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Autore: Shade Owl    16/01/2012    2 recensioni
Altri sei mesi sono ormai passati dal giorno in cui Timothy Anderson ha scelto di mantenere i propri poteri demoniaci. Ora però le cose sembrano farsi di nuovo complicate, e ancora una volta l'Alleanza delle Ombre è coinvolta. Un nuovo potere, dormiente da millenni, si è improvvisamente ridestato. La battaglia finale con l'Alleanza sembra imminente. Ma è davvero così, o siamo solo all'inizio di qualcosa di più grande?
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Il mattino dopo, Timmi e Devon si svegliarono per primi e, mentre facevano colazione, ricontrollarono gli appunti della sera prima, ripassando il piano. Ormai entrambi lo conoscevano pressoché a memoria ed erano in grado di ripeterlo parola per parola.
- Bhè, cos’altro ci manca?- chiese il ragazzo, scorrendo le carte - Mi pare che ci sia tutto, se non mi sono dimenticato niente.-
- Già, speriamo.- annuì Timmi - Ma sarebbe meglio avere anche Raven. Coi suoi lupi e il resto, saprebbe individuare l’imprevisto prima di tutti noi messi assieme.-
- Sta molto male?- chiese Devon, che cominciava a sentirsi un po’ in colpa per la condizione della Valchiria, anche se non l’aveva mai vista in vita sua.
- Non come all’inizio.- rispose lui - Sei mesi fa era messa proprio malissimo. Julien Wings l’ha praticamente fatta a pezzi, non ti dico che ferite le ha aperto addosso. Quando sono arrivato era quasi morta.-
Devon sentì un brutto peso sullo stomaco. Più tempo passava, più sentiva di fidarsi di Timmi, ma soprattutto delle sue parole. Un po’ per le sue azioni, un po’ per il suo atteggiamento (non proprio ostile né tantomeno scostante), si stava avvicinando a lui fino a considerarlo un amico. Di certo, avevano in comune il Divoratore di Anime, e un passato.
- Comunque, adesso è molto migliorata.- proseguì il mezzodemone, tranquillo - Skin va a trovarla praticamente tutti i giorni, e dice che si sta rimettendo bene. Presto dovrebbe tornare al lavoro. E poi non è proprio sola, c’è suo padre che le da una mano… lui sì che è un uomo tutto d’un pezzo, se escludiamo l’occhio…-
- Skin va da lei ogni giorno?- ripeté il ragazzo - Come mai?-
- Eh…- ridacchiò lui - Questa è una storia buffa… lui dice che è solo la sua migliore amica, sai… ma c’è chi ha dei dubbi…- e ridacchiò ancora - Comunque, è un bene che le stia vicino: non vive più con suo padre da anni, e di solito fa le cose di testa sua, quindi senza di lui Raven sarebbe praticamente da sola, per certi versi. È l’unico a cui dia retta… bhè, quasi.- si corresse - Di certo non ha ascoltato nessuno tranne lui, quando si è trattato di proteggere Flynn.-
Devon non disse nient’altro, ancora a disagio al pensiero di aver fornito a Julien il frammento di cristallo. Nessuno l’aveva informato dell’uso che ne avrebbe fatto l’Emissario, ma si era convinto che l’avrebbe usato per guarire molte persone, impedendo inoltre ai Custodi dell'Eden di sfruttare tutto il potere e la tecnologia di Atlantide.
Tuttavia, Julien Wings era sempre stato uno di quei colleghi che gli piaceva meno: era esperto, certo, ed anche piuttosto bravo a combattere, ma aveva degli atteggiamenti che non ispiravano grande fiducia. Pensandoci ora, non faticava particolarmente a vederlo come un nemico.
In quel momento, Miley scese giù per le scale, seguita dalla sirena.
- Dormito bene?- chiese Devon, per cercare di distrarsi.
- Sicuro.- rispose Miley - Se escludiamo quando ha cominciato a battere sul muro verso le sei del mattino.- sbuffò.
Timmi aggrottò la fronte e guardò la sirena.
- Perché…?- cominciò, ma poi scosse la testa e distolse lo sguardo, mentre lei gli sorrideva tranquillamente, inclinando il capo - No.- sbottò - Non voglio saperlo.-
A quel punto squillò il telefono, ed ebbe una scusa per ignorare le risatine della sirena.
- Sì?- chiese, portandosi il ricevitore all’orecchio. Ascoltò per qualche secondo, in silenzio - Oh.- disse semplicemente, alla fine - Ah. Mh. Sì. No. Ah ha… mmmh… no, quello no…- rimase ancora una volta in silenzio - Certo… sì. Due secondi. E picchia duro.-
E mise giù, con una strana espressione in volto: aveva lo sguardo fisso e distante, e una piccola ruga gli solcava la fronte.
- Che c’è?- chiese Devon.
Lui non lo guardò ancora, ma scrutò gli alberi fuori dalla finestra.
- Era Xander.- disse con voce stranamente piatta e controllata - Dice che si è aperta una crepa nella barriera, giù in città. La attraversa da una parte all’altra. E c’è un problema di… ragni.-
- Ragni?- ripeté Miley - Bhè, usate l’insetticida.-
- Di tre metri.-
Nessuno replicò.

Timmi finì in fretta di vestirsi e prese la Fiaccola, poi tornò in soggiorno e trovò Devon ad aspettarlo, la spada nel fodero.
- No.- disse, prima che il ragazzo potesse aprire bocca - Miley non può restare sola, e tu sei l’unico che possa restare qui, al momento.-
- Sei sicuro?- chiese lui - Potrei esserti utile.-
- Lo sarai di più qui.- rispose Timmi con fermezza - La protezione della casa è molto potente, ma meglio essere sicuri, specie con Marcus in giro. Io tornerò appena possibile.-
Prima che potesse usare la Proiezione, la sirena sbucò apparentemente dal niente e gli si aggrappò al braccio, tanto forte da fargli quasi male.
- Ehi!- esclamò - Mollami! Non sono una pallina antistress!-
Ma lei non sembrava intenzionata a staccarsi, anzi: rinsaldò la presa, e a lui scappò un singulto di dolore.
- Verrò con te.- disse semplicemente.
- Bah…- sbuffò lui - D’accordo, non ho tempo per scrollarti di dosso, ma cerca di stare lontana dai guai, non posso badare anche a te.-
- E tu stai attento.- disse Miley, mentre i due sparivano.

***

La situazione, in città, era assurdamente caotica: le strade erano piene di auto abbandonate con tutte le portiere aperte; un paio erano sventrate e rovesciate, con alcuni pezzi sparsi sul marciapiede. Un paio di persone erano ancora in giro, ma non fecero caso a loro e all’improvvisa comparsa che fecero nel bel mezzo della carreggiata: correvano a destra e a manca, alla cieca, gridando terrorizzate, scappando da qualcosa che non era ancora visibile, ma che proveniva certamente dal fondo della strada principale.
Questo non piccolo dettaglio disse loro che i cittadini non erano spaventati: si trattava di vero e proprio panico.
- Xander ha detto che erano riusciti a tenerli lontani dalla gente.- disse Timmi, mentre un piccolo gruppo di fuggiaschi li superava - Quindi non dovrebbero essercene nelle immediate vicinanze.-
- Ah no?- chiese la sirena, che l’aveva lasciato andare e si guardava attorno con vago interesse.
- No.-
- Bhè, forse lui non lo sa.- disse lei, indicando la direzione da cui stavano scappando le persone - Perché non lo informi?-
Timmi si voltò di scatto, prendendo la Fiaccola: saltando di tetto in tetto e di muro in muro, correndo sugli edifici, un mostro si avvicinava rapidamente loro, sgambettando frenetico. Non lo vedeva bene, da dove si trovava, ma somigliava davvero a un ragno.
- Nasconditi, e porta tutti quelli che trovi con te!- ordinò - Ora!-
Lei corse via, lasciandolo solo, mentre la creatura gli saltava di fronte.
Timmi comprese subito che Xander li aveva chiamati “ragni” in mancanza di una definizione migliore.
Effettivamente, la parte inferiore era molto simile a quella di un aracnide: di colore blu scuro e lucido, coperto da chiazze di corta peluria sparse apparentemente a caso, aveva le sei zampe posteriori lunghe, nodose e sottili. La pelle era tesissima sulle ossa, e ogni zampa terminava con un artiglio verdastro e acuminato, così duro da affondare nell’asfalto per un paio di centimetri sotto il peso della creatura.
La parte più arretrata, grossa e rigonfia, era munita di un lungo ed affusolato pungiglione nero, dal quale gocciolava un liquame viscoso che, al contatto con l’asfalto, produceva un intenso sfrigolio ed acre fumo grigio.
Davanti, invece, dove avrebbe dovuto esserci la testa munita di otto occhi, c’era la parte superiore di un corpo umano, attaccato all’altezza della vita.
Era nudo, e la sua pelle pallida lo faceva sembrare un cadavere. Gli occhi privi di pupille erano di un orribile bianco latteo e la bocca, innaturalmente grande, era piena di piccole zanne coniche.
Strinse i pugni delle due braccia magre e lanciò un richiamo stridente, in cui era però possibile riconoscere anche qualcosa di orribilmente umano.
Qualsiasi cosa fosse, un tempo forse era stato un uomo. Ma da dove accidenti veniva?
- Prego.- disse piano Timmi, rannicchiandosi su se stesso come un animale pronto a scattare ed azionando la Fiaccola - Accomodati pure. Ti sto aspettando…-

La bestia non si fece attendere e, dopo aver gridato ancora una volta, zampettò rabbiosamente verso di lui, poggiando a terra anche le braccia, benché fossero leggermente più corte delle altre zampe.
Timmi impugnò saldamente la Fiaccola e ne alzò la lama fiammeggiante, contrattaccando senza esitare. Schivò le mandibole zannute dell’avversario e gli scivolò sotto, passandogli l’arma sull’addome con fluidità, partendo dal petto umano fino in fondo al suo corpo mostruoso, aprendogli un gigantesco squarcio.
Il mostro ruggì dal dolore, mentre un denso liquido arancione incandescente colava dalla sua ferita. Il pungiglione si inarcò e, mentre il mezzodemone si rimetteva in piedi, rischiò di venire colpito da quel letale dispensatore di veleno. Istintivamente, alzò la Fiaccola per bloccarlo.
Ci fu uno scoppio di scintille, e l’arma gli volò via di mano, mentre l’aculeo rimase a penzolare dal didietro della creatura, attaccato ad un minuscolo brandello di carne bruciacchiata: era così duro che aveva bloccato la lama di Nova.
- Ma che…- sbottò lui, incredulo, indietreggiando e tenendosi una mano dolorante.
Nessun materiale organico, fino a quel momento, aveva fermato la Fiaccola.
Ma cosa accidenti è questo coso?
Riprendendosi immediatamente dalla sorpresa, Timmi non perse tempo e, recuperata la spada, gli saltò sulla schiena, affondando l’arma nel suo corpo poco sotto la spalla, dove avrebbe dovuto esserci il cuore di un essere umano.
Purtroppo, i suoi calcoli si rivelarono sbagliati: non appena ebbe sferrato il colpo, il busto ruotò di centottanta gradi, come se l’osso fosse fatto di gomma. Il manico gli sfuggì nuovamente di mano, lasciandolo disarmato.
La creatura, lanciando un nuovo grido, lo colpì forte con un braccio, facendolo cadere a terra. Uno schizzo di sangue lo prese al fianco, e sentì subito puzzo di bruciato ed un po’ di dolore. Rotolò sull’asfalto per poi rimettersi in piedi, mentre il bestione si voltava verso di lui, gettando via la Fiaccola, e controllò il punto dove era  stato ferito: una piaga rossa e sanguinante si era aperta sulla pelle, mentre nei vestiti era comparso un foro bruciacchiato. Non era acido, era proprio… come fuoco liquido.
- E ti pareva…- borbottò - Pure il sangue ustionante, dovevi avere…-
L’altro, benché ferito in modi capaci di stroncare moltissimi avversari, non pareva intenzionato ad arrendersi e, incurante del sangue che continuava a colare dalle sue lesioni, cominciò ad avanzare verso di lui.
- Eh, no, ora basta!- sbottò il mezzodemone, liberando Risucchio.
Puntò il vortice contro il proprio avversario, cercando di attirarvelo dentro. Quello piantò gli artigli delle due lunghe zampe anteriori nell’asfalto con un poderoso colpo secco e, per quanto potente fosse la forza di aspirazione, lui non si smuoveva di un millimetro.
- Mi sto davvero stancando…- grugnì, puntandogli una mano contro - Spero che le tue ossa siano indistruttibili, bastardo!-
L’Incantesimo Percuotente gli assestò una tremenda mazzata ad una delle zampe, che si troncò di netto (Ah, alleluia! Pensò) mentre il proprietario lanciava un grido. Ripeté il procedimento con l’altra, rompendo anche quella e facendogli perdere definitivamente la presa. La creatura, ormai impossibilitata ad aggrapparsi con abbastanza stabilità a causa della perdita delle due zampe anteriori, venne risucchiata inesorabilmente verso il vortice.
Ma anche così, non parve volersi arrendere: cercò di aggrapparsi con le mani a qualcosa, scalciò a più non posso, si agitò e si divincolò in tutti i modi.
Ma non fu sufficiente.
Finalmente, dopo trenta secondi buoni (mai, in vita sua, ci aveva messo tanto ad assorbire qualcosa), gli mancarono completamente le forze, e Risucchio l’ebbe vinta.
Sfinito, Timmi si tolse anche l’altra mitena e mise le mani a contatto, così che il potere dei due vortici lo curasse.
- Bel lavoro.- disse qualcuno.
Senza separare i palmi (la magia non era ancora completata), Timmi si voltò a guardare: la sirena si stava avvicinando tranquillamente a lui, le mani giunte dietro la schiena.
- Attenta a dove metti i piedi.- le disse - Sei ancora scalza, e quella roba arancione non fa bene alla pelle.-
Lei sorrise, inclinando il capo.
- Oooh, qualcuno si preoccupa per me…-
- Mi preoccupo di quello che mi faranno se crepi.- sbuffò - Piuttosto, hai messo al sicuro gli altri?-
La sirena annuì.
- Li ho convinti a rinchiudersi in un seminterrato, ed ho dato loro un fucile che ho trovato lì. Pensavo di provare ad usarlo come appendiabiti, ma forse loro ne avranno più bisogno.-
Senza chiederle in che modo un fucile potesse diventare un appendiabiti (né perché a lei servisse un appendiabiti), Timmi rimise le mitene alle mani, recuperò Nova e le fece cenno di seguirlo.
Insieme, si avviarono lungo la strada, ora completamente deserta ma disseminata di rottami, frammenti di pareti, vetri (per superare i quali Timmi dovette prendere in braccio la sirena) e pezzi di vari oggetti distrutti. Durante il tragitto, il mezzodemone tentò di contattare i suoi compagni, ma nessuno di loro rispose. Il cellulare di Xander, addirittura, era registrato come numero disattivato.
Solo dopo diversi minuti intravidero qualcuno, in fondo alla strada, e quel qualcuno, per fortuna, era Jo.

Era appoggiato con la schiena ad una ringhiera di metallo del marciapiede, ed era chino sulle proprie ginocchia, apparentemente intento a riprendere fiato. Dopo averli scorti e riconosciuti, il ragazzo agitò un braccio in segno di saluto e corse verso di loro a tutta velocità. Era sporco e graffiato, e la coda di cavallo era parzialmente bruciata, ma non sembrava avere ferite gravi.
- Eccovi!- esclamò contento quando li ebbe raggiunti - Allora, tutto bene?-
- Eh, una meraviglia…- grugnì sarcastico Timmi, mentre la sirena annuiva allegramente - Gli altri?-
- Boh.- ammise lui, riprendendo a camminare assieme a loro - Ci siamo divisi per coprire meglio la superficie della città, così saremmo stati più efficienti.-
- Ed Alis sa che cerchi di far passare per tue le sue frasi?- chiese lui.
Jo non rispose.
- Comunque, hai già incontrato quei cosi, vero?- domandò Timmi dopo un poco.
- Sì.- annuì il ragazzo - E sono assurdamente resistenti! -
- Questo l’ho notato.- rispose Timmi - Sai perché nessuno risponde al telefono?-
- Xander era l’unico ad averlo.- spiegò - Ed ora non lo ha più, visto che l’ha infilato giù per la gola di uno dei nostri amici Aracnoidi.-
Il mezzodemone lo guardò inarcando un sopracciglio.
- Aracnoidi?- ripeté.
- Bhè, dovranno pur avere un nome, no?- si strinse nelle spalle Jo.
- Bah… comunque, perché Xander ha dato il suo telefono in pasto ad uno di loro? Non è saporito quanto un umano… la vostra carne sa di maiale…-
- Perché ha prima usato l’Incanto Autodistruttivo per farlo esplodere dopo alcuni secondi.- spiegò ridacchiando lui - L’ha trovato indigesto, credo… chissà che tariffa, più che altro…-
Timmi fece un sorrisetto, e tutti quanti andarono avanti per un po’, fino ad incontrare un’immensa pozza di sangue incandescente, al centro della quale c’era il corpo senza vita di un Aracnoide, schiacciato sotto un macigno, probabilmente evocato con la magia. Le sue zampe spezzate sporgevano a intervalli regolari, ed erano immobili.
- Questo mi pare lo stile di Alis.- commentò Jo - Solo lei schiaccerebbe un ragno, per quanto grosso possa essere.-
- Perfettamente logico, tutto sommato.- osservò Timmi, impressionato - Avrei dovuto pensarci io… bhè, muoviamoci, non può essere lontana.-
Aggirarono il lago di sangue rovente fino a raggiungere il limitare di una piazza, al centro della quale trovarono proprio la loro amica. Era impegnata a tenere lontani due di quei bestioni, che la incalzavano da due direzioni diverse. Si capiva che era in difficoltà.
- Merda!- sbottò Timmi - Diamoci una…-
La sirena lo afferrò per la spalla ed indicò un tetto sopra di loro: un terzo Aracnoide si stava per buttare su Alis, che non si era ancora accorta di lui.
- Cazzo…- gemette Timmi - Jo, tu quello di sinistra, io penso agli altri due! La sogliola con le gambe resta qui!-
I due corsero immediatamente da Alis, gridando avvertimenti.

I miei lettori meritano sempre dei ringraziamenti. Quindi, grazie a Ely79, a _Arse_ e aRahizelRathalos, che seguono la storia.

   
 
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