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Autore: Valeriaep    23/01/2012    2 recensioni
Possono passare anni, possono cambiare le persone, ma certe cose, non cambieranno mai.
(Huddy)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Infinite ore di ambulatorio.
Infinite ore che, avrebbe voluto  trascorrere ad oziare.
Infinite donne che, avrebbe voluto portare a casa.
Infinite birre che, avrebbe voluto scolarsi.
Infiniti pugni che, avrebbe voluto dare al primo coglione che gli tagliava la strada quando era sulla moto.

-Voglio che sia lui a far partorire mio figlio.-
-Non accetterà, e poi, da amico, credo non sia una buona cosa- Disse Wilson alla donna, sotto lo sguardo vigile di Foreman, del quale l’uomo con lo sguardo cercava disperatamente e inutilmente un appoggio.
-Se, sarà lui ad ordinarglielo, non potrà ritirarsi.- Disse la donna, indicando con un dito l’uomo dietro la scrivania.
-io non posso obbligar..- Non finì di parlare.
-Voglio che lui, tiri fuori il mio bimbo. Voglio che lui mi sia affianco durante il parto, voglio che mi veda urlare, voglio che mi asciughi il sudore.. Voglio lui.-
-Cuddy- disse Wilson, con tono austero, -chiedi l’impossibile.-
-E’ questa la mia decis..-
La porta si aprì improvvisamente.
-Capo..- le parole si fermarono sul nascere, House guardò la donna seduta sulla poltrona, gli occhi non riuscirono ad evitare quella pancia, enorme, ormai, al nono mese.
-Vado via, ho finito prima.- Richiuse la porta alla velocità della luce. La donna, si alzò, di scatto da quella sedia, quasi come se non fosse incinta.
Lo inseguì fino al corridoio, afferrò una parte del suo zainetto, obbligandolo a girarsi. E senza pensarci iniziò a parlare.
-Sta per nascere.-
Lui si guardava intorno. Già immaginava le infermiere spettegolare.
-Voglio che sia tu, a farlo nascere.-
Disse, senza prendere fiato. Quella frase obbligò House a guardarla negli occhi.
-Sei  impazzita?!-
Lo aveva spiazzato. La vide mordicchiarsi  il labbro. Quasi impazzì a quella visione.
-Ti farò sapere.- La lasciò alle sue spalle, ancora una volta.
Con infinite emozioni da dover gestire.


Respirava  l’aria primaverile, pensava e ripensava a lei. Sentì dei passi alle sue spalle. Sorrise tra se e se.
-Hai perso il tuo fascino con quel pallone sotto la maglia- Sentì la donna sorridere con semplicità. Finche non la vide accanto a se. La guardò giusto un secondo, per stampare in mente quel profilo.
-Ho messo su, non so quanti chili. Sono una botte-
-Come lo chiamerai?-
Quella domanda, in qualche modo, la stupì.
-Dobbiamo ancora deciderlo.-
-CLARK, è un bel nome…- disse lui- e gli potrai dire, Figlio mio, hai ereditato il nome di un supereroe.. il migliore  tra i supereroi.-
Sorrise ancora. Lo guardò intensamente. Era bello, era terribilmente bello. E così vicina, riusciva anche a sentire il suo profumo. Quanto la faceva impazzire quel profumo?!. Fu un secondo, immagini sbiadite iniziarono a percorrere la sua mente.
 Vedeva la sua bocca, che con veemenza percorreva ogni singolo tratto del suo corpo, le sue mani che, con delicatezza accarezzavano la sua pelle. I suoi movimenti lenti, dentro di lei, per provocarle piacere.
-ti senti bene?-
Fu lui, a farla ritornare alla realtà.
-Si,- disse, velocemente- solo un po’ stanca, meglio che vada.- Aveva dei doveri, di moglie, di madre, non poteva lasciarsi andare in quel modo.
-Cuddy- la fermò lui. Trattenendole la mano, passò un dito sulla sua fede. Sospirò, poi ritornò a guardarle in viso. Le sorrise.Ritornò a guardare quella fede -ricordati di avvisarmi quando si rompono le acque.-
Quanto gli era costato dirlo?
Lei, lo  sapeva che per lui era un sacrificio troppo grande.
Lo abbracciò, mettendo da parte tutto il dolore, che ancora, se in minima parte, provava per lui. Lo abbracciò, da quanto tempo non si sentiva così protetta?. Quando alzò la testa e incrociò quello sguardo, le sembrò quasi che il tempo non fosse passato. Fu istintivo il gesto di avvicinarsi a quella bocca. Appoggiò le sue labbra, a quelle di lui, sentì sul suo volto, la barba pungerla, ma quando stava per lasciarsi andare a qualcosa di più profondo, venne fermata.
-Non possiamo.- staccò la testa dalla sua. –Non è giusto.- Le accarezzò la guancia, poi le tolse un ciuffo che le copriva l’occhio destro. –Non posso rovinarti nuovamente la vita. Ho voglia di baciarti più di quanto tu possa immaginare, ma, non posso avere ciò che voglio, se quello che voglio ha una famiglia.- La guardò intensamente.
-Ci vediamo domani Cuddy.-
Cosa aveva fatto? Infinite volte se ne sarebbe pentito, ma quella era la sua strana dichiarazione d’amore. Avrebbe messo da parte l’immenso amore che provava per lei, pur di non vederla più soffrire. Sapeva che dopo quel bacio, lui avrebbe preteso dell'altro, che lei, non poteva dargli.

Lei era, li, lo vedeva allontanarsi, con quella strana gioia nel cuore. Era cambiato.
Era diverso con lei.
L' House di qualche tempo fa, se ne sarebbe fregato, dei sentimenti, della famiglia..
Era ferma, con la voglia di riaverlo, e con la consapevolezza che non sarebbe mai più accaduto.
Era  sola, con quell' infinito sentimento unicamente per lui.
  
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