Era
una sera come tutte
le altre: un cielo
blu scuro pieno di
stelle faceva da cornice ai predatori della notte, mentre il resto del
mondo
era assorto in un sonno profondo… o quasi.
C’era
chi dormiva beato
nel proprio letto e chi aveva sogni agitati, ma cercava di riposare
comunque.
Nel bosco, un predatore diverso dagli altri cercava di cibarsi del sangue di un coniglio, mentre qualcuno si rigirava nel letto della propria camera in preda a strani dolori.
Fantastico! Ci mancava solo il lenzuolo impregnato di sangue… domani chi lo spiega alla zia Judith?
Elena
si alzò
nervosamente dal letto e si diresse in bagno, quello che vide non la
spaventò
più di tanto: due tagli verticali appena sotto le scapole
stavano leggermente sanguinando.
Le
ferite causate dalla
perdita delle ali si erano riaperte, sporcandole la bianca camicia da
notte.
Era molto strano visto che poco dopo avergliele tagliate, esse si erano del tutto cicatrizzate, come potevano essersi aperte di nuovo?
Con qualche movimento da ginnasta riuscì a disinfettarle e a coprirle con i cerotti, almeno non avrebbe rovinato nient’altro, anche se il dolore non voleva accennare a diminuire.
E
se avessero fatto infezione? Magari si sono riaperte per quello. Non
c’è altra
spiegazione.
Con
questo pensiero in
testa Elena tornò a letto per cercare una posizione meno
dolorosa per dormire,
ma fu alquanto inutile.
Passò
la notte insonne
ripensando a quanto fosse stato stupido il modo in cui aveva sprecato
le sue ali.
Se
le fossero state
ancora necessarie?
Se
qualcuno fosse stato
ancora in pericolo?
Non
era giusto averle
perse proprio in quel momento, quando stava imparando ad
utilizzarle…
Forse
era una punizione
divina perché ne aveva abusato, doveva essere stato per
quello.
Era
la sua condanna per
non essere riuscita a salvare Damon, per non aver capito subito la
tragedia che
si stava consumando sotto i suoi occhi…
Il
mattino arrivò
presto e colse tutti di sorpresa, la notte era passata troppo in fretta
e non
era bastata a riprendersi da quei terribili mesi, ci sarebbe voluto
almeno un
altro giorno di pace.
Quella
domenica fu
insolitamente tranquilla, ognuno passò la giornata con la
propria famiglia
dalla quale mancava da tanto.
Stefan,
che l’aveva
persa, aveva passato il giorno ad aiutare la signora Flowers nelle
faccende pur
di non pensare a niente, pur di non pensare a suo fratello.
La
notte prima aveva
cercato di cibarsi come faceva da tempo ormai, eppure quel coniglio non
era
bastato, no… aveva dovuto dissanguare una decina di piccoli
animaletti prima di
ritrovare le forze.
Aveva
dato la colpa
alla fantastica dieta di sangue umano degli amici, a cui si era
abituato
tornato dal carcere dal quale lo avevano liberato, ma era impossibile.
Ormai
erano passati
mesi, si era disintossicato… no, il problema era un altro,
ma lui non lo voleva
ammettere…
<
Dove
diavolo siamo? >
<
Alla Corte
Celestiale. I Giudici Supremi saranno sicuramente sorpresi di vederti!
>
rispose la bionda guardiana.
Celestiale…wow!
La mia principessa deve averne combinate delle belle per farmi arrivare
fin
qui!
Damon
scrutava attentamente
ogni piccolo particolare di quell’immenso salone dorato dal
quale era appena
entrato.
Effettivamente
il nome
si addiceva molto, tutto era pregiato lì dentro: soffitto
d’oro, mura e
pavimenti dello stesso materiale impreziosito da diamanti, persino
fontane
dorate dalle quali zampillavano petali da un profumo dolce, ma deciso.
In
fondo al salone vi
erano tre donne sedute sui loro troni ricoperti di pietre preziose, che
parlottavano vivacemente, finché la guardiana che aveva
accompagnato Damon non
si avvicinò a loro.
Le
tre regine si
impietrirono:
< Vieni avanti
vampiro > pronunciò una
giovane dai capelli rossi.
Deve
essere la più importante tra i Giudici Supremi visto che
è seduta al centro,
meglio evitare le mie solite battute, almeno per ora…
<
Sai perché sei
qui? >
<
Speravo me lo
spiegaste voi… visto che non mi avete fatto tornare subito a
casa >
<
Tu dovresti essere
morto >
<
Sì, da un pezzo
> rispose con il suo beffardo sorriso, che durò poco
meno di un secondo.
Damon
non riusciva
proprio a contenersi, era più forte di lui.
La
sua sottile ironia
era l’unico modo che conosceva per affrontare i problemi e di
solito funzionava
alla grande.
<
Beh, a quanto pare
sei morto una seconda volta, ma sei tornato tra noi > rispose
con un sorriso
la donna dai capelli castani.
< Come hai fatto? Abbiamo provato a riportarti in vita, ma non ci siamo riuscite. Cosa ti è successo? >
<
Sfere stellate!
Evidentemente riportano indietro i morti >
<
Peccato che sia
andata distrutta da quell’umana! Dicci la verità
> la rossa sputava veleno
dalle labbra.
<
Io vi spiegherò
come sono tornato in vita ad una condizione: devo sapere quello che
è successo
dopo la mia morte, tutto! Un vampiro non viene convocato ai piani alti
senza un
ottimo motivo, diciamo che so di non essere il benvenuto. >
Stavolta
fu la bionda a
parlare timidamente < Tu sei stato salvato da Elena, quella
ragazza è così diversa
dalle altre >
<
Oh, lo so bene!
>
<
Lasciami finire:
quello che sto per dirti non ti piacerà… Elena ha
distrutto il pianeta grazie
alle Ali della Distruzione, ma per te non c’era
più alcuna speranza. I tuoi
amici però non si sono voluti arrendere, ci hanno riportato
indietro gli ormai
sei tesori kitsune per salvare la vostra città e riportare
in vita te. >
Damon
ascoltava attentamente
il racconto, i suoi amici avevano fatto tutto questo per lui, era
così assurdo.
Lo
odiavano, l’avevano
sempre odiato.
Lui
era il fratello
cattivo, beh poi era cambiato… per Elena, ma gli altri non
si erano mai fidati
del tutto e non poteva dargli torto…
<
Noi non abbiamo
tutto quel potere e non siamo riusciti a farlo. Ma Elena non era
disposta ad
ascoltare e ha quasi distrutto la Corte con le sue Ali. Per fortuna
siamo
riuscite a fermarla in tempo, era così arrabbiata con
me…> la
donna capì che non poteva continuare,
avrebbe scatenato una furia, ma Damon la spinse a parlare promettendole
che non
avrebbe fatto nulla di male a nessuna delle tre regine.
<
Elena era
destinata ad essere una guardiana, proprio come noi. Ha avuto un
incidente di
percorso durante il suo reclutamento. Quella ragazza era tremendamente
sveglia
fin da piccola, quando siamo andate e prenderla con la nostra macchina
d’oro
lei ci ha viste, ha fatto distrarre suo padre ed è avvenuto
l’incidente. Doveva
morire solo lei, invece sono deceduti i suoi genitori , ma ci
è stato ordinato
di lasciare lei sulla terra. Ecco il motivo della sua ira. >
Damon
era visibilmente
scioccato, se gliel’avesse raccontato qualcun altro avrebbe
sicuramente
iniziato a ridere per la fantasia del racconto.
Invece
era vero,
totalmente assurdo, ma non era frutto di una mente perversa,
bensì di un piano
divino del quale i comuni mortali non possono nemmeno immaginarne
l’esistenza.
<
Mettiamo che io
creda a questa assurdità, hai detto che l’avete
fermata… cose le avete fatto?
> Il suo tono non era più tanto ironico.
<
Le abbiamo
tagliato le ali, la farfallina non vola più! > la
regina rossa era veramente
adirata.
<
Un’ umana non
dovrebbe avere delle ali, ci stava uccidendo! Aveva il potere di
distruggere le
guardiane, ha mandato in mille pezzi la sfera stellata. Dovevano
esserle tolte
e noi l’abbiamo fatto. Ma ha ancora il suo sangue
sfortunatamente, berrai
ancora il nettare degli dei, vampiro >
Damon
stava per
attaccarsi alla gola della donna e prosciugarla, non poteva parlare
così di
Elena, poi per quale motivo?
Era
gelosa, ecco
svelato tutto, non se ne era accorto subito eppure era così
evidente.
Non
potevano averle
fatto del male, non avrebbero dovuto… in quel modo
poi… di certo non
l’avrebbero passata liscia…
All’improvviso
un
fulmine illuminò la stanza e bloccò ogni azione
di chi era lì presente.
Appena
scomparve lasciò
il posto ad una busta color avorio, sigillata da uno stemma cerato
rosso con
incise due lettere: C.E.
L’assistente personale delle Guardiane la aprì con cautela, estrasse il foglio color avorio e iniziò a leggere:
< Il vampiro Damon Salvatore è invitato a recarsi alla Corte Eterea per riparare ai danni compiuti dalle Guardiane in carica. Al sorgere della luna si faccia trovare di fronte all’uscita secondaria del castello. I Giudici Supremi sono momentaneamente revocati dai loro incarichi fino al processo che si terrà a breve. >
<
Ok, capisco di
essere diventato famoso. Ma cos’è questa storia?!
>
<
Sono ordini che
vengono dall’alto, da chi è più
importante di noi. Dobbiamo solo far quello che
ci impongono > Rispose la regina bionda.
<
Oppure? >
<
Damon so che sei
arrabbiato, ma la Corte Eterea è il più alto
livello esistente. Se sei stato
chiamato si tratta di una faccenda di vitale importanza. Mai nessun
vampiro ha
varcato quella soglia, tienilo a mente >
< Lo farò. Ora veniamo a noi, che non si dica che non mantengo le promesse! > Per un attimo s’intravide il suo sorriso, poi tornò serio: < La sfera stellata non è stata distrutta, solo il contenitore è andato perduto, non il suo contenuto. >
<
Ma è impossibile!
> ringhiò la regina rossa.
<
Controlla tu
stessa su quel pianeta, ho ricreato un nuovo contenitore per non
sprecare quel
potere, ora è vostro, anche se non ve ne meritereste nemmeno
una goccia… Deve
essere stato quello a riportarmi in
vita, deve avere un enorme potere perché non mi sono mai
sentito così forte e non
ho nemmeno sete, assurdo! >
<
Quella sfera
racchiude la forza vitale di migliaia di persone, è per
questo che ti senti
così sazio e forte. Non farci l’abitudine, la sete
tornerà, ricordati che sei
un vampiro. > spiegò la regina dai capelli castani.
<
Come dimenticarlo?
>
Damon
si congedò e andò
ad aspettare impaziente il sorgere della luna, dopo quel viaggio
sarebbe
finalmente tornato a casa e questo motivo gli bastava per non uccidere
quelle
regine, più che altro quella donna dai capelli
rossi… in caso contrario avrebbe
dovuto trattenersi ancora e non aveva proprio tempo.
Doveva
tornare a casa,
dovevano sapere che era ancora vivo.
#continua