano, è così comodo…-
- Finiscila!- esclamò il mezzodemone, secco, mentre la sua apprensione evaporava con incredibile rapidità.
Mosse il braccio in un ampio gesto ad arco. L’asciugamano divenne all’istante un vestito intero, color viola chiaro, la cui gonna le arrivava al di sotto delle ginocchia.
- Oooh…- esalò impressionata lei - Certo che tu sai come far felice una ragazza…-
- Dacci un taglio.- grugnì Timmi, aprendo la porta - Per le scarpe arrangiati. Non ne ho e non sono capace di creare. Quel dannato incantesimo mi dà sempre un sacco di problemi.-
- Sì, ricordo…-
- E piantala!-
La sirena tacque, ma arrivati alle scale si fermò prima di scendere un solo gradino, e lui era già a metà della discesa quando se ne accorse.
- Cosa c’è adesso?- sbottò.
- Non so scendere.- disse lei - Ho le gambe da pochi minuti.-
Ringhiando, Timmi tornò in cima, la prese in braccio e la portò giù, cercando di inventarsi qualche scusa decente da rifilare a Nadine. Siccome non gli venne niente in quel breve tragitto, dovette per forza scegliere la verità.
- Eccovi.- li accolse Xander, dalla cucina, dove con tutti gli altri aveva cominciato a preparare la cena.
Timmi non si era accorto dell’ora, e guardando fuori dalla finestra notò che il cielo aveva iniziato a scurirsi. Chissà quanto tempo era passato, da quando erano arrivati.
- Pensavamo che non scendeste più.- continuò il giovane mago, guardando la sirena - Da dove spuntano quelle gambe e quel vestito?-
- Lascia perdere.- sbuffò Timmi - Ha detto che deve parlare con tutti, e quindi…-
- E ti ha anche detto che cosa le è preso prima?- sbottò Nadine, avvicinandosi con in mano un pacco di pasta.
- Bhè…- disse esitante lui - Ecco… sai, pensavo che in fondo le tende a fiori non sarebbero un male…-
- Ti stavo solo ringraziando.- disse la sirena, china sulla marmitta dell’acqua - Mmmh… preferisco le onde…-
Nadine sembrava non chiedere di meglio che prenderle la testa ed infilargliela nella pentola.
Meno male che non stava tagliando la verdura… si ritrovò a pensare Timmi, visto che in quel caso in mano avrebbe stretto un coltello, anziché la pasta.
- Dice che vuole parlarci di quelle assurdità che vi ha detto a New York.- disse in fretta, cercando di distrarre la ragazza e rivolgendosi a Miley e Devon, impegnati ad apparecchiare.
- Non ti ha spiegato niente?- chiese Alis, prendendo i bicchieri.
- No…-
- Da quanto la conosci?- chiese improvvisamente Nadine.
- Eh?- fece lui, fingendo di cadere dalle nuvole - Cosa? Conosco chi?-
- Piantala di fare il cretino!- ringhiò lei - Da quanto vi conoscete?-
- Ehm… non proprio… da tanto…- rispose esitante Timmi.
- Quattro anni, più o meno…- disse distrattamente la sirena, soppesando un pacco di granturco - Ma forse ormai sono quasi cinque, no?-
- Cinque anni non ti sembrano tanto?- ringhiò Nadine, guardando storto Timmi.
- Eh… senti…- sospirò - Dammi un po’ di tregua, per favore… già devo gestirmi lei, ed è abbastanza da mandare fuori di matto anche Raven… e lei lo sai che non perde mai la calma…-
Nadine ebbe un flash risalente a sei mesi prima della Valchiria con la sua lancia ben stretta nel pugno, fuori di sé come mai prima di allora, gridare tutta la sua rabbia e la sua collera contro un Emissario delle Ombre ormai deceduto.
- … quindi per favore, per favore…- proseguì il mezzodemone, ignaro - … dammi una mano, almeno tu! Se vuoi te lo chiedo in ginocchio.-
Lei lo guardò impietosa per qualche momento, poi sospirò.
- Farò la brava…- disse, mentre alle sue spalle Miley cercava di impedire alla sirena di scoprire cosa sarebbe successo a versare il contenuto della scatola di granturco nell’olio del soffritto - … solo se lei farà altrettanto.-
- Okay…- disse Timmi, grato per la sua straordinaria pazienza - Ora forza… mangiamo.-
Il pasto venne consumato con un’atmosfera generale di quiete e serenità, anche se ogni tanto la sirena sembrava decidere di annoiarsi: una volta costruì un castello coi bicchieri più vicini, talmente in bilico da ondeggiare al minimo spostamento d’aria; poco più tardi riuscì a far schizzare un panetto di burro intero proprio sul naso di Timmi, che non le strappò le braccia solo perché Xander e Jo lo afferrarono al volo.
La sirena, dal canto suo, non sembrava interessarsi particolarmente alle reazioni seccate degli altri, e continuava a mangiare con un sorriso sereno sulle labbra, come se per lei quell’atmosfera fosse la più tranquilla del mondo. A Xander, comunque, venne il mal di testa.
Finito di cenare, tutti quanti uscirono fuori in giardino (aveva smesso di piovere) e Timmi e Devon trovarono un vecchio ciocco nel bosco, lo asciugarono e gli diedero fuoco, facendo un falò improvvisato non lontano dalla casa sul terreno umido.
- Bhè…- disse Xander, seduto a terra - Non è stata una giornata particolarmente impegnativa, mi pare.-
- Eh, parla per te…- grugnì Timmi, seduto accanto a lui.
- Almeno non abbiamo subito attacchi.- fece notare Devon - Mi sembra un bene, no? Insomma, è la prima volta da una settimana.-
- Non correre troppo.- disse Timmi - Questo era solo il primo giorno. Probabilmente non si sono ancora resi conto che siete qui, o non hanno ancora in mente niente di utile. Quando saranno pronti potrebbero mandare qualsiasi cosa, da noi, e non parlo solo di Emissari delle Ombre.-
- Non puoi proprio goderti cinque minuti di tranquillità?- fece Alis.
- Perché, questa giornata per te è stata tranquilla?- sbuffò Timmi - A proposito, ragazzo… hai preso quello che ti ho chiesto?-
- In camera tua.- rispose Xander - Pronte per quando vai a letto.-
- Che cosa?- chiese Miley.
Nadine le fece cenno di non chiedere.
- Lascia perdere.- disse.
- Sì, non è una cosa che ti può interessare.- ridacchiò Jo.
- Finitela, voi!- sbuffò di nuovo il mezzodemone.
Si rivolse alla sirena, che era seduta con le gambe allargate e distese a terra, puntellata sui palmi delle mani, il viso rivolto verso il cielo, gli occhi chiusi. Sembrava godersi un mondo l’aria fresca della sera e il forte odore di natura umida che soffiava nello spiazzo dove sorgeva la casa.
- E tu, ti degni di dirci cosa accidenti succede?- le abbaiò contro.
La sirena tirò su le gambe e le abbracciò, poggiando il mento sulle ginocchia.
- Io non so ciò che succede.- disse - Io so solo ciò che sento dire.-
- Ciò che senti dire?- ripeté Jo - Perché, hai occasione di conversare con molta gente?-
Lei sorrise tranquilla, inclinando il capo.
- Sai…- disse piano - Si hanno molte occasioni di conoscere tanta gente interessante, facendo il mio mestiere.-
- Tenendo conto che sei più disoccupata di uno studente di Filosofia coi rasta, non è un gran garanzia.- disse Timmi, cupo - Forza, dicci quello che sai.-
La sirena si distese sulla schiena, allargando le braccia ma lasciando le gambe in quell’identica posizione.
- Ho detto ciò che doveva essere detto.- rispose enigmaticamente - L’Emissario traditore tradito… la ragazza maledetta che maledice la maledizione… entrambi dovranno restare con chi può opporsi al Demonio Uomo… dovranno lasciare che l’Uomo Demone protegga le loro vite, perché entrambi hanno ancora da scrivere la loro parte di storia. Una storia che proseguirà anche quando avranno esaurito il loro compito.-
- D’accordo, rinuncio a capire la parte della storia che riguarda la… storia.- disse Timmi - Spiegami solo quella sui due dèmoni uomini, per ora.-
- Non Dèmoni Uomini.- lo corresse lei, tirandosi leggermente su e guardandolo - Un Demonio Uomo. Qualcosa che è servo di un essere più grande e terrificante di lui, di un abominio che verrà sostenuto da chi di più oscuro c’è, e soltanto se l’Uomo Demone combatterà contro di lui sarà possibile che tutti si salvino… sarà possibile impedire al Demonio Uomo di far sorgere il suo signore.-
- Fa lo stesso!- esclamò Xander, irritandosi - Ancora non capiamo cosa sono questo Demonio Uomo e questo Uomo Demone. Non sono la stessa cosa?-
- No!- esclamò lei, alzandosi del tutto e sgranando gli occhi, come se fosse una bambina sorpresa da un’inaspettata rivelazione - Il Demonio Uomo è colui che guida chi di più oscuro c’è… il braccio della Bestia… della grande e orribile Bestia… di ciò che non deve vedere la luce… invece, l’Uomo Demone è chi può fermare il Demonio Uomo. Chi può impedire alla Bestia di diventare Bestia.-
Parlava con voce talmente bassa da essere appena udibile, con il fuoco scoppiettante lì accanto.
- Mmmh…- fece Timmi - D’accordo, un po’ alla volta ma ci stiamo avvicinando… credo.- disse.
- Ancora io non ho capito bene, però.- protestò Jo.
- Io forse sì…- disse lentamente Alis.
- Davvero?- chiese stupita Miley.
- Non sono sicura.- rispose lei, stringendosi nelle spalle - Per “Uomo Demone” intendi qualcuno che è prima un uomo e poi un demone?- chiese, rivolgendosi alla sirena.
Lei annuì, sorridendole radiosa.
- Allora mi sa che questa parte l’ho capita.- disse, guardando Timmi - L’Uomo Demone sei tu.-
Lui aggrottò la fronte e guardò a sua volta la sirena, che fece un breve cenno d’assenso.
- Strano che non ci sia arrivato prima tu…- cantilenò con fare dispettoso.
- Bah…- sbuffò lui - Non è che il mio scopo nella vita sia starti dietro, sai? Ho altre priorità… tipo salvaguardare la mia sanità mentale.-
- Tutto qui?- chiese stupito Jo - Ti dice che puoi fermare chissà chi e non reagisci nemmeno?-
- Ha ragione lui.- osservò Devon - Perché non mi sembri stupito?-
Timmi si strinse nelle spalle.
- Me ne hanno dette tante, in vita mia…- disse - E poi, so già di poter combattere l’Alleanza delle Ombre e il Tredicesimo membro, visto che lo faccio tutti i giorni.-
- Che c’entrano adesso l’Alleanza e il Tredicesimo Membro?- chiese Nadine.
- Bhè, mi sembra chiaro, no?- chiese lui - Insomma, “chi guida quanto di più oscuro c’è”… cos’altro può essere?-
- Molto bene.- disse la sirena, soddisfatta - Ma le parole esatte erano “colui che guida chi di più oscuro c’è”, e non…-
- Ah, fa lo stesso!- sospirò - D’accordo, e questa Bestia? Cosa vogliono, stavolta, quei tredici testoni?-
- L’ultima volta che abbiamo avuto a che fare con loro cercavano il Cristallo di Atlantide.- disse pensieroso Jo - Avrà qualcosa a che fare con questo?-
- Può darsi. Dopotutto, li avrebbe resi invincibili. Comunque, prima dobbiamo capire di che Bestia si tratta.- osservò Nadine.
- Scommetto che sarà qualcosa di schifoso.- sbuffò Jo.
Timmi si strinse nelle spalle.
- A me va bene tutto, purché non sia…-
- L’Anticristo.-
Il gelo s’impossessò di loro, penetrando fin dentro le ossa.
- Ecco…- gracchiò Timmi, la gola secca - Ora credo che la vodka me la finisco…-

***

- Quando dici… Anticristo…- disse lentamente Alis - … intendi dire…-
- Il figlio di Satana.- rispose la sirena, guardando tranquillissima il fuoco - Colui che porterà gli eserciti in battaglia. Che distruggerà…-
- Basta!- sbottò Timmi - Smettila di farneticare, abbiamo capito!- si prese la testa tra le mani, sconsolato  - Grandioso… fottutamente grandioso…- sospirò - D’accordo, domani vado da Daniel… devo parlargli di questa cosa, se l’Alleanza mira all’Anticristo allora…-
- Non preoccuparti.- disse la sirena, stendendosi di nuovo a terra - L’Anticristo non è una tua preoccupazione o un tuo nemico. La sua venuta porterà l’Apocalisse, e con l’Apocalisse sorgerà una nuova alba per coloro che verranno. Ma l’Alleanza delle Ombre non mira a niente del genere, per quanto ti posso dire. Loro vogliono solo il potere. Ed il potere che rappresenta la Bestia è quanto di più terribile sia conosciuto. Forse è superiore quello dei Custodi dell'Eden. I tredici dell’Alleanza vogliono farlo loro, renderlo uno strumento, possedere la sua magia.-
- Ad ogni modo, devo andare da Daniel.- sbuffò il mezzodemone - Ha promesso di parlare con l’Evocatore, quindi devo chiedergli cosa gli ha detto.-
- Bene.- disse la sirena - Ma non fraintendere le mie parole, perché tu non devi affrontare l’Anticristo, né l’Apocalisse. Ferma l’Alleanza delle Ombre, questo è tutto. Stai lontano da lui.-
Timmi rimase a guardare la sirena per qualche tempo, mentre lei non faceva altro che fissare il cielo, senza più dire nulla. Quando fu chiaro che non aveva alcuna intenzione di aggiungere qualcos’altro, si alzò sospirando.
- D’accordo.- disse Timmi - Per oggi basta così. È meglio se andiamo tutti a letto.-
- Tutto qui?- chiese Jo - Ci sgancia una bomba come questa e tu ci dici di andare a letto?-
- Sì.- rispose lui - Dormiamoci su, e forse riusciremo a pensare più lucidamente, domani. Ora sono a pezzi, e sinceramente ci sto facendo il callo a cose del genere.-
- E per quanto riguarda l’Apocalisse? E l’Anticristo?- domandò Devon - Che intendi fare?-
- Niente.- disse semplicemente il mezzodemone, stringendosi nelle spalle - Insomma, non mi fraintendete…- aggiunse, vedendo le occhiate stupite che gli lanciarono tutti (tranne la sirena, che si era alzata ed aveva iniziato a sgambettare tutta contenta intorno a loro) - … non è che non voglia, ma non credo che io possa fare chissà che.- spiegò - Io sono pur sempre un essere umano. Sarò per metà demone, sarò molto bravo e potente… ma, alla fine, sono un essere umano.- incrociò le braccia sul petto e li guardò tutti con pazienza - Non è roba per esseri umani, questa. Apocalissi ed Anticristi riguardano creature celesti come i Custodi dell'Eden e gli Arcangeli. Il massimo che possiamo fare è colpire l’Alleanza delle Ombre, come ha detto lei. E poi, quante volte il Sommo Concilio ha salvato il mondo? E quante volte il mondo è stato salvato anche prima del Sommo Concilio? Lara Addley ha cominciato prima di tutti noi, e altri ancora prima di lei.- li guardò tutti - Ora a letto. Domani mi devo svegliare presto, e non voglio certo presentarmi da Daniel con gli occhi gonfi di sonno.-
Alla fine decisero tutti di andarsene a casa. La sirena, invece, per la gioia di Nadine, sarebbe rimasta lì: un po’ perché nessun altro poteva ospitarla, un altro po’ perché nessuno voleva averla intorno. A dir la verità, nemmeno Timmi gradiva molto l’idea di tenersela in casa, ma non aveva alcuna scelta diversa, dato che spedirla a giro con tutte le cose che sapeva (o che diceva di sapere) poteva essere pericoloso.
- Sei sicuro di ciò che fai?- chiese Xander che, come Nadine e Devon, non era ancora andato via.
- No.- sbuffò il mezzodemone. La sirena stava molestando Miley perché le dicesse a chi aveva rubato quei capelli tanto strani che non aveva mai visto - Anzi, credo che adesso mi scolerò l’intera riserva di vodka, accidenti…- aggiunse, distogliendo lo sguardo.
- Scusa.- disse il mago - Ti abbiamo messo nei guai, vero?-
Timmi sospirò.
- Sì, ma non c’era altra scelta.- disse - Meglio qui con me, che so come prenderla, che in una fontana dove poteva essere vista da chiunque. Non potevate certamente lasciarla lì, mezza pesce e mezza trota com’è…-
- Ma ce la farai?- chiese Nadine, che ora sembrava seriamente preoccupata per lui (anche se si capiva che era ancora un po’ gelosa).
- Sì, sì…- disse stancamente - Voi andate pure… penserò io a Miley e…- guardò la sirena - … a Regan MacNeil…-
- Ma non ce l’ha un nome?- chiese Xander: da quando era comparsa, Timmi non l’aveva mai pronunciato, né l’aveva sentita presentarsi.
- Non è la Sirenetta, ragazzo.- sbottò Timmi, seccato - E, se anche l’avesse, a me non interessa. Ora prendi Devon e sparisci, o non lo scolliamo più da Miley.
Infatti Devon e Miley, dopo essere riusciti a levarsi dai piedi la sirena, che adesso si era attaccata ad un albero come se fosse un palo cantando allegramente “Singing in the rain”, si erano seduti sulla panca di legno posta fuori dalla casa, e parlavano tra loro.
- Bhè, a quanto sembra sono tornato.- ridacchiò lui - E presto, come vedi.-
- Sì.- annuì Miley, senza riuscire a togliersi dalla testa le parole pronunciate da Timmi il giorno prima - Ma davvero era in una fontana?- chiese, per cercare di distrarsi.
- E cantava a squarciagola.- aggiunse il ragazzo - Quando ci ha detto quelle cose, a New York, non immaginavo nemmeno lontanamente che…-
- … avessero un senso?- chiese lei.
- No… cioè, sì, anche… ma quello che volevo dire…- si impappinò lui - … ecco, il fatto è che non credevo che parlasse di cose del genere.-
A quanto Miley riusciva a vedere dalla sua faccia preoccupata, nemmeno lui si era mai trovato in situazioni tanto pericolose o che riguardassero un potere grande come quello che poteva scatenare l’Apocalisse. Personalmente, Miley non sapeva granché dell’Anticristo o della fine del mondo, se si escludeva ciò che aveva sentito dire di tanto in tanto (cose a cui, fino a poco tempo prima, non avrebbe mai creduto). Ma ciò che si sente dire in giro non è un granché rispetto ad una conoscenza diretta dell’argomento, conoscenza che forse non avevano davvero nemmeno i nuovi amici che si era fatta. E questo non faceva altro che aggiungere preoccupazioni in più al suo cervello già sovraccarico.
- A letto!- gridò nel suo orecchio la voce irosa ti Timmi, facendoli sobbalzare entrambi - E se non vi date una mossa sarete morti tutti e quattro!-
Devon aggrottò la fronte e Miley lo guardò malissimo, massaggiandosi l’orecchio.
- Guarda che siamo in due.- osservò lei, seccata.
- Non se vi taglio a metà con la Fiaccola.- sbuffò lui, facendone rimbalzare il manico sul palmo.
Questo li costrinse ad alzarsi.

Timmi si sdraiò nel letto, completamente vestito e sfinito, dopo aver portato la sirena fino ad una stanza da letto vuota: gli era toccato prenderla nuovamente in braccio per farla tornare di sopra, siccome diceva di non riuscire a fare le scale. Cosa strana, visto che saltellava in giro come niente fosse…
Guardò le bottiglie che Xander gli aveva portato in camera, cercando di decidere se aprire la prima o no: come mezzodemone era immune agli effetti più nefasti dell’alcool, ma una certa sensazione di ebbrezza era inevitabile, dopo quattro litri di alcool a quaranta gradi. Purtroppo, il giorno dopo doveva essere lucido, quindi era meglio non toccare la vodka, per il momento.
- Bah…- grugnì, stanchissimo - D’accordo, l’appuntamento è per domani notte…-
Sbadigliando, ripensò alla situazione: Miley e il Talismano, Devon, l’Alleanza delle Ombre, le crepe nella barriera, Daniel preoccupato, Gabriele ancor più spaventata, le parole della sirena, la sirena
Non riusciva a stare tranquillo: era certissimo che, in modi che ancora non riusciva a comprendere, ogni cosa era collegata, in tutta quella storia. Aveva iniziato a lavorare per il Sommo Concilio quando era ancora piccolo, prima come apprendista di Trys e Darth e poi come loro pari in grado, e in pochi anni si era guadagnato la giusta reputazione per essere visto come uno dei più forti membri del Pentacolo… ma durante tutto quel tempo aveva imparato una cosa, un po’ dalle sue esperienze personali, un po’ dalle numerose storie e aneddoti raccontati dai suoi due amici, risalenti quasi tutti a quando avevano la sua età ed ammazzavano demoni dietro compenso: le coincidenze, pur capitando, non potevano avvenire a così breve distanza l’una dall’altra.
Non che lui fosse uno di quelli da “le coincidenze non esistono” o “tutto accade per un motivo” (questi luoghi comuni gli facevano solo salire la pressione), ma se una serie di avvenimenti piuttosto insoliti capitava tanto in fretta, cominciava a subodorare qualcosa di poco pulito.
Ad ogni modo, non era quello il momento per pensarci: doveva riposare, se voleva parlare con Daniel.
Pensando a questo, chiuse gli occhi e si addormentò.

Ecco, ora posso dire perché ero così contento, ieri... la sirena. Lei è uno dei personaggi che preferisco, tra quelli che ho creato (e non sono pochi), tanto che originariamente era nata solo come comparsa a Central Park, ma poi mi è piaciuta così tanto che l'ho tenuta, andando a modificare leggermente anche le storie precedenti. Per chi avesse letto la storia "La vera storia del Corvo e della Vampira Rossa", una piccola chicca: la personalità del personaggio di Lilith nasce proprio dalla sirena.
E adesso, via coi ringraziamenti, da rivolgere a Ely79 e _Arse_ che mi recensiscono, e a RahzielRathalos che ha aggiunto la storia alle preferite.

   
 
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