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Autore: Yumeji    17/01/2012    1 recensioni
Saalve gente,
questa breve FF è ambientata durante l’ep 23 della serie, dopo che Shizuo è stato attaccato. Una mia interpretazione sul come mai l'uomo più forte di Ikebukuro (nonostante sia solo un ESSERE UMANO) sia resistente alle pallottole.
[leggera presenza di Izaya]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Shinra Kishitani, Shizuo Heiwajima
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Saalve gente ^^  
Piccola precisazione: questa breve FF è ambientata durante l’ep 23 della seria, dopo che Shizuo è stata attaccato.
E' tutto, godetevela!



Shizuo camminava inferocito avanti ed indietro per la stanza, simile ad un leone ingabbiato, non erano passati nemmeno cinque minuti da quando Shinra lo aveva ricucito, estraendogli le due pallottole (quella al ventre e quella alla gamba) con cui gli si era presentato davanti alla porta. Aveva un aspetto orribile, il biondo, ricoperto quasi del tutto dal suo stesso sangue, normalmente con ferite del genere un essere umano “normale” non sarebbe riuscito neppure ad alzarsi, invece lui sembrava essere già in perfetta forma, nonostante rischiasse, se non si fosse calmato, di far saltare i punti appena fatti,
- Lo uccido, lo uccido, lo uccido...- ripeteva fra se e se.
Shinra intanto osservava pensieroso il comportamento dell’amico, sorseggiando distrattamente una tazza di caffè comodamente seduto sul divano, ormai da tempo non si stupiva più del suo atteggiamento e di quelle straordinarie capacità al quanto inusuali, ma c’era qualcosa che non gli tornava, dandogli da pensare abbastanza da non fargli notare il leggero solco che Shizuo stava pian piano formando sul pavimento dell’appartamento.
- Lo uccido, lo uccido, lo uccido, lo uccido, lo uccido, lo uccido...-  quasi gridava in un insistentemente litania,
- Non credo dovresti arrabbiarti tanto – commentò invece il dottore senza neppure rendersi conto di star dando voce ai propri pensieri, andando cosi probabilmente incontro ad una morte prematura,
- Mi hanno sparato. Volevano uccidermi... Non dovrei prendermela?- gli domandò il biondo, concedendogli, in nome delle loro lunga amicizia, una quindicina di secondi per spiegarsi e poi ucciderlo,
- Non penso fosse possibile - lo contraddisse Shinra continuando, con l’innocenza di un bambino che tirava la coda alla tigre, a scavarsi la fossa da solo. In quel momento era troppo preso dal proprio ragionamento per dare un reale peso alle parole, – Ho visto molte ferite causate da armi da fuoco e posso dirtelo con sicurezza: non ti hanno sparato per ucciderti. Se avessero voluto farlo avrebbero usato di sicuro delle pallottole normali. Se sei disposto a sentire la mia opinione ti direi... – si interrupe di colpo mentre un brivido di terrore gli attraversò per intero il corpo facendogli finalmente comprendere il suo fatale errore.
Da dietro le lenti incrinate dei suoi occhiali da sole lo sguardo di Shizuo lo fulminava facendogli letteralmente tremare le budella, e Shinra si stupì  al quanto di non morire all’istante incrociando quegli occhi ricolmi di una furia a stento trattenuta, con tutte le maledizioni che l’ex barista gli aveva lanciato tramite quella sola occhiata sarebbe rimasto sfortunato a vita.
- Con “non volevano ucciderti”, cosa vorresti dire? – alla fine Shizuo era di cuore buono, gli stava dando un ultima chance per non doverlo rendere (all’istante) un nuovo occupante di bare,
- il “loro” è stato solo un avvertimento – fu breve e secco il dottore, poggiando con un movimento sin troppo lento e tranquillo la tazza verde sul tavolino basso davanti a se. Gettandosi poi con uno scatto assai impacciato e ridicolo dietro al divano, all’inutile ricerca di una via di fuga, - ... le munizioni che hanno usato sono composte da un materiale più leggero e meno resistente rispetto a quelle comuni, possedevano anche una punta leggermente appiattita rispetto alle altre. Conosco quel tipo di pallottole, e sono usate solo per dare una lezione, un ultimo avvertimento prima dell’uso di quelle vere – continuò a spiegarsi velocemente dal proprio nascondiglio, coprendosi la testa con le mani e rimanendo in ginocchio a pregare un qualsiasi essere mitologico perché lo salvasse.
-  Non erano pallottole vere? – ripeté il biondo con stupore, emozione che per un momento (ma solo uno) gli fece dimenticare la propria rabbia,
- Esatto. Fanno molto male, ma anche se miri alla testa o al cuore non penetrano abbastanza per raggiungerli, probabilmente è per questo che sei riuscito ad arrivare sino a qui nonostante le ferite e perché le pallottole non ti abbiano attraversato da parte a parte nonostante avessero incontrato solo tessuti molli – confermò l’altro trovando il coraggio di alzare un poco la testa dal pavimento. - Chi ha messo quelle pallottole non voleva ucciderti – si ripete per enfatizzare il concetto.
- E con questo..?- domandò infine Shizuo decidendosi ad accendere la sigaretta, ormai martoriata dai denti, rimasta per tutto quel tempo spenta fra le sue labbra, - Pur essendo stato solo un avvertimento mi hanno puntato una pistola contro, e quando si spara lo si fa solo per uccidere. Quindi quei tizi non avranno nulla incontrario se li ammazzo – fece prendendo la porta, stanco di attendere. Sarebbe andato incontro a Celty, cosi almeno avrebbe evitato di distruggergli casa o marito(?),
- N..non sarò di certo io a fer...fermarti – lo salutò Shinra balbettando, sospirando un poco però nel sentire lo sbattere violento della porta d’ingresso alle sue spalle, probabilmente gliel’aveva scardinata un'altra volta.


Subito il discorso del castano fu cancellato dalla mente dell’uomo più forte di Ikebukuro, il quale non diede alcuna portanza alle sua parole, al momento il suo unico desiderio era quello di farla pagare a quelli che lo avevano ferito. Nell’ascoltare l’osservazioni di Shinra il sangue gli era già andato alla testa e il dottore fu solo fortunato di non esserne diventato la valvola di sfogo, ma se solo il biondo ci avesse riflettuto un po’ (cosa che in quel istante gli era proprio impossibile), si sarebbe reso conto che vi era proprio qualcosa di strano in quella storia.
E ad Ikebukuro, quando accadeva qualcosa d’insolito, c’era solo un nome al quale ci si poteva ricollegare: Orihara Izaya*.
Ovviamente Shizuo non era di certo stato graziato, semplicemente, la vita di una “certa persona” sarebbe risultata molto meno divertente senza qualcuno da odiare, privato dell’unico essere umano che riuscisse a definire imprevedibile a questo mondo.


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*: Per chi se ne fosse dimenticato (cosa che credo però assai improbabile ^^) la pistola apparteneva ad Izaya, le pallottole però sono un aggiunta mia xP  

p.s: So che poi inseguito Orihara dirà che è un peccato che non si morto, ma questa è per sempre libera interpretazione ^^
p.p.s: Vi ringrazio per aver letto la mia FF, spero che vi sia piaciuta.
Bye-bye e alla prossima
;-)))

  
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