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Autore: Buildingalife    03/02/2012    4 recensioni
Aspira, espira, fumo che vola via.
Solo quello?
Silenzio.
Piede mosso, vaso rotto.
Mondo crollato addosso.
Ma la ragazza non ricorda.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Voglio lottare per qualcosa.” mi ritrovai a dire in mezzo alla stanza, con la ciotola in mano.
“Cosa vorresti dire?”
“Non sto combinando nulla. Non ho uno scopo. E’ come se non stessi vivendo! Me ne accorgo solo adesso… Se fosse così per sempre? Non voglio rimanere intrappolata. Dentro di me, qualcosa sta tentando di uscire.  Non voglio rimanere intrappolata. Non voglio.”
“Mantieni la calma…” disse lui tranquillo.
“Fottiti tu e la tua calma.”

Non so perché lo dissi.
Quel qualcosa dentro di me stava diventando un mostro, mi faceva dire cose che non volevo dire.
Andai in camera mia, sbattei  la porta.
Urlai.
Un urlo prolungato.
Misi tutta la mia forza dentro quello.
La voce non finiva.
Continuai.
Soffrivo.
Ancora stavo urlando.
Finché non mi lacerai.
Crollai sul mio letto.
“Tu mi ami?” chiesi senza pensare.
Mi guardò rimanendo fermo accanto alla porta, evidentemente aveva paura di qualche altro mio urlo.
“Mi ami?” chiesi con una voce bassa e roca, come se fossi disperata.
“Io?”
“Si, con chi parlo sennò? Sarò smemorata, ma non sono matta.” Forse.
“Sì.”
“Bene.”
Ne avevo bisogno. Avevo bisogno di sapere che nonostante la mia confusione in quei giorni, su qualcuno potevo contare, e se qualcuno ti ama, si prende cura di te, no?
Una lacrima. Due lacrime.
Gocce che scorrevano frettolosamente sulle mie guancie, senza fine.
Quelle gocce erano fragili, come me.
Erano cristalline, e mentre scendevano nulla le ostacolava.
Io ero cristallina. Ero troppo “piccola” (si intende da quando ero rinata) per essere macchiata già da qualche peccato che avrebbe alterato la mia cristallinità.
Era il nulla che le ostacolava che le rendeva diverse da me.
La memoria mi ostacolava.
Cos’era successo di così terribile da tormentarmi?

“Non ce la faccio più.”
“Rivivrai.”
“Cosa vorresti dire?”
“E’ difficile. Rivivrai. Fidati di me, arriverà il momento in cui le cose cambieranno. Sarai pronta a sapere la verità.  Sarai pronta ad affrontare tutto quello che ti circonda. Sarai pronta a respirare un’aria nuova.” Fece un lungo respiro e riprese: “Ma non puoi affrontare tutto ciò da sola. Ricordati che ti amo, che io ci sono, e che puoi dirmi tutto ciò che vuoi. Ovviamente ciò non vuol dire che tu mi debba amare.”
Disse l’ultima frase abbassando lo sguardo.
Perché pensava che il suo sentimento non fosse contraccambiato?
Come potevo non amarlo?
Lui c’era sempre.
Neanche mia madre era così presente nella mia vita.
Scoppiai in una risata fragorosa.
“Che è successo?” mi chiese sorridendomi.
“Puoi ripetere l’ultima frase?”
“Che è successo…?” chiese stupito.
“No, prima.”
Gli prese lo sconforto.
“Ovviamente ciò non vuol dire che tu mi debba amare…” disse a bassa voce.
Mi sembrò di sentire il modo gelido in cui il suo cuore si spezzò. Come vetro.
Iniziai a scuotere la testa.
Ripresi a ridere.
“Mi potresti spiegare?” disse lui con tono nervoso, guardandosi attorno.
“Vuoi che sia sincera? Se sì, allora ti dirò che ti amo anche io. Per quanto possa saperne. Mi sento ancora una ragazzina piccola, appena rinata, e quello che provo per te è il concetto di amore che ho sviluppato. Ma non saprò mai se è questo quello che viene chiamato amore. Può essere di più, come può essere di meno. No, di più non può essere. Ti dirò solo che per quello che vale per me, ti amo anche io. Non sei svanito, sei concreto, sei qui per me. Io sono qui per te, è questo ciò che conta.”
“Mi dispiace.” sussurrò al mio orecchio.
“Per cosa?”
“Per ciò che è successo.”
Non gli feci domande, capivo che una risposta non sarebbe arrivata.
Mi abbracciò.
Non volevo andare da nessuna parte, volevo rimanere lì per sempre.
Senza che me ne accorgessi, l’Inconscio mi rapì, e non potei sfuggire.
Davide lo capì, mi fece stendere sul letto, senza mollare la presa, e dormimmo così.
Quella notte non ci furono fantasmi.
   
 
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