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Autore: goldfish    06/09/2006    7 recensioni
"Quel fusto moro con gli occhiali! Devo averlo!" Lei voleva solo fare colpo, nulla di più. Cosa succederebbe se, per puro caso, due ignare babbane tipo si ritrovassero al Paiolo Magico? me lo sono chiesto, e questo è il risultato. Spero faccia sorridere, non dico ridere!!
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le vacanze estive erano al culmine, e i due ragazzi passeggiavano per le vie di Londra divertiti

Le vacanze estive erano giunte al culmine, e due ragazzi passeggiavano per le vie di Londra divertiti. Uno aveva un’incontrollabile capigliatura corvina e grandi occhi verdi a mandorla che neanche gli occhiali che portava riuscivano a sminuire; l’altro era alto, coi capelli rossi, un naso un po’ lungo e un’espressione sulla faccia paragonabile a quella di un bambino davanti al cumulo di regali di Natale ancora da scartare; e stava sbranando un Big Mac come fosse quanto di più buono al mondo potesse esserci.

“Harry, ti giuro che non so come ho fatto a vivere senza! Ti sarò grato in eterno per avermi portato da MacDonald’s e avermi fatto scoprire le sale giochi!” disse Ron con la bocca piena e sporca di ketchup.

“Però vedi di non abusarne, perché il tuo fegato e il tuo cervello potrebbero risentirne, e poi chi la sente Hermione!”

E si infilarono dentro il Paiolo Magico, inconsapevoli che poco dietro di loro, dall’altro lato della strada, qualcuno li stava osservando.

 

Le due ragazze erano il tipico esempio di adolescente babbana.

Entrambe munite di occhiali a mascherina sulla testa e coperte da un considerevole strato di trucco, Sarah aveva capelli neri con striature rosso fuoco, occhi blu e un naso prepotentemente girato all’insù, mentre Megan era bionda con i capelli raccolti da una fascia e aveva due grandi occhi castani.

La mora stava blaterando con una voce stridula “Davvero Megan, sarei voluta sprofondare. Ti rendi conto che Michael ha avuto il coraggio di venirmi a prendere con l’utilitaria?! Ma dico io, chi se ne frega se la sua famiglia è coperta di debiti e hanno dovuto vendere la Porche! L’utilitaria!”

L’amica sbiancò. “Oh mio Dio che imbarazzo! E tu cos’hai fatto?” ma poi si bloccò di scatto, cambiando repentinamente argomento. “Sarah, mi sono innamorata.”

“Cosa?”

“Non lo vedi? È lui, l’uomo della mia vita!” e la ragazza indicò due giovani dall’altro lato della strada.

“Chi, quel pel di carota con la bocca sporca? Tesoro, mi stai cadendo in basso.”

“Ma no, idiota!” disse Megan. “Quel fusto moro con gli occhiali! Devo averlo.”

“Ah, lui… continuo a sostenere che i tuoi gusti in fatto di uomini siano in caduta libera, ma vabbè. All’attacco!”

Detto ciò le due si sistemarono a vicenda i capelli, si ritoccarono in un lampo il trucco e attraversarono di corsa la strada, rischiando seriamente di venir investite da due autobus, un taxi e tre auto private.

“Ehi! Ma dove sono finiti? Erano qua un minuto fa!” disse Sarah.

“Boh, magari sono entrati nel negozio di dischi. Andiamo a controllare!” rispose Megan.

“E se fossero andati in libreria?”

“In libreria?! Ma va’, al giorno d’oggi non legge più nessuno! E poi se così fosse mi disamorerei subito!”

Dopo aver scandagliato in lungo e in largo il megastore musicale senza successo, le due uscirono sconsolate.

“Eppure non può essersi volatilizzato nel nulla! Maledizione, ma hai visto che fisico aveva? Stavo già pregustando i suoi pettorali!” protestò Megan delusa, e si mise a prendere a calci il muro vicino con stizza, finché non lo vide crollare sotto i suoi colpi. Solo allora notò di aver scardinato una porticina.

“EHI! Ma che… Ma tu avevi notato che c’era una porta qui?” chiese quindi all’amica, stupita.

“NO! Però che strano, sembra come un pub!” rispose l’altra con un’espressione interrogativa.

E le due babbane varcarono la soglia del Paiolo Magico.

 

Un tizio con un vestito assolutamente strambo corse verso di loro, infuriato.

“Voi due! Non potevate entrare normalmente? Ma dico io, la porta!”

“Ci scusi…”

“Sì, certo!” rispose il barista.

Le due non capivano dove si trovassero, e si guardarono attorno. Si trattava di un locale squallido, buio e fumoso, pieno di gente sfigata totalmente priva di gusto in fatto di abbigliamento.

“Secondo me più che un pub è un centro sociale” bisbigliò Sarah all’orecchio dell’amica.

“Già, guarda come sono conciati questi tizi! Vuoi dire che il fico da paura è un No-Global? Perché i tipi politicamente impegnati non mi vanno molto a genio.”

Mentre si addentravano tra i tavoli con fare sospetto, non poterono fare a meno di notare che quei tizi anticonformisti le guardavano in modo strano.

“Ehi, non hai mai visto una donna? Se vuoi ti lascio una foto, viscido cafone arrapato, ma non sperare nel mio numero!” sbraitò con molta poca eleganza Megan a un ragazzo sulla ventina (Stan Picchetto, per la cronaca).

“Meg!” urlò Sarah, “guarda!” E indicò un tavolo dal quale si stavano alzando una testa rossa e una capigliatura nera disordinata. Con disappunto, Megan vide che a loro si era aggiunta una ragazza.

“Vorrei proprio sapere chi è quella sciacquetta dai capelli cespugliosi!”

“Tranquilla, non può competere con te! E poi mi pare che si stia avvinghiando al rosso…”

“Mmm, le è andata bene perché sennò le spaccavo la faccia, tsè!” e seguirono il trio che stava uscendo dall’altra parte del locale.

Stupite, notarono che per uscire dal retro i tre buttarono giù una parete.

“E hanno sgridato noi per aver rotto quella porta sgangherata?!” protestarono.

Megan e Sarah riuscirono a infilarsi nello squarcio apertosi nel muro appena in tempo e sbucarono in un vicolo molto pittoresco affollato di gente bizzarra e pieno di negozi mai visti prima, che all’apparenza vendevano materiale esoterico e articoli per la casa come scope, spezie e pentolame.

“Ma dove diavolo siamo capitate?”

“Secondo me sono contrabbandieri…” disse sottovoce Megan. “Ad ogni modo, eccolo là! Ora mi invento qualcosa per parlargli!” e tirando per un braccio l’amica prese una corsa fino a raggiungere i tre.

“EHI TU! Non si saluta?” gridò sguaiata. I tre maghi si voltarono e la ragazza fece gli occhi dolci a Harry.

“Scusa, ci conosciamo?” chiese lui.

“Non ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti il mese scorso! Sono un’amica di quel tuo compagno di scuola… ehm… Stephen!” improvvisò, sfoderando un sorriso a trentadue denti e sbattendo con insistenza le ciglia.

“Chi?”

“Voleva dire John!” le accorse in aiuto Sarah.

“Non conosco nessun John…”

“Cioè, del fratello di John, Michael!”

“Michael?”

“Sì… ehm… ma forse era suo cugino… Dean!”

“Dean? Dean Thomas?”

“LUI!”

Hermione guardò le due ragazze, poi arretrò un pochino e tirò verso di sé il rosso “Ron, secondo me sono due babbane!”

“Ma come fanno a essere qui?”

“Non lo so!” rispose la ragazza stupita. “Però mi sembra abbiano le idee piuttosto chiare…”

Nel frattempo le due stavano inondando il povero orfano di nomi casuali nella speranza di trovare un punto di contatto; Megan per sicurezza gli aveva infilato in tasca il suo numero di telefono.

“Ragazze, davvero, secondo me state sbagliando persona…” cercava di spiegare invano Harry, finché la voce indispettita di Ginny non lo sgridò.

“Se non fai il cretino con tutte non sei contento, EH?! Da quando TeenWitch ti ha messo nella top-ten dei bellissimi under-20 ti sei montato la testa!”

“Ma pasticcino…” il giovane mago aveva uno sguardo terrorizzato e la voce tremante. Credetemi se vi dico che in quel momento avrebbe preferito affrontare Voldemort.

“NIENTE MA! Fila via, passi lunghi e ben distesi!” e gli tirò uno scappellotto sulla nuca.

“Biscottino, ti stai sbagliando…”

Osi contraddirmi?! Chiedi scusa immediatamente!”

“Ti chiedo umilmente perdono amorino mio, ma sono loro che mi hanno braccato!”

“Basta giustificarsi, maiale!” lo ammonì con prepotenza. “Tanto a queste due truzzette resta poco da vivere…” disse poi con una voce minacciosa degna di un navigato Mangiamorte.

Megan sembrava un po’ interdetta e non le ci vollero neanche dieci secondi per prendere parte alla piazzata e farsi valere.

“MA SENTILA!” esclamò teatralmente. “Attenta, rossa, perché potresti partecipare ad un meeting di schiaffi senza sapere neanche chi ti ha invitata!” urlò con tono da sfida puntandole il dito contro.

“Ah sì?! E io ti parcheggio una cinquina sulla faccia che per riconoscerti dovranno prenderti le impronte digitali!” rispose Ginny, furibonda.

Sarah intanto aveva già cominciato a incitare le due col classico coretto: “Rissa! Rissa! Rissa!”

“Preparati a dire addio al tuo bel nasino…” minacciò Megan a un millimetro dalla faccia dell’altra.

“Ma chi ti credi di essere, brutta vacca da sbarco coi capelli tinti? Io me lo lavoro per anni, e adesso arrivi qua fresca fresca a rompermi le uova nel paniere? Quelle come te io me le mangio a colazione…” e fece per sfoderare la sua bacchetta magica, ma la cosa morì sul nascere, perché improvvisamente le persone in strada cominciarono a strillare terrorizzate e a scappare in tutte le direzioni.

 

“AIUTO! I Mangiamorte, aiuto!” gridavano.

Ginny si trovò costretta a rimandare la megarissa, e tutti quanti i ragazzi sembrarono allarmarsi.

Sarah ebbe un’illuminazione. “Mangiamorte? Ma certo, si tratta di slang criminale per indicare una retata della polizia!” disse all’amica.

“Polizia?! Carissima, io telo. Già mio padre mi ha raccattato tre settimane fa in commissariato quando mi avevano beccata a fumare erba e guidare senza patente!” e si nascosero dietro un angolo a guardare la scena. Harry, Ron, Ginny e Hermione stavano prendendo parte al combattimento assieme ad altri membri dell’Ordine della Fenice.

“Santo cielo, Sarah, altro che polizia! Ho capito, si tratta di uno scontro tra due bande rivali! Guarda il mio uomo, come si batte valorosamente. Amo i ribelli con le fedina penale sporca.”

“Ma che armi usano? Sembrano spade laser… non è che siamo finite in mezzo a un gruppo di quei deviati mentali che vanno alle prime di Guerre Stellari vestiti da idioti?”

“Boh, comunque se quello è il nuovo modello di spada laser sono stati un po’ audaci a metterlo sul mercato!” commentò l’altra, vedendo un fiotto di luce rossa scaraventare all’indietro un Mangiamorte che nel volo perse cappuccio e maschera, rivelando una capigliatura color platino e due glaciali occhi grigi.

“Malfoy! C’era da aspettarselo che avresti emulato tuo padre. Sei un incapace come lui?” urlò con disprezzo Harry.

Sarah rimase folgorata. “Per la miseria! E’ il ragazzo più sexy che abbia mai visto!”

“Mah, lo sai che i biondi non mi piacciono…” rispose l’altra, “ma pare che sia nemico giurato del mio, di uomo!”

“Com’è romantico! Noi due amiche per la pelle, e i nostri uomini che si odiano.”

Intanto, Draco scaraventò di rimando Potter dall’altro lato della strada. “Sicuro, Potty?” disse con arroganza.

Le due babbane erano pietrificate a seguire la realistica battaglia laser.

“Devo conoscere il biondo, devo farlo mio!” disse poi Sarah con risoluzione.

“Ma cosa vuoi fare?” chiese l’amica con apprensione.

“Creare un diversivo, o la va o la spacca!”

Estrasse dalla borsa di Prada taroccata una matita che assomigliava molto a quelle spade laser di ultima generazione, la impugnò e saltò in mezzo alla strada.

“CHE LA FORZA SIA CON TE!” urlò.

Tutti i presenti smisero di fare quello che stavano facendo e si voltarono a guardarla esterrefatti. Hermione cercò di farle dei gesti come per indurla a scappare, ma era tutto inutile.

“Ma si può sapere chi siete?” chiese Harry.

“Io sono la principessa Sarah-Leila, e sono venuta qua per salvare il valoroso cavaliere stellare Ian Solo!” disse avvicinandosi a Malfoy.

“Veramente mi chiamo Draco Malfoy, e sono un Mangiamorte.” Rispose titubante il ragazzo.

“Allora sei una di loro, UNA SPIA!” sbraitò Ron.

“No, io sono super partes. E vacci piano con le accuse, carotino!”

“PREGO?!”

Ma la ragazza era già saltata al collo del biondo e stava cercando di imboscarsi in un vicoletto con lui, che purtroppo sembrava opporre resistenza.

“Su, non fare così, collabora un po’ Drake!”

“Draco!”

“Oh beh, io non sto con uno che di nome fa Draco. In mia presenza sei Drake, e non si discute!”

Nel frattempo anche Megan era balzata allo scoperto, impugnando uno spillone di legno per capelli: voleva pure lei mettere le mani sul suo uomo.

“Tu, valoroso condottiero dai grandi occhi smeraldo! Sappi che nonostante la mia amica stia col nemico, io sarò sempre fedele a te e ai tuoi!”

Fece un occhiolino d’intesa a Sarah, e nel tentativo di impressionarlo urlò: “Abracadabra!”

L’amica collaborò e ricadde all’indietro strillando come un’ossessa, mentre la maggior parte dei presenti saltò faccia a terra temendo di aver sentito un’altra cosa.

“Abracadabra?” chiese Malfoy.

Sim Sala Bim!

Hermione cercò di nuovo di persuaderle ad andarsene, ma le ragazze non sembrarono acconsentire.

“Bella, tu il tipo già ce l’hai, e se ora ti rendi conto che ti sei scelta il più sfigato, mi spiace ma dovevi pensarci prima! Piuttosto passati la piastra sui capelli, va’!”

A questo punto, ferita nell’orgoglio, Hermione doveva vendicarsi.

“Malfoy, loro non sono streghe!”

“Vorrei ben vedere! Lo stesso non si può dire di te, con la capigliatura che ti ritrovi!”

“COSA?!” esclamò disgustato Malfoy, “siete forse due schifosissime babbane?!” e un ghigno perfido gli si formò sulla faccia.

“OHI! Modera il linguaggio, biondino. Babba a chi?!” lo sgridò Megan, e gli diede un calcio in uno stinco così forte che il ragazzo lanciò un urlo, si accartocciò per terra e fece cadere la bacchetta.

“Presa!” esultò Sarah, “Su, Drake, vieni a riprendertela…” e con fare peccaminoso sleccazzò l’arma del bel criminale e se la infilò sotto il reggiseno.

“RIDAMMELA SUBITO, SPORCA BABBANA!” ma si beccò un altro calcio, questa volta in pancia.

“Allora, la piantiamo con gli insulti, Lord Fenner dei poveri? La mia amica non è babba, né tantomeno sporca! Tu, piuttosto, dovresti lavarti i capelli…”

 

La situazione era chiaramente sfuggita di mano a tutti quanti, Mangiamorte e non. Quelle due babbane avevano placato un combattimento che potenzialmente avrebbe portato morte e distruzione, ma adesso sembravano un po’ stufe delle stramberie di quei tizi.

“Senti occhi belli,” disse Megan a Harry, “sarai anche un gran pezzo di ragazzo, ma per i miei gusti siete tutti troppo svitati. Un po’ fa personaggio, ma il troppo stroppia!”

“E questo vale anche per te, biondino mozzafiato!” continuò Sarah. “E poi i tuoi gusti in fatto di abbigliamento fanno pena. Non è mica Halloween o Carnevale da andare in giro incappucciati come dei buffoni!”

A questo punto le due si diedero una sistemata ai capelli e ai vestiti, dopodiché la bionda ricominciò.

“Sorella, questa manica di matti mi ha stufato. Che dici di andare al centro commerciale? Sono cominciati i saldi!”

“Grandioso! Anch’io stavo cominciando ad annoiarmi” rispose l’altra. Fece l’occhiolino a Malfoy e gli restituì la bacchetta sulla quale aveva inciso con le chiavi il suo numero di telefono. “Nel caso tornassi tra i sani di mente…” gli bisbigliò maliziosa.

Dopodiché le due se ne uscirono da Diagon Alley tra lo stupore della gente, parlando di griffe e ultime tendenze, assolutamente inconsapevoli dello scampato pericolo e del duro contraccolpo psicologico inflitto all’ego dei nostri beniamini.

 

FINE!

 

  
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