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Autore: FairyCleo    20/01/2012    11 recensioni
Dal capitolo 1:"Erano trascorse tre settimane dall' ultima volta in cui aveva trascorso una giornata con la propria famiglia al completo. Erano trascorse tre settimane da quando aveva litigato per l' ennesima volta con Chichi.
Erano trascorse tre settimane da quando lei aveva preparato i bagagli, lasciando lui e Gohan soli in quella piccola, silenziosissima casa in cui non sarebbero mai più risuonati i passi leggeri della donna che Goku aveva sposato".
Dal capitolo 3: "Io non so se sei venuto a conoscenza degli avvenimenti che hanno segnato la mia famiglia nelle ultime settimane..."[...]"Vegeta, mio papà non ha preso bene la cosa... è stanco, spento, immotivato.[...]"So che il tuo più grande desiderio è quello di battere mio padre, è per questo che ti chiedo di aiutarlo. Allenati con lui Vegeta. Diventa il suo nuovo stimolo. E sono certo che diventerai anche tu un super sayan. Il super sayan più forte della storia".
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gohan, Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Incoraggiamenti


Bulma non riusciva a farsene una ragione.
Quello stupido idiota di uno scimmione l' aveva trattata tutto il tempo come una pezza da piedi, e Goku, il SUO MIGLIORE AMICO, aveva deciso di portarselo in casa.
Non poteva neanche lontanamente credere di averlo sorpreso mentre metteva in un borsone le poche cose appartenenti a quel buzzurro di Vegeta e di avergli sentito dire
 ' Le porto a casa mia '.
Come aveva potuto fare una cosa del genere a lei? Alla persona che lo aveva praticamente salvato e allevato come se fosse stato un fratello?

"Che ingrato!" - aveva urlato, mentre riduceva all' osso l' ennesima unghia solitamente perfettamente curata.
"Come quell' altro! Ingrati tutti e due! Deve essere una peculiarità dei sayan! Ingrati e maleducati! Ah! Ma questo da Goku non me lo sarei mai aspettato!
Capisco che sia buono e gentile con tutti, ma speravo che si schierasse dalla mia parte, in nome di tutto quello che abbiamo passato insieme! E invece...".

Finito quell' assurdo monologo, si era lasciata cadere in maniera davvero poco fine sul divano, facendone piegare l' ampia seduta con un sinistro scricchiolio.
Odiava quello stupido sayan. Lo odiava con tutta se stessa!
Vegeta era crudele e insensibile, e lei, come un' allocca, aveva creduto che potesse cambiare.
Evidentemente, era una cosa impossibile. Sarebbe stato molto più semplice far diventare un garofano una violetta, ma non far divenatare quella sottospecie di ' altezza ' reale un essere umano.
Doveva ammettere di essere stata particolarmente dura con lui, ma era convinta di aver fatto la cosa giusta.
C' era necessità di riportare le cose nella giusta misura, ed era fondamentale ridimensionare l' ego di sua maestà il principe Vegeta.
Che idiota! Che vivesse pure con Goku! Quel pallone gonfiato gli avrebbe dato un gran bel da fare!
Era certa che Goku avrebbe presto rispedito indietro il pacco con tutto l' involucro.
O almeno, così lei credeva.

                                                                                                                    *

"Vegeta, andiamo! Per favore! Non ti sto chiedendo la luna! Su!".
"No!" - aveva risposto il principe dei sayan, irremovibile.
"E dai! Ti prego! Fallo per me!!".
"Per te? E dimmi, stupido reietto di terza classe, cosa ti farebbe pensare che io, il grande Vegeta, dovrei fare qualcosa per te?".
Ma Goku non voleva arrendersi: veloce come solo lui poteva essere, si era portato davanti all' altro sayan, sventolandogli davanti al muso un mestolo stracolmo di fumante sugo.
"Coraggio... fai ' aaaa' !!".
"Ma sei impazz???".
"AAAA!!!!" - e Goku, senza porsi troppi problemi, aveva praticamente infilato l' enorme cucchiaio di legno fra le regali fauci del principino che, sentendosi lambire le tonsille da quel corpo estraneo aveva cominciato a tossire sino alle lacrime.
Dopo aver tossito per una manciata di interminabili minuti in cui avrebbe volentieri preso a calci l' impertinente idiota, Vegeta aveva cominciato ad inveire contro Goku in modo davvero poco regale.
"Razza di idiota! Che volevi fare? Uccidermi?? Non provarci mai più o giuro che te e farò pentire! Stupido reietto di terza classe!".
"Ma almeno il sugo è buono o no?".
"IO TI AMMAZZO!".
Goku sorrideva sereno mentre correva per tutta la cucina inseguito da quella belva sanguinaria.

Era trascorsa una settimana dal giorno in cui Vegeta era andato a vivere con loro, e quel simpatico siparietto si ripeteva ad ogni ora del giorno, tutti i giorni, senza una motivazione plausibile.
Goku, oramai, aveva preso pianta stabile sul divano, e, con sua grande sorpresa, si era scoperto un ' massaio ' migliore di quello che credeva.
Cucinare era diventato quasi un modo per rilassarsi dopo gli allenamenti con Vegeta, e, anche se le altre faccende non lo allettavano affatto, era diventato efficiente e veloce. E poi c' era Gohan ad aiutarlo, e sospettava che anche quello sbruffone di un principe, a loro insaputa, sbrigasse alcune faccende.
Più di una volta gli era capitato di rompere involontariamente un elettrodomestico, disperandosi, per poi trovarlo il giorno dopo perfettamente funzionante.
Solo la prima volta aveva provato a chiedere a Vegeta se fosse stata opera sua, ma dopo un seccato ' e perché avrei dovuto farlo? ' e dopo aver escluso che potesse essere stata opera di Gohan, aveva tirato le somme.
Tutte le mattine, poi, trovava i piatti lavati la sera prima e messi a scolare sul lavello riposti nella credenza, e spesso la lavatrice veniva caricata per magia.
Aveva imparato ad accettare quei piccoli aiuti senza dire niente.
Vegeta non avrebbe mai ammesso di aver fatto qualcosa per loro, ma gliene erano grati lo stesso.
Persino Gohan aveva accettato di buon grado la sua presenza in casa.
D' altronde, che fastidio avrebbe potuto dare? Una volta, Goku aveva sorpreso Vegeta sbirciare alcuni compiti di Gohan che il bambino aveva lasciato sul tavolo, meravigliandosi dell' interesse che stava dimostrando.

' Che guardi? ' - gli aveva chiesto, cogliendolo alla sprovvista.
Dopo aver borbottato una serie di ' razza di idiota ' e ' reietto di terza classe ', proprio perché il suo repertorio di insulti era particolarmente vasto, aveva ammesso candidamente che ' quegli esercizi erano da mocciosi ' e che lui ' all' età di Gohan, risolveva calcoli molto più complessi '.
Incuriosito, il bambino aveva chiesto a Vegeta di aiutarlo a risolvere un' equazione su cui si era bloccato da un pezzo, rimamendo a dir poco sbalordito: Vegeta aveva fatto a mente alcuni calcoli complicatissimi, mostrando al ' moccioso ', come lo chiamava lui, che non mentiva mai.

' Urca Vegeta! ' - aveva esclamato Goku con fare infantile - ' Ora capisco il perché di questa fronte così grande! '.
Quell' ingenua esclamazione era costata al giovane sayan un occhio nero ed una cospicua quantità di sangue fuoriuscita dall' appuntito naso.
E così, dopo sette giorni, erano ancora lì, a rincorrersi, mentre pentole e padelle emanavano intesi e squisiti odori.

"Vieni qui Kaharot! Tu e il tuo dannato sugo per un pelo non mi facevate morire soffocato! Te la farò pagare, hai capito??".
"AHAH! Devi prima prendermi però!".
"NON PROVOCARMI!!".

Stava per lanciare contro il cuoco di casa un Kit Blast quando Gohan aveva fatto il suo ingresso in casa, con un muso lungo fino ai piedi.
Nel trovarsi davanti suo padre con ormai il solito grembiulino rosa a cuoricini inseguito da un Vegeta furioso, per un attimo aveva dimenticato quali fossero i suoi problemi.

"Papà! Ma cosa...".
"Ciao figliolo! Com' è andata con Junior? Ti sei divertito? Io da matti! Ma questo zuccone si rifiuta di dirmi se il sugo gli piace o no!".
"ADESSO BASTA! TE LO FACCIO VEDERE IO LO ZUCCONE!".

Gohan, divertito nel vedere suo padre che cercava in qualche modo di sfuggire alle angherie di Vegeta, si era avvicinato ai due sayan, gettandosi letteralmente tra le braccia del suo papà.
Nel vedere quella scena sdolcinata a livelli inopportuni, il principe dei sayan si era messo da parte, inorridendo.
Lui non aveva neanche mai lontanamente sognato di abbracciare qualcuno, figurarsi suo padre! Lo avrebbe rinchiuso nelle segrete per almeno una settimana senza nè cibo nè acqua. L' amore non era un sentimento consono ai sayan. Lo erano l' odio, la crudeltà, la sete di potere, ma non l' amore.
Non avrebbe capito il perché di quei gesti insulsi neanche fra un miliardo di anni.

Goku aveva ricambiato la stretta, sollevando il bambino quanto bastava per prenderlo in braccio.
Qualcun altro avrebbe potuto sentirsi un po' ridicolo in quella situazione - grembiule a cuori, la cena sul fuoco, l' uomo con cui viveva che lo fissava e suo figlio fra le braccia - ma non lui. Non Son Goku. A lui non importava di quello che avrebbe potuto pensare la gente. A lui importava solo delle persone a cui voleva bene.
Dolcemente, stava accarezzando i lisci capelli del bambino che aveva afferrato la tuta del padre con tanta forza da strapparla, quasi.

"Tesoro..." - aveva detto Goku dopo un lasso di tempo quasi interminabile - "Che cosa succede?".
Il tono del sayan era estremamente dolce e premuroso.
Vegeta non riusciva a capacitarsene. Aveva quasi lo stomaco in tumulto nel vedere una scena talmente rivoltante.
Avrebbe voluto fare una ramanzina ad entrambi, facendo capire a quello stupido che stava trasformando suo figlio in un rammollito.
Avrebbe voluto dirgli che Gohan era un sayan, e non poteva permettersi simili smancerie!
Avrebbe... avrebbe... Già... Cosa avrebbe voluto davvero?

"Tesoro..." - Goku continuava ad accarezzare la nuca del bambino, che lo stringeva forte come non mai.
"Papà... ti voglio tanto bene..." - Gohan l' aveva detto in un tono particolarmente piagnucoloso che aveva irritato ancora di più Vegeta. Ma che diavolo aveva?
"Questo lo so, Gohan... Ma che cos' hai? Qualcosa ti turba?".
Il bambino non aveva risposto. Era come se cercasse di prendere tempo, come se cercasse di preparare al meglio una risposta plausibile.
"No papà... va tutto bene...".
Goku non gli aveva creduto, ma aveva preferito non insistere. Avrebbe lasciato al bambino i propri spazi e il tempo per parlargliene quando e come meglio credeva.
Dopo averlo sollevato senza alcuno sforzo tenedolo sospeso per aria, Goku gli aveva stampato un bacio in fronte, mettendolo giù.

Il bambino continuava a tormentarsi le mani.
Vegeta si sentiva tremendamente fuori luogo. Ma non potevano fare certe cose in sua assenza?

"Papà, ha chiamato la mamma mentre tu e Vegeta eravate fuori..." - aveva detto tutto d' un fiato, facendo rabbrividire Goku.
Non vedeva Chichi dall' ultima volta che aveva accompagnato Gohan da suo nonno, e non l' aveva neppure sentita telefonicamente.
Quella donna, poi, sembrava avere un tempismo perfetto per fare le sue telefonate: chiamava sempre quando lui non era in casa. Sembrava farlo di proposito.
"E, dunque?" - aveva detto Goku, forse in maniera un po' brusca, mentre dava una mescolata al sugo.

Gohan si era girato verso Vegeta, prima di proseguire. Non voleva che il sayan ascoltasse quello che aveva da dire a suo padre. Era una cosa di famiglia, e poi, era certo che lo avrebbe preso in giro, di nuovo, e sta volta non aveva alcuna voglia di stare a sentirlo blaterare.
Quest' ultimo, però, aveva acceso il televisore, concentrandosi, o fingendo di concentrarsi, sul notiziario della sera.
Il bambino aveva preso coraggio e aveva deciso di parlare comunque, avendo l' accortezza, però, di avvicinarsi al padre più che poteva per rendere più intima quella conversazione.

"Domani verrà il mio nuovo insegnante privato, papà. Mamma l' ha assunto due giorni fa, e ha deciso che mi farà lezione dalle otto di mattina fino alle diciannove.
Papà... undici ore di lezione... tutti i giorni... anche il sabato..." - Gohan aveva le lacrime agli occhi.
"Oh, figliolo...".
Mai come in quell' istante, Goku si era sentito un verme. Aveva promesso a Gohan che avrebbe parlato con sua madre, e invece, dato l' ingresso imprevisto di Vegeta nelle loro vite, se n' era completamente dimenticato. Aveva messo da parte il suo bambino, di nuovo.
"Io non voglio passare tutto quel tempo sui libri, papà. Mi piace studiare, ma voglio anche allenarmi. Voglio stare con Junior, voglio avere il tempo di andare al mare, di prendere il sole... voglio... voglio stare con gli altri bambini papà...".
Una enorme goccia salata stava scendendo lungo la guancia paffuta del bambino che, sconfitto, si era ormai abbandonato al pianto.
Andava presa una decisione, e andava presa subito.

"Vegeta..." - aveva chiamato Goku, slacciandosi il grembiule.
"Mm?" - aveva mugugnato il principe, girandosi appena per guardarlo in viso.
"Sei capace di cucinare?".
Il tono serio di Kaharot non gli piaceva affatto. Aveva una strana luce negli occhi. Si domandava cosa stesse passando nella sua testa bacata da guerriero di terza classe.
"Certo che so cucinare...".
"Bene!" - aveva risposto, lanciandogli addosso il grembiule che Vegeta aveva evitato accuratamente - "Dovrai occuparti tu della cena. Mangiate pure senza di me. Non so fra quanto tempo tornerò, e dubito che avrò appetito".
Poche erano state le volte in cui Vegeta aveva visto Kaharot talmente determinato. E credeva di aver capito perché.
Senza fare troppe storie, si era alzato e si era diretto verso i fornelli, riprendendo a fare ciò che Goku aveva lasciato a metà.
"Papà... Dove vai?".
"A mettere la parola fine a questa storia".
E sperava davvero che sta volta fosse un finale definitivo.

                                                                                                              *

Chichi si stava preparando con cura: ombretto blu, rossetto rosa, capelli raccolti in un' elegante acconciatura, e un lungo abito dello stesso colore dell' ombretto, scarpe alte col tacco, collana di perle con orecchini abbinati, e lunghi guanti bianchi di seta. Mancava solo la borsa, ed era pronta per una piacevole serata da trascorrere seduta in platea.
Era tutto perfetto, tutto calcolato, fuorché l' improvvisa apparizione dell' ultima persona che avrebbe voluto vedere in vita sua.
Nel vederselo piombare davanti in quel modo, era trasalita.
"Tu! Sei il solito idiota! Hai rischiato di farmi venire un infarto!".
Goku la guardava, serio.
"Ciao Chichi. Anche per me è un piacere vederti".
Irata, la quasi ex moglie di Goku lo aveva spinto con veemenza, dirigendosi verso la toletta per spruzzarsi del profumo e sistemarsi ancora i capelli.

Il sayan era rimasto un paio di secondi a fissarla senza proferire parola. Era molto elegante quella sera. Non la vedeva agghindata in quel modo dal giorno in cui si erano sposati. Avrebbe tanto voluto chiederle dove fosse diretta, ma non era quello il momento. E poi, non stavano più insieme, e teoricamente non erano affari suoi.

Sentendosi osservata con insistenza, Chichi si era rivolta a Goku in modo molto brusco, chiedendogli cosa ci facesse lì.

"Sono venuto per parlarti di Gohan".
"Che cosa hai fatto al mio bambino?" - aveva chiesto subito, allarmata.
"Che cosa ho fatto io? Che cosa hai fatto tu, vorrai dire!".
Per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, Goku le sembrava arrabbiato.
"Mi stai forse accusando di qualcosa?".
"Chichi, per favore, non far finta di non capire!".
Goku stava facendo davvero un grande sforzo per mantenere la calma.
"Bè, visto che sei diventato all' improvviso così intelligente illuminami, perché proprio non riesco a capire!".
Stizzita più che mai, la donna si era girata verso di lui, incrociando braccia e gambe e aspettando impaziente una spiegazione.
"Si tratta della scuola Chichi. Della scuola pubblica che nostro figlio giustamente vuole frequentare".
Quell' ultima frase aveva letteralmente fatto uscire fuori di testa Chichi, che era balza in piedi come una furia.
"Che cosa?? SCUOLA PUBBLICA e FREQUENTARE non possono stare nella stessa frase in cui compare il nome di mio figlio! Per di più, GIUSTAMENTE è l' abominio finale! Ma tu sei un perfetto ignorante che riesce appena scrivere il proprio nome, per questo, non sai nè di quello che sto parlando nè di come deve essere istruito il mio bambino, è chiaro?".
"Il TUO bambino, se non l' avessi ancora capito, è anche mio! E' nostro figlio Chichi! E non vuole trascorrere undici ore al giorno chinato sui libri!".
"E cosa dovrebbe fare? Allenarsi tutto il giorno come te e quella squadra di perdenti?".
"Quella squadra di perdenti ha salvato l' intera galassia da decine e decine di pazzi sanguinari che volevano conquistarla! Dovresti mostrare maggiore rispetto per chi ti ha permesso di vivere, di farti bella e di credere di poter dettare legge su tutto e tutti!".
"Certo! Come no! Avrei dovuto preparare dei cesti regalo e spedirli al Genio e a quella massa di nullafacenti! Visto che c' ero, avrei dovuto spedirne anche uno a Vegeta, non è così?".
"Che centra Vegeta adesso? E poi, non parlare male di lui! Non ne hai il diritto!".
Quell' ultima affermazione aveva lasciato la donna molto più che basita. Da quando Goku si era messo a difendere a spada tratta quel pazzo maniaco di un sayan?
Doveva avergli dato di volta il cervello!
"Io non ti capisco più, Chichi! Mi sta bene se ce l' hai come me, davvero! Sono stato un pessimo marito, e tutto quello che ti pare, ma non puoi trattare così Gohan.
Cosa credi, che io non voglia il meglio per lui? Certo che voglio il meglio! E' il mio unico figlio! Ed è maturo abbastanza per poter scegliere, e se frequentare una scuola vera con dei bambini della sua età è quello che vuole, non vedo perché non accontenarlo! Se lo merita Chichi! Se lo merita e lo sai perfettamente!".
Chichi lo guardava con un misto fra odio e sconfitta: in cuor suo, sapeva quel discorso non era poi tanto campato per aria.

                                                                                                          *

Gohan era pensieroso.
Avrebbe tanto voluto sapere come se la stava cavando il suo papà, e, invece, non poteva fare altro che attendere impaziente, passando il tempo ad osservare Vegeta alle prese con pentole e padelle.
Doveva ammettere che la scena, piuttosto insolita, si stava rivelando davvero interessante.
Il principe, che si era rifiutato categoricamente di indossare ' quell' orrendo straccio da femminuccia ' come lo aveva chiamato lui, stava dimostrando doti da cuoco provetto.
La cosa che lo aveva affascinato più di tutte, era il modo in cui Vegeta aveva saltato la pasta in padella.
Suo padre faceva una gran confusione ogni volta, utilizzando una quantità esorbitante di mestoli e scodelle, mentre il principe dei sayan aveva utilizzato pochi utensili, sporcando solo il minimo indispensabile e senza il minimo sforzo, soprattutto.
Tutto quello era un mistero.
Suo padre aveva trovato sulla credenza un libro di ricette italiane, e si stava dilettando nel preparare una pietanza nuova ogni sera, ma Vegeta dove aveva potuto imparare a preparare quelle cose?
L' idea che avesse potuto leggere quel libro a sua volta gli sembrava troppo assurda.
Come aveva fatto, allora?
Avrebbe tanto voluto chiederglielo, ma temeva in un Kit Blast scagliato con una potenza inimmaginabile contro il proprio viso.
Probabilmente, avrebbe fatto meglio a tenere la bocca chiusa.

Vegeta si sentiva osservato in maniera ossessiva.
Ma quello sciocco moccioso non aveva altri stupidi compiti da fare??
Non gli piaceva quando le persone lo fissavano, men che meno mentre cucinava. Era una delle sue numerose ' doti nascoste ', e non gli andava di sfoggiarla davanti ad uno sciocchino che probabilmente avrebbe buttato il bando ovunque.
Per un attimo, aveva meditato il piano di avvelenarlo, ma poi si era ricreduto: in fondo, aveva fame anche lui, e gli sarebbe dispiaciuto buttare via tutto quel cibo.
E poi, non voleva che pensassero che Kaharot fosse più bravo di lui a cucinare. E, in fondo in fondo in fondo, qualcosa in lui gli stava dicendo che non aveva davvero voglia di fare del male a quel moccioso.
In alcuni rarissimi frangenti lo trovava quasi divertente!
Resosi conto di quel suo ultimo pensiero, per un pelo non si era scottato una mano con l' acqua bollente della pasta.
Lui che riteneva quello stupido moccioso mezzosangue divertente??
' Vedi di non farti distrarre. Stai cercando di rinsavire ' - si era detto fra sè e sè.

Senza fare troppi preamboli, aveva scolato e saltato la pasta in padella per poi impiattarla e servirla a tavola.

"Fila a lavare le mani" - aveva detto a Gohan, e quello, senza farselo ripetere due volte, aveva approfittato dell' acquaio in cucina e del sapone dei piatti che tanto gli piaceva per via delle mille bolle spesse che si creavano tutt' intorno, tornando a tavola in meno di tre minuti.

Il bambino fissava il piatto, compiaciuto. Spaghetti. Una montagna di invitanti spaghetti al pomodoro lo stavano attendendo, pronti solo per essere mangiati.
Vegeta aveva aggiunto del formaggio prima di iniziare a mangiare, e Gohan aveva fatto lo stesso, per poi fiondarvisi sopra a capofitto.
Quella era di gran lunga la pasta più buona che avesse mai mangiato in vita sua.
Anche il sugo era diverso. Ormai suo padre aveva imparato a cucinarlo, ma in quello c' era qualcosa che suo padre non era solito usare, qualcosa che lo rendeva ancora più appetitoso.
Il principe continuava a mangiare, in silenzio.
Era davvero soffisfatto di quello che aveva preparato. Kaharot era un bravo cuoco, ma lui... bè, lui era più bravo, non c' era storia.
Vedeva il bambino mangiare con gusto, e questo lo rendeva più che soddisfatto. Non che gli importasse del pare di quello sciocchino, sia ben chiaro!
In pochi minuti, Gohan aveva vuotato il suo piatto, e si stava guardando attorno, come se fosse alla ricerca di qualcos' altro.

"Ehi..." - gli si era rivolto all' improvviso Vegeta - "Si può sapere che ti prende?".
"Emm... ecco... io... non è che ce n' è ancora? Sai, era davvero buona!".
Un piccolo sorriso di trionfo si era affacciato sulle labbra di vostra maestà.
"No" - si era limitato a rispondere, divertendosi nell' osservare il volto deluso del bambino - "Però, io ho ancora fame, ed è per questo che ho preparato dell' altro...".
"Davvero???".
"Tsk... per chi mi hai preso? Non sono mica uno screanzato come tuo padre, io!".
Non vedeva cosa centrasse, ma in quel momento era troppo occupato a pensare al cibo per badare davvero a quello che Vegeta aveva detto di suo padre.
Solo che, quando aveva preparato l' altra pietanza?
"Vegeta, scusa, ma quando l' hai preparata?" - aveva chiesto il bambino nel vedersi servire una porzione di frittata di spinaci grande quasi quanto il suo piatto.
"Mentre tu eri troppo impegnato a sprofondare nella tua autocommiserazione!".
Touchè. Avrebbe potuto anche essere un po' più delicato, ma non sarebbe stato da Vegeta.
Gohan si era rattristato.
"Senti un po', ragazzino" - aveva detto all' improvviso Vegeta, lasciando cadere la forchetta nel piatto - "Non sono affari miei e lo so bene. Ho i miei problemi e non so perché mi sto interessando a te, ma cerca di capire che se vuoi qualcosa devi andare lì e prendertela. Devi lottare per avere quello che vuoi, non far andare avanti gli altri e accontenterti di quello che possono darti".

Il piccolo Son si era trovato a dir poco spiazzato da quella sorta di consiglio datogli da Vegeta, e per un lungo istante non aveva saputo cosa dire.
Poi, riacquisita la facoltà di parlare, aveva messo il broncio.
"Ho provato a parlare con mamma, ma lei è stata irremovibile! E' dura e severa, e non le piace essere contraddetta!".
"E allora?".
"Come sarebbe a dire ' e allora' ? Ma mi stai ascoltando??".
"Io sto solo sentendo un mucchio di inutili scuse! Ci tieni davvero a questa cosa che vuoi fare, ragazzino? Bene! Raggiungi tuo padre e fa si che sia lui a spalleggiare te, e non il contrario! Impara sin da ora a lottare per le cose a cui tieni, o sarai un perdente per tutta la vita!".

Non avrebbe mai creduto di poter anche solo lontanamente pensare una cosa simile, ma aveva dovuto ricredersi: Vegeta aveva ragione.
Aveva PERFETTAMENTE ragione.

Senza toccare minimamente la frittata, Gohan si era alzato in piedi e, deciso più che mai, aveva fatto un cenno a Vegeta, ed era uscito di casa talmente in fretta da non chiudere neppure la porta.

Vegeta era rimasto per la prima volta solo in quella che da una settimana era diventata la sua casa.
"FINALMENTE!" - aveva escalamato, mentre si alzava da tavola con grande impeto.
La piccola abitazione era a sua completa disposizione.
Adesso, avrebbe potuto verificare un sospetto che aveva iniziato a nutrire da qualche giorno.
Prima, però, avrebbe messo la frittata da parte. Magari, più tardi Kaharot e suo figlio avrebbero voluto mangiarla.
Ma lo faceva solo per sentirsi dire che era più bravo di lui a cucinare.
Dopotutto, a lui cosa importava se quei due inutili piantagrane avevano fame o no?

Continua...
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Saaalveee!!!
Come va??? Spero bene!!
Per prima cosa, voglio ringraziare TUTTI coloro che hanno letto e recensito!! VI ADORO!!
Per seconda, voglio scusarmi per l' attesa. Io ho perso completamente la cognizione del tempo! O.O
CHE CRISI!!
Eh si, sono entrata in crisi proprio come il piccolo Gohan... Povero patatino! Chichi è una brutta vipera!
Sono fiera di Goku, però! E soprattutto sono fiera di Vegeta!!! Lasciate stare che lui ha un doppio fine, ma è stato veramente un GRANDE!!!
Poi, vedere Goku che se lo difende contro l' ex moglie è uno spasso! Che cosa carina! Quanto sono teneri! <3 <3
Vederli giocare in cucina per via del sugo è stato MITICO!
(Mi posso compiacere con me stessa per quello che scrivo?? NON SI PUO'!!! Ma loro due ispirano tanto tanto amore!! Oltre che un' altra cosa ma non voglio essere volgare!! XD XD XD).
Bè, spero che il prossimo capitolo arrivi con maggiore anticipo!
Nel frattempo, spero che questo vi sia piaciuto!
BACIONI GRANDI!
E grazie ancora!
Cleo

   
 
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