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Autore: Dentist of Detroit    08/02/2012    4 recensioni
Eccoci con una nuova fic. Un'altra delle mie 'passioni' è la saga di Underworld (veri vampiri, altro che Twilight) e dopo essere stata al cinema a vedere il nuovo capitolo, sono rimasta con non poca suspance. E' da qui che nasce questa fic, dove però le cose sono leggermente diverse. Cosa accadrebbe se Lucian e Sonja non fossero morti? E se quest'utlima fosse sorella di Selene? E se anche i tre vampiri anziani non fossero morti? Leggete e scoprite tutto il resto, non voglio anticipare niente...
Genere: Azione, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 – Ricordi e Incontri
 
Spari. Proiettili che volano dappertutto. E poi buio, il buio della notte metropolitana, che avvolge tutto e non lascia in vita nemmeno la luce delle speranza. Corre, sente i muscoli tesi per lo sforzo, il respiro affannato. Corre, senza una meta, corre verso il porto, verso l’aria che sa di salsedine. Corre, verso Michael. Grida il suo nome, mentre gli va incontro, incurante degli spari. Non la feriscono, non bastano dei proiettili a fermare la sua corsa. Devono partire, subito. Devono scappare, il prima possibile. Non possono continuare a vivere in un mondo che li vuole morti. Prima la guerra la combattevano solo contro i lycan, adesso, anche gli umani si erano messi in mezzo alla contesa. Quindi, devono andare via, presto. Selene continua a correre, deve salvarlo, portarlo lontano da là. Lo vede, davanti a sé. Cerca di difendersi, di schivare i proiettili, ma sempre di più ne vanno a segno. Grida il suo nome ancora e ancora e lui finalmente la sente, si perde per un attimo nel suo sguardo. E dà il tempo agli umani di colpirlo in pieno petto e farlo cadere nel mare. Nello stesso istante Selene riesce a raggiungerlo. Altri spari, sotto l’acqua, e Michael, finalmente davanti a lei. Si avvicina, gli sfiora il viso con le mani e lo vede sorridere. Non può impedirsi di fare altrettanto. Gli spari si sono interrotti. Sono salvi. Selene si avvicina alle labbra di Michael, e, non appena riesce e baciarlo, un’improvvisa luce si frappone tra i due. Un bagliore accecante e una forza incredibile che la spinge verso la parte opposta. No, pensa, no! Protende le mani verso Michael, non vuole perderlo ancora, ma la forza la costringe a separarsi dal suo unico amore.
 
Mi svegliai con un urlo, madida di sudore. Stringevo le lenzuola tanto forte da farmi diventare le nocche delle mani bianche. Cercai di nuovo di respirare con regolarità, ma delle mie labbra uscivano solo dei rantoli. Quelle immagini mi tormentavano da tempo, ormai. Da quando ero riuscita a scappare dai laboratori della Biogen e avevo scoperto che Michael era ancora vivo. Sentii dei passi e vidi Eve avvicinarsi al letto dove fino a poco prima stavo dormendo. Si sedette e mi abbracciò, in silenzio. Cercai di reprimere le lacrime. Non volevo piangere ancora di fronte a mia figlia, dovevo mostrarmi forte almeno con lei. Quando si staccò da me, aveva un’espressione molto triste dipinta in volto
<< Ancora gli incubi? >> chiese, con la sua voce fina e acuta
<< No, non sono incubi >> mi affrettai a rispondere, anche se in parte, forse, lo erano
<< Sono solo ricordi. Sempre gli stessi ricordi >> aggiunsi
<< Non riesco più a vederlo >> disse Eve
<< Prima era come se fossi lui, come se vedessi con i suoi occhi. Ora no. Percepisco solo delle sensazioni, sento che sta scappando, che ha paura. Ma non riesco a capire dove possa essere >> confessò
<< Lo troveremo, e le visioni torneranno, stai tranquilla >> cercai di confortarla, stringendola in un abbraccio a mia volta
<< Comunque è sera, il sole è calato: possiamo continuare la nostra ricerca >>
Mi alzai dal letto, e andai verso la stanza di Hunter. Da quando lo avevo incontrato e mi aveva aiutata a salvare Eve dai lycan, avevo deciso di portarlo con noi. Del resto, non poteva che darci una mano. Arrivai nella sua stanza. Era sdraiato, assopito. Lo scossi per una spalla e lui si svegliò
<< Si parte? >> domandò. Annuii. Uscii dalla stanza dandogli il tempo di vestirsi, mi infilai la giacca e caricai le pistole. Sapevo dove andare. Per trovare Michael poteva tornarmi utile anche un altro aiuto. Ci eravamo salutate molti anni addietro, ma sapevo dov’era nascosta mia sorella. Dopo che nostro padre aveva emesso la sentenza di ucciderla, lei e Lucian avevano preferito nascondersi dal resto dei vampiri. Solo io, sapevo dove fossero.
<< Dove si va? >> la voce di Hunter mi distolse dai miei pensieri. Mi voltai.
<< Andiamo da mia sorella? >> dissi pacata
<< Cosa?! Hai una sorella? >> esclamò Eve, azzardando un sorriso
<< Già >> mormorai
<< Prendiamo la mia auto >> disse Hunter, uscendo dal nascondiglio ed incamminandosi verso un suv nero.
Arrivammo da Sonja in breve tempo. Ricordavo perfettamente dove si erano nascosti. Ero riuscita ad imprimermi ogni crepa delle montagne vicine, ogni sfumatura di ruggine nelle maniglie del portone di legno consunto. Scesi dall’auto per prima. Arrivai al punto in cui c’era la botola, nascosta da uno strato di neve e terriccio. Mi chinai ed iniziai a scavare, seppure spezzandomi tutte le unghie e graffiandomi le mani
<< Che c’è? Tua sorella è una specie di evasa? >> la voce di Hunter mi fece sobbalzare
<< Forse >> risposi. Non mi andava di tradire la fiducia di Sonja e Lucian. Se volevano raccontare ad Hunter la loro storia, l’avrebbero fatto di persona. Dopo alcuni minuti riuscii ad aprire la botola e a calarmi giù, seguita subito dopo da Eve e Hunter. L’ingresso era buio e c’era un pesante odore di muffa. Immaginai quanto fosse terribile vivere là sotto e un’ondata di odio verso mio padre mi travolse. Come aveva potuto fare questo a sua figlia? Come aveva potuto condannarla solo per essersi innamorata? Repressi il disgusto e avanzai, finché non mi sentii afferrare alle spalle. Qualcuno mi torse un braccio e mi bloccò, con un coltello puntato alla gola. Ansimai e sentii Hunter caricare la pistola.
<< No! >> gridai
<< Non sparare >>
<< Si può sapere chi sei? >> domandò la voce dell’uomo che mi teneva bloccata. Cercai ancora di liberarmi, ma la sua stretta era salda. Così, decisi di rispondere.
<< Sono Selene >> dissi infine. Sentii la presa farsi meno salda, finché si sciolse del tutto. L’uomo mi trascinò verso l’altra parte della dimora, quella illuminata. Allora lo riconobbi a mia volta. Era tale e quale a come me lo ricordavo. La pelle leggermente scura, i capelli mori lunghi e mossi e gli occhi, attenti e verdi. Lucian.
<< Sei davvero tu? >> mi chiese. Annuii sorridendo e strinsi Lucian in un abbraccio. Nello stesso istante emerse una figura da una porta alle mie spalle. Mi voltai al suono dei suoi passi. Ed eccola. Bella, come sempre. La carnagione candida a contrasto con i lunghi capelli scuri e gli occhi, identici ai miei.
<< Sonja >> mormorai, andandole incontro
<< Selene… >> sembrava quasi non credere ai suoi occhi. Mi abbracciò, stretta come faceva quando eravamo bambine. Ero felice di aver ritrovato Sonja e Lucian ed ero certa che mi avrebbero aiutato con Michael. Infondo, la nostra storia, era purtroppo molto simile. 

  
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