Per quanto meravigliosa si presentasse la neve,sarebbe stato impossibile per lei lasciare intaccate le sfumature particolari del manto sopra di noi anche questa volta. Il grigio, sebbene rarità, imperfetto usava privarlo dei suoi tratti fini e particolari ogni volta . Nessuno avrebbe, d'altronde, notato l'impercettibile difformità. L'insolito sa imbrogliare.
Mi beavo del constatare con i miei occhi,comunque, come la sua scomparsa avesse ridato all'uomo l'amato cielo. Da quel colore innaturale esso aveva mutato in blu scuro.
Stavo ossessionandomi con simili riflessioni totalmente inadatte alla situazione, dato che riguardavano tutt’altro che il problema primario che avrei dovuto affrontare e risolvere, quando il ragazzo ruppe la linea che teneva legata la quiete che vi si era creata dicendo:
-Perché mai dovresti tu esserti dimenticata di me. Perché mai la mia convinzione e le speranze che riponevo nel futuro si sono frantumate con nulla?
Mi bloccai di colpo. Ma cosa stava dicendo? Decisi di non replicare in modo tale da capire cosa intendesse rivelare quell’affermazione.
Non vi fu seguito, d’altronde, a quelle parole. Stavo cominciando ad accettare una possibile arresa.
Una lampadina nella mia mente stava simultaneamente alle mie azioni accendendosi. Questo mi spinse ad aprire bocca, finalmente.
-Non ci si può aspettare che gli oggetti abbandonati ritornino ad essere i propri.
Non riuscivo però ad inquadrare il motivo che mi avesse spinto a formulare un’asserzione tanto crudele; eppure, continuavo a pensare che non potessi ,per nulla al mondo, concedergli la libertà di cercare di colmare un vuoto da lui stesso generato, di riuscire a medicare la ferita che lui stesso aveva provocato con la sua completa non curanza nei miei confronti, di prendersi nuovamente gioco di ciò che provavo.
Lui, da parte sua, aveva ora assunto un’espressione alquanto basita. Poco m’importava del suo shock.
La sua lontananza ed i silenzi delle sue lettere mute avevano apportato eccessivo dolore nella parte più ancestrale del mio io. Non avrei potuto sopportare altro.
Improvvisamente lasciò la mia mano, facendomi rimanere perplessa. Incrementando maggiore sofferenza. Per quanto stessi auspicando che smettesse di avvicinarsi, il mio cuore avrebbe preferito qualcosa di diverso.
L’avrebbe voluto accanto nei momenti di difficoltà. L’avrebbe voluto accanto nei momenti di gioia. L’avrebbe voluto a proteggerlo dal male del mondo.
Ma ciò non poteva essere. Non dovevo cedere. Io non avrei dovuto farlo.
Non sentì più la sua presenza. Tutto divenne nero.
-‘’ I want you to be my bride*’’.
Risate . Risate echeggiavano
-Scusa, cosa dici? Lo sai che non conosco l’inglese, Charlie.
Risate. Risate echeggiavano felici.
-Ti ho solo detto di voler poter passare il resto della mia vita con te.
Risate. Risate echeggiavano per poi scomparire nel vuoto dell’ombra.
Mi beavo del constatare con i miei occhi,comunque, come la sua scomparsa avesse ridato all'uomo l'amato cielo. Da quel colore innaturale esso aveva mutato in blu scuro.
Stavo ossessionandomi con simili riflessioni totalmente inadatte alla situazione, dato che riguardavano tutt’altro che il problema primario che avrei dovuto affrontare e risolvere, quando il ragazzo ruppe la linea che teneva legata la quiete che vi si era creata dicendo:
-Perché mai dovresti tu esserti dimenticata di me. Perché mai la mia convinzione e le speranze che riponevo nel futuro si sono frantumate con nulla?
Mi bloccai di colpo. Ma cosa stava dicendo? Decisi di non replicare in modo tale da capire cosa intendesse rivelare quell’affermazione.
Non vi fu seguito, d’altronde, a quelle parole. Stavo cominciando ad accettare una possibile arresa.
Una lampadina nella mia mente stava simultaneamente alle mie azioni accendendosi. Questo mi spinse ad aprire bocca, finalmente.
-Non ci si può aspettare che gli oggetti abbandonati ritornino ad essere i propri.
Non riuscivo però ad inquadrare il motivo che mi avesse spinto a formulare un’asserzione tanto crudele; eppure, continuavo a pensare che non potessi ,per nulla al mondo, concedergli la libertà di cercare di colmare un vuoto da lui stesso generato, di riuscire a medicare la ferita che lui stesso aveva provocato con la sua completa non curanza nei miei confronti, di prendersi nuovamente gioco di ciò che provavo.
Lui, da parte sua, aveva ora assunto un’espressione alquanto basita. Poco m’importava del suo shock.
La sua lontananza ed i silenzi delle sue lettere mute avevano apportato eccessivo dolore nella parte più ancestrale del mio io. Non avrei potuto sopportare altro.
Improvvisamente lasciò la mia mano, facendomi rimanere perplessa. Incrementando maggiore sofferenza. Per quanto stessi auspicando che smettesse di avvicinarsi, il mio cuore avrebbe preferito qualcosa di diverso.
L’avrebbe voluto accanto nei momenti di difficoltà. L’avrebbe voluto accanto nei momenti di gioia. L’avrebbe voluto a proteggerlo dal male del mondo.
Ma ciò non poteva essere. Non dovevo cedere. Io non avrei dovuto farlo.
Non sentì più la sua presenza. Tutto divenne nero.
-‘’ I want you to be my bride*’’.
Risate . Risate echeggiavano
-Scusa, cosa dici? Lo sai che non conosco l’inglese, Charlie.
Risate. Risate echeggiavano felici.
-Ti ho solo detto di voler poter passare il resto della mia vita con te.
Risate. Risate echeggiavano per poi scomparire nel vuoto dell’ombra.
*Voglio che tu sia mia moglie.