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Autore: Lux Nox    13/02/2012    2 recensioni
Non so perché feci questa promessa, ero sicura di mantenerla, avevo solo 14 anni non potevo conoscere la vera vita e le vere promesse, avrei capito molto più tardi il significato di quella promessa e delle sue conseguenze.
Un cavaliere senza stella, una feccia della società odia profondamente Atena, perchè? Il suo legame con i cavalieri si è dissolto ma non del tutto, fra vecchi ricordi, amori, amicizie si svolge la storia si Elis e del suo misterioso passato ma sopratutto del suo potere nascosto, chi è in realtà Elis?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

 
Tuoni, lampi.
Rumori cacofonici sovrastano il santuario della Dea. La terra trema sotto i loro piedi facendoli sobbalzare.
Uno a uno, i cavalieri escono per combattere il nemico sconosciuto, con ardore, furore e massima urgenza.
Non è un cosmo comune quello che li sta attaccando, è quasi sovrannaturale, oscuro pieno di risentimento. È fuori dall’ordinario.
I novizi corrono agitati dai loro maestri, vogliono combattere, battersi per sentirsi utili per la loro Dea. L’aria è tesa, irrespirabile.
Sono luci, molte luci quelli che brillano nel cielo, sono le corazze degli invasori nemici. Lunghe ali d’acciaio di vari colori che tagliano l’aria in due, sono scure senz’anime, che permettono di volare.
Perché l’attacco parte dal cielo da dove tanti fuochi, si scagliano verso il santuario più potenti e veloci di una tempesta, bruciano tutto quello che incontrano sul proprio cammino. Incendiano i bellissimi prati pieni di fiori, fanno evaporare i piccoli ruscelli rendendoli secchi.
Le stelle sono splendenti, belle e infinite ed è da quelle stelle che loro assorbono l’energia diventando titani e potenti, degni di essere chiamati cavalieri platino.
 
Atena si accascia a terra, il dolore si espande su tutto il corpo, la divide in due spezzando il suo fragile equilibrio. Chiude gli occhi esausta, perché combattere? Si chiede nella sua mente, perché non arrendersi?
No, lei non si può arrendere. Non può e non deve, perché lei è Atena, Dea della giustizia, la sua parola è legge, il suo richiamo è giustizia, il suo cosmo è pace e forza per i suoi cavalieri.
Socchiude gli occhi leggermente per vedere lo spettacolo che le presenta davanti, guarda Saga che sta per far esplodere il suo cosmo, la sua tecnica: Another Dimension. I colori si confondono, diventano un’unica cosa, giocano per poi concentrarsi verso i cavalieri d’oro e d’argento.
Li richiude più forte, il dolore non cessa, non ne vuole sapere a sparire.
Le sue orecchie sono inondate da un frastuono, tutti cavalieri presenti guardano agitati, crollare un pezzo di muro. Saori non ha più forza, stringe forte il suo scettro e cerca di alzarsi grazie l’aiuto di Shaka.
Guarda con diffidenza i nuovi arrivati che penetrano dal buco formato dall’esplosione. Entrano in tre, le loro armature sono scure, blu-grigio, sono possenti e strani.
Il capo fa un passo in avanti, i cavalieri si mettono in posizione di combattimento.
-Voglio solo lei!- dice con voce fredda senza espressione.
Saori scuote la testa:-Non è qui.- risponde con voce spezzata.
-E, non te la lasceremo facilmente!- termina per la Dea un Saga furibondo.
 
-Roza, si ti chiamerò Roza, come mia sorella!- esclama contenta Cael sorridendo. Si siede accanto alla bionda e le accarezza i capelli. Il dolore non le da tregua, sembra divorarla da dentro, consumando i suoi organi interni.
-Dove mi trovo?- chiede ansiosa. Non conosce il suo nome, la sua storia, la sua vita, si sente vuota ma allo stesso tempo appagata, felice. Qualcosa dentro di lei ha tappato una voragine aperta da anni, lo percepisce.
-Ci troviamo a Dione, nel regno della Dea Madre.- spiega la castana prendendo una ciocca di capelli d’orati e mettendoli alla luce del fuoco.
-La mia signora sarà contenta di vederti! Aveva ragione, sei proprio bella, saresti perfetta!- dice con troppa enfasi la ragazza.
Prende le mani di Roza e le bacia.
-Sei la nostra salvezza.- Continua lei felice.
La bionda non riesca ad afferrare il concetto di quelle parole, è troppo confusa e logorata.
-Vado ad avvisarla, aspettami!- Cael si alza, la saluta con la mano ed esce dalla stanza di marmo.
I piedi al contatto col marmo le provocano diversi brividi di freddo, prende la coperta e se lo avvolge nel corpo, legandolo bene crea un vestito.
Esce da quella strana abitazione con lentezza, è stanca, troppo stanca per fare un passo in più.
Il sole splende alto nel cielo limpido, non ci sono tracce di nuvole. Il vento sospira leggermente, l’erba fresca sotto i suoi piedi la fa sentire serena. I suoi occhi si soffermano sul paesaggio, unico nel suo genere.
C’è una ricca vegetazione, fiori di ogni genere e alberi alti parecchi metri. Alte strutture s'innalzano nella pianura, sono fatte di pietra e marmo. Riconosce gli stili delle colone, il corinzio. Il fregio di ogni tempio è decorato con immagini di uomini che s'inchinano davanti ad una bellissima donna.
I templi sono sparsi in modo circolare, c’è una piazza al centro delle strutture e là in mezzo a essa c’è una statua, forse la più bella che lei abbia mai visto. È una donna che sorregge una corona di rose, i suoi tratti sono fini e delicati come quelli di un angelo, i capelli ricci le coprono le parti intime.
-È bella, vero?- chiede una voce femminile dietro di lei. Roza si gira e si ritrova davanti ad una bellissima ragazza. Circa ventiquattro anni, capelli castani-rossicci, occhi di un verde chiaro quasi sull’azzurro, un corpo mingherlino ma pieno di forme.
-Tu devi essere quella che Cael ha ritrovato svenuta dentro la vasca della nostra signora!- afferma con circospezione. La guarda con occhi indagatori, diffida di questa ragazza.
-Sono Lissa, sacerdotessa d’oro.- la sua voce è fredda e tagliente, diversamente dal suo aspetto angelico.
-Roza!- a quel nome Lissa sussulta.
-Ancora non si è data pace.- borbotta a voce bassa. La bionda non ci fa caso alle sue parole, il suo sguardo è rapito dalla figura femminile della statua.
-Non ammirarla troppo, così la consumi!-
-È bellissima, in confronto a me.- sussurra sottovoce lei. Qualcosa nel suo aspetto non le piace, una frase che non dimentica non le fa piacere se stessa.
-“Sembri una prostituta!”- se lo ricorda bene queste parole, sono una distruzione per lei, dette da una persona a lei molto cara.
-Bella frase che ti ha detto il tuo ragazzo.- Roza, si volta verso Lissa, lo sguardo incredulo, come fa a sapere cos’ha pensato?
-Leggi nella mente!- afferma la bionda sorridendo rammaricata.
-Una persona a me cara legge nella mente, ma non ricordo chi sia.- dice poi con voce stridula.
-Chiunque questo sia, lo vorrei conoscere!- esclama scherzando la castana, il ghiaccio si è un po’ sciolto se lo sente.
Si aggiunge un altro dettaglio ai suoi ricordi, il volto sfocato di qualcuno.
-è un ragazzo.-
Alla parola "ragazzo", Lissa s’irrigidisce.
-Un uomo vero?- domanda la castana curiosa. A Lissa brillano leggermente gli occhi.
-Si.-
 
Passano parecchi minuti di silenzio, Roza è seduta sull’erba fresca mentre osserva il paesaggio. Lissa è accanto a lei. Non parla ascolta solo il suono del vento.
-ROZA!- urla una voce dietro di loro. Le ragazze si voltano verso una Cael tutta raggiante che corre verso di loro.
-La Dea vuole vederti!- grida entusiasta. Rallenta vedendo l’altra sacerdotessa, un senso di terrore le attraversa il corpo.
-Grande sacerdotessa.- dice in tono solenne la castana facendo un inchino davanti a Lissa.
Roza le guarda leggermente confusa. Ecco, perché sentiva prima un senso di soggezione verso la donna.
-Perché la Signora vuole vederla?- domanda autoritaria Lissa. Cael deglutisce leggermente ma riesca a rispondere calma.
-Ha detto che è lei.- a quella frase la castana si alza e fa cenno con la testa alla bionda di andare. Lei annuisce e si alza.
 
Death Mask guarda infastidito lo splendore di quel posto.
-Odio i fiori.- brontola il cavaliere del cancro.
-Non è male come posto.- replica con il solito sorriso Seiya osservando attento la tranquillità della radura, dove si erano ritrovati.
-Andiamo.- ordina impaziente Kanon, non vuole aspettare un minuto di più. Odia questa situazione e odia pure quella ragazza che la cacciata in questa situazione.
 
Bella, no, bella non è un aggettivo adatto per la donna che Roza si ritrova davanti. È l’essere più incantevole che lei, misera umana abbia mai visto.
I gesti aggraziati, il corpo perfetto, i capelli biondi come il sole e molto ondulati, gli occhi vispi e azzurri che alla luce del sole diventano oro lucente. Una toga trasparente fa vedere le sue grazie, seduta sul bordo di una piscina d’acqua calda gioca con un puma nero.
-Tu sei Elis.- dice con voce suadente. Lei annuisce, è troppo rapita dalla bellezza della donna per parlare.
-Ti ricordi il tuo nome?- domanda Cael sorpresa. Roza scuote la testa, se la Dea dice che si chiama Elis, allora è vero.
-Sono Afrodite!- si presenta lei, si alza con eleganza dalla sua postazione e si avvicina a lei.
-Mia Dea, vuole che le porti qualcosa per farla coprire?- chiede Lissa alla donna, lei acconsente.
La sacerdotessa sparisce dopo l’ordine e porta con sé Cael.
-Sei proprio bella, lo sai? Sei quello che mi serve per rinascere. Un ottimo contenitore.- sussurra giocosa la bionda accarezzandole i capelli dorati.
-Elis, se tu diventerai parte di me, potrai essere felice per sempre!-
-Felice?- chiede Elis confusa.
-Si, ma prima rifocillati e fatti un bagno, poi ci occuperemmo di questo.- dice raggiante Afrodite, come se avesse parlato, entrano dalla porta del tempio principale due ancelle.
-Fatela sentire al suo agio.- ordina la Dea contenta.
-Si, mia signora.- dicono insieme le due giovani.
 
-Cosa volete stranieri?- domanda minacciosa una sacerdotessa di Afrodite parandosi davanti ai quattro cavalieri.
-Cerchiamo una ragazza dai capelli biondi, occhi azzurri e sgarbata al massimo.- spiega Hyoga attento alle mosse della giovane.
-Come avete fatto a entrare nel mondo di Dione e a illudere la siccurezza?- chiede Lissa, comparendo dietro la donna dai capelli blu. Sgrana gli occhi.
Uomini, uomini veri, quelli che si ritrova davanti? Sono fatti così?
Death Mask la guarda scocciato, odia questa ragazza appena l’ha vista. Ha qualcosa che lo fa mandare in bestia.
-Parli di quelle scansafatiche?- indica il portone ormai vuoto con la mano.
Dopo un combattimento e girovagato per i tempi di Dione, si erano ritrovati davanti al tempio principale.
-Cos’hai fatto alle mie amiche, dannato?-
-Stanno facendo un bel sonnellino!- esclama compiaciuto il cavaliere d’oro.
Lissa stringe forte i pugni, non accetta un simile affronto. 
Alza al cielo la mano destra, e inizia a bruciare il suo cosmo. Piccole fiamme dorate compaiono sul palmo, fino a diventare fuoco puro.
-Colpo della Furia.-
Le fiamme circondano i quattro cavalieri, s’innalzano per costruire una gabbia di fuoco.
-Illusa, pensi che questo ci possa fermare.- dice con fare superiore il Saint d’oro.
Si prepara ad attaccare ma la mano di Hyoga lo ferma.
-Lascia fare a me! Aurora del Nord- il cavaliere muove le braccia per mimare lo sbattere d’ali, si forma dei bagliori luminosi poi unisce le due mani e da dietro la testa protende le braccia in avanti per due volte, lanciando un colpo che spegne le fiamme.
Lissa rimane sbigottita, finalmente qualcuno alla sua portata.
 
La sacerdotessa si appoggia esamine sulla colona, non ce la fa più, è troppo stanca per continuare a combattere. Il biondo le ha rotto un braccio e ha parecchi tagli sul corpo. Sorride, lui ha vinto è merita il suo rispetto anche la sua vita.
-Si trova dentro la stanza delle terme. Attenti alla mia Signora.- rivela prima di svenire.
-Vado io, voi occupatevene della Dea.- parla Kanon prima di dirigendosi verso la stanza.
-Andiamo?- chiede Seiya agli altri due. Hyoga scuote la testa.
-Andate avanti, vi raggiungo dopo!-
 
L’acqua è calda e le rilassa i muscoli.
Sembra che abbia combattuto, anche se non lo ricorda questo dettaglio. Chiude gli occhi e si lascia coccolare dalla dolcezza delle terme.
I capelli ondeggiano liberi e lei ci gioca.
È felice.
Dei passi, interrompono la sua tranquillità. I suoi occhi s’incollano sulla figura che si avvicina piano verso di lei.
-Chi.. sei?- chiede balbettando. Cerca di nascondere la sua nudità raggomitolandosi e coprendosi con le braccia, il suo viso si arrossa.
Compare la figura più maestosa che lei abbia mai visto. Il cuore prende a battere velocemente, impazzisce.
-Elis?- domanda leggermente imbarazzato Kanon. 


Queste sono Lissa e Cael...
Ecco qua il nono capitolo, scusate il ritardo, non avevo molte idee, spero che vi piaccia :)
   
 
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