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Autore: Flaqui    13/02/2012    7 recensioni
E lei non lo sa.
Continua, imperterrita, nel suo effluvio di bellezza.
E io non la comparerò ad una stella, perché prima o poi quelle muoiono e si spengono, non la comparerò ad una dea, perché lei con i suoi piedi calpesta il terreno e non la comparerò nemmeno ad un fiore, perché non è così dolce e delicata.
E non dirò nemmeno che la amo.
Perché, io, la odio.
E vederla è una tortura.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Marianella, Thiago
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Una falla nel cielo'
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Oh, come la odio.
 

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Perché lei non lo sa.
Non sa cosa provo ogni volta che la vedo.
Non sa che, ogni volta che entra in una stanza, io lo capisco, senza nemmeno vederla arrivare.
Non sa che, ogni volte che fa cadere la sua matita, è una sofferenza, per me, vederla abbassarsi, sempre più giù.
Non sa che cosa mi succede ogni volta che, anche solo per sbaglio, mi sfiora con il braccio.
Non sa che ogni volta che, quando si allunga per prendere un libro troppo in alto per lei, e questo succede spesso, quando le si alza la camicetta di quei piccoli, pochi centimetri che bastano per fare intravedere la pelle dei suoi fianchi, mi sento bruciare dentro.
Non sa che cosa mi provoca vederla tutta rossa e ansimante, quando, durante l’ora di ginnastica, quando dobbiamo correre per tutto il parco.
Non lo sa.
Ma lo fa apposta, di questo ne sono sicuro.
Perché ogni volta, quando mi sfiora, anche per sbaglio, quando mi parla, anche solo per insultarmi e dirmi che mi odia, quando mi guarda, anche se di sfuggita o per fulminarmi, ogni volta, ogni singola volta, vorrei urlare.
Vorrei dirle che la desidero, che la amo, che vorrei dire a tutti quei cretini che la seguano con lo sguardo quando si piega ad allacciarsi le scarpe, o quando si aggiusta il colletto della camicia, o inforca la moto, che solo io posso farlo.
Che solo io posso godere di quei piccoli attimi, di quei piccoli particolari, di quei piccoli e rari momenti.
E lei non lo sa.
Continua, imperterrita, nel suo effluvio di bellezza.
E io non la comparerò ad una stella, perché prima o poi quelle muoiono e si spengono, non la comparerò ad una dea, perché lei con i suoi piedi calpesta il terreno e non la comparerò nemmeno ad un fiore, perché non è così dolce e delicata.
E non dirò nemmeno che la amo.
Perché, io, la odio.
E vederla è una tortura.
-Che cosa hai da fissare, Bedoja?-
-Nulla di speciale, Rinaldi!-
 
Oh, come la odio.

 
 




Note dell'autrice

Non chiedetemi da dove è uscita questa...
Solo che, mentre rileggevo l'aktra mia storia, "Cosa dovrei dire?", mi sono messa a immaginare i pensieri di Thiago.. e alla fine... bhe ecco qui.. spero che possa piacervi, perchè, sul serio, non è nulla di che...
Grazie mille a tutte voi che continuate a seguirmi!
Fra

 
   
 
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