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Autore: Kengha    24/01/2012    7 recensioni
Jack Sparrow è arrivato con Gibbs a Tortuga per trovare il modo di estrarre l'amata Perla Nera dalla bottiglia.
Quella che sembrava essere per il nostro capitano una giornata come tante lo costringerà poi ad un nuovo viaggio sulla Queen Anne's Revenge assieme a vecchi "amici"....
"-Miss Angelica?- domandò Hector avvicinandosi alla donna che era seduta all’ombra di una palma e lo guardava piuttosto curiosa.
-Sì…soy yo…- rispose quella
-Vedo che non tradite le vostre origini, signora, eheh.- scherzò Barbossa riferendosi allo spagnolo
-Chi siete? Cosa volete da me?- domandò squadrandolo -....L’uomo senza una gamba…- disse poi notando le sue condizioni.
-Io sono il nuovo capitano della Queen Anne’s Revenge e voi dovete venire con me…che vi piaccia…o no!- sorrise strabuzzando in maniera sinistra gli occhi azzurri."
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Angelica, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un oceano di ricordi'
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La gola di Shango

Jack deglutì, già dallo sguardo della Spagnola si era reso conto che fosse di pessimo umore.
-Senti, come ti ho detto, vengo in pace! Volevo solo fare una bella chiacchierata con una vecchia amica! Ed ho pensato, chi meglio dell’adorabile Angelica?-
La ragazza si portò al suo fianco in un istante e alzò una mano. Sparrow chiuse gli occhi temendo uno schiaffo o, peggio, un bel pugno, ma poi quella lo evitò e riprese la spada dalla porta.
Jack non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo che Angelica immediatamente gli puntò la spada alla gola.
-Io e te, non siamo amici. Cane!-
-Ehy, cosa sono questi insulti pesanti!? Perché dai del cane a me! Che ti ho fatto?-
La lama si impuntò sulla gola del Capitano, pizzicandogliela.
-Hai ragione, dovrei darti del maiale, ma sarebbe un insulto per i poveri suini. Tu mi hai mentito, seducendomi e usandomi. Due volte!!!- esclamò stizzita la donna per poi ghignare in maniera sinistra.
-Okay, okay, okay. Confesso di non essermi comportato con estrema ehm…correttezza. Con te; ma una serie di vicissitudini hanno fatto sì che in più occasioni io ti…-
-Taci, Sparrow!- lo zittì bruscamente lei –Non voglio parlare di quel che è stato o di quel che non è stato. Tu mi hai usata e non puoi pretendere di venir qui a chiedere perdono e una pacifica chiacchierata fra vecchi “amici”-
Jack sospirò, il suo sguardo si fece serio e con una mano afferrò lentamente la mano della spada e l’allontanò dalla sua gola.
-Hai ragione. Non posso proprio chiederti una cosa del genere.-
-Infatti.- sibilò stizzita
-Okay, ricevuto. Spingo la mia nave altrove.- Jack fece dietrofront e allungò una mano sulla porta quando fu la stessa Angelica a fermarlo.
-Va bene. Resta.- sospirò la mora
Jack, approfittando del fatto che fosse voltato di spalle, sorrise largamente. Conosceva benissimo quella donna e per quanto forte, astuta e spaventosa fosse potuta diventare durante quegli anni era sempre una sua sottocopia e quindi voleva sempre ciò che non poteva avere e il contrario di ciò che aveva avuto. Il Capitano si girò e lei accennò, stranamente, un sorriso sincero. Si allontanò a passo lento e poi mise le mani dentro un baule accanto il suo letto, rovistando fra vecchi oggetti che facevano un rumore sinistro.
Si riavvicinò poco dopo, con le mani dietro la schiena.
Jack chiuse gli occhi d’istinto temendo una pistola, poi però Angelica sorrise nuovamente:
-Vuoi un po’ di rum?- disse porgendogli la bisaccia e due calici.
Sparrow sorrise, anche Angelica aveva i suoi momento “teneri” di tanto in tanto, questo dettaglio non era mai riuscito a cancellarlo dal suo animo e sebbene quei momenti erano divenuti sempre più rari rispetto al tempo in cui l’aveva portata via dal convento sapeva che certe cose di Angelica non si sarebbero mai potute eliminare. Aveva un animo nobile, non avrebbe mai ucciso un uomo, lo sapeva.
-Volentieri.- rispose semplicemente e con un sorriso mentre afferrava la bisaccia e uno dei due calici.
La Spagnola si sedette sul letto e Jack fece per sederlesi accanto anche se poi preferì prendere una botte, con sua sorpresa piena, di Rum e utilizzarla come appoggio.
Galantemente riempì il bicchiere prima a lei e poi a lui, alzò il suo calice in alto
-Propongo un brindisi. Ai nostri vecchi tempi.-
Angelica non sorrise, sospirò e basta.
-Già, a quei tempi che non torneranno più.- concluse con un filo di voce prima di far sbattere con invisibile forza il suo bicchiere a quello dell’altro.
Al contrario di come avrebbe fatto di solito Jack non si avventò sul suo calice anzi, rimase ad osservare il suo riflesso sulla superficie rossa del liquore.
Angelica pensava ancora al passato, non era la tipa che avrebbe potuto dimenticare, era così diversa eppure così uguale a lui. Entrambi volevano la libertà, entrambi sapevano come farsi rispettare ed entrambi avevano un passato colmo di rimpianti alle spalle.
Lei voleva essere libera stando alle dipendenze di suo padre, lui potendo navigare per l’eternità a bordo della sua amata Perla, lei riusciva ad ottenere ciò che voleva con eccessive sfuriate o con balletti sensuali, lui dicendo cretinate o improvvisando dei piani, lei avrebbe voluto rimanere al fianco di suo padre o forse addirittura in quel dannato convento dove, a quest’ora, avrebbe vissuto da novizia, lui avrebbe voluto essere un capitano migliore, avrebbe voluto cancellare quell’ammutinamento dopo il quale la nave non aveva fatto altro che sfuggirgli e forse, avrebbe voluto avere lei al suo fianco.
-…….Sparrow?-
Jack si riprese solamente per sentire l’ultima parola –Come, prego?-
-Ti ho chiesto cosa vuoi da me, perché sei venuto qui dentro…-
-Cos’è non posso venir qui per fare semplicemente una bella chiacchierata con la mia Spagnola preferita?- sorrise sbiecamente Jack. Un sorriso che lo tradiva più delle sue stesse parole.
-Andiamo, ti conosco. Che ti serve?-
Sospirò, purtroppo non poteva metterla nel sacco. Non più. –Non credi di star esagerando un pochino, ultimamente?- domandò gesticolando animatamente con le mani.
-Esagerando. Mh mh…e a cosa devo quest’arguta intuizione?-
-Mi stai dando del ritardato, donna?-
-No, sto solo dicendo che non può esser farina del tuo sacco.- constatò la mora
-Hector.-
La spagnola roteò gli occhi a questa affermazione, più che ovvia.
-Beh, secondo lui stai approfittando del fatto di essere fondamentale per il recupero del tesoro per prenderti alcune…libertà. Ecco. Dice che se continui così a costo di mandare tutto al mondo ti farà fuori.-
-E come farebbe, de gracia?-
-Con la spadona, la pistola e bum!-
Angelica scosse la testa –Non sono così éstupida, Jack! Voglio dire que non è nelle condizioni migliori per batterme!-
-Non sottovaluterei il mio compare, gioia. Nonostante sia zoppo, abbia una barbetta orrenda, un alito da far resuscitare i morti e una miriade di altri difetti…è forte. Proprio vero! Non sarebbe uno dei nove Pirati nobili altrimenti, comprendi?-
-Sì Jack, capisco. Ma quel vecchio parla tanto e agisce poco. Anzi, urla tanto!-
-E’ fatto così.-
-Già, e io son fatta così! E proprio per questo sognerà soltanto la mia resa! Non gliela darò vinta, Jack. Lui ha ucciso mio padre!-
-Angelica, tuo padre è cattivo. Ha cercato di ingannarti e di ucciderti, come puoi ancora amarlo?-
-Jack non c’è un perché. È soltanto mio padre, colui che mi ha preso quando tu mi hai abbandonata!-
-Ehy ehy ehy! Non avevi detto, maree addietro, di esser stata tu a lasciare me?-
-Sì, è vero. Ma tu non hai fatto nada por impedirlo. Como diablos te amé, Jack? Como podia ser tan estupida?-
-Sai che non capisco lo Spagnolo però…sono più che certo che non siano cose particolarmente gentili nei miei confronti.-
Angelica sorrise impercettibilmente “Pero tal vez lo entiendo…”
-Senorita? Ci sei?-
-Oh! Sì. Cosa dicevi?-
-Niente che nonostante sappia poco e niente in Spagnolo son certo che tu non stessi parlando proprio eccellentemente del sottoscritto, poco fa.-
-Il tuo intuito non fallisce però, Mr Sparrow!-
-Quindi stavi parlando male di me, poco fa.-
-Può darsi, ma tu questo non lo saprai mai.- ghignò
-Che cattiva. E sentiamo, perché questo trattamento?- Jack si alzò dalla botte e si convinse a sedersi sul letto
-Me lo chiedi anche, Jack? Avrei mille e più cose da renfacciarte-
-Ok, ok, capito! Meglio che taccia.-
Il silenzio calò spettralmente nella stanza, nessuno dei due apriva più discorso, entrambi si limitavano a bere lentamente quel po’ di liquore rimasto nei calici.
-Carina la tua cabina, anche se vi ero entrato durante l’ammutinamento di qualche tempo fa non avevo avuto particolar modo di guardarla. È più, tranquilla, rispetto quella di tuo padre.-
-Aveva uno stile tutto suo. La sua cabina doveva essere terrificante non elegante o bella!-
-Vero. Chi lo avrebbe mai detto che quella dolce ed indifesa futura notizia che incontrai in quel convento Spagnolo di Siviglia si rivelasse essere la più terrificante donna della mia vita, la figlia di Barbanera: Angelica Teach.-
-Già…-
Jack stette in silenzio qualche istante, ma al contrario dell’espressione perduta che aveva la sua testa stava assemblando dei pezzi mancanti al puzzle. Poi ghignò, forse stava per mettere per la prima volta da quando la conosceva, Angelica nel sacco.
-Miss Teach.- ripeté atono
la Spagnola si voltò a guardarlo, cercando di capire dove volesse andare a parare.
-Hector sa questo piccolo, insignificante, particolare?-
Angelica deglutì.
-Non lo sa. Ebbene, cosa dovrebbe impedirmi di dirglielo, cara?-
-Bastardo…- sibilò Angelica a denti stretti. Alla fine si era rovinata con le sue stesse mani. Era stata attenta sin dall’inizio ma Jack la mandava in confusione e senza volerlo si era tradita.
-Allora, dimmi, cosa varrebbe il mio silenzio?-
Angelica abbassò lo sguardo.
-Oh, non lo sai. Ma io sì. Tu possiedi una cosa che è nei miei interessi…-
la Spagnola lo guardò, un attimo sperduta.
-La bambolina vodoo di tuo padre. La voglio, sarebbe molto più al sicuro nelle mie mani anziché nelle tue. Io non dormo la notte sapendo di poter essere infilzato per divertimento da un momento all’altro!-
-Cane!- urlò Angelica tirandogli il calice vuoto. Jack si drizzò dal letto.
-Evidentemente se per te la bambolina vale più della tua identità…HECTOR!!-
-Maldito perro sarnoso!-
-Come?-
-Nada! Hai vinto, Sparrow. Lascerò stare la bambolina.-
-Eccellente! Quindi adesso dam..-
-MA.-
-C’è un ma? Che sei seccante, donna!-
-Ma la terrò io.-
-Il patto non avrebbe alcun senso a questo punto.-
-Sì, ma il fatto che tu conosca la mia identità implicherebbe un vantaggio perché potresti rivelarla non appena io ti abbia restituito la bambolina… così saremmo alla pari, entendi?-
-Mi hai rovinato la battuta. Cattiva!-
-Allora, accetti, Jack?- sibilò la donna
-E va bene, accetto. Maledetto io e il giorno in cui ti ho portato via da Siviglia!-
-Fantastico.-
-Cosa mi garantisce che però tu non ti sbarazzerai di me alla prima occasione?-
-Hai la mia parola. Nel caso in cui succedesse anche un solo piccolo infortunio alla bambolina di mio padre potrai avere la mia testa.- disse senza esitazione Angelica.
-Wow, gran bel premio. Una volta morta potrò far di te ciò che mi pare!-
-JACK!-
-Eddai! Non era un’allusione. Comunque mi sta bene il patto.- Jack porse la mano e Angelica gliela strinse.
-Sei arguto Sparrow. Non ti facevo tanto furbo.- ghignò la Teach guardandolo negli occhi
-Eh beh, da chi avresti imparato tu, sentiamo?-
-Che fai prendi i meriti di qualcosa che non hai fatto? Sai benissimo anche tu quanto fossi brava a tirar di spada sin dal nostro primo incontro.-
-A dire il vero, del nostro primo incontro ricordo un’altra cosa…- sghignazzò Jack
Angelica portò una mano sull’elsa della spada.
-Scherzavo!- la bloccò immediatamente Sparrow
-Odio questa tua ironia, allora!-
-Quindi odi tutto me stesso?-
-Considerazione più che esatta!-
-Ma che cattiva.-
-Ammettilo Jack, tu, invece, mi ami ancora.-
-Credevo vi fossimo già passati: se avessi una sorella e un cane sceglierei il cane, comprendi?-
-Finiscila. Che non convinci nessuno con questa buffonata. Tu sei fuggito da me perché hai paura!-
-E di cosa, sentiamo?-
-Di amare, Jack. Hai paura che io un giorno possa valere di più della tua stessa Perla.-
-Credo che il rum ti faccia male, cara.- disse Jack portandole le mani sulle spalle
-Invece ho indovinato. Baciami e poi apri la tua bussola, vedrai che non punta la stiva, dove tieni la Perla.-
Jack deglutì, gli occhi si intrecciarono un poco.
-Cosa c’è Sparrow, hai paura?-
-Paura? Io? Mai! E dunque ti dimostrerò cos’è che voglio!-
Jack prese la testa di Angelica e con le mani le strinse un po’ i morbidi capelli, si avvicinò lentamente e poteva sentire la sua barba sfiorare il naso di lei. Il suo cuore cominciò a battere all’impazzata dalla paura di ciò che sarebbe accaduto dopo.
Improvvisamente un violento urto alla nave fece tremare tutto.
Angelica finì sopra Jack che era a terra, inerte.
-Cos’è stato?- biascicò lo Sparrow con quel po’ di voce che gli usciva dai polmoni schiacciati.
Angelica si tirò immediatamente in piedi, rossa dall’imbarazzo.
Afferrò il suo cappello e la giacca per distrarsi e prendere fiato.
-Un fulmine, deve aver spezzato l’albero maestro. Siamo entrati nella Gola di Shango!-
Per Jack ci vollero una decina di secondi prima di tornare a respirare, assemblare le parole di Angelica e alzarsi. La porta era già spalancata e della Spagnola non c’era più alcuna traccia nella cabina. Uscì anche lui fuori e vide che Angelica era già sul ponte di bordo libero a discutere animatamente con Hector, l’intera ciurma era sopraffatta dal panico: Scrum correva ovunque senza meta tentando di afferrare più cime di quanto praticamente potesse, altri pirati tentavano di tirare le vele e altri ancora di ritirar un po’ su l’albero maestro per renderlo meno ingombrante.
Corse su per le scalette raggiungendo il Capitano della Revenge e la Spagnola.
-Non puoi farlo!-
-E chi me lo impedisce, sentiamo?-
-Ehy, ragazzi, che succede?- domandò Jack mettendosi fra i due
-Hector vuole tirare a dritto e usare quella pietra laggiù come rampa anziché la via di sinistra; la nave si romperà, Jack!- gli occhi di Angelica erano supplichevoli, quello scoglio che si ergeva davanti a loro, non era abbastanza grande per reggere il peso della nave ma era abbastanza appuntito da poter rompere il legno raffinato.
-Su, andiamo compare, stai scherzando!- esclamò Jack –Così andremo tutti al creatore anzitempo!-
-E allora iniziate a pregare, miei cari! Il giorno del giudizio è arrivato!- esclamò Hector accompagnando il tutto con una rauca e sinistra risata.
-E’ andato. Che facciamo, Angelica?- domandò Jack
La Spagnola lanciò un’occhiata a Jack e lui scosse la testa sperando di aver capito male, ma quando vide il ghigno della donna e la sua mano posata sull’elsa della spada si convinse e così spinse via Hector dal timone e lo minacciò con la sua spada.
-Che stai facendo, imbecille!?- urlò Barbossa
-Altolà amico. Non ci tengo a morire, io che aspiro alla vita eterna non posso andarmene nella bellezza della mia quasi gioventù e su un’altra nave. Non sarebbe una fine di stile, comprendi?-
-Jack! Il timone è incastrato: la nave non si muove!- l’urlo di Angelica fece arrestare Sparrow che subito giunse al fianco della donna.
-Tu lo sapevi!- esclamò guardando Hector con fare accusatorio.
-Io, no! Perché mai avrei dovuto…okay, sì! Lo sapevo! Credi che non avessi preso la via di sinistra se non fosse stato possibile?-
-Che facciamo?- domandò Jack guardando Angelica
-E che facciamo?- ripeté lei
-E io che ne so, l’ho chiesto a te!-
-Uff, idiota, era per guadagnare tempo!- lo riprese lei
-Sì ma di tempo non ne abbiamo, gioia! Diamoci una mossa!-
Angelica strinse le mani attorno al timone e poi si sbilanciò verso sinistra e alzò i piedi da terra.
-Che diavolo stai facendo?- Jack alzò un sopracciglio
-Secondo te che sto facendo, estupido? Para desbloquear el timon voy a utilizar mi peso!-
-Che ha detto?- domandò Hector che si reggeva appena in piedi sulla nave che veniva continuamente scossa.
-E che ne so, non capisco lo spagnolo! E lei parla sempre in questa dannata lingua quando è nervosa o arrabbiata. Angelica, traduzione, per piacere?-
-IDIOTI! Con il mio peso sbloccherò il timone!-
-E la fai tanto difficile?! E comunque è inutile, non sei abbastanza pesante per sbloccarlo né tanto forte…- constato Jack gironzolandole attorno
-E dammi una mano, estupido!-
-Che caratterino. Un po’ di gentilezza, cavolo!- Jack si avvicinò alla donna e le si posizionò dietro anche lui si “appese” al timone nel tentativo di sbloccarlo.
-Sapete, siete in una posizione alquanto compromettente e fraintenditoria…- sghignazzò Hector. Angelica aprì la bocca per urlare chissà quale imprecazione che non sarebbe stata adeguata ad una donna ma Jack prontamente le mise la sua mano sulle labbra facendo uscire solo rumori ovattati.
Improvvisamente si sentì uno scricchiolio e Angelica tacque. Tempo due secondi e lei e Jack erano a terra con il timone in mano.
-Perfetto…- biascicò Jack alzandosi.
-Hai rotto il timone! Sapevo di non dovermi fidare di ti, maledetta sgualdrina! Non mi importa cosa accadrà ma tu morirai qui e all’istante!!!- Barbossa sguainò la spada e la puntò verso Angelica, Jack immediatamente afferrò la grande lama e senza preavviso la conficcò dove prima era il timone.
-Sparrow, che diavolo fai, imbecille?-
Angelica guardò Jack un istante e capì. Poi guardò l’orizzione.
-Scrum! Tenete le vele quanto più spiegate possibile!- esclamò atona, senza distogliere gli occhi dal grande scoglio che era sempre più vicino.
-Sìssignora. SPIEGARE LE VELE!-
Jack era concentratissimo, teneva la spada con ambe le mani e gli occhi chiusi, un’espressione indecifrabile in volto. Si fidava ciecamente di lei.
-Fatto!- esclamò Scrum dal lato opposto della nave.
Angelica fissò lo scoglio, erano a un centinaio di metri oramai e la Revenge acquistava sempre più velocità. Doveva solo attendere ancora un po’, aveva un solo tentativo.
-Che diavolo state facendo? Il vento è a nostro favore la nave si frantumerà non appena toccherà quell’ammasso di …- Hector venne bruscamente interrotto.
-JACK, A SINISTRA. ADESSO!- l’urlo della donna fece scattare come una molla Jack che aprì gli occhi e abbassò violentemente la spada di Barbossa verso sinistra.
La Queen Anne’s Revenge cambiò direzione improvvisamente e solo la poppa della nave sbatté alla grande pietra che, nonostante la ruppe, rese più facile l’improvviso freno.
Il violento scossone fece cadere la maggior parte della ciurma a terra e ad Angelica, durante la caduta, volò anche via il cappello.
-Bravo Jack.- disse con un filo di voce e un lieve sorriso mentre si rimetteva in piedi. Poi rivolse al cielo gli intensi occhi castani e vide le cupe nubi prepararsi a scagliare di nuovo fulmini.
-Sparrow vas fuera de aquì o el rayo nos golperà!- urlò d’istinto.
-Non so che hai detto, ma propongo di andarcene se non vogliamo finire arrostiti. Scrum! Stringete il vento!!!-
Angelica roteò gli occhi, nonostante la sua stupidità Jack se la cavava.
-Hai visto, Barbossa? Alla fine ce l’abbiamo fat…Hector?- la donna si guardò intorno, l’uomo, che fino a poco fa era al suo fianco sul ponte di bordo libero era sparito. Si guardò attorno e poi le vide: due mani reggersi disperatamente al parapetto della nave.
-Hector!- corse immediatamente dal vecchio pirata che stava lottando con il vento, la tempesta  e la gamba mutilata per non cadere fuori bordo.
Il passaggio si stava facendo più stretto, un’onda leggermente più alta o una sporgenza un po’ più grande e per il capitano Barbossa sarebbe stata la fine.
-Dammi la mano, ti tiro su!- esclamò Angelica porgendogli la mano
-E secondo te non l’avrei già fatto? Nella caduta mi sono slogato la caviglia, non riesco a muovermi! Ho solo la forza delle mie vecchie braccia e una buona stella a sorreggermi!-
-Para placer padre, que me ayude- Angelica sospirò e poi afferrò una cima della Queen Anne’s Revenge. Scavalcò agilmente il parapetto della nave e si mise di fianco ad Hector, esternamente al grande veliero, in balia del vento, il mare e i fulmini.
-Sei impazzita?-
La Spagnola non rispose. Legò la cima attorno la vita di Barbossa e assicurò la presa.
-Non lasciarla, claro?-
Barbossa la guardò, non ebbe la forza di risponderle. Perché stava rischiando la sua vita per lui?
Un urto fece tremare la nave e sia lui che Angelica videro che il passaggio era strettissimo e che il lato sinistro stava già strusciando contro il muro, quello dove erano loro, il destro, avrebbe sbattuto di lì a poco. Sarebbero rimasti spiaccicati.
-Scrum! Tira la cima, portate a bordo il capitano. PRESTO!-
-Ma tu…che…- Barbossa fu tirato a bordo appena un istante prima che la nave sbattesse contro l’alta scogliera, facendo sparire dalla vista dell’intera ciurma Angelica.

___________________-L'angolo di Dolly-______________________
'Sera a tutti. Son tornata con questo capitolo bello movimentato! :)
Di qui a breve la storia dovrebbe tornare pressoché puntuale negli aggiornamenti... son contentissima che nonostante la lunga assenza voi recensori mi abbiate commentato, come mi aveste attesa ^^ che cari.
Una recensione particolarmente inaspettata mi ha reso davvero felice, una vecchia amica del forum che non sentivo da quasi 6 mesi (eccetto per un breve saluto a settembre).
Spero continuiate a seguirmi, ora la situazione si bollente!
A presto
Besos
   
 
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