Sakura Kinomoto si era svegliata alle sei e un quarto, quella mattina. Era scesa in cucina a fare colazione e con sorpresa trovò Toyua Kinomoto che preparava la colazione. Si era seduta al suo solito posto e fu salutata malignamente da suo fratello, che ogni volta la chiamava mostro. Forse avrebbe continuato fino quando la sua sorellina non sarebbe diventata maggiorenne. Come al solito, Sakura si era arrabbiata, ma aveva mangiato ugualmente la colazione che il fratello le aveva posto. Dopo era andata in bagno a lavarsi e infine era salita nella sua adorata cameretta a vestirsi.

- Sakura, non ti sembra un po’ presto per alzarti?- domandò sbadigliando Kero-chan.

- No…- rispose vaga Sakura.

- Insomma, sono le sei e mezza della mattina e tu mi dici che non è presto? Hai qualche rotella fuori posto?- esclamò sbalordito il Guardiano.

- Ma sai che giorno è oggi?-

- No. Che giorno è?-

- Oggi torna Shaoran da Hong Kong per trasferirsi qui!- esclamò raggiante Sakura.

- Ahhhh! Ora capisco tutto. Certo, se c’è di mezzo il cinesino, non posso biasimarti!- e ridacchiò sotto i baffi. Sakura gli fece la linguaccia:- Sei solo geloso che io abbia una persona che mi vuole più bene del mondo intero!-

- Tsk! Femminucce. Pensano solo al moroso. Noi maschi siamo più forti e meno romantici. Guarda che risultati!- e mostrò i flosci muscoli che potevano permettere le piccole braccia di Kero-chan.

- Figuriamoci!- scosse la testa Sakura. - Ad ogni modo, è meglio questo vestito o quest…- ma si dovette interrompere perché il suono del campanello della porta la richiamava.

- Vado io!- esclamò Sakura, sapendo bene di chi si trattava. Quando fu davanti alla porta, l’aprì, girando il pomello d’ottone.

- Ciao, Sakura- disse la melodiosa voce di Tomoyo, quando Sakura le aprì la porta.

- Ciao, Tomoyo! Accomodati pure!- e si fece da parte per farla passare. Tomoyo si fermò alle spalle di Sakura, e mentre quest’ultima si girava, la mora tirò fuori da una borsa bianca un bellissimo vestito azzurro.

- Sakura, mi sono permessa di prepararti questo vestito. Sai, per un avvenimento così importante ci vuole un abito adatto- e lo porse a Sakura. La ragazza, quando ce lo ebbe in mano, se lo portò di fronte con le braccia e lo squadrò ben bene: il vestito era composto da una maglietta senza maniche turchese adornata sul petto da tante stelline gialle e l’orlo della maglietta era tutto ondulato e rivestito di piccoli pendenti tutti diversi. Poi c’era la gonnellina blu che arrivava fino a mezza coscia e l’orlo di anch’essa era ondulato, ma molto di più della maglietta, formando pieghe leggere. Sul fianco della gonna era stata ricamata una stella molto grande di un giallo ocra molto acceso. Infine la gonna era circondata sulla vita da una fine cintura in pelle bianca piena di brillantini.

- Tomoyo, sei stata bravissima, il vestito è stupendo, ma non dovevi!-

- Ma io non mi stanco! Sono felicissima di cucirti nuovi abiti e naturalmente sono ancora più contenta di poterti riprendere con questo vestito. Ma ovviamente, se tu non vuoi, lo riporterò a casa e lo terrò da parte per una prossima occasione. Però è un peccato, perché avresti fatto bella figura con Shaoran e… per una volta ne ho fatto uno anche per me. Molto simile al tuo, ma è rosso ed al posto delle stelle ci sono delle lune blu… ma se proprio non vuoi…- mormorò cercando di convincere l’amica Tomoyo.

- Ma no, Tomoyo! Io intendevo che hai perso tanto tempo libero per farmi un vestito così bello, e tu non vuoi neanche una ricompensa, qualcosa in ricambio… sei sempre così gentile e…- esclamò cortesemente Sakura.

- Sakura, a me basta che tu ti faccia riprendere dalla mia telecamera, poi non potrei essere più felice! Davvero!- sorrise Tomoyo.

- Allora me lo metto. Se tu vuoi solo riprendermi… sei sicura che non c’è altro che desideri?-

- No. Nessuna cosa. Bè… forse a pensarci bene dovresti metterti anche questo elastico per i capelli, questa collana e questi braccialetti- disse, tirando fuori dalla borsa un elastico azzurro adornato con perline trasparenti e lo legò intorno ai capelli di Sakura, messi in modo da sembrare una coda da cavallo. Poi tirò fuori due braccialetti rossastri ricoperti di cianfrusaglie molto carine e ne mise uno per braccio. Infine prese una collana di stoffa azzurra e la legò intorno al collo di Sakura, facendola aderire alla gola ed in modo che la stellina che spiccava sulla collana fosse in bella vista. Poi si allontanò da Sakura per vederla bene.

- Ti stanno benissimo. Ora mettiti quel vestito e sei a posto!- esclamò felice Tomoyo. Salirono le scale e si rintanarono nella camera della ex Cattura Carte. Quando Sakura finì di vestirsi, Tomoyo applaudì in segno di approvazione, poi tirò fuori dalla borsa la sua inseparabile telecamera e iniziò a riprendere Sakura, mentre Kero-chan volteggiava davanti alla telecamera esibendo il collarino azzurro che Tomoyo gli aveva preparato apposta. Dopo anche Tomoyo si mise il vestito rosso che si era fatta furono finalmente pronte.

- Sono appena le sette… cosa volete fare?- domandò Kero-chan.

- Bè, sicuramente non andare all’aeroporto a quest’ora! Vado a vedere se Toyua è già andato al lavoro!- e scese le scale accompagnata da Tomoyo.

- No, non c’è. Allora chiedo un passaggio a mio padre: dobbiamo andare a prendere anche i nostri amici!- concluse Sakura.

- Sakura, calmati!- esclamò Tomoyo.

- Già. Sei tutta trafelata! Capiamo che stai per rivedere Shaoran, ma non è mica Brad Pitt!- aggiunse Chiharu.

- Forse è di più di Brad Pitt…- mormorò ansimante Sakura.

- Sakura, agitarsi non ti servirà a niente. Stai composta, non balbettare e con quel vestito farai sicuramente bella figura! A proposito, Tomoyo, non ti ho ancora fatto i complimenti per la riuscita dell’abito! E’ stupendo!- disse Rika.

- Grazie Rika!- ringraziò Tomoyo.

- Sakura, ti stai consumando tutte le unghie!- esclamò Naoko.

- Sapete che gli indiani, se si mangiavano le unghie, diventavano piccolissimi e se ne mangiavano un’altra diventavano enormi?- chiese Takashi.

- Per favore, Takashi! Non dire altre stupidaggini!- disse Chiharu, perdendo la pazienza.

- Ma è la verità!- esclamò Takashi.

- Certo, e io sono George Bush!- scherzò Chiharu.

- Sapete che George Bush…- iniziò Takashi.

- TAKASHI!- urlò Chiharu.

- Va bene, sto zitto!- concluse.

- Fra pochissimo sarà qui! Cosa faccio adesso? Cosa faccio?- si disperava Sakura.

- Stai calma, Sakura… tranquilla… non devi sentirti tesa. Vedrai che dopo sarà tutto più normale…- le sussurrò Tomoyo.

- L’aereo proveniente da Hong Kong atterra ora sulla pista numero sei- annunciò una voce di donna all’altoparlante.

- Ecco! Sta arrivando! E adesso?- si agitò ancora di più Sakura.

- Stai calma, Sakura. Ci penso io…- le ripetè Tomoyo.

- Grazie…-

- ECCOLI!- esclamò piena di eccitazione Chiharu.

- Tomoyo…- sussurrò Sakura.

- Sì?-

- Stammi vicino- disse semplicemente Sakura e Tomoyo, comprensiva, le prese la mano. Si avvicinarono ai tre individui che si stavano dirigendo verso di loro, uno di essi sventolava alto la mano, un altro stava composto e l’ultimo continuava ad agitarsi. Sakura gli aveva individuati tutti e tre: Meilin, Eriol e Shaoran. Il suo caro e unico Shaoran. Si avvicinarono. Meilin e Eriol salutavano tutti allegramente, mentre Sakura e Shaoran erano in disparte, imbarazzati dalla strana aria che aleggiava fra loro. Per spezzarla, Sakura fece il primo passo:- C-ciao Shaoran-

- Ciao… Sakura. E’… da tanto che non ci vediamo…- mormorò il cinese.

- Già…-. A Sakura pizzicavano gli orli degli occhi: stava per piangere. Voleva assolutamente buttare fuori tutto quel peso che teneva rimuginato nel cuore da tre anni. Così fece la cosa più spontanea che riuscì a fare: buttare le braccia al collo di Shaoran.

- Oh, Shaoran! E’ da tantissimo che non ti vedo! Sei cresciuto! Sono così felice di rivederti!-. Shaoran ricambiò l’abbraccio.

- Anch’io Sakura. E finalmente resterò qui per sempre! Sono contentissimo- esclamò. Sakura si staccò per guardargli finalmente quegli occhi castani che aveva sognato per tanto tempo.

- Ehi, ragazzi? Andiamo a portare le valigie a casa mia e poi ci facciamo un bellissimo giretto per Tokyo! Non sto più nella pelle di rivedere questa città!- sentenziò un’euforica Meilin, che costrinse i due ragazzi a ricongiungersi al gruppo. Dopo aver fatto un salto a casa Li, i nove ragazzi si avviarono verso il parco del re pinguino, dopo varie opposizioni di Sakura e Shaoran, ai quali gli amici non sapevano dare motivo… tutti tranne Tomoyo! Lei era sicura come era sicura che si chiamava Tomoyo che lì Sakura e Shaoran avevano trascorso un pomeriggio abbracciati l’un l’altro e non volevano diventare paonazzi mentre ricordavano il momento, molto vivo se visto proprio nel posto esatto. Dopo essere passati dal parco del re pinguino, il quale non era cambiato di un millimetro in tre lunghi anni, passarono dal chiosco dei gelati lì vicino e presero un cono gelato a testa. Poi, visto che il cielo tendeva ad imbrunirsi, i nove amici si congedarono e ritornarono alle rispettive case.

- Allora, com’è rivedere Shaoran dopo tre anni?- domandò Tomoyo, affiancata da una Sakura, il quale volto assunse il tipico colorito di chi è imbarazzato.

- Ehm… bé…-. La mora sorrise:- Ho capito: non ci sono parole per descriverlo-. Sakura arrossì ancora di più.

- No, no! Non è per questo! E’ solo che… va bé, è bellissimo rivedere Shaoran e Shaoran è bellissimo anche in sé! E’ bellissimo abbracciarlo ed è bellissimo passeggiare con lui!- gridò Sakura.

- Wow, che sfogo! Capisco che Shaoran ti piace ma fino a farti fare un urlo così…- scherzò Tomoyo.

- Sai, amica mia? Mi sento meglio! E… non ti ho ancora ringraziato degnamente di essermi stata vicino in quei momenti difficili!-

- A questo servono gli amici! Devono essere sempre presenti quando un tuo amico è in difficoltà!- sorrise raggiante Tomoyo.

- Oh, Tomoyo! Se non ci fossi tu…- e si sporse per abbracciarla più forte che poteva. Tomoyo le accarezzò dolcemente il capelli castani.

- Stai serena, Sakura. Ogni giorno è speciale, ed ogni difficoltà si supera sempre!-

- Grazie… me lo ricorderò….-.

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor