Capitolo 20
“Maledizione!”
sbottò
Webb quando lesse il biglietto di Palmer che Steve gli aveva appena
consegnato.
“Un
altro buco
nell’acqua?” domandò l’agente Logan.
“Già…
Palmer ci ha
giocato anche questa volta!”
“Che
cosa dice il
biglietto?”
Clayton
Webb guardò
sconsolato il pezzetto di carta che teneva tra le mani: si vergognava
quasi a
leggerne il contenuto a Steve Logan. Palmer li aveva beffati come degli
scolaretti!
Quando
era giunto sul
luogo dell’incontro tra Mac e Harm, era ancora molto scettico: era
convinto
che, in quel caso, Harm avesse preso un abbaglio. Figurarsi se Palmer
avrebbe
portato la sua prigioniera in un luogo tanto in vista! Lui era certo
che non
avrebbero trovato nulla. Infatti
aveva
visto solo un biglietto in cui Palmer prendeva in giro il capitano Rabb.
Quindi
il luogo
dell’incontro non poteva essere che la sede della Bradenhurst
Corporation!
Invece,
ad attendere
la sua squadra speciale di agenti e tiratori scelti, c’era solo un
altro
biglietto di Palmer.
“Ciao, Harm! Ti stai divertendo? Io moltissimo! Mi è
sempre piaciuta la
caccia al tesoro… soprattutto quando sei tu a giocarci! Inoltre sto
così bene in
compagnia del tuo bel colonnello, che non voglio che arrivi troppo
presto a
rovinarmi il divertimento! Dovresti sapere quanto si sta bene con lei
tra le
mani…”
“Questo
messaggio farà
andare in bestia il capitano Rabb, signore” disse Steve.
Webb
non poté che
essere d’accordo col suo collega: altroché andare in bestia! Harm
sarebbe
diventato una furia scatenata. E a lui sarebbe stato impossibile
controllarlo. A volte Clayton Webb era
stanco del suo lavoro… E, chissà come mai, ogni volta che gli capitava
di
sentirsi così, c’era di mezzo Harmon Rabb!
Fece
un sospiro e
prese il telefono: dopo aver composto il numero del cellulare di Harm,
attese
di sentire la voce del capitano per comunicargli quello che avevano
scoperto.
Ma il telefono segnalava che l’utente non era raggiungibile. Clayton
si domandò
perplesso come mai Harm avesse il cellulare spento. Riprovò col numero
diretto
del suo ufficio e non ottenne nessuna risposta. Allora chiamò l’ufficio
dell’ammiraglio: magari Harm si trovava da lui…
“Ufficio
dell’ammiraglio Chegwidden…” la voce di Tyner lo scosse dai suoi
pensieri.
“Sono
Webb. Mi passi
l’ammiraglio. E’ urgente!”
“L’ammiraglio
non è in
ufficio, signor Webb.”
“Allora
mi rintracci
il capitano Rabb…”
“Mi
spiace, signor
Webb, anche il capitano è fuori…” rispose, esitante, la voce del
segretario
dell’ammiraglio.
“Quando
li posso
trovare?” Webb stava cominciando a spazientirsi. Harm lo aveva
tormentato,
facendogli promettere che lo avrebbe avvertito subito, in caso di
novità, e ora
non si faceva neppure trovare…
“Non
me lo hanno
detto, signore” rispose Tyner.
A
Webb,
improvvisamente, fu tutto chiaro. Accidenti ad Harmon Rabb! E accidenti
anche
ad A.J. Chegwidden! Erano riusciti ad imbrogliarlo. E lui, come un
ragazzetto alle prime armi, c’era cascato in pieno!