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Autore: goldfish    23/09/2006    13 recensioni
La situazione stava diventando insostenibile, Ron e Hermione non potevano più andare avanti così! Era troppo imbarazzante... era giunto il momento di dimostrare la vera stoffa dei Grifondoro! I sogni rivelatori sono sempre stati la mia passione che ritorna a intervalli regolari... carina ma non da diabete, spero!commentate!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Signorina Granger, lasci che le faccia i miei complimenti

“Signorina Granger, lasci che le faccia i miei complimenti. Io stessa non avrei potuto fornire un migliore esempio di trasfigurazione umana. Cinquecento punti ai Grifondoro e menzione negli annuari scolastici!”

“Oh, grazie professoressa McGranitt…”

Poi l’aula intorno a lei sfumò, e la ragazza era in biblioteca, sommersa dai libri.

“HERMIONE!”

“Ron! Da dove sbuchi? E gli allenamenti di Quidditch?”

“Ci sono cose più importanti di una pluffa, tre anelli e una scopa…”

Da quando la sua voce aveva smesso di essere stridula, ed era diventata calda, sensuale ed attraente?

Hermione balzò in piedi così di scatto che fece cadere all’indietro la sedia.

“E io che pensavo avessi l’equivalente emotivo di un cucchiaino da tè!” esclamò con enfasi.

“Dolcezza, le persone crescono.”

E perché ora non indossava più la sua divisa, ma una camicia sbottonata, ed era bagnato fradicio da capo a piedi?

“Oh, Ron, potrai mai perdonarmi per lo stormo di canarini?”

“È stata dura, donna, ma l’ho superata.”

“Mio eroe!” e gli si appese al collo con una mossetta degna di un film anni ’40.

Detto questo il ragazzo spazzò via dal tavolo della biblioteca tutti i libri con un braccio, sollevò Hermione e ce la scaraventò sopra di peso.

“Ronald Weasley! Come sei irruente!”

“Ho aspettato fin troppo, baby!” e la baciò con passione.

“Oh, Ron!”



OH NO, di nuovo!

Non ce la faccio più, sono settimane che continuo a fare questo genere di sogni su Ron. Ambientati dovunque. La mia mente non ha risparmiato un singolo centimetro quadrato del suolo di Hogwarts, Foresta Proibita, Torre di Astronomia e Serre incluse. E il lago!

Vorrà mica dire qualcosa?

No, mi sono documentata, ho letto la bibliografia completa di quel babbano, Freud, e lui dice che il significato di un sogno non risiede nel sogno in sè, ma va ricercato interpretandone i dettagli, i particolari. Il nostro subconscio non ci manda mai messaggi in modo così esplicito.

Ma allora, perché quando mi sveglio mi sembra sempre che il mio subconscio non voglia solo comunicarmi qualcosa, ma me lo urli proprio nelle orecchie?

Insomma, sta cominciando a diventare imbarazzante, questa faccenda. A furia di sognarlo, a volte mi ritrovo a fantasticare su di lui anche da sveglia, rischiando di distrarmi durante le lezioni.

E poi lui mi zompa davanti, e mi inonda con fiumi di parole sconnesse, e io lo fisso, e ripenso all’ultimo sogno, e mi sento così strana…

Chissà che idea si sarà fatto di me.

Mi irrita non avere sotto controllo questa cosa, io devo avere sempre tutto sotto controllo. TUTTO!

Ma sarà meglio dormire adesso, studierò un modo per gestire questa situazione scomoda a partire da domani.

Qua dormono tutte… mmm, potrei disegnare i baffi a Lavanda con la piuma indelebile di Fred e George. No, tu sei superiore a questi infantilismi, Hermione.

~~~

“Weasley sei un idolo!”

“Weasley in nazionale!”

“Weasley! Weasley! Weasley!”

La folla in delirio stava sollevando da terra Ron che stringeva la coppa di Quidditch appena strappata ai Serpeverde, in un match vinto duemilaquattrocentoventi a zero.

“Grazie ragazzi, troppo gentili, ma il merito va a tutta la squadra…”

Ma all’improvviso il campo da gioco era diventato la sala comune dei Grifondoro e le urla dei suoi tifosi vennero rimpiazzate da una musichetta d’atmosfera.

Hermione stava scendendo dalle scale del suo dormitorio con addosso solo un baby-doll di seta nera, e un lecca-lecca alla fragola in bocca.

“Sei stato grande oggi, Ronald… ti meriti un premio.”

“Il lecca-lecca?”

“Diciamo che hai vinto il pacchetto completo.”

Perché aveva una voce così sexy? E cos’era quella, la nuova divisa?

“Ron, ho aspettato tanto questo momento!”

“Anche io, bambola…” disse il rosso, afferrandola con prepotenza per la vita.

“Oh, Ronald! Tu si che sei un vero uomo, altro che quello sfigato di Victor Krum! Potrai mai perdonarmi per quell’errore?”

“D’ora in poi, Krum ti sembrerà solo un lontano ricordo.” E la baciò con impeto.



“Ron? RON! Sveglia!”

“Uh? Harry, che vuoi, stavo sognando!”

“Lo so che stavi sognando, lo sapevamo tutti, e sinceramente cominciava a diventare imbarazzante.”

“Cosa?!”

“Stavi baciando il cuscino e urlando con enfasi cose tipo: oh, Hermy-Hermy! Vieni qua, zuccherino!

“Ho capito, ho capito. Ora però vorrei riprendere a dormire, Harry.” Sono viola, lo sento.

“Come vuoi, ma datti una calmata perché Neville stava per piangere, prima. Notte.”



Ecco, Harry ha ragione, non riesco a controllarmi. Ma non è colpa mia se Hermione mi fa questo effetto! Sarà quella sua mania di ficcare sempre il naso dappertutto, o quel suo essere così perfettina, non so, ma quella ragazza emana come delle vibrazioni. E poi ci punzecchiamo da anni, e così facendo abbiamo accumulato una certa ‘tensione’ (avete capito cosa intendo).

Non posso farle capire che ho queste fantasie, sarebbe oltremodo imbarazzante e decisamente fuori dal mio personaggio. Io sono Ron, quello che fa battute idiote e la prende in giro perché è una saputella insostenibile (il che è vero, ma a me piace così. E non solo perché mi passa i compiti, siete i soliti maligni!).

Perciò mi riduco a vomitarle addosso discorsi senza senso, il che non può far altro che peggiorare l’idea che lei si è fatta di me, ovvero una scatola vuota con la sensibilità di un cucchiaino da tè. Sono certo di metterla addirittura in imbarazzo con la mia stupidità a volte, perché la vedo che mi fissa con una faccia strana.

Ma ora basta, è il momento di agire. Domani mattina. Deciso!

Comunque, dov’ero rimasto?


Il mattino seguente in Sala Grande…

H.

Non ce la faccio più, devo risolvere questa faccenda. D’accordo che l’adolescenza è una fase complessa della vita, per via di tutti quegli ormoni in subbuglio, ma io non sono mai stata così disinibita, neanche nei miei sogni!

Uh, ecco Harry che mi saluta.

“Ciao Hermione! Vieni, ti ho tenuto un posto.”

“Ciao Harry. Dov’è Ron?”

“Quando sono sceso era ancora sotto la doccia…”

“Ah, capisco.”

Ma sbaglio o Harry ride sotto i baffi? Boh… oh no, eccolo che arriva. Non lo devo guardare in faccia, sennò va a finire che arrossisco di nuovo.

“Ehi Ron!” dice Harry.

“Ciao Harry. Her-Hermione…” fa Ron, un po’ titubante. Ha i capelli ancora un po’ umidi. E quelle lentiggini… cavolo! Pensa a Lumacorno, pensa a Lumacorno, pensa a Lumacorno. Uh, che schifo, funziona.

“Ciao Ron.”

“Dormito bene, Hermione?”

Ma che razza di domanda è questa? Dovrei rispondergli qualcosa del tipo: Sì, Ron, è stato molto interessante!

“Sì, una bella performance...”

Oh. Mio. Dio. Ho davvero detto performance?

“Cioè, proprio una bella dormita! Tu?”

“N-non c’è male...”

Lo sapevo, è diventato viola. L’ho messo in imbarazzo. Basta, ora faccio i bagagli e vado in Erasmagus a Beauxbatons, almeno evito queste figure di m…

“Oh, Ron ha dormito proprio bene! Vero amico?”

Che c’entra Harry, adesso? E perché ride in quel modo furbetto e gli dà una gomitata complice?



R.

Non lo uccido giusto perché è il Prescelto, e dobbiamo tenercelo buono.

Ma perché non pensa un po’ a come eliminare Voi-Sapete-Chi, invece che mettere me in imbarazzo? Lo sento, sono del colore del tavolo. Non la parte dorata, quella scarlatta, intendo.

Devo togliermelo dai piedi.

“Ehm… Harry, ti cerca Hagrid.”

“Hagrid? Ora? Ma se abbiam-”

“VAI HO DETTO!”

“Ah, già… Fierobecco…”

Com’è tanardo, quel ragazzo. Ok, ora se ne va e io risolvo questa cosa una volta per tutte, non ce la faccio più! Devo farmi forza e comportarmi da uomo. Da Grifondoro!

“Ma non tarderà per le lezioni?”

“Ma no Hermione, vedrai che ci metterà un minuto. Ad ogni modo… volevo parlarti, ecco.”

Andata, gliel’ho detto, il più è fatto. No, fatto un corno, non le ho detto proprio un bel niente! E se Seamus non la smette di farmi quelle facce da dietro le spalle di Hermione, giuro che gli spacco la faccia.

“Parlare? A proposito di che?”

“Già, ehm… però preferirei un po’ di privacy.”

La afferro per un braccio e la trascino di peso fuori dalla Sala Grande. Mi serve un posto. Pensa Ron, pensa… uno sgabuzzino per le scope? No, poi magari si fa strane idee. La Stanza delle Necessità? Ehi, non scherziamo, io non li faccio sette piani di scale. Pensa Ron, pensa…

“Ron, c’è un’aula vuota là. E smettila di sballottarmi avanti e indietro come una pluffa!”

“Uh, scusa. Sì, l’aula va bene, entriamo.”

Fantastico. Bell’esordio. Devo riprendermi, devo farle un discorso profondo e maturo.

“Bene…”

“Già.”

“Ecco.”

“Cosa?”

“Mah…”

La situazione mi sta sfuggendo di mano.

“Sì, insomma, io sono Ron. E tu sei Hermione. Ci siamo capiti, no?”

Cristallino.



H.

Con la delicatezza che si ritrova mi avrà lasciato un livido sul braccio! Ad ogni modo.

“Scusa, mi hai portato fin qui per ricordarmi i nostri dati anagrafici?”

“No! Cioè, era solo per dire che insomma… noi due!”

Ora non è più rosso, tende al bordeaux. Con chiazze fucsia. Però anche io, temo di sapere benissimo dove vuole arrivare, ma così non lo facilito di certo. Forse dovrei saltargli addosso e chiuderla qua, tanto non aspetto altro. Giusto?! GIUSTO?!

“Ron, la tua frase manca di un nesso logico.”

“Ma figuriamoci se non hai capito, tu sei Hermione ‘so-tutto-io’ Granger!”

E il vincitore per la dichiarazione più romantica del secolo è… Ronald Weasley!

“Ron, se mi hai trascinata qua per prendermi in giro…”

“Ma no! Il punto è un altro!”

“E cioè?”

“Lo sai benissimo. Hermione, tu… tu mi piaci trop-”

“ANCHE TU!”

Che mi è preso? L’ho interrotto sul più bello, il mio cervello non voleva che quelle parole uscissero dalla mia bocca. Non adesso, almeno.

“Davvero?”

E mi fa una smorfietta stupita, una di quelle che mi fanno impazzire.

“Davvero, Ron.”

“Quindi noi due…”

“Se lo vuoi.”

“Certo che lo voglio! Ti ho portata qua apposta!”

“Veramente ti ci ho portato io, qua. Tu mi trascinavi avanti e indietro e basta.”

Ecco, sempre i puntini sulle ‘i’ devo mettere. Come mi detesto. In effetti questa dichiarazione me la immaginavo un po’ meno demenziale, ma credo che non si debba pretendere troppo da due teenager, giusto? Poi stiamo parlando di Ron. E io non l’ho messo molto a sua agio coi miei toni da maestrina.

“Ma l’idea è partita da me!” mi risponde piano, sorridente. Meno male che non si è offeso. Ora mi fissa e gioca con i miei capelli. Dovremmo baciarci? Direi di sì.



R.

Dovremmo baciarci? Direi di sì. Non me la sono cavata troppo male, che dite? Certo, non ho finito la frase, ma solo perché lei mi ha interrotto. E poi a volte mi mette un po’ in soggezione. Quanto sarà che ci squadriamo? Al tre la bacio: uno, due, due e mezzo, due e tre quarti (andiamo Ron, eri il re della pomiciata selvaggia con Lavanda, datti una mossa!), TRE!



Non ci posso credere, la sto baciando! E ora anche lei mi bacia. Sì, sta decisamente ricambiando il mio bacio. Se potessi sdoppiarmi mi batterei un cinque da solo. Da quant’era che lo desideravo? Non lo so, troppo, non me lo ricordo neanche più! Incredibile, io e Hermione che ci baciamo in un’aula vuota (ed è un bacio vero, mica una mezza ciofeca!). Oh Merlino. Starà facendo dei paragoni con Vicky-Vicky Krum? Maledetto bulgaro! Nulla di personale, fosse stato spagnolo avrei detto maledetto spagnolo.

No, ora mi sto deconcentrando.



H.

Non è possibile! Ron mi sta baciando e non si tratta di un altro sogno. Anche perché nei sogni le situazioni non sono mai molto verosimili, ma ora… io e Ron ci baciamo in un’aula vuota.

SANTO CIELO! E se la McGranitt entrasse? Oh beh, non saremmo né i primi né gli ultimi ad essere colti in flagrante. Ma noi siamo due Prefetti, dovremmo dare il buon esempio! Pazienza, correrò il rischio, in fondo ne vale la pena. Certo che si è impratichito bene con Lavanda… ma tanto ora lei è single! Ih-ih-ih, beccati questo, insulsa pettegola da quattro soldi!

No, ora mi sto deconcentrando.



R.

Interrompo un attimo il bacio e la guardo. È stupenda, le si sono un po’ spettinati i capelli e questo la rende ancora più splendida.

“Hermione… dici che si sarà fatto tardi?” sinceramente non me ne importa un fico secco dell’ora, ma so che lei ci tiene a queste cose da studentessa modello.

“Può darsi. Anzi, temo di sì!” mi risponde col sorriso, un po’ rossa. Le brillano gli occhi, è un buon segno. La bacio di nuovo, lo volevo fare da così tanto tempo che ora non riesco a smettere.

Ma adesso arriva il difficile. Insomma, la dichiarazione, il bacio, quella è la parte facile, spontanea. Il casino viene dopo, quando si smette di essere noi due, e si diventa noi due più il resto del mondo. O di Hogwarts, che ora come ora per noi è uguale.

“Dovresti un po’ ricomporti. Sai, i capelli spettinati… potrebbe essere compromettente per un Prefetto!” La butto sul ridere, e mi pare che lei apprezzi, perché scoppia in una risatina convulsa e nasconde la faccia nella mia spalla. Poi si risolleva, ed è di nuovo quella di sempre.

“E siamo anche in ritardo, dobbiamo sbrigarci se non vogliamo una punizione!”

Mi dà un altro bacio e mi fissa per qualche istante; poi si sistema la coda e si incammina verso la porta, mentre io sto lì impalato a fissarla come un baccalà. Si volta e allunga la sua mano verso la mia, sorridente. Gliela afferro. Usciamo dall’aula e ci buttiamo in mezzo agli altri studenti ritardatari che si affrettano verso le lezioni. Niente di più facile.



FINE


 

  
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