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Autore: Shade Owl    07/02/2012    3 recensioni
L'Alleanza delle Ombre avrebbe dovuto essere sconfitta, e la Convergenza che sgretolava la barriera fermata. E così è stato: il Pentacolo, sotto la guida di Timmi, ha salvato il mondo dalla distruzione e spazzato via l'Alleanza, nonostante il Tredicesimo Membro, che ne era capo, sia riuscito a sopravvivere. In teoria, a parte questa piccola pecca, ci sarebbe di che festeggiare, specie considerando che Nadine è rimasta incinta.
Ma così non è: il Tredicesimo Membro ha manipolato tutti, dai suoi vecchi compagni fino ai Custodi dell'Eden e, con l'aiuto di Marcus, ha risvegliato l'Anticristo.
E l'Anticristo è in realtà Demon, colui che un tempo fu il più feroce avversario della famiglia di Liz e nemesi di Daniel, l'unico avversario che entrambi sembrano temere veramente. I suoi poteri sembrano illimitati, e nessuno, a suo dire, è in grado di fermarlo.
Quarto e ultimo capitolo della serie Sangue di Demone.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Il mondo che accoglieva i Cancelli del Male era, di tutti quelli esplorati, il più oscuro e il più cupo. Forse in origine non era così. Magari, molto tempo prima, c’erano alberi, e praterie a perdita d’occhio, e animali d’ogni tipo.
Purtroppo, nessuno era in grado di dirlo con certezza poiché non c’era nulla che permettesse di intuire un passato simile: il suolo di quell’intero pianeta era fatto di pietra. Un’enorme, sconfinata distesa di roccia morta, levigata dal tempo e dalle intemperie, priva di laghi o fiumi che ne spezzassero la monotona continuità.
Il cielo era invisibile. Nessuno aveva idea di come fossero le costellazioni, sempre che ci fossero delle stelle oltre l’eterna coltre di spesse nuvolacce nere che avvolgevano quella sfera di pietra che era il pianeta. Ogni tanto, con un rombo lontano, una breve saetta baluginava tra i nembi, o pioveva a terra fino a spaccare il suolo.
Non c’era luce, esclusa quella dei lampi, e la notte proseguiva perenne in quel posto infame e gelido. Nessuno andava mai fin lì senza un motivo valido, che poteva essere solamente di due tipi: o voleva isolarsi da qualsiasi altro essere vivente (ad eccezione dei demoni) o vi era stato spedito per punizione da un’alta carica magica.
Le uniche eccezioni alla regola erano rappresentate da un laboratorio segreto, situato nel sottosuolo, dove un Elfo di nome Loran studiava nuovi modi per incrociare magia e tecnologia, e dal nutrito gruppo di Cacciatori di Demoni che, da ormai molti anni, facevano la guardia ai Cancelli del Male per evitare che si aprissero una seconda volta.
Essi erano situati sotto a un’enorme montagna, la cui cima arrivava quasi a sfiorare le nuvole, chiamata Guardia di Cancello. L’ultima volta che Demon aveva aperto quell’antica prigione, il Demone Sovrano era sceso sulla terra, aveva distrutto ogni resistenza e soggiogato tutti quelli che erano rimasti, umani o magici che fossero.
Tutto ciò Liz lo sapeva perfettamente. La storia insegnava a chiare lettere cosa accadde, il giorno in cui il la creatura oltre i cancelli trovò la libertà, causando quasi la fine della sua stessa famiglia.
Era in cima alla cinta muraria che era stata eretta davanti all’entrata della grotta dei Cancelli del Male, oltre la quale c’era l’accampamento dei Cacciademoni.
Al suo fianco c’era Trys, che si era appoggiato alle pietre per osservare il paesaggio di fronte a sé, alla luce di decine e decine di lumi magici disposti a intervalli regolari alcuni metri più in là. In vita sua non l’aveva mai visto tanto serio. Darth stava arrivando in quel momento, le mani affondate nelle tasche e l’espressione torva.
Il freddo pungente mordeva la pelle della strega, tramutando in nuvolette gelide il suo fiato. Trovava difficile non tremare, essendosi precipitata lì senza nemmeno andare a prendere qualcosa di più pesante per coprirsi, ma non osava consumare le proprie energie per rimediare, anche se si trattava di una cosa semplicissima: Demon era in arrivo, e voleva farsi trovare nel pieno delle forze.
Darth, al contrario, non si fece alcun problema a far comparire un maglione multicolore.
- Tieni.- le disse, avvicinandosi e tendendo l’indumento.
- Eh? Ah, sì…- disse lei, distrattamente, prendendolo - Grazie.-
- Multicolore?- chiese Trys, scrutandolo con la fronte aggrottata - Ma che carino…-
- Sì… è il primo che mi è venuto.- si giustificò il Templare, con aria seccata - Se credi di poter fare meglio accomodati.-
- Non è che ci voglia granché…- grugnì il Folletto, sarcastico - Pensi a un colore ed è fatta. Cos’è, ti manca l’immaginazione?-
Era la prima volta che li sentiva battibeccare sul serio. Liz aggrottò la fronte, mentre la testa le spuntava dal colletto, e vide che Trys la stava fissando accigliato; tuttavia, distolse lo sguardo non appena incrociò il suo.
- Che c’è?- chiese sorpresa - Cosa avete voi due?-
- Niente.- sospirò Darth, incrociando le braccia e scrutando l’orizzonte - La tua bisnonna amava i maglioni come quello.- aggiunse, quasi a malincuore.
Liz lo guardò, poi riportò gli occhi sul Templare.
- Davvero?-
- Sì.- disse cupamente Trys - E il fatto che voi due siate diverse solo per gli occhi non migliora il mio umore.-
Liz gli mise una mano sulla spalla, sorridendo con gentilezza.
- Dai, Trys… Lara se n’è andata per una malattia…-
- Che si è beccata per aver represso i poteri di Armageddon.- sbuffò lui - Cosa che fece dopo averli usati per rallentare i Guardiani e salvarci la pelle. È morta per noi, ecco come la penso.-
Darth le fece cenno di non insistere: Trys non avrebbe cambiato opinione.
Oltre a loro tre, sulle mura c’erano la totalità dei Cacciademoni stanziati in quel posto, oltre a Raven e Skin, che avevano prontamente interrotto le ricerche in cui erano impegnati per correre ad aiutare. In più, erano accorsi anche una mezza dozzina di agenti abilitati e una decina di Templari prestati gentilmente dal Gran Maestro dell’ordine.
- Non riesco a vedere niente.- disse Trys dopo un po’ - Ho sempre detestato questo posto anche per il buio.-
- Bhè, allora darò un’occhiata io.- disse Liz, chiudendo gli occhi.
Non intendeva usare incantesimi di illuminazione, anche se avrebbe potuto benissimo riplasmare quel mondo fino a far splendere il sole, con i poteri che aveva. In realtà, avrebbe fatto ricorso ad una diversa capacità che l’Evocatore le aveva insegnato quando era ancora ragazzina.
L’Occhio della Mente le restituì un’immagine più netta di quanto lo sguardo fisico non potesse fare: i contorni degli oggetti e delle persone attorno a lei si stagliarono nella sua testa, mostrandole sagome scure di tutto quello che la circondava. Sapeva usare quel potere con molta più destrezza di chiunque altro in tutto il mondo magico, grazie all’estremo utilizzo che ne aveva fatto in passato.
Un tempo aveva odiato quella tecnica, poiché era il solo modo che aveva per riuscire a vedere: all’età di quattro anni, quando i suoi genitori erano morti, Demon le aveva fatto un altro piccolo regalino, accecandola con una magia.
Per dieci anni non aveva visto un solo, maledettissimo colore, arrivando quasi a dimenticare come fossero. Era durata fino a che Daniel non era diventato Custode dell’Eden, acquisendo il potere di guarirla.

Fece spaziare la vista magica nei dintorni delle mura alla ricerca dell’odiato nemico, senza riuscire a trovarlo. Se era davvero in quel mondo non si era ancora avvicinato a loro, o almeno se ne rimaneva in disparte, visto che era già stato avvistato in precedenza.
Nessuna sorpresa, dopotutto: Demon era sempre stato un vigliacco. Ovvio che si stesse nascondendo.
Dove sei? Pensò con rabbia. Fatti vedere, maledizione!
Aumentò progressivamente il raggio d’azione dei suoi poteri, scandagliando un’area sempre più vasta, ben decisa a scovarlo il prima possibile per togliergli il vantaggio della sorpresa.
Lo trovò dopo pochi minuti, ben oltre la vista di tutti i suoi compagni.
Demon se ne stava da solo, in piedi, le braccia conserte e un’espressione di sincero interesse sul volto, ma aveva gli occhi chiusi. Probabilmente stava facendo la stessa cosa di Liz, ovvero usando la magia per osservare tutti loro a distanza.
I suoi sospetti furono ben presto confermati dal suo sorriso sardonico, mentre le labbra si dischiudevano per formare parole delle quali non sentì il suono, pur capendole perfettamente:
- Buonanotte, Elizabeth.-
Un attimo dopo era scomparso. Non ebbe bisogno della magia per indovinare dove si fosse materializzato. Né, tantomeno, delle grida di allarme e avvertimento lanciate da tutti i presenti.

***

Liz non aspettava altro: si proiettò fuori dalla cinta muraria, proprio di fronte a Demon, che non aveva né cambiato espressione né modificato la propria postura. Sopra di sé udì distintamente i richiami di Trys e di Darth, ma li ignorò: sperava solo che non si muovessero di lì. Avrebbero solo limitato i suoi movimenti, in caso contrario.
- Demon.- disse, guardandolo negli occhi.
- Elizabeth.- sorrise lui - Ma che piacere rivederti. Ti trovo bene. Sei cresciuta, e sei anche molto bella. I miei complimenti. Vent’anni fa non avrei mai pensato che saresti arrivata a vivere tanto a lungo.-
- Mi fa piacere di averti deluso.- rispose - Peccato però che anche tu abbia deluso me.-
Demon abbassò lo sguardo, ridacchiando piano.
- Oh, così mi ferisci.- replicò - Davvero, smettila.-
- Cosa pensi di fare, riaprire i Cancelli?- sbottò la strega - Così magari potrai contare ancora una volta sul Demone Sovrano e perché no, su Armageddon?-
- A dire il vero, non mi interessa nessuno dei due. Non a me, almeno… è più che altro una sorta di favore.- ammise - E poi, è un mese che mi esercito, e adesso devo testare i miei limiti. Mi sono detto: come posso mettere in pratica questi poteri, ora che so di poterli usare? Dopotutto ho già sconfitto i migliori guerrieri magici di questo tempo, quindi chi rimane? E poi mi sono venuti in mente i nostri vecchi amici... ormai saranno loro i Custodi dell’Eden, dico bene?- si guardò attorno, incuriosito - Dove sono, adesso? Si nascondono?-
Lei non rispose, serrando con forza i pugni.
- Forse è meglio che ti faccia da parte.- proseguì Demon - Sei sola. Non puoi farcela. Se dovessimo combattere, il terreno cambierà colore.-
- Non preoccuparti di questo.- rispose Liz - Puoi dirmi quello che vuoi, perché il risultato non cambia: io non mi sposto.-
Demon le scoccò uno sguardo quasi famelico, mentre un sorriso rapace gli incurvava le labbra.
- Sì, Liz. Il risultato non cambia.-

Demon non si era ancora mosso, ma già le mani e parte delle braccia di Liz erano diventate di un bianco intenso, talmente forte da abbagliare. La luce che si propagò da lei riuscì a schiarire le impenetrabili ombre tutto intorno a lei. Le sue dita formicolarono per l’immensa quantità di magia, e un improvviso vento caldo, assolutamente fuori posto in quel mondo, spazzò via polvere e sassolini.
Senza dare il tempo all’avversario di rendersi conto di cosa stava succedendo, Liz aveva già fatto scattare le mani verso di lui. Una coppia di aloni gemelli lo colpì e lo avvolse, vorticando attorno a lui fino a intrappolarlo in una sfera lucente, da cui emanava talmente tanta energia da spaccare la pietra sotto di sé.
Alle sue spalle frecce magiche, proiettili, incantesimi, le granate di Trys e le polveri di Darth vennero lanciate a raffica, producendo esplosioni, fiamme, saette e folate di vento a non finire, che andarono ad aggiungersi al già enorme potere magico di Liz.
Ma lei si accorse praticamente subito di avere fallito l’attacco: sentiva chiaramente Demon lì, nel bel mezzo di tutto quel macello, la sua scintilla vitale perfettamente intatta, vigorosa. Nonostante tutto, non sentiva neanche dolore.
A riprova di ciò, dalla sfera lucente uscirono due guizzanti serpi color nero puro, simili a drappi di velluto, strisciarono nell’aria verso di lei, avvolgendole i polsi prima che potesse evitare il contatto, interrompendo l’attacco, che si dissolse in poco tempo. Fu sollevata verso l’alto, le gambe ciondoloni, e i suoi compagni furono costretti a smettere per paura di colpirla.
Demon aveva le mani levate, e da lì provenivano i due tentacoli di oscurità. Fece una smorfia divertita mentre la nube di polvere sollevata dalle esplosioni si diradava, osservandola mentre scalciava nel tentativo di spezzare la presa delle fasce di tenebra che la trattenevano.
Non pareva intenzionato a fare niente di più: stava ancora giocando.
Furente, Liz decise di impegnarsi sul serio, richiamando tutto il potere che aveva adoperato diciannove anni prima contro i Custodi dell'Eden.
La luce questa volta sgorgò da ogni centimetro del suo corpo, sostituendosi alla sua stessa pelle, dandole un aspetto quasi liquido e, al tempo stesso, solido e liscio. L’intensa forza della magia che la percorse fu tale da consumare i legami neri dell’avversario, liberandosi i polsi. Non ricadde a terra, apparentemente priva di peso, e cominciò a risplendere con la forza di una stella. Demon si riparò gli occhi per evitare di essere abbagliato, e lo stesso fecero tutti gli altri sulle mura.
Darth e Trys sapevano cosa stava per accadere, poiché l’avevano già visto. Intimarono immediatamente a tutti i loro compagni di ripararsi, costringendoli a chinarsi oltre gli orli di pietra dei bastioni, mentre i raggi lucenti che si propagavano da Liz tagliavano tutto quello che incontravano, scavando profondi solchi come un coltello caldo nel burro.
Le scie di luce trafissero Demon, e quelle che non erano cadute troppo lontane da lui si spostarono come lame di forbici, tagliandogli carne e ossa.
Infine, una minuscola scintilla, poco più di un lumicino, si staccò da Liz e si accostò pigramente a Demon, fino ad entrargli nel petto.
Una tremenda esplosione di luce scosse l’aria e il terreno, spazzando via tutto ciò che non era inchiodato per oltre tre chilometri, producendo un boato da far paura. Le vibrazioni sollevarono il suolo roccioso come acqua di mare, spaccandolo.
Poi tutto si acquietò, e rimase solo una nube di polvere e schegge.

Liz ridiscese a terra, spegnendosi. Il colpo era andato a segno, ma ancora una volta sentì di avere fallito: Demon era ancora vivo, ne percepiva la forza con la stessa chiarezza di prima. E non solo, poiché già da molto tempo aveva chiuso gli occhi per osservarlo, tramite l’Occhio della Mente.
Non aveva segni addosso. I vestiti erano strappati e bruciacchiati, il mantello tagliato e sfilacciato, ed era coperto di polvere. Ma non era neanche ferito.
Riaprì gli occhi e alzò le mani, prima che il polverone sparisse di nuovo. Non aveva altra scelta, doveva usare la magia meno consigliabile per le battaglie prolungate. Era la sola arma che le restasse, ma anche la più potente ed estrema della sua famiglia, da usare una sola volta in ogni combattimento, quando si era sicuri di vincere, poiché le avrebbe tolto ogni forza.
Dalle sue mani sgorgò nuova luce, stavolta calda e di puro oro, e nastri dorati si dipanarono dalle sue palme, fendendo la nube. Anche se non riuscì a vederlo, seppe che si erano avvinghiati ai polsi, al collo, alle gambe e alla vita di Demon, bloccandogli ogni movimento e costringendolo ad esporre il petto. Una lancia d’oro venne poi scagliata contro di lui, sparendo nella polvere, diretta contro il suo cuore.
Liz udì distintamente il rumore di qualcosa che penetra la carne, e una attimo dopo completò la magia.
La luce nelle sue mani si intensificò, diventando ancor più forte di quella che aveva generato nel suo precedente attacco. A differenza di prima, avrebbe lasciato indenne tutto ciò che era inanimato, ma avrebbe dilaniato qualsiasi avversario con la facilità che aveva un leone nel divorare la preda. Divenne tanto potente che illuminò a giorno un tratto di territorio nel raggio di molti chilometri, e consumò ogni stilla di energia rimasta nel corpo di Liz, che sentì gambe e braccia farsi di piombo.
Sfinita, si accasciò al suolo prima ancora che la luce avesse iniziato a spegnersi, ma si costrinse subito a tornare in piedi per guardare bene il proprio operato.
Rimettersi eretta fu estremamente difficile: le gambe si rifiutavano di risponderle, i muscoli rigidi e doloranti, le ginocchia deboli e molli. Fece forza con le braccia, ma anche quelle erano preda di forti crampi che la immobilizzarono quasi del tutto.
Alla fine, più per forza di volontà che altro, si ritrovò in piedi, mentre la luce si affievoliva progressivamente. Quando le fu di nuovo possibile vedere, scoprì che di Demon non era rimasto più niente: un cratere dovuto alla forza dei suoi colpi si apriva qualche metro più avanti, ma non c’era traccia di lui. Questo poteva significare due cose: o era scappato, o era morto. L’incantesimo, dopotutto, consumava chiunque ne venisse investito fino a farlo scomparire, e quindi era possibile che avesse avuto effetto. Forse era riuscita a ucciderlo.
Ma un grido di avvertimento le giunse alle orecchie, intimandole di voltarsi; sentiva la testa leggera, le membra pesanti, e le sue reazioni erano rallentate dal massiccio uso della magia che aveva fatto, così non fece in tempo: una mano le calò sulla spalla, mentre attraverso il tessuto del maglione sentì un guanto metallico appoggiarsi alla parte più bassa della sua schiena, premendovi sopra con gentilezza. Strinse i pugni e i denti, furente, mentre lacrime di rabbia le scendevano lungo le guance. Aveva fallito.
Un lieve bacio le toccò il collo, poi una voce parlò molto piano al suo orecchio:
- Come ho già detto…- sussurrò Demon - … buonanotte, Elizabeth.-
Poi fu solo dolore.

Fine capitolo due. Ringrazio Ely79 e NemoTheNameless, che mi hanno già lasciato le prime recensioni di questa storia.

   
 
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