PROVA ANDATA IN FUMO
 
 

“Cos’hai per me Abby?”
“Tu e tuo padre avete il dono di leggere nella mia mente? Perché io… Signor Gibbs!”, Abby aveva troncato la frase a metà quando, girnandosi, aveva visto chi era entrato.
“Chiamami Jackson per favore”, rispose lui dopo averla abbracciata.
Kelly tossì per richiamare l’attenzione di Abby.
“Allora?”, chiese.
“Mhm? Ah si! Tu e tuo padre avete il potere di leggermi nella mente? Perché io stavo per chiamarti, oppure sono io che ho il potere di mandarti messaggi che poi il tuo cer…”. Abby stoppò quel fiume in piena di parole allo sguardo truce di Kelly, mentre Jackson le guardava divertito.
“Ma a te non interessa questo, giusto?”, continuò Abby.
“Allora c’è qualcosa che devi farmi vedere o stiamo solo perdendo tempo?”. A quelle parole Abby guardò preoccupata l’amica, non l’aveva mai trattata così.
“Scusa, è che Kort…”. Kelly fece un sospiro furioso.
“Kort  sta portando papà in prigione”, disse stringendo i pugni. Abby la guardò sconvolta ma meno di quanto si sarebbe aspettata Kelly.
“Forse possiamo risolvere la questione prima che ci arrivino”, disse con fare misterioso volgendosi verso il computer.
“Dopo ore che ci passavo sopra sono riuscita ad entrare nel computer di Mikeller e ho trovato una cosa molto interessante”, spiegò mentre Kelly e Jackson la superavano per guardare lo schermo grande.
“…questa!”, disse Abby raggiungendoli. Kelly strinse l’amica in un tenero abbraccio appena vide cosa era apparso sullo schermo. Su di esso infatti era comparsa una cartella chiamata ‘Leroy Jethro Gibbs’
“L’hai copiata sul tuo computer?”, chiese Kelly.
“No, non l’ho ancora aperta, stavo aspettando te”, rispose lei e ritornata alla sua postazione con due click la aprì. A quel punto desiderò davvero di non averlo fatto. Una volta aperto infatti lo schermo iniziò a lampeggiare e nel giro di pochi secondi si spense e da quel che rimaneva del computer di Mikeller salì del fumo. Tutto questo senza che i tre avessero potuto fare qualcosa.
“Che… che è successo?”, chiese Jackson che pur capendoci qual cosina di più di suo figlio sui computer era tutt’altro che un maestro in quel argomento .
“C’era un virus, a quanto pare si è attivato quando abbiamo aperto la cartella e ha.. ha distrutto letteralmente il computer. Mi dispiace”, rispose Abby guardandoli con faccia abbattuta.
“Non è stata colpa tua Abby non ti preoccupare. Riusciremo a scagionare mio padre anche senza quella cartella”, cercò di confortarla Kelly convinta. Abby si limitò ad annuire.
“Ora vai a casa che è tardi e magari accompagna anche mio nonn..”
“eh no, Kelly!”, intervenne Jackson.
“Sono  venuto qui per aiutare Leroy, non per andare a casa a dormire!”. Abby intanto annuiva con forza approvando le sue parole.
“Ok,  ok”, si arrese Kelly, infondo era contenta della loro decisione.
“Forse c’è qualcosa che potresti fare per aiutarci, nonno…”, disse Kelly pensierosa.
“Non è che papà ti ha parlato di qualcuno che ce l’aveva particolarmente con lui?”, chiese Kelly, sperava che se con lei Gibbs  non parlava  perché la considerava una bambina  che almeno parlasse con suo padre.
“Con me? Parlare? Ma se non mi ha neanche chiamato per il suo matrimonio! Ha chiamato tua madre per quello…”, disse Jackson triste nel vedere quella sua possibilità di aiutare andata in fumo.
“Non ti preoccupare, fa lo stesso. Andiamo tutti su di sopra, qui non possiamo fare niente”. Detto questo se ne andò verso l’ascensore seguita a ruota dagli altri due.




Capitolo piccolissimo e mi dispiace dopo tutto questo tempo però sto andando avanti a rilento e per un'avaria del computer che usavo per scrivere ho dovuto anche ricominciare -.-"
scusatemi davvero tanto, cercherò di farmi perdonare scrivendo più in fretta :D