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Autore: danish    19/02/2012    7 recensioni
Dopo la sconfitta del demone Noo l'Arcadia con equipaggio al completo (o quasi) cerca un posto sicuro in cui rifugiarsi per provvedere ai danni subiti durante l'ultimo scontro.
Ma davvero il nemico è stato sconfitto?
La storia è ovviamente ispirata alla serie EO e potrebbe essere il "prequel" di un'altra ff di questa categoria (preciso non una mia ff) ma naturalmente me ne guardo bene dall'anticiparvi di quale si tratti. Leggete e scoprirete.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cinque Riflessioni di Harlock



L'equipaggio è sceso dalla nave per andare in perlustrazione della Emeraldas. Due gruppi, di dieci uomini ciascuno, si sono incaricati di rimettere subito in funzionamento i forni di fusione. Un altro gruppo, comandato da Maji, sta selezionando il materiale più adatto al nostro scopo.

A bordo siamo rimasti solo Kei, Yattaran, Mimeh, il dottor Zero, la signora Masu ed io.

Stavo raggiungendo la sala del computer quando all'improvviso ho udito l'urlo agghiacciante di Masu  provenire dalle cucine.
Troppo raccapricciante per pensare fosse rivolto, come al solito,  a Mii o a Tori.
Ho invertito la direzione e sono andato di corsa verso quella zona ma appena sono entrato ho avvertito una strana sensazione di disagio.
I fuochi del fornello si sono accesi e spenti improvvisamente per sei volte consecutive.
Contemporaneamente una folata di vento gelido ha fatto ondeggiare in modo sinistro il mio mantello.

Le ante dei pensili erano completamente aperte e al loro interno giacevano barattoli di vetro spaccati in mille frantumi ed il loro contenuto gocciolava ancora viscidamente lungo le pareti fino a giungere sul pavimento.
E' stato proprio seguendone il percorso che ho visto con enorme stupore del sangue a terra.
Non erano gocce sparse disordinatamente ma segni di trascinamento.
Ho seguito con lo sguardo il macabro percorso disegnato sul pavimento.
Giungeva sino al congelatore sul cui sportello vi erano altri segni di sangue.

D'istinto mi sono avvicinato e l'ho aperto.
La signora Masu giaceva sul fondo del congelatore, ricoperta in parte di sacchetti contenenti verdure surgelate e carne.
L'ho presa con delicatezza tra le braccia ed ho tirato un enorme sospiro di sollievo constatando che era ancora viva.
Ghiacciata ma viva!

Le ho chiesto se riusciva a parlare e a spiegarmi che cosa fosse accaduto nella sua cucina.
Ha mormorato, con quel poco di forze che le erano rimaste, che Mimeh era entrata a cercarla per qualche motivo che non riusciva a ricordare.
Si era avvicinata al bancone dove lei stava affettando delle bistecche per preparare la cena quando improvvisamente ha detto di aver sentito un soffio gelido sul viso....

"Ha anche gridato qualcosa del tipo....chi sei? che cosa vuoi da me? Vattene via! Poi mi ha strappato un coltello dalle mani e ha cominciato ad infierire sulle bistecche come impazzita, con una cattiveria che non immaginavo nemmeno possedesse... Alla fine ha tirato un fendente alla cieca e mi ha quasi colpita ad un braccio.....poi ha cominciato a spaccare tutto quello che le capitava sotto mano....io di soppiatto mi sono allontanata ma sono scivolata su una delle bistecche che era caduta a terra....per fortuna Mimeh non se n'è accorta, così  mi sono infilata qui dentro...sperando di cavarmela...."


Povera cara Masu....ancora non riesco a credere a quello che ha appena detto.
Sul viso ha ancora dipinta l'espressione di terrore....
Mi dice con la poca voce rimastale che Mimeh ha gridato che, sistemata lei, si sarebbe accanita contro il dottore.
Quindi immagino che si stia dirigendo in infermeria.
Speriamo che non sia troppo tardi....sono passati circa dieci minuti da quando sono entrato nelle cucine.

Prendo tra le braccia
la signora Masu che nel frattempo ha perso i sensi e mi accingo a percorrere il corridoio in fretta, sentendo del trambusto provenire dalla corsia di sinistra.
Mi fermo un istante e odo un grido mostruoso giungere da quel lato della nave. E' la voce di Mimeh.
Mi metto a correre più velocemente che posso, considerando che la signora Masu è uno scricciolo di donna ma ha il suo bel peso in queste condizioni! Spero solo di fare in tempo ed evitare che accada il peggio.

Scorgo in lontananza la figura di Kei con in pugno la pistola fumante.
Ha l'espressione atterrita e le tremano le mani.
Si gira verso di me e contemporaneamente lascia cadere l'arma a terra.
I suoi occhi sono smarriti.
Mi guarda con espressione colpevole e poi indietreggia di qualche passo mentre io la raggiungo a passo spedito.

Ci scambiamo un rapido sguardo ma un lamento del dottor Zero attira immediatamente la mia attenzione.
Mi giro verso di lui e vedo con angoscia il corpo di Mimeh steso a terra, una mannaia insanguinata tra le mani e rivoli rossastri che sporcano il suo polso e la manica del vestito.

Appoggio la signora Masu sopra ad una branda e guardo il medico con espressione interrogativa.

"che è sucesso alla vecchia Masu? E'morta?" chiede il dottore con voce tremante, guardando la cuoca.

"No. Solo ferita. Mettetele una coperta termica e medicatele il braccio."

Anche Kei entra nella stanza, in silenzio. Si avvicina al corpo di Mimeh che giace riversa sul pavimento e con estrema delicatezza la gira sulla schiena. Le scosta con mano tremante una ciocca di capelli dal viso sporco.

"Le ho sparato con la pistola a proiettili soporiferi....ma purtroppo non ho avuto il tempo di regolare adeguatamente la quantità di sonnifero...."

Mi guarda implorante con i suoi occhi blu come se stesse tentando di giustificarsi per quello che ha fatto.
So che è intervenuta per il bene del dottore....almeno credo.

"Per fortuna eri nei dintorni , Kei! Altrimenti Mimeh mi avrebbe fatto a pezzettini!!!!" farfuglia il medico mentre medica la cuoca.

Già....una coincidenza fortunata, penso dubbioso tra me e me.

Ma sembra che lei mi abbia letto nel pensiero perché mi guarda delusa mentre contemporaneamente i suoi occhi diventano  lucidi.
Si rialza in piedi e lascia la stanza velocemente senza dire una parola. Si ferma solo un momento per raccogliere l'arma, rimetterla sulla posizione di fuoco ed infilarla nel fodero del suo cinturone.

Muovo qualche passo verso l'ingresso e faccio appena in tempo a vederla mentre svolta l'angolo del corridoio.
Per un istante ho avuto come l'impressione che la sua ombra si staccasse da lei e formasse strane forme sulla parete di metallo della nave per poi dissolversi nel nulla.

Sono sempre più convinto che qualcosa non vada qui a bordo.
E se il Noo non l'avesse abbandonata completamente?
Se nella sua mente ci fossero ancora residui di quell'essere?

Può essere indirettamente a causa sua che Mimeh ha perso il controllo e la ragione?
Il dottore l'ha esaminata accuratamente dopo quanto le era accaduto....ma mi domando se abbiamo gli strumenti adatti a rilevare un residuo del demone nella sua mente....
Se così non fosse....potremmo essere ancora tutti in serio pericolo.
No....non voglio credere ad un'evenienza del genere.









  
   
 
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