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Autore: allison742    08/02/2012    14 recensioni
Semplicemente grazie. Grazie per essermi sempre vicino, qualunque sia il mio stato d’animo, e so che non è così facile.
Grazie per capire sempre quando è il momento di farsi da parte, lasciando intendere che per qualunque cosa basta una telefonata. Grazie per il caffè tutte le mattine.
Grazie per aver aspettato che fossi io a parlarti di mia mamma, di non aver insistito; o quasi.
Grazie per aver rispettato i miei tempi dopo l’incidente. Grazie per Nikki Heat. Grazie per tutto questo, per Parigi. Grazie per essere così come sei.
Grazie perché nonostante tutto sei ancora qua.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Ho interrotto qualcosa?

«Ok, forse abbiamo cominciato con il piede sbagliato» disse Castle all’improvviso entrando nella camera, facendo voltare Kate che stava sistemando i suoi vistiti.
«Cosa hai detto?» chiese lei.
«Ho detto che non abbiamo cominciato questo viaggio esattamente nel migliore dei modi; e vorrei chiarire subito le cose, perché non voglio che passiamo cinque giorni in silenzio perché tu ti senti in imbarazzo» ripeté con dolcezza.
«Ok» rispose lei vaga. Non si aspettava una frase del genere; erano quelle situazioni in cui non sapeva cosa dire, erano quelle situazioni in cui solo lui riusciva a metterla.
«Solo ok?! Non hai niente da dire?!» chiese lui stupito.
«No, sono d’accordo con te.» disse lei annuendo ma con voce atona mentre riprese a sistemare i bagagli.
Castle si avvicinò e le prese le mani impedendole di continuare il suo lavoro.
Lei abbassò lo sguardo ma non si ritrasse.
«Guardami» disse lui.
Kate non si mosse.
«Ti prego, guardami.» Ripeté Castle alzandole il mento con due dita, per poi riprenderle subito la mano.
I loro occhi si incrociarono, e, come al solito, si persero gli uni negli altri. Era inevitabile.
«Kate, non mi piace questa situazione, non è da noi. Lo so che adesso tu ti senti in imbarazzo perché staremo in camera insieme, ma ti giuro che farò tutto il possibile per farti sentire a tuo agio. Io ti ho invitata perché ti divertissi, perché, per almeno qualche giorno, provassi una vita diversa, un’avventura… chiamala come vuoi. Devi capire che io ti voglio bene, anche se a volte può non sembrare.» Finì il discorso ancora tenendole le mani e guardandola negli occhi.
Kate non sapeva davvero cosa dire, e allora fece l’unica cosa che le venne spontanea: si avvicinò a lui e lo abbracciò; gli lasciò le mani per allacciarle dietro al suo collo, appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi. Avrebbe passato tutta la vita così, ora non desiderava altro.
Castle non seppe come reagire; all’inizio rimase stupito dal quel gesto tanto spontaneo quanto improvviso, poi si sbrigò a stringerla a se, a rispondere all’abbraccio prima che lei si ritraesse.
Dopo interminabili e bellissimi minuti Kate si staccò leggermente dal corpo di Castle, quel che bastava per guardarlo negli occhi, ne aveva bisogno, voleva perdersi ancora in quell’azzurro maledettamente bello.
Castle allentò un po’ la presa e, quando si accorse che Kate non voleva andarsene, ma voleva semplicemente guardarlo, appoggiò la fronte contro la sua e sorrise.
Visti da fuori sembravano due innamorati che non aspettavano altro che rimanere soli, e che sapevano che avevano tutto il tempo del mondo solo per loro due. Ma infondo, non erano proprio questo?
Kate spostò lo sguardo dagli occhi dello scrittore alla sua bocca, voleva baciarlo di nuovo, voleva sentire le sue labbra, il suo sapore.
Si avvicinò piano, lentamente, per vedere le reazioni di Castle.
Lui, ovviamente, non oppose resistenza e la incitò a continuare stringendola di più a se.
Mancava poco, qualche millimetro, e il cuore di Kate stava scoppiando; quante volte si era sognata questo momento, quante volte avrebbe voluto farlo senza pensare alle conseguenze, lasciando da parte il suo lato razionale; quante volte avrebbe voluto dirgli tut…
«Signor Castle? Signorina Beckett? Siete in stanza?» i suoi pensieri vennero interrotti da qualcuno che bussava alla porta.
Kate scese dalle punte e si staccò da Castle, che intanto si sistemava la maglietta e, a malincuore, andava ad aprire.
 «Che c’è?!» chiese esasperato aprendo la porta.
Si trovò davanti il cameriere di prima con un sorriso smagliante; avrebbe voluto sopprimerlo.
«Ho interrotto qualcosa?» chiese innocentemente Pierre vedendo la faccia di Castle.
Oh, sì, decisamente sì!! Una cosa che aspettavo da anni!
«No, non c’è problema. Cosa le serve?»
«Volevo solo assicurarmi che aveste sentito il messaggio audio riprodotto nei corridoi, per quanto riguarda la bufera e l’isolamento.»
«Oh, quello.» Rispose Castle.
Ci hai interrotti per quello? Hanno riprodotto il messaggio per tutto l’hotel!! Perché proprio noi non avremmo dovuto sentirlo?
«Sì, ne siamo al corrente» rispose cercando di mantenere la calma.
«Perfetto. Dovevo verificare. Scusi il disturbo. Buon pomeriggio» e detto questo se ne andò.
Castle sbatté la porta e tornò in camera, illudendosi che quella situazione potesse ricrearsi.
E, appunto, era solo un illusione.
Quell’interruzione aveva fatto riemergere la "Kate razionale", che continuava a sistemare i bagagli.
«Chi era?» chiese come se niente fosse.
«Pierre»
«Pierre?»
«Sì, il cameriere; voleva sapere se avevamo sentito dell’isolamento.» Rispose Castle con la voce a metà tra il triste a l’arrabbiato.
«A proposito di isolamento, come pensi di fare tutte le tue "apparizioni" se non possiamo uscire da qua?» chiese Kate.
«Beh, aspetteremo… tanto l’inaugurazione è il penultimo giorno; gli altri appuntamenti li sposteremo. Al massimo staremo qui più del previsto… tanto tu hai due settimane di ferie!» rispose lui tornando allegro.
«Già! Due settimane! Ancora non ci credo!» disse Kate tornando sorridente a sua volta, anche se dentro era triste, arrabbiata, confusa e demoralizzata per quello appena successo. «E tu invece? Non hai altri impegni per la prossima settimana?»
«Kate! Io vivo in ferie!» disse Castle sospirando con aria sognante.
«Giusto. Dimenticavo il bambino.» Ribatté lei più a se stessa che allo scrittore.
«Che programmi abbiamo per la giornata?»
«Non lo so Castle, siamo chiusi in un Hotel, cosa vorresti fare?» chiese lei cinicamente.
«Oh, ce ne sarebbero di cose da fare…» disse lui in modo un po’ troppo allusivo…
«CASTLE!» urlò lei con il tono da detective.
«Dai, stavo solo scherzando… Non saprei, potremmo fare un giro per l’Hotel e vedere le attività che propone, potremmo andare a cena, potremmo fare tutto il pomeriggio su e giù con l’ascensore, potremmo andare in piscina, potremmo noleggiare un film e passare la serata davanti alla televisione, portemmo…»
«Castle! Frena!» lo riprese lei sorridendo.
«Allora detective, a lei la scelta.»
«D’accordo, io opterei per la cena perché sto morendo di fame… e poi…»
«Piscina, piscina, piscina, piscina, piscina…»  sussurrò lui speranzoso.
«No Castle! La piscina non se ne parla!» disse lei riprendendosi dai suoi pensieri. «Direi piuttosto che l’idea del film mi attira molto, a patto che lo scelgo io!» concluse soddisfatta.
«Va bene… se proprio non ti va di fare un bagnetto…» disse lui con aria da cucciolo.
«No, direi proprio di no. Non sopravvivresti a vedermi in bikini…» ripose a bassa voce mentre ancheggiando si diresse verso il bagno.
«Do-dove vai?» riuscì a chiedere quando si riprese dallo spettacolo.
«A prepararmi. Sono invitata a cena» rispose lei dal bagno.
«E da chi?» chiese Castle serio e preoccupato.
Dall’altra stanza ricevette solo una risata.
Intanto che Kate rideva per aver spiazzato e ammutolito Castle pensava alla scena di prima.
Si era sentita davvero libera, protetta, al sicuro… come non lo era da tempo.
L’unica persona che la faceva sentire così era sua mamma, l’unica che riusciva a renderla veramente felice; e adesso ne aveva incontrata un’altra, una persona di nome Richard Castle, l’uomo di cui era innamorata da tempo.
Adesso però c’era un pensiero che la tormentava e la spaventava: e se non fossero stati interrotti? Adesso dove sarebbero? Cosa sarebbe accaduto?
Dentro di lei sapeva già la risposta, e sapeva anche che sarebbe stato inevitabile: quella scena si sarebbe ripresentata.
E a quel punto? Cosa avrebbe fatto? Cosa avrebbe detto? Come si sarebbe comportata?
Decise che avrebbe semplicemente seguito il cuore, al diavolo la razionalità, al diavolo le conseguenze.
E con questa convinzione accese l’acqua della vasca.
 
 
 
 
 
"A volte non lo sopporti, non lo capisci. Ci discuti, ci litighi, ci fai persino a botte.
Ma poi ti rendi conto di quanto sia stato stupido e ridicolo tutto ciò.
Perché per quanto rancore puoi provare, in fondo sai che senza di lui non puoi stare e che nessuna incomprensione potrai mai separarvi.
Perché l'amore per lui è un legame troppo forte per essere spezzato.
Perché l'affetto che nutri nei suoi confronti non può essere esaurito.
Perché la sua presenza rende più magica la tua esistenza."
[Anonimo]
 
 
 
 
ANGOLO DI ALLISON
Ciao!! Come state belle ragazze?
Eccomi qua con il quarto capitolo? Che ne dite?
Vi prego di non tirarmi addosso niente per gli "avvenimenti" nella storia…
Insomma, non può succedere tutto subito… altrimenti che ne è della suspance? (si scrive così? ahah)
Ci sentiamo nelle recensioni….
Un bacio Allison <3
Al prossimo!

   
 
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