Instants cachés
Iris - Goo Goo Dolls
Se qualcuno fosse entrato in
quell’esatto momento, non avrebbe saputo giustificare il motivo per cui
lui e Lars se ne stavano persi in atteggiamenti
decisamente intimi.
L’amico era andato a
trovarlo per farsi una birretta in sua compagnia e, beh… poi la
situazione era un po’ precipitata, già.
Non era colpa sua se quel cretino
l’aveva fissato con quella sua solita faccia da adorabile idiota
che si ritrovava e lui aveva sentito l’irrefrenabile voglia di baciarlo!
No, non era a lui che dovevano
dare la colpa, ma a quel deficiente, questo era poco ma sicuro.
Stupidi
ormoni…
E poi era stato lui ad implorarlo
di continuare, quando si era scostato!
Dai, era palese: era un uomo
innocente, vittima di quella Circe vichinga da strapazzo, su.
La risata di Lars
lo fece riprendere dal vortice di pensieri in cui si era perso: lo sentiva
ridacchiare dal soggiorno, dove si era spostato senza farsi notare.
Una volta raggiunto, lo vide
sghignazzare senza alcun ritegno, mentre impugnava un libro.
Anzi, il libro.
-Kirk, lo sapevi che la patata
è simbolo di benevolenza? Effettivamente come ragionamento non fa una
grinza, è stato furbo l’autor-
-Posa quel libro.-
Il batterista lo fissò con
sguardo interrogativo, ma non fece in tempo ad aprir bocca.
-Ho detto di mettere via quel
libro, Lars…-
-Qualche problema, amico?- gli
chiese l’altro irrisorio, sventolandogli la copertina sotto gli occhi.
-Fanculo, vattene subito!- gli
ringhiò il moro per tutta risposta, strappandogli il volume dalle mani e
spingendolo fuori dalla porta, che richiuse a chiave con una violenza ai limiti
dell’immaginabile.
Tornò sui propri passi e
afferrò il libro, accarezzandone la copertina scura.
“Il linguaggio dei fiori” recitava il titolo, e Kirk
giurò di aver sentito librarsi da quelle pagine un profumo a lui
conosciuto, un misto di lavanda, dopobarba e fumo.
Si trattava forse di un messaggio?
Lars se ne stava seduto sul
pianerottolo, le gambe portate al petto e un broncio infantile dipinto sul
volto: non si sarebbe mosso di lì finché quel cazzone
non gli avesse aperto la porta e fornito delle spiegazioni sufficientemente
convincenti.
Avrebbe aspettato ore ed ore,
perché era certo che gli avrebbe aperto, prima o poi.
Doveva
farlo.
Nel frattempo, Kirk osservava malinconicamente
l’iris sul comodino, un ricordo ormai sfiorito del tutto, mentre grandi
occhi chiari si sovrapponevano a due iridi più profonde, che non
incrociava da mesi e mesi.
[395]
And all I
can breathe is your life
Non potevo non
concludere con una “drabble” che non
raggiungesse la lunghezza della “Divina Commedia” TROLOLOLOL
Beh, che dire?
So che questa
doveva essere una Kirk/Lars, ma non riesco a pensare
a Hammett senza Burton, chezz, ç_ç
Comunque volevo
spiegarvi la faccenda dell’iris: questo fiore significa
“messaggio”, mentre la patata è veramente il simbolo della
benevolenza LOLOLOLOLOL
Ci stava il doppio
senso lì, scusatemi ma ci stava veramente :D
Ecco, ci tenevo a
precisare questa cosa perché sono una grande appassionata del linguaggio
dei fiori e anche perché non voglio piantarla di scrivere le note a
questa drabble, perché significherebbe sancire
la fine di questa raccolta çç
Ci sono
affezionata, già già. :’)
Non ho altro da
aggiungere: voglio solo ringraziarvi per avermi sopportato durante tutto questo
tempo e dirvi che vi adoro, sia che abbiate commentato sia che siate state
delle insaziabili lurkers. (se fate parte della
seconda categoria, don’t worry: sono
comprensiva nei vostri confronti, dato che sono la prima a comportarmi in
questo modo TROLOLOLOL)
Ah, a momenti mi
dimenticavo! Un ringraziamento speciale va a natalia, che mi ha sostenuto in
quest’ultimo sforzo creativo, che io reputo tuttora poco soddisfacente.
Se non ci fossi tu, tesorino mio! <3
Bacioni e grazie
ancora per tutto,
Dazed;