Fumetti/Cartoni europei > Galactik Football
Segui la storia  |       
Autore: Raika    14/01/2012    0 recensioni
Sono passati quattro anni da quando gli Snow Kids hanno vinto la Galactik Football Cup. Sono passati quattro anni da quando Bleylok č morto e il Meta-Flusso scomparso.
Ma se il Meta-Flusso non fosse completamente sparito? Se esistesse ancora una persona con esso? Cosa succederebbe se Blaylok, di ritorno dal mondo dei morti, riscisse ad impadronirsene e scoprisse qualcosa che va oltre le sue pių rosee aspettative?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quattro Anni Dopo

<< Sonny. Grazie al cielo stai bene. >>
<< Caren, che ci fai qui? >>
<< Non importa, lascia che ti aiuti. >>
<< Okay. Prendi il Meta-Flusso. Mi raccomando tienilo stretto e non farlo cascare. >>
<< Va bene >> risposi allungando la mano a prendendo la sfera che l’uomo mi passava. Sapevo che non appena l’avrei toccata avrei sentito un dolore lacerante percorrermi tutto il corpo, avevo già vissuto quell’esperienza, eppure la presi ugualmente preparandomi alla scossa, ma quando la palla scivolò nelle mie mani non successe niente. Stupita la guardai senza capire perché, poi il Meta-Flusso si illuminò iniziando a suonare, era un suono famigliare, come di una sveglia, poi capì: era la sua sveglia!

<< Oddio! >> esclamò Caren svegliandosi di colpo e guardando dritto verso l’orologio di fronte a sé, erano le otto e lei era in super ritardo! << No! No! NO! >>
Velocissima si alzò correndo in cucina a recuperare qualcosa per fare colazione, poi mangiando un cornetto tornò in camera alla ricerca dei suoi vestiti e alla fine, dopo averli indossati scivolò verso il bagno dove dopo essersi lavata e pettinata si catapultò fuori l’appartamento correndo a perdifiato verso la sua postazione di lavoro.
Caren Merensi era una giovane ragazza di appena diciannove anni dai profondi occhi azzurro-grigio posizionati su un delicato visino da fata contornato da biondi capelli mossi lunghi fino a metà schiena, che scivolavano delicati lungo il suo corpo affusolato, ma dalle morbide forme, insomma era una bella ragazza e proprio grazie alla sua bellezza era riuscita a non farsi ancora licenziare.
<< Scusate il ritardo! >> esclamò la giovane entrando di corsa nelle cucine del bar attraverso l’entrata riservata al personale e sbattendo contro Gelsionia Barrek, detta Gelsi, la sua responsabile.
<< Bene, bene, bene. Finalmente abbiamo deciso di presentarci è signorina Merensi? >> disse Gelsi sbattendo nervosamente la penna sul suo blocco.
<< Mi scusi! Mi scusi tantissimo signora Barrek, non ho sentito la sveglia e mi sono alzata tardi. >>
<< Questo mese è, fammi pensare.. L’ottava volta che non senti la sveglia mi sbaglio? >>
Caren provò a rispondere, ma la donna la cui età si avvicinava più alla quarantina che alla trentina, esclamò << No che non mi sbaglio! Signorina Merensi dovrò fare rapporto al direttore per queste sue continue mancanze! >>
La ragazza annuì per niente impressionata, tutti i mesi la Barrek dava di matto a causa dei suoi continui ritardi e andava ai piani alti a scatenare un finimondo ricevendo come sempre la stessa risposta: “Si signora Barrek, prenderemo provvedimenti”. Provvedimenti che però mai arrivavano, dato che licenziare Caren avrebbe voluto dire perdere buona parte della clientela maschile che veniva lì per lei e questo il bar non poteva assolutamente permetterselo.
<< E non faccia quella faccia strafottente signorina! Questa volta non la passerà liscia! >> urlò la donna uscendo dalle cucine. << E adesso si metta a lavoro! >>
<< Si signora >> rispose lei prendendo il grembiule e allacciandoselo alla vita, fortunatamente aveva avuto l’accortezza di indossare la divisa a casa.
Finalmente pronta entrò nel bar già pieno di gente mettendosi subito al lavoro per prendere le ordinazioni.
<< Allora ce l’hai fatta ad arrivare >> la salutò Arianne, una giovane dai corti capelli rossi e gli occhi verde bottiglia, sua collega e amica.
<< Buongiorno Arianne. La Barrek ha dato in escandescenza. >>
<< Alè! E anche questo mese è andato. >>
Le due risero separandosi poi per svolgere il loro compito. Caren fece il suo giro di tavoli prendendo le ordinazioni e portandole ai clienti nel minor tempo possibile fino a che una voce famigliare non attirò la sua attenzione chiamandola << Oh Bimba! >>
Poteva essere solo una persona, solo un uomo la chiamava in quel modo e quell’uomo era << Bennett! >>
<< Dolcezza! Sono felice di vedere che finalmente sei arrivata >> esclamò il pirata.
La ragazza corse verso di lui abbracciandolo e notando con piacere che non era cambiato per niente, aveva i soliti capelli biondi sbarazzini, i suoi soliti occhiali dalle lenti rosse, le sue cuffie, il suo cappello.. Era sempre il solito stravagante Bennett.
Accanto a lui sedeva un giovane ragazzo dalla pelle scura, i capelli castano rossicci e gli occhi marroni: Artie. Anche lui abbracciò con calore la ragazza che una volta staccatasi dai due esclamò << Ragazzi! Come state? E’ bello rivedervi! >>
<< Noi stiamo benissimo, alla grande e anche tu a quanto pare sei in gran forma >> rispose il biondo.
<< Grazie. Cavolo ne è passato di tempo.. >>
<< Già. Due anni.. >>
<< Mi siete mancati un sacco ragazzi! >> esclamò lei abbracciandoli nuovamente. Cavolo come era volato il tempo, erano già due anni che aveva lasciato i pirati con le poche cose che aveva per viaggiare di pianeta in pianeta fino a tornare al Genesis Stadium dove tutto era iniziato.
<< Anche a noi! >> rispose il ragazzo.
<< Ma ditemi, che ci fate qui? >>
<< La G.F. Cup sta per iniziare e Sonny vuole stare vicino a suo figlio. >>
Al nome del capo dei pirati il grande sorriso della ragazza si spense, l’uomo non aveva preso bene la sua decisione di andarsene, per lui era stata come una seconda figlia e per lei lui era stato il padre che non aveva mai avuto. Caren aveva riflettuto molto prima di decidere di partire, però Sonny nonostante lei gli avesse spiegato il motivo, aveva interpretato il suo viaggio come un abbandono e un tradimento e da allora avevano tagliato i ponti non sapendo più niente l’uno dell’altra, ma incaricando Corso, il suo burbero vice, di tenere d’occhio ogni suo spostamento e informarlo se fosse stata in pericolo, ma solo in quel caso.
<< Lui come sta? >>
<< Bene.. >>
<< E’ ancora arrabbiato? >>
<< Nah, è felice come.. >> disse Bennett, ma venendo interrotto dalla bionda che esclamò << Bennett preferisco la verità. >>
<< E va bene, si è ancora arrabbiato. Pensa che sei diventata un argomento tabù in sua presenza, però sono sicurissimo che se tu ci andassi a parlare.. >>
<< No. Non posso.. >>
<< Oh andiamo Caren! >> esclamò Artie. << Sonny ti vuole bene, sei come una figlia per lui, se tu tornassi tutto tornerebbe come prima. >>
<< La mia vita è qui ora Artie. E’ un anno che sono al Genesis Stadium e sento di essere vicina alla soluzione. Non posso abbandonare tutto ora. >>
<< Caren.. Stai correndo dietro a questa cosa da quanto? Tre, quattro anni? Hai mai pensato che forse quella sfera di Meta-Flusso ha reagito a te solo per puro caso? >>  domandò il biondo.
<< E allora come mi spieghi tutti quei dolori ogni notte? E quelle scariche di adrenalina improvvise? >>
<< Non me le spiego. Tutto qui.. >>
<< Bennett io ho bisogno di capire.. Sonny non mi ha mai voluto parlare del Meta-Flusso e di cosa sia, ma io devo saperlo.. Devo trovare qualcuno che possa spiegarmelo e io sono sicura che quel qualcuno sia qui.. >>
L’uomo sospirò, quella giovane era davvero testarda, quando si metteva in testa qualcosa era davvero impossibile fermarla. << Beh allora buona fortuna. Ti auguro di trovare al più presto le risposte che cerchi e ricordati, che per qualsiasi cosa noi ci siamo. >>
<< Grazie ragazzi! Vi adoro! >>
<< Anche noi Bimba.. Anche noi >> sussurrò Bennett stringendola insieme ad Arti tra le braccia.
In quel momento Gelsionia Barrek, ritornata dagli uffici del direttore senza aver ottenuto niente, rientrò nel suo bar e vedendo la ragazza di cui non riusciva a sbarazzarsi oziare urlò << Merensi! >>
<< Oddio l’arpia è tornata! E’ stato bello rivedervi ragazzi. Ci vediamo! >>
<< A presto Bimba.. >> mormorò l’uomo alzando leggermente il cappello in segno di saluto. Bennett ne era sicuro, quel periodo era solo un momento di passaggio, presto il loro pulcino sarebbe tornato all’ovile.

Erano passati quattro anni dall’ultima volta che gli Snow Kids avevano vinto la Galactick Football Cup diventando la prima squadra di Akillian a stringere tra le mani l’ambita coppa ed ora dopo tutti quegli anni i giovani campioni tornavano al Genesis Stadium per ritentare l’impresa.
La navetta atterrò al porto e i sei ragazzi, l’allenatore e il tecnico scesero venendo immediatamente sommersi dai giornalisti e dai fan che scatenati cercavano di toccare o almeno sfiorare i loro idoli.
<< Ma non dovevamo arrivare senza che nessuno lo sapesse? >> domandò Aarch.
Clamp alzo le spalle. << A quanto pare c’è stata una fuga di notizie. >>
<< Ricordami di non informare mai più nessuno dei nostri spostamenti. >>
<< Lo farò. >>
Il gruppo, scortato dalla sicurezza venne condotto al Genesis Hotel, dove finalmente poterono tirare un sospiro di sollievo.
<< Cavolo! Dopo quattro anni sono ancora più scatenati. Per poco non ci ho rimesso la giacca >> esclamò Micro Ice, il giovane attaccante dai capelli neri e gli occhi azzurro ghiaccio.
Al suo fianco Jok - capelli rossi e occhi verdi - rise e mettendogli una mano sulla spalla disse << Caro Micro Ice, questo è il prezzo da pagare per la fama. >>
<< Ma smettila! >> rispose l’altro ridendo a sua volta.
Aarch in testa alla fila si diresse verso il banco informazioni dove l’uomo alla reception entusiasta gli andò incontro esclamando << Benvenuti al Genesis Hotel, è un onore avere i campioni della G.F. Cup come nostri ospiti. Venite, vi mostro subito le vostre stanze. >>     
Il commesso scortò gli Snow Kids al loro piano indicandogli le loro camere e informandogli che per qualsiasi necessità potevano premere il tasto indicato con “Supporto” e il loro aiutante personale sarebbe subito venuto da loro per qualsiasi cosa.  
<< Grazie mille >> disse l’allenatore, poi una volta che l’impiegato dell’hotel se ne fu andato prese la parola attirando l’attenzione dei suoi giocatori dicendo. << Bene ragazzi, è inutile che vi faccia le solite raccomandazioni, ormai penso siano abbastanza chiare per tutti. Per oggi avete la giornata libera, ricominceremo gli allenamenti domani. Mi raccomando non dimenticate l’intervista di stasera, ci vediamo nella hall alle otto, puntuali. >>
I ragazzi annuirono, poi dividendosi a coppie come di consueto - Tia con Mei, Micro Ice con Joke e Thran, in assenza di suo fratello, con Rocket - sparirono nelle loro camere.
Anche Aarch e Clamp si coricarono nelle loro stanze e l’ex giocatore sospirando si sedette sul letto, era preoccupatissimo per Ahito. Il portiere degli Snow Kids, infatti, era stato colpito da un’inspiegabile malattia durante uno dei loro allenamenti e da allora non si era più svegliato mandando tutti in crisi a causa della preoccupazione e lasciando la squadra senza portiere.
<< Speriamo che Simbai trovi una soluzione al più presto.. >> sussurrò l’uomo stendendosi sul letto e chiudendo gli occhi addormentandosi. Era così stanco.       
Le ore passarono e quando l’allenatore si svegliò un irritante suono continuo lo accolse. Frastornato di tirò su a sedere guardandosi intorno alla ricerca dell’origine del rumore, poi capì: era il campanello.
<< Che succede? >> sussurrò alzandosi e andando ad aprire la porta. << Clamp. >>
<< Ah sei qui allora >> disse l’ometto dagli scarruffati capelli grigi e gli occhi marroni nascosti dalle lenti degli occhiali.
<< Perche dove dovrei essere se no? >>
<< Be’, per esempio nella hall con i ragazzi. >>
<< Cosa?! >> esclamò Aarch guardando l’orologio, Era in super ritardo.
Lasciando la porta aperta, corse in bagno, dove con l’acqua fredda si bagnò il volto, poi passandosi le mani tra i capelli candidi gli sistemò per rendersi più presentabile, infine guardò il suo riflesso allo specchio e fissandosi negli occhi azzurro-grigio si disse << Stai perdendo colpi amico. >>
<< Aarch muoviti altrimenti farete tardi. >>
<< Arrivo >> rispose l’uomo uscendo dalla stanza e dirigendosi nella hall dove i suoi ragazzi, tutti elegantissimi, lo attendevano.
<< Zio Aarch.. >> lo salutò Rocket, venendo però interrotto dal mister che senza neanche fermarsi andò diretto  alla navetta che gli attendeva. << Non dite niente. Su muoviamoci. >>
I sei giovane lo seguirono salendo sul mezzo ed eccitati attesero l’arrivo agli studi televisivi, erano davvero su di giri, avrebbero avuto un intervista tutta per loro come campioni della Galactik Football Cup.  
Arrivarono agli studi televisivi dieci minuti prima della loro entrata in scena, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutto lo staff del programma che ormai aveva perso le speranze.
<< Finalmente! >> esclamò il regista, che parlando poi all’interno di un auricolare disse << Callie, Nork sono arrivati. >>
I ragazzi sentirono la squillante voce della commentatrice dire << Nork devo interromperti, mi dicono che sono arrivati. Signore e signori, accogliamo con un grande applauso i vincitori della Galactik Football Cup! I favolosi Snow Kids! >>
<< Forza è il vostro momento! >> esplose il regista spingendoli verso il palco uno ad uno.  
Finalmente i tanto amati campioni  fecero la loro comparsa in scena tra la gioia del pubblico che urlava il loro nome e coriandoli di carta come coreografia. Per primo arrivò Joke, elegante e completamente a suo agio nella sua giacca e cravatta scuri, poi Rocket con un look più sportivo, ma sempre adatto per l’occasione; dietro di lui Tia, fantastica nel suo abito da sera verde smeraldo che le metteva in risalto il decolté; al suo fianco Mei, bellissima come un sogno, vestita di viola e completamente a suo agio davanti alle telecamere; poi arrivò Aarch salutando tutti amichevolmente; infine con la sua entrata teatrale arrivò anche Micro Ice che venne sommerso da una raffica di foglietti colorati, venendo aiutato da Thran, come sempre tutto d’un pezzo.
Il gruppo si sedette e l’allenatore prendendo la parola disse << Grazie Callie e grazie Nork. Siamo onorati di essere qui stasera. >>
<< No è l’intere redazione sportiva di Arcadia News ad essere onorata >> rispose la donna dai fluenti capelli rossi, iniziando subito l‘intervista. << Ma complimenti a parte Aarch, quello che tutti vogliono sapere è come vi state preparando alla conquista della seconda G.F. Cup. Come pensate di bissare il successo? >>
<< Entrando in campo e gettando il cuore oltre l’ostacolo. Non è mai una passeggiata difendere un titolo, quindi dovremo restare freddi e concentrati nonostante la pressione, per dare il meglio di noi stessi e cercheremo di farlo con lo stesso metodo dell’altra volta, cioè preparandoci a fondo e facendo gioco di squadra. >>
<< E potrete contare sul dodicesimo uomo in campo Aarch: i tifosi di Akillian. Ma prima che abbia inizio la vostra seconda avventura nella G.F. Cup, c’è un altro evento che catturerà la nostra attenzione >> aggiunse la commentatrice rivolgendosi al suo collega. << Benissimo Callie, e ci riferiamo come avrete capito all’All Star Match. Quest’anno saremo particolarmente orgogliosi di Aarch che allenerà l’All Star Team e del nostro capitano Rocket, che giocherà con le All Star nell’incontro che le opporrà all’ultima generazione di droidi creati dai Technoid. >>
Fragorosi applausi esplosero in tutta la stanza facendo arrossire leggermente il giovane ragazzo che contento sorrise a tutti ringraziando con i suoi profondi occhi gialli.
<< Allora Rocket, immagino sarai entusiasta di giocare accanto al grande Warren? >> domandò Callie.
<< Sono onorato di partecipare all’All Star Match e di poter giocare accanto a tante stelle del Galactik Football >> rispose il giovane guardando gli splendidi occhi verdi di Tia, che dolcemente gli sorrideva. << E’ un’occasione unica nella vita di un calciatore e io ne sono davvero orgoglioso. >>
<< Lo siamo anche noi Rocket, puoi esserne certo. Aarch vedo che manca uno Snow Kids, il portiere Ahito, non dirmi che è rimasto a dormire? >>
<< Ahito non ha potuto partecipare a questa trasmissione, ma vi assicuro che come i suoi compagni di squadra è entusiasta di partecipare alla G.F. Cup e anche lui non vede l’ora di entrare in campo >> rispose Aarch distogliendo lo sguardo dagli indagatori occhi viola della reporter, come se avesse paura che potesse intravedere la bugia.
<< E tu Mei, come ti senti a pochi giorni dell’inizio della G.F. Cup? >>
<< Be’, sento di più la pressione stavolta e gli allenamenti sono più duri rispetto a quattro anni fa, però sono felicissima di poter partecipare nuovamente alla G.F. Cup è un’ulteriore opportunità per migliorarmi sia come giocatrice che come persona. >>
<< Ne siamo assolutamente sicuri e non vediamo l’ora di vedervi di nuovo in campo con il vostro strabiliante gioco! >>
<< Anche noi Callie e state certi che non vi deluderemo >> intervenne Joke, seguito subito a ruota da Micro Ice che esclamò << Esatto amico e se non è vero, mangio tre porzioni di salcicce e crauti! >>
Tutti scoppiarono a ridere, Micro Ice era sempre il solito e anche Aarch tornò alla realtà dai suoi pensieri appena in tempo per sentire la cronista dire << Speriamo non ce ne sia bisogno Micro Ice, a tra poco amici. Un minuto di pubblicità. >>

<< L’All Star Match è sponsorizzato dai Technoid. Mantenere la pace nella galassia è compito loro, i Technoid vi rendono la vita più bella >> disse un’anonima voce femminile alla televisione del Genesis Bar, venendo poi rimpiazzata da una maschile che esclamò << All Star Match! Genesis Stadium! Le stelle del Galactik Football giocheranno insieme per voi! Warren. Kernor. Luur. Lun Zaera. Sinedd. Rocket. Stevens. Contro i Technodroidi V-3, l’imbattibile team di ultima generazione costruito dai Technoid. All Star Match! Non vi conviene perderlo! >>
Caren sbuffò, erano ormai un paio di mesi che non si parlava d’altro, poi consegnò le bibite e i panini ad un tavolo di quattro svampite ragazze, che tutte eccitate fissavano la televisione dove Callie Mystic, di fronte ai sei spumeggianti Snow Kids e il loro allenatore esclamava << Grazie a tutti per aver seguito questo special dal Genesis Stadium. Da parte mia e di Nork, buona notte e go Snow! GO! >>
In quello stesso momento anche le quattro esclamarono la stessa frase facendo sussultare la cameriera che esterrefatta guardava il televisore. Allora lui era lì, era al Genesis Stadium! Era così vicino che forse avrebbe anche potuto incontrarlo! Doveva essere felice no?! Eppure non poteva fare a meno di essere nervosa.
<< Scusa? >> la chiamò una ragazza biondo platino seduto al tavolo.
<< Si? >>
<< Potresti portarci della maionese e della senape? >>
<< Arriva subito. >>
Quando Caren tornò dalle sue clienti lasciando le loro ordinazioni una di loro aveva appena chiuso il telefono esclamando << Oh è davvero una rottura mio padre! >>
<< Davvero è! Ma non ti lascia mai in pace? >> chiese la bionda.
<< No, non fa altro che tormentarmi con le sue preoccupazioni, per non parlare poi di tutte le lotte che mia madre deve fare per farmi dare i soldi che mi spettano ogni mese dal loro divorzio! Quel tirchio non vuole mai sganciare! Sapete cosa sarebbe bello? >>
<< Cosa? >> domandò una brunetta addentando il suo panino.
<< Avere come padre Aarch. Sarebbe davvero uno spasso! Bei ragazzi.. Un sacco di soldi.. Popolarità.. Sconti in tutti negozi.. >>
La cameriera le guardò aggrottando la fronte, davvero quelle ragazze avrebbero voluto avere lui come padre solo per quello che era? Davvero non avevano mai pensato alle conseguenze che avrebbe portato avere come genitore un allenatore del suo calibro?
<< E non dimenticare, Snow Kids tutti i giorni! >> aggiunse una rossa tutto pepe.
<< Oh sarebbe davvero fantastico! Cosa darei per avere lui come padre invece che quella zecca! E’ davvero un’idiota, lo odio e anzi, se non si sbriga a portarmi i soldi di questo mese dico alla mamma di andare dall’avvocato. Così sarà la volta buona che lo rovino del tutto! >>
A quelle ultime parole le quattro risero e Caren ancora in piedi di fronte a loro rimase a bocca aperta, quella ragazzina era davvero un’insopportabile viziata, lei avrebbe dato qualsiasi cosa per avere un padre anche poco presente e con tutti i difetti del mondo, invece le era toccato convivere con l’ombra del suo genitore senza mai poter avere una carezza, un abbraccio, una parola dolce e si, anche qualche strigliata. Quella ragazza invece odiava così tanto il padre da volerlo addirittura rovinare!
<< E’ già.. Dovrebbe essere davvero uno spasso.. Chi sa come è Aarch come padre? >>
La collera di Caren iniziò a montare e quando la giovane riprese a lamentarsi del padre, esplose << Come sarebbe Aarch come padre?! >>
Le quattro sussultarono spaventate, non si erano accorte che la cameriera era sempre lì.
<< Ve lo dico io come sarebbe! Sarebbe un pessimo padre! Sempre assente, interessato solo alla sua preziosa squadra! Un uomo a cui non importerebbe niente al di fuori di quello stupidissimo gioco! Non ci sarebbe niente di bello nell’essere sua figlia.. Nessun bel mondo come immaginate voi! Sareste sempre sole, senza mai nessuno che vi dice qualcosa di dolce, che vi dice quanto siete brave! Senza nessuno che vi da una bella strigliata quando ve lo meritate.. Bella vita non è vero?! Essere la figlia del grande Aarch vorrebbe dire crescere da sola perché per lui non avreste nessun valore! >> esclamò la giovane sbattendo lo scontrino sul tavolo e andandosene.
Il quartetto guardò senza parole la ragazza allontanarsi, poi una di loro riprendendosi da quella sfuriata disse << Wow.. Quella ha davvero dei problemi.. >>
In quello stesso momento Arianne, a pochi tavoli di distanza, lanciò tutto verso il bancone per seguire l’amica fuori dal locale. Ma che diavolo le era preso?! Era la prima volta che la vedeva perdere il controllo cosi e soprattutto per una sciocchezza del genere.
<< Caren! >> la chiamò la rossa senza però ricevere risposta. << Caren! Caren maledizione ti vuoi fermare! >>
<< Che accidenti vuoi?! >> urlò la ragazza voltandosi di scatto. Aveva le lacrime che le rigavano il suo bel viso e con forza stringeva un ciondolo ovale tra le sue delicate mani.
<< Che ti succede? >>
<< Niente! >>
<< Stai piangendo.. >> rispose Arianne avvicinandosi all’altra e stringendola tra braccia.
Le due rimasero in silenzio per vari minuti, l’unico suono che si sentiva erano i piccoli singhiozzi della giovane che, lasciandosi cadere a terra, poggiò la testa sulle ginocchia nascondendo il volto.
<< Caren.. >>
<< E’ tutto a posto.. >> rispose lei alzandosi in piedi di scatto.
<< Lo sai che sei una pessima bugiarda? >>
Caren sospirò, poi asciugandosi un’ultima lacrima disse << Cosa mi diresti se ti chiedessi come sarebbe essere la figlia dell’allenatore degli Snow Kids? >>
<< Ti direi che probabilmente sarebbe uno spasso.. >>
<< E se ti dicessi che non è assolutamente vero? >>
<< Ti chiederei come fai a saperlo. >>
<< E se ti dicessi che lo so perché l’ho provato sulla mia pelle? >>
Arianne guardò l’amica confusa, lei e Caren si conoscevano da quasi un anno, però non sapeva quasi  niente di lei, della vita della ragazza prima di arrivare a Genesis non sapeva assolutamente niente, come non sapeva niente dei suoi genitori ne della sua infanzia. Ad essere sincera non sapeva niente nemmeno della sua adolescenza, l’uniche cose che conosceva era quelle minime che di solito si dicono quando si fa amicizia, nonostante questo però Arianne le era affezionata e vederla in quello stato le faceva male.
<< Caren che stai cercando di dirmi? Non capisco.. >>
<< Aarch è mio padre.. >>
<< Cosa?! >>
<< Sono la figlia dell’allenatore degli Snow Kids. >>   
La rossa rimase a bocca aperta. << Mi stai dicendo che Aarch, il numero dieci e capitano degli Akillian, il famoso attaccante degli Shadows e oggi allenatore della più giovane squadra vincitrice della Galactik Football Cup è tuo padre?! >>
<< Si.. >>
Arianne la fissò per alcuni attimi sbalordita, poi passando allo stato eccitato esclamò << Ma  è fantastico! >>
<< No che non lo è! >>
<< Hai ragione non lo è affatto >> rispose l’altra cambiando subito umore per regolarlo a quello dell‘amica. << E perché non lo è? >>
<< Perché è un pessimo padre! Ecco perché non è una splendida notizia! >>
<< Be’ tutti i padri sono un po’ pessimi.. >>
<< Arianne! >>
<< Okay, okay scusa.. È un pessimo padre va bene. Posso farti una domanda? >>
Caren alzò le spalle, ormai il suo prezioso segreto era andato a farsi friggere.
<< Ma lui sa della tua esistenza? Insomma, è a conoscenza del fatto che ha una figlia a giro per la galassia? >>
<< Si però.. >> rispose la ragazza venendo interrotta dalla squillante voce di Gelsionia Barrek, che venuta a conoscenza del piccolo incidente, urlò << Caren Merensi! Subito nell’ufficio del direttore! >>
<< Ohi - ohi.. Mi sa che questa volta sono davvero nei guai.. >>
<< Merensi!!! >>
<< Arrivo signora Barrek. >>
<< Ma ehi! >> esclamò Arianne. << Hai un sacco di cose da spiegarmi! >>
<< Facciamo così, vieni da me domani e ne parliamo >> concluse Caren correndo di corsa verso la sua aguzzina che con un sorrisetto soddisfatto le disse << Questa volta come te la caverai eh Merensi? >>
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Galactik Football / Vai alla pagina dell'autore: Raika