La mattina
volgeva al termine, il sole si trastullava tra le soffici nubi nivee circondato
dal dolce azzurro denso del cielo; un leggero venticello muoveva timidamente le
foglie degli alberi che circondavano il parco mentre il cinguettare allegro
degli uccellini allietava le orecchie dei passanti. Neal Caffrey camminava
lentamente per il sentiero selciato beandosi del fresco profumo della natura,
Tra i passi non poteva fare a meno di lasciarsi scappare anche qualche pensiero
che avrebbe voluto allontanare: gli
guizzava nella mente quella ragazza, spesso da quando aveva iniziato a lavorare
sul caso si ritrovava a pensare a lei. Pensava ancora a quella sera, di come
era riuscita a metterlo nel sacco, ma malgrado si sentisse in qualche modo
oltraggiato per essere stato imbrogliato con così grande facilità, non riusciva
a provare rabbia nei suoi confronti, no, lui provava una forte ammirazione.
Anche senza riuscire ad ammetterlo con se stesso, avrebbe voluto incontrarla di
nuovo e parlarle, ma non come un consulente dell’F.B.I. che avrebbe voluto solo
arrestarla, ma da collega a collega. Dentro di lui, era quasi pentito per aver fornito l’identikit della ragazza ai
federali, e per aver fatto si che fosse divulgato per quasi tutta la nazione,
non avrebbe mai voluto che un genio della rapina come quella ragazza, così
carismatica e astuta, potesse essere presa, questa per lui era la vera
ingiustizia. Poco le importava degli altri membri della banda, lui era
concentrato solo su di lei, e sul modo di prenderla, ma non per farla arrestare
da Peter, solo per conoscerla. Immerso nei suoi pensieri non si era accorto si
essere arrivato nella piccola piazzetta del parco, circondata da panchine
occupate da gruppi di ragazze e famiglie e sovrastata da una possente statua
posta nel mezzo al centro di una fontana, lì seduto su una panchina gli dava le
spalle il suo amico Mozzie che cercava di nascondere
la sua faccia dietro le pagine di un quotidiano che teneva aperto su una pagina
a caso. Senza parlare andò a sedersi di fianco a quel uomo di bassa statura,
dalla testa calva, gli occhiali scuri ed un elegante e singolare abbigliamento.
“La tua
Banda ha colpito ancora eh?” esclamò Moz abbassando il giornale e lanciando
un’occhiata divertita all’amico.
“Sei già
arrivato a quella pagina del giornale eh?” gli fece eco Neal riferendosi alla
miriade di articoli sulla “Banda della Rossa” che invadevano ormai tutti i
quotidiani.
“Non c’è
voluto molto sai? Sono in prima pagina!” lo stuzzicò ancora l’amico divertito,
Neal non rispose, rivolse gli occhi al cielo e si sfilò elegantemente il
cappello. Poi estrasse un foglio ripiegato dalla tasca della giacca e
spiegandolo lo mostrò a Mozzie.
“L’hai mai
vista?” sul foglio era ritratta quella che sembrava essere una caricatura della
Rossa:i capelli rossi, i grandi occhi che Neal ricordava bene essere di un
bellissimo verde, il naso piccolo e le labbra carnose.
“È Carina!”
sentenziò Mozzie esaminando il foglio, Neal, malgrado
la pensasse allo stesso modo, non rispose e lo fulminò con lo sguardo. “No, non
l’ho mai vista in giro. E ho anche chiesto in giro, nessuno sa niente di lei,
né di una banda di ladre donne. Ma comunque terrò gli occhi aperti!” riprese
l’uomo ripiegando il foglio e porgendolo di nuovo a Neal.
“No tienilo
tu. Ho visto talmente tante volte quell’identikit che ormai potrei riconoscere
quella ragazza tra mille.” Gli rispose il ragazzo, mentre i suoi grandi occhi
blu saettavano lungo il parco. D’improvviso gli parve di scorgere una piccola
figura che attraversava velocemente la strada oltre il cancello, pur camminando
veloce riusciva sempre a mantenere una certa eleganza, tra le mani teneva un
bricco di caffè, e indossava pesanti occhiali da sole neri e un capello che
lasciava libero un solo ciuffo che le occupava metà del viso di un eccentrico
rosso. Neal la osservò, gli sembrava di riconoscere in quella ragazza la
Valerie che gli si era presentata al galà al Met, ma subito scosse la testa come a voler
soffocare quel pensiero: era evidente che ormai cominciava a fissarsi troppo su
quel caso. Ma anche contro la suo volontà, gli occhi non si decidevano a
smettere di guardare quella donna, che ora si dirigeva verso l’entrata del
parco mantenendo sempre la testa e lo sguardo bassi. Lui continuò imperterrito
ad osservare ed analizzare ogni movimento della donna; questa alzò gli occhi
per qualche secondo incontrando la figura di Neal, e al giovane fu chiaro che
la donna lo stava guardando. La ragazza con estrema discrezione girò i tacchi e
tornando a camminare velocemente uscì dal parco e si rimise sulla strada. A quel punto Neal quasi con un balzo si alzò
dalla panchina, ormai era certo che quella donna fosse la sua Rossa, e che
anche lei l’avesse riconosciuto; con un rapido gioco di mani si rimise il cappello e deciso a seguirla si
mise correre verso di lei. Mozzie ignaro dei pensieri
del ragazzo e confuso dal suo strano comportamento gli urlò: “Ehi Neal, ma dove
stai andando?” in risposta il ragazzo si limitò a fargli un gesto con la mano
ad indicare che dopo gliene avrebbe parlato. Uscito dal parco girò la testa
prima a destra e poi a sinistra, cercando di scorgere di nuovo la ragazza. Poi
la vide in lontananza e prese a rincorrerla.
Roxy aveva
appena varcato la soglia dell’entrata del parco quando, vide lui, Neal Caffrey
seduto su una panchina proprio di fronte a lei che guardava nella sua
direzione. Cercando e sperando di essere invisibile, con estrema indifferenza
si girò e prese al via dell’uscita: giacché grazie a lui, per lei uscire
diventava sempre più difficile, dato che il suo grottesco ritrattoidentikit
della sua faccia compariva su tutti i notiziari, decise che era meglio non
rischiare e tagliare la corda. Certo se Caffrey non fosse stato un consulente
dell’F.B.I. , ma la versione vecchia che sicuramente le piaceva di più, sarebbe
andata da lui come un fan si fionderebbe dal suo cantante preferito se lo
incontrasse per strada, ma oramai lei doveva scappare da lui. Si rimise sulla
strada intenta a tornare a casa ma ormai era troppo tardi: anche lui l’aveva
riconosciuta e la stava seguendo, ovviamente per Roxy non era mai stato un
problema far perdere le proprie tracce, ma si rese conto che il suo pedinatore
era quasi bravo quanto lei, cercò allora di mischiarsi tra la folla, di
perdersi e di fondersi tra gli altri Newyorkesi ma risultò più difficile del
previsto, il ragazzo era sempre dietro di lei. Ma camminando e cercando di
allontanarsi da Neal si ritrovò in una zona della città che non conosceva,
decise di affidarsi al fato ed entrò in un vicolo sperando di nascondersi o
almeno perdersi alla vista di Neal, ma purtroppo quel giorno la fortuna non era
dalla sua parte: quello era un vicolo cieco. Comuqneu
si ostinò a camminare quasi fino alla fine, sperando quasi che una voragine si
aprisse nel muro che aveva davanti, e con la coda dell’occhio poté notare Neal
fermo dietro di lei che le rivolgeva un sorriso beffardo.
“Sei in
trappola!” !” si sentì dire alle spalle da quella voce sensuale che aveva
conosciuto due sere prima. Alzando gli occhi al cielo decise di arrendersi e
stampandosi a sua volta un sorriso beffardo sul bel viso decise di combattere.
“Neal
Caffrey, sei qui per arrestarmi?” gli chiese spavalda,e le sembrò di scorgere
quasi uno sguardo di ammirazione negli affascinanti occhi del ragazzo, ma
questo non bastò ad intenerirla.
“Tranquilla
non ti arresterò, non oggi” le rispose mantenendo
un tono misto tra il calmo e il divertito.
“Allora cosa
vuoi Caffrey?” replicò stizzita la rossa.
“Bè
innanzitutto sapere il tuo nome. Tu consoci il mio ma io non so il tuo” rispose
ancora un volta con semplicità Caffrey abbandonando sul volto sempre il suo
sorriso.
“Te l’ho già
detto come mi chiamo.” Disse Roxy avanzando di qualche passo verso di lui.
“Ma io non
ti credo” ribatté il ragazzo facendo anche esso un passo verso la rossa.
“Che tu ci
creda o no, chiamami Valerie!” rispose decisa la ragazza arricciando le morbide
labbra rosee.
“D’accordo,
Valerie!” si arrese Neal marcando la sua voce sul falso nome della donna, “Sai
che è pericoloso andare in giro per la città quando la tua faccia è ricercata
in tutto il paese?” aggiunse quasi a volerla ammonire, e quasi deluso dallo
sbaglio che aveva commesso la ragazza, anche se ormai aveva imparato che ogni
suo errore era calcolato.
“Tu ne sai
qualcosa vero? Dimmi cosa vuoi da me e facciamola finita. Si sta facendo tardi
ed io ho fame!” disse la ragazza astiosa mentre le labbra le se contraevano
sempre di più. Il ragazzo notò quel suo piccolo riflesso involontario e ne
rimase piacevolmente colpito, donava al volto già bello della ragazza una nota
di infantilità ma allo stesso determinatezza che la rendeva irresistibile. Ma
Neal cercò di non perdersi di nuovo nei pensieri, scosse la testa e si affrettò
a rispondere: “Innanzitutto sapere perché non hai nemmeno provato a negare di
essere tu la Valerie del Galà…”
“Bè perché avrei
dovuto negarlo? Non ho fatto niente di male…” rispose
con tranquillità e con un espressione innocente stampata sul volto, sapeva che
l’F.B.I. non aveva niente in mano per incastrarla: eccetto alcune foto poco compromettenti,
niente che sarebbe valsa una condanna in tribunale.
“Oh certo
sono state le tue amiche ha fare il lavoro per te, questa volta. Ma quando
avete preso il diadema di Josè o le statuette etrusche sono sicuro che anche tu
hai contribuito.” Continuò Neal, non perché volesse estorcergli una
confessione, di sicuro del loro incontro non ne avrebbe fatto parola con Peter,
ma voleva sentir ammettere dalla ragazza che lui aveva ragione.
“Non so proprio
di cosa tu stia parlando.” Replicò fingendosi tranquilla Roxy mentre le sue
labbra continuavano involontariamente a contrarsi. “Hai altro da dirmi o posso
andare?”
“In realtà
si. Devo dirti un’ultima cosa.” Azzardò il ragazzo fermandosi qualche secondo
tra una frase ed l’altra ad osservare la ragazza “Volevo complimentarmi con
voi, sarà un bel lavoro prendervi” concluse concedendo alla rossa il suo
ammaliante sorriso. La ragazza lusingata dalle parole del giovane decise di non
rispondere ma non riuscì a fermare il largo sorriso che le era comparso sulle
labbra, riprese a camminare passando alle spalle del giovane che rimaneva fermo
a guardarla magari in attesa di una risposta, e riprese la strada senza dire
una parola ma con una strana sensazione che le mordeva il cuore.