Lasciai
Patroclo che
dormiva e mi diressi velocemente verso le stanze di Antivo, il medico
di Ftia:
lo trovai intento a studiare dei fogli ingialliti e appena mi vide
entrare si
alzò: “Buongiorno principe… come mai
siete qui? State male forse?” sembrava un
po’ preoccupato, quindi mi affrettai a rassicurarlo.
“
E’ un mio… amico, si un
mio amico, che è nei guai. Lui… lui sta
male.” Non sapevo cosa dire ed ero in
imbarazzo. Molto.
“Bene,
portatemi da lui.” Fece
pronto il medico e decisi che quello era sicuramente un buon metodo per
affrontare la situazione: andare dritto al sodo. Solo sarebbe stato
difficile
spiegargli perché un servo dormiva nella mia stanza e
perché lo consideravo mio
amico.
Attraversammo
in silenzio
i corridoi fino ad arrivare davanti alla mia stanza, quindi presi un
respiro
profondo ed entrai, facendo segno ed Antivo di seguirmi.
Si
bloccò di colpo vedendo
il ragazzo esile e pallido steso sul mio letto che dormiva
profondamente: “Oh
signore, cosa gli è successo?” esclamò
precipitandosi verso di lui ed
inginocchiandosi ai piedi del letto.
“Mio
zio gli è saltato
addosso, come il suo vecchio padrone: è ricoperto di lividi
e beh… sta male. Molto.”
Mi avvicinai a mia volta al letto e mi chinai su Patroclo, scostandogli
con
delicatezza i capelli scuri dal viso e rimasi un attimo ad osservarlo
incantato,
quindi lo scossi con leggerezza per svegliarlo e lui
sussultò violentemente,
mettendosi seduto di scatto e guardandosi intorno preoccupato, con gli
occhi
ancora appannati dal sonno.
“Cosa
succede? Dove sono?”
sussurrò cercando i miei occhi con i suoi e quando li
incrociammo sentii il
cuore battere al’impazzata: avrei potuto star lì a
fissarlo per ore, ma ora non
potevo: prima di tutto dovevo tirarlo fuori dalla brutta situazione con
mio
zio, poi avrei fatto ciò che volevo. OH MIO DIO non pensate
male! Volevo bene a
Patroclo non avrei mai fatto qualcosa che potesse ferirlo. E nemmeno lo
conoscevo.
“Sei
un servo ragazzo?”
chiese Antivo e lui annuì solo quando gli feci cenno che
poteva fidarsi: “Non
ho nemmeno bisogno di visitarti. Tu stai male e il re non si
avvicinerà a te
per almeno un mese… sei evidentemente sfinito, sia
fisicamente che moralmente;
parlerò io con il re e sono sicuro che riuscirò a
convincerlo.”
Sorrisi
e guardai
riconoscente Antivo: sapevo del forte ascendente che aveva su mio zio e
sapevo
anche che se diceva una cosa la portava a termine; non gli interessava
se fosse
il re sarebbe stato capace di inventarsi di tutto pur di riuscire nel
suo
intento, infatti aggiunse: “Anzi, mi è venuta
un’idea: che ne diceste se
dicessi al re… che so… che il ragazzo
è stato male in città e visitandolo ho
scoperto che affetto da una malattia altamente contagiosa che potrebbe
portarlo
alla morte da un momento all’altro?”
Patroclo
spalancò gli
occhi non credendo alle sue orecchie: “Lo fareste veramente?
“Ragazzo,
quando dico una
cosa la faccio, quindi ora vado a parlare con il re. Cerca di
riposare… a
presto principe.” Detto ciò Antivo uscì
silenzioso dalla mia stanza e si
diresse a passo sicuro verso le stanze di mio zio: non si sarebbe
tirato
indietro per nulla al mondo. Lui si che era coraggioso, non io. Altro
che eroe
invulnerabile e semi divino!
“Sai,
ho l’impressione che
mio zio ti starà lontano per ben oltre un mese!”
dissi con un sorriso idiota e
il mio cuore rischiò di scoppiare quando Patroclo
scoppiò a ridere lasciandosi
cadere nuovamente sul mio letto: “Ho passato anni cercando un
modo per tirarmi
fuori da questo schifo di vita e poi arrivate tu e quel medico e in due
ore
scarse risolvete tutto! Oh mio dio è stato tutto
così veloce che non ci ho
capito niente! No, davvero, cos’è successo? Devo
essermi perso un pezzo!” rise,
rise a lungo, nascondendo il viso fra le mani, rise e pianse
contemporaneamente, sommerso da quella gioia tanto improvvisa quanto
inaspettata. Non so quanto tempo rise, ma so per certo che ad un certo
punto si
rimise a sedere e mi fissò con espressione strana. Strana,
si, strana.
“Io
sono un servo.” Sussurrò
con voce stranamente bassa alzandosi e venendo verso di me; per un
attimo fui
tentato di indietreggiare, spaventato dal bruciore che invadeva il mio
copro
ogni volta che Patroclo mi era vicino, ma rimasi immobile deglutendo a
vuoto.
“Devo
avere sempre un
padrone.” Riprese abbassando maggiormente la voce e
fermandosi; eravamo
vicinissimi… troppo: “Questo significa…
che io sono tuo.”
Sussurrò
le ultime parole
direttamente al mio orecchio, quindi poggiò con delicatezza
le labbra calde sul
mio collo e si appiccicò completamente a me; davvero non
riuscii a resistere:
gli misi due dita sotto il mento e lo costrinsi a voltarsi verso di me,
baciandolo con forza eppure stando sempre attento a non fargli male.
Patroclo
rispose al mio
bacio e si lasciò spingere verso il letto, dove lo feci
sdraiare.
“Non
ti farò male…”
“Lo
so…”
*******
Quando
mi svegliai fuori
era buio e capii subito che doveva essere notte; la prima cosa che
sentii fu
una gamba nuda di Patroclo infilata fra le mie e il delicato peso della
sua
testa corvina sul mio petto.
Oh
cazzo. Io nemmeno lo
conosce decentemente quel servo! Perché ero così
attratto da lui? Perché ero
completamente cotto di un ragazzo che avevo incontrato solo quella
mattina? Oh dei
cosa mi era successo, COSA?????
Patroclo
si mosse
lentamente, spostandosi di poco sul mio petto e di nuovo il cuore
cominciò a
battermi all’impazzata, correndo tanto che avrebbe potuto
vincere la Maratona. Inutile
farsi domande non avevo la minima fottuta idea di come avessi fatto ad
innamorarmi
di quel ragazzo, ma era successo… semplicemente era successo
e lui aveva
ricambiato… beh, ragazzi, WOW!!!
Era
la prima persona per
cui mi sentivo così agitato, la prima che mi faceva andare
in cuore a mille e
che accendeva ogni cellula del mio corpo.
In
quel momento Patroclo
sbadiglio e si stiracchiò come un gatto e la sua fottuta
gamba si mosse fra le
mie… cazzo! Dovevo ricordarmi di respirare…
respira, Achille, respira.
“E’
notte?” mi chiese e la
sua voce, dio, la sua voce…
“Tutto
bene?” chiese
nuovamente sollevandosi un poco per potermi guardare in faccia e io gli
sorrisi
istintivamente: “Si, sto bene… e si, è
notte.”
Patroclo
si lasciò
ricadere al mio fianco affondando nel cuscino e sbadigliò di
nuovo: “Io di
solito non faccio così…” aggiunse poi:
“Non faccio la troia e non mi porto a
letto uno che conosco da meno di un giorno… ma con te
è diverso… cazzo, è tutto
diverso: la tua pelle, i tuoi occhi… tutto di te mi fa
impazzire… sono come
ossessionato, ma non voglio che ti faccia un’idea sbagliata
di me, capisci? Tu credi
nei colpi di fulmine?”
“Ora
si.” Risposi istintivamente
sorridendo come un ebete e mi ritrovai a pensare che forse ora avrei
potuto
stare bene, finalmente. Ero libero.
Non
avevo più paura per
lui era con me. Perché lui era come me.
“Dormi
ora.” Gli dissi
circondandogli le spalle con un braccio e lui affondo il viso nel mio
petto
lasciandosi abbracciare e respirando a fondo: “Domani ti
presento Ftia…”
Proprio
non sapevo cosa ci
aspettava. Godiamoci il momento e, tra parentesi, sono riuscito a
rimanere serio
per tutto questo tempo; devo stare proprio male! Oh santi numi che
Antivo abbia
portato sfiga??? Ci mancava solo quella per concludere in bellezza il
circolo
schifosamente sfigato della mia vita… bello. Mi presento: mi
chiamo Achille, ho
diciannove e sono un semi dio invulnerabile figlio di una ninfa del
mare e di
un eroe ormai morto, quindi vivo sotto il controllo di mio zio, pazzo,
grasso,
puzzolente, unto e beh… mio zio. Una vita terribile, direte
voi, e invece vi
sbagliate, perché ora c’è Patroclo.
È una figata. Bella… mi piace
ripresentarmi!! Dicevamo del rimanere serio?
Ciao…
allora come vi
sembra questo capitolo? Ringrazio Lyla Osaki per le suo bellissime
recensioni e
un grazie anche ai lettori silenziosi^^ J J nel
prossimo capitolo si
avrà una svolta e tornerà a farsi vedere il dolce
Patroclo vendicativo e anche
l’Achille un po’ folle che mi piace tanto, visto
che ora sono stati tutti e due
molto seri… le condizioni lo hanno reso obbligatorio ;) J
Comunque nel prossimo
capitolo ci sarà un po’ di movimento visto che gli
ultimi due sono stati un po’…
ORIZZONTALI! Ahahahah, ma cosa avete pensato, intendevo piatti!! Alla
prossima,
ciaooooooooo.