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Autore: Mary vs Kiara    18/09/2006    2 recensioni
Shampoo fa un patto con un'orrenda creatura per far sparire Akane. La ragazza viene trasportata in una strana dimensione, abitata da leggendarie figure, e dimora di orribili segreti.. Sulla terra, intanto, Ranma cerca disperatamente un modo per salvare la sua fidanzata, ma stavolta sarà davvero in grado di riuscirci?
Una storia di sentimenti e avventura, mito e magia, amore e vendetta.
WARNING: This ff belongs to Krista Perry and it's translated by Mary and Kiara with author's permission.
ATTENZIONE: Questa ff appartiene a Krista Perry ed è tradotta da Mary & Kiara con il permesso dell'autrice.
Aggiornamento del 24/12/10 - **Online l'undicesima parte**
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci di nuovo qui! Ci siamo imposte di essere più costanti, perciò, dopo appena due settimane, ecco un aggiornamento fresco fresco! E speriamo di poter essere sempre così puntuali! ^__^ Vorremmo cogliere l’occasione per ringraziare quanti hanno commentato:
Fabi-chan e akane!!!, il vostro entusiasmo è a dir poco commovente! Grazie per i complimenti! Yuki-onna non sembra quella che è… Eh… Leggete questo capitolo, allora, e ditemi che pensate ancora di lei!
TigerEyes, grazie per le segnalazioni; ho corretto come mi avevi consigliato. Le sviste non mancano, e non mancheranno nemmeno in questo nuovo capitolo, perciò ti prego di non esitare a fare nuove segnalazioni! ^__- Come dice il titolo, questo e il capitolo precedente sono solo di transizione, perciò è probabile che anche questo sia poco movimentato. Inoltre, tutta la parte quinta è breve, ma per rispettare quello che abbiamo fatto con le parti precedenti, siamo state obbligate a dividere anche questo, ciò spiega la brevità di ciascun capitolo. Gli altri saranno più lunghi comunque.
Breed 107, il mistero della strana energia percepita da Yuki dovrebbe essere un po’ più chiaro dopo aver letto questo nuovo capitolo: sembra infatti che la cosa coinvolga anche Ranma. Sono contenta che il Tengu ti piaccia! ^__^
Sae, speravi in un aggiornamento veloce, confido di averti accontentata! E’ bello sapere che la traduzione è di tuo gradimento, soprattutto perché non è un lavoro facile, perciò i vostri complimenti ci riempiono il cuore di gioia!
Jack87, anche a me piace molto il modo in cui è rappresentata Akane! Permettimi di dirlo: Krista è una scrittrice favolosa! Grazie per il tuo entusiasmo! ^__-

Grazie anche a Nemesi, a Quistis5 e a Moira per gli interventi sul forum, e a quanti hanno letto senza commentare. Speriamo che la storia (e la traduzione) vi siano piaciute comunque! ^___-
Buona lettura!


NoTa LeGaLe: Tutti i personaggi di Ranma ½ sono creazione ed appartengono esclusivamente alla brillante Rumiko Takahashi, e sono usati senza permesso.



CUORI DI GHIACCIO





Parte quinta: Interludio




Capitolo 2



La Signora delle Nevi stava davanti allo specchio. Masakazu non capiva. Lei aveva il dovere di proteggere Akane; proteggerla dal suo fidanzato rozzo, arrogante e dongiovanni, e dalla sua stessa ingenuità. Ma non era quello il motivo per cui era lì, dinanzi al suo specchio. No, doveva solo trovare conferma della scoperta che aveva fatto prima, quella sera, mentre cercava di liberare l’energia di Akane dall’Incantesimo di Sangue.

Piegandosi in avanti, soffiò sullo specchio. Questo si coprì di ghiaccio, poi vorticò magicamente. « Mostrami il ragazzo » mormorò.

L’immagine si schiarì per mostrare Ranma che passeggiava avanti e indietro in un accogliente soggiorno, con evidente frustrazione sul viso. Di tanto in tanto faceva un paio di flessioni o qualche capriola per spezzare la monotonia.

Raggomitolata su una sedia, una bella ragazza con pantaloncini e capelli castano chiaro lo osservava camminare su e giù. Teneva nelle mani un libro, apparentemente dimenticato dal momento che lei sembrava del tutto assorta nel guardare il ragazzo. Anche sul suo viso vi era evidente frustrazione. Yuki-onna notò divertita che l’irritazione della ragazza cresceva fino al limite di sopportazione.

Alla fine esplose. « Ranma! » urlò, facendo sussultare e voltare il ragazzo verso di lei. « Per piacere, saresti così gentile da STARE CALMO?! MI STAI FACENDO IMPAZZIRE! » La ragazza parve calmarsi quando vide l’espressione sorpresa sul viso del giovane. « Se devi proprio muoverti in modo incontrollabile » continuò in un tono più pacato, « per favore, fallo fuori ».

Ranma sembrava mortificato. « Mi dispiace, Nabiki. Non pensavo… Ho tante cose per la testa in questo momento ».

« Lo capisco, Ranma. Ma gironzolare con passo pesante per casa non farà tornare Cologne e Shampoo prima. Non ritorneranno dalla Cina che fra due giorni ».

Lo sguardo di Ranma si fece improvvisamente duro. « Per loro fortuna » disse. « Quando metterò le mani su di loro, le farò pentire di aver osato tanto con Akane ».

« Sì, certo » rispose Nabiki. Non sentiva altro da due giorni, senza sosta, e per quanto condividesse quel sentimento, stava diventando un po’ noioso. « Assicurati soltanto che annullino l’incantesimo prima di ucciderle, Ranma » disse freddamente. « Se fossi in te » proseguì, « andrei a dormire. Puoi anche rimbalzare contro le pareti in questo momento, ma non ci vuole un medico per capire che, se ti fermassi un istante, crolleresti per la stanchezza. Non capisco come ti aspetti di sconfiggere Cologne in questo stato ».

Ranma guardò la ragazza, e abbassò le spalle, come se avesse per la prima volta capito quanto in realtà fosse veramente stanco. « Hai ragione, Nabiki » disse. « Proverò a riposare un po’ ». Si voltò e uscì dalla porta.

Nabiki lo guardò ritirarsi sbalordita. Lui era d’accordo? E aveva accettato il suo consiglio? Doveva proprio essere esausto!

Yuki-onna ascoltò con interesse tutto il dialogo. La fluttuante dilatazione temporale che intercorreva tra i pianeti era sempre un po’ confusionaria, ma sembrava che nel mondo dei mortali fosse passato solo un giorno da quando era stato fatto l’Incantesimo di Sangue. Quei poveri mortali stavano ancora pensando di poterlo spezzare.

La Signora delle Nevi aggrottò le sopracciglia. Se Akane avesse saputo della dilatazione temporale… Se avesse saputo che, una volta spezzato l’incantesimo, sarebbe potuta tornare al mondo mortale dove erano passati solo pochi mesi, a dispetto dei sette anni che aveva trascorso nel regno degli Dei…

Sarebbe di certo partita. Sarebbe partita e sarebbe tornata a vivere sotto il dominio abusivo ed infedele dell’uomo la cui immagine appariva nello specchio.

Yuki-onna strinse a pugno la piccola mano candida.

Non poteva permette che accadesse.

Con un’espressione di ghiaccio guardò Ranma uscire dalla casa. La sua espressione tentennò di meraviglia quando egli saltò sul tetto con un solo agile balzo. Akane aveva ragione. Era un artista marziale formidabile.

Ranma si sdraiò sulle tegole, le mani dietro la testa, e guardò le stelle, il viso increspato da un misto di frustrazione e tristezza.

« Più vicino » mormorò la Signora delle Nevi.

L’immagine turbinò e cambiò. Adesso era abbastanza vicina da vedere la sua energia. Sicuramente, l’Incantesimo di Sangue permeava anche la sua aura. Si chiese invano cosa avesse fatto a lui, ma poi accantonò quel pensiero come poco importante.

Si concentrò sulla sua aura, con la mente incentrata su Akane…

Eccolo! Un piccolo, quasi microscopico filo di sangue di drago, identico a quello che aveva visto nell’aura di Akane. Un’estremità del filo era tenacemente radicata nell’incantesimo, e l’altra estremità… semplicemente scompariva, come se non fosse connessa a nulla. Il che era lontano dalla verità.

« Maledizione, sono legati » borbottò la Signora delle Nevi. « Proprio come temevo ». Non c’era da meravigliarsi se Akane non riuscisse a togliersi il fidanzato dalla testa. Finché c’era una connessione tra le due metà dell’Incantesimo di Sangue, ciò che la separava da Ranma, contemporaneamente la teneva in contatto quasi continuo con lui.

Doveva rompere il legame in qualche modo. Ma l’unico per spezzarlo era rimuovere il filo del sangue di drago che serviva da connessione tra il mondo mortale e quello divino, e quel particolare filo era profondamente avviluppato nell’incantesimo. Non aveva il tempo né le voglia di rimuovere l’incantesimo fatto su Ranma.

La Signora delle Nevi sentì un sorriso malvagio incresparle il volto. « In fin dei conti » mormorò, « esiste più di un modo per liberare qualcuno dal potere di un incantesimo. E così, prenderò due piccioni con una fava ».

Mentre analizzava l’aura di Ranma, capì che occorrevano pochi minuti prima che lui si addormentasse. Il ragazzo era esausto. Aspettò pazientemente.

Ranma fissava il cielo notturno, le palpebre gli si facevano sempre più pesanti. Una parte del suo istinto gli suggeriva che era necessario stare svegli; che doveva combattere la stanchezza che permeava il suo corpo; ma non riusciva a capire il perché. Ed era così stanco. Erano quasi cinquantasei ore che non dormiva, incapace di pensare a nulla eccetto che riportare Akane indietro, ovunque fosse stata portata. Ma Nabiki aveva ragione. Doveva riposare, altrimenti sarebbe stato troppo sfinito per affrontare Cologne e Shampoo e costringerle a sciogliere l’incantesimo, quando sarebbero tornate dalla Cina.

Gli occhi gli si inumidirono, quando si chiese, per la milionesima volta quel giorno, cosa stesse facendo Akane in quell’esatto momento. Si chiese se era spaventata, o se era arrabbiata con lui per non essere stato in grado di salvarla. Sapeva che era viva. Le voci dell’incantesimo, divenute un mormorio costante nella testa, insistevano che era viva. Ma stava bene? Era ferita? Era sola o con altre persone?

Sospirò pesantemente, mentre il sonno lo coglieva pian piano. « Ti prego, cerca di star bene, Akane » bisbigliò. « Ti prometto che ti ritroverò ». Riluttanti a resistere ancora alla stanchezza, gli occhi gli si chiusero per il sonno.

Yuki-onna sorrise crudelmente e premette le mani contro lo specchio. Chiamando a raccolta ogni singola briciola di energia magica che poteva trovare, spinse. Lo specchio cedette sotto le sue mani, liquefacendosi, e lei lo attraversò.

Avvertì subito che era primavera. La brezza fresca che le sfiorava la pelle chiara preannunciava l’arrivo di giorni più caldi.

« Non è proprio la mia stagione » sibilò. Esercitare il suo potere le sarebbe stato un po’ più difficile, ma non molto. Guardò freddamente il ragazzo che dormiva ai suoi piedi. D’altronde, era da tanto che qualcuno non le dava così tanto motivo.

S’inginocchiò accanto al giovane. Sembrava quieto, quasi innocente, nel sonno. Ma le apparenze potevano essere ingannevoli. I suoi occhi sfavillarono crudelmente quando pensò al dolore che quel ragazzo aveva causato ad Akane. Con una gentilezza che smentiva le sue intenzioni, sollevò una mano pallida come la morte e gli scostò una ciocca di capelli scuri dalla fronte.

Si, era proprio bello. Molto più che visto attraverso lo specchio. Riusciva quasi a capire perché Akane fosse così presa da lui…

La Signora delle Nevi si piegò sul ragazzo, i lunghi capelli di un bianco splendente le ricaddero ad onde morbide attorno al viso, fino a quando le proprie labbra quasi non toccarono quelle di Ranma. Serrò gli occhi e socchiuse le labbra.

Poi soffiò.

Il ghiaccio ricoprì il viso di Ranma, e poco a poco si espanse fino a coprirgli i capelli, il collo e le spalle, giù lungo le braccia e il petto ed infine le gambe, finché tutto il suo corpo fu coperto di uno strato perfetto di bianco ghiaccio cristallino.

Ranma prese a tremare nel sonno. La Signora delle Nevi gli toccò la fronte, e il suo tremore cessò. « Non posso permetterti di svegliarti, mio caro » disse piano. Con le sue abilità da artista marziale, avrebbe potuto facilmente sfuggirle di mano.

Sicura che l’incantesimo del sonno fosse saldamente avvolto attorno alla mente del ragazzo, poggiò le candide dita sul suo torace e lasciò che il freddo passasse da lei al corpo di Ranma, congelando attentamente, lentamente, il sangue che gli scorreva nelle vene.

I minuti passavano, e Ranma giaceva privo di emozioni mentre la Signora delle Nevi lo faceva pian piano morire congelato. La sua pelle aveva assunto un mortale pallore bluastro. Yuki-onna fremeva di sadico piacere mentre sentiva la vita del ragazzo svanire sotto le sue dita gelide. Non ci sarebbe voluto ancora molto.

« A… Ak-kane… »

La Signora delle Nevi alzò lo sguardo, sobbalzando a quel sussurro appena percepibile. Il ragazzo aveva parlato. Ma era impossibile! Stava morendo sotto le sue mani proprio in quel momento! Poteva sentire il suo cuore rallentare, incapace di opporsi al ghiaccio freddo che lo penetrava. Poteva vedere la sua aura brillare debolmente. L’Incantesimo di Sangue che lo vincolava, tuttavia, si aggrappava con tenacia anche mentre la sua vita si spegneva, non volendo mollare la presa fino a quando l’ultimissimo frammento di forza vitale del ragazzo non si fosse estinto.

Lo guardò in viso. La sua pelle era blu e ancora coperta di ghiaccio.

Allargò gli occhi quando scorse le lacrime.

Calde lacrime fuoriuscivano dalle palpebre chiuse del giovane, scivolando su ciascun lato del viso, fondendo il ghiaccio nella loro scia.
E le labbra gelate stavano provando ancora una volta a formare delle parole.

« A-kane… Ti a-am… »

No. Le mani di Yuki-onna scivolarono via dal petto di Ranma, e lei lo guardò scioccata. Lui non… Lui non poteva… Non era possibile

Avvertì una presenza familiare dietro di lei.

« Masakazu-san » mormorò.

« Yuki-chan ». Il tengu non fece un solo passo verso di lei. « Annullerai da sola ciò che hai fatto a questo ragazzo, o devo intervenire? Non occorre che io ti ricordi che non siamo più nel tuo regno ».

« Io… » Yuki-onna deglutì e guardò il ragazzo, e le scie di lacrime che gli solcavano il viso anche ad un passo dalla morte. Le parole da lui sussurrate le fecero eco nella mente.

« Io… scioglierò il mio incantesimo » bisbigliò sconfitta, sapendo che, anche se non l’avesse fatto lei, l’avrebbe fatto Masakazu. Mise di nuovo le mani sul torace di Ranma, stavolta trattenendo la freddezza intensa dentro di lei, permettendo al suo sangue di disgelarsi e al suo cuore di battere di nuovo liberamente.

Quando ebbe finito, si girò e si alzò per guardare il tengu. Questi la oltrepassò e si inginocchiò su Ranma, premendogli un paio di punti di pressione per assicurarsi che il ragazzo fosse pienamente ristabilito. Poi tornò a voltarsi verso la Signora delle Nevi. Gli occhi neri gli brillarono ferocemente, e le sue piume rosse scintillarono alla luce delle stelle.

« Stavi per commettere un grave errore, Yuki-onna ».
Yuki-onna. Non Yuki-chan. Era adirato. Masakazu si adirava raramente. « Cercare di prendere una vita che non ti spetta è completamente fuori dalla sfera delle tue competenze. La rabbia mal riposta per un affronto che hai subito secoli fa ti ha resa piena d’odio. Sei sicura che ciò che hai da offrire ad Akane sia migliore di ciò che questo ragazzo le offre? Hai sentito le parole pronunciate dalla sua stessa bocca mentre tentavi di impossessarti della sua vita ».

La Signora delle Nevi si dimenò dentro di sé, poi digrignò i denti. Alzò gli occhi, colmi di rassegnazione, ed incontrò quelli del tengu. « Forse… forse ho commesso un errore sul suo conto. Sembra che lui… la ami ». Lo disse come se stentasse a crederci.

Lo sguardo duro del tengu si ammorbidì appena, ed egli annuì. « Così tanto che l’ultimo desiderio della sua anima era esprimere quell’amore » disse. « Che cosa dirai ad Akane? »

Yuki-onna fece una pausa di riflessione. « Niente » disse poi.

« Niente? » Masakazu strinse gli occhi.

Yuki-onna sospirò pesantemente. « Non siamo sicuri su come scorrerà la dilatazione temporale tra ora e il momento in cui potrò spezzare l’incantesimo. Non interferirò con la sua… relazione con questo ragazzo » disse riluttante, indicando con la mano delicata la figura dormiente di Ranma. « Ma non voglio neanche darle la speranza di poter tornare allo stesso mondo che ha lasciato. Se non altro, sette anni nel Mondo degli Dei la cambieranno. Anche se nulla cambiasse qui, potrebbe sentirsi un’estranea fra i suoi amici quando tornerà. Meglio prepararla al peggio e farle poi una piacevole sorpresa, piuttosto che sollevare speranze rese vane da eventi oltre il suo controllo ».

Il tengu stette un po’ in silenzio, poi annuì di approvazione. « Ciò è saggio, Yuki-chan. Non mi aspettavo tali momenti di puro giudizio dopo averti trovato in preda alla follia ». I suoi occhi neri sorrisero, rispetto al viso d’uccello privo d’espressione. « Adesso torniamo al mondo cui apparteniamo ».

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Ranma si svegliò battendo gli occhi stordito, trovando in ginocchio accanto a sé Nabiki, che lo scrollava per le spalle e urlava il suo nome. Quando lei vide che i suoi occhi erano finalmente aperti, lo lasciò andare, facendolo sbattere bruscamente contro le tegole, con un tonfo doloroso.

« Era ora che ti svegliassi, Saotome » disse adirata, mentre Ranma si sedeva massaggiandosi la testa e corrucciandosi. « Dormi come un morto ».

Ranma, ancora mezzo addormentato, non rispose, mentre i suoi pensieri si agitavano sui strani sogni inquietanti che avevano tormentato il suo sonno. Di solito non ricordava i suoi sogni, tranne alcuni ricorrenti incubi che riguardavano i gatti o sorgenti da cui sporgevano canne di bamboo. Ricordava questo però…

Aveva sognato di essersi addormentato sul tetto, ma di essersi poi svegliato e di aver notato Akane accanto a lui. Era così felice di vederla, così felice che stesse bene, che voleva saltare in piedi e prenderla tra le braccia, senza preoccuparsi di ciò che sarebbe successo se qualcuno lo avesse visto.

Ma non riusciva a muoversi. Era congelato sul posto, incapace a proferire parola. Fu allora che notò quanto Akane fosse strana. La sua pelle era bianca ed esangue, gli occhi le brillavano di rabbia e disprezzo. Lo sguardo sul suo viso gli provocava un dolore lancinante al cuore. "Akane?" pensò. "Co-cosa…"

Poi lei si piegò su di lui, che deglutì nervosamente per quanto fosse bella nonostante il furore negli occhi. Voleva aprire la bocca, scusarsi, dire qualsiasi cosa, ma era completamente immobile. Si aspettava che lei lo colpisse sul tetto, o che almeno lo mandasse in orbita. Invece, con sua grande sorpresa, sentì la sua voce nella testa.

«« Questo »» diceva, «« è per tutte le volte che mi hai ferito, per tutte le volte che mi hai deluso. È per essere un pervertito insensibile ed egoista. Ed è per tutte le volte che ti sei comportato da vigliacco e non sei riuscito ad esprimere i tuoi veri sentimenti per me »».

Ranma guardava Akane, scioccato. Il dolore provocato da quelle parole era più acuto di qualsiasi dolore fisico avesse mai provato. "Aspetta, Akane!" pensava disperatamente, sforzandosi in ogni modo di muovere il suo corpo insensibile. "Ti prego! Mi dispiace, ho sempre cercato di dirtelo, ma io…"

I suoi pensieri s’interruppero bruscamente quando lei lo baciò dolcemente sulla bocca, bloccandogli la mente per lo stupore. Il leggero tocco delle sue labbra accese un fuoco freddo che bruciava attraverso la pelle del suo viso, e avrebbe ansimato di dolore se solo avesse potuto muoversi. Invece, giaceva indifeso, mentre il ghiaccio rovente gli si espandeva dal viso a tutto il corpo, filtrando attraverso la sua pelle. Poi, lei poggiò le dita candide sul suo torace e cominciò ad aspirare la sua vita.

"Mi sta… uccidendo" capì Ranma. Ogni sensazione di paura svanì dal suo corpo, lasciando solo una profonda tristezza, mentre il freddo fuoco nero divorava lentamente la sua presa di coscienza. "L’ho ferita duramente, mi odia così tanto che mi sta uccidendo. Oh, Akane, mi dispiace così tanto, cosa ti ho fatto per renderti così? Vorrei poterti dire che…"

Avrebbe voluto dirglielo. Poteva non essere in grado o disposto a combattere contro di lei, ma non poteva morire senza farglielo sapere. Avrebbe concentrato tutta la sua forza e volontà in un ultimo gesto. La sua mente lottava, sottraendosi alla morte gelante che lo stava lentamente sorprendendo, ed egli costrinse i polmoni incrostati di ghiaccio ad espandersi…

« A… Ak-kane… »

Faceva male. Sentì come se le sue parti interne congelate si frantumassero per lo sforzo. La fredda, oscura inesistenza della morte stava velocemente inghiottendo le ultime parti ancora in vita. Doveva affrettarsi, prima che fosse troppo tardi…

« A-kane… Ti a-am… »

D’improvviso, inginocchiata accanto a lui non c’era più Akane, ma una strana donna con la stessa pelle candida e lunghi capelli bianchi.
Lo fissava, con gli occhi blu-ghiaccio spalancati per lo shock.

"Dov’è finita Akane?" Ranma si sentì abbandonare, quel maleficio era quasi completo. "Spero mi abbia sentito" pensò.

E poi non sentì più nulla.

Nulla fino a quando Nabiki non lo scrollò per svegliarlo.

« Ehi, Ranma, tutto bene? » L’ira di Nabiki si era tramutata in preoccupazione mentre guardava il fidanzato della sorella. Le sembrava davvero distante.

Ranma la guardò come se la stesse vedendo per la prima volta. « Nabiki? » chiese, mentre i suoi occhi si rasserenavano. Si guardò intorno e vide che era ancora sul tetto, e che era ancora buio. « Oh cavoli » borbottò, tenendosi la testa. « Ho avuto un incubo stranissimo ».

« Potrai parlarmene dopo » rispose Nabiki, portandosi sulla scala che aveva appoggiato al lato del tetto. « Ora abbiamo cose più importanti a cui pensare ».

Ranma scrollò il capo, cercando di scacciare dalla mente le tracce persistenti del sogno. « Quali cose? » chiese confuso.

Nabiki si fermò mentre scendeva le scale e gettò a Ranma uno sguardo pacato. « Ho delle persone che spiano il Nekohanten » disse. « Ho appreso proprio pochi minuti fa che Shampoo e Obaba sono tornate dalla Cina ».

La notizia colpì Ranma come un fulmine, ed in un istante fu completamente sveglio. Sveglio e furioso. « Sono tornate?! » Dimenticati i sogni, dimenticate le voci dell’incantesimo. Questo era qualcosa che riusciva a capire; qualcosa di cui poteva occuparsi. La sua aura bellicosa arse di fiamma viva, e i occhi blu gli si strinsero di pregustazione. Balzò oltre Nabiki e atterrò in giardino. « Vado! » urlò, scavalcando il muro che circondava la casa e saltando su un tetto vicino.

« Ranma, aspetta! » gli gridò Nabiki da dietro. « Veniamo con te! » Ma era troppo tardi. Non poteva più sentirla. « Idiota » mormorò, scendendo la scala.

Ryoga stava uscendo dalla veranda quando lei raggiunse il terreno. « Be', lo hai svegliato? » chiese.

« S’è svegliato, ed è corso via » disse. « Non mi ha nemmeno dato il tempo di dirgli che anche Ukyo vuole essere lì. Era molto arrabbiata quando ha sentito ciò che Shampoo ha fatto a Ranma ».

Ryoga strinse i pugni. « Che imbecille! » dichiarò in tono rabbioso. « Come ha osato andar via senza di me? Ranma!! » E con un urlo di battaglia, Ryoga balzò sul muro e sul tetto attiguo.

« Ryoga, aspetta! » urlò Nabiki. « Stai andando nella direzione sbagliata… » Troppo tardi. Era sparito. Nabiki gemette e ruotò gli occhi esasperata. « Idiota! » esclamò. Poi sospirò. Rivoleva indietro sua sorella, e voleva essere lì per assicurarsi che Cologne o Shampoo non tentassero qualche altro scherzo subdolo. « Be', credo che chiamerò Ukyo e le chiederò di vederci lì » disse. « A quanto pare, sarà una notte lunga ».


FINE PARTE QUINTA



Visitate il forum interamente dedicato a Ranma 1/2: http://freeforumzone.leonardo.it/viewforum.aspx?f=63374.
A presto!
   
 
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