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Autore: Angye    20/02/2012    2 recensioni
La storia inizia nell'episodio 3x14 "Un istante per sempre". Cosa sarebbe accaduto se Brooke fosse tornata di notte da New York, ma le scuse di Lucas non fossero bastate a giustificare la presenza di Peyton nel suo letto? Una lite che sconvolgerà gli equilibri, portando Brooke lontana da Tree Hill per un intero anno. Quando tornerà sarà ancora innamorata di Lucas? E lui di lei?
Storia sospesa, ma non abbandonata; riprenderà non appena possibile
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brooke Davis, Lucas Scott, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate il ritardo (enorme) ma sono stata così impegnata che non ho avuto nemmeno il tempo di guardarmi allo specchio. Ho fatto la prima presentazione del libro, un paio di settimane fa e mi ha tenuta impegnatissima. Eccovi
 
 
 
 
 
La mattina si preannunciava burrascosa: nuvoloni neri e minacciosi ricoprivano il cielo delle idi di Giugno. Il vento soffiava violento, facendo ondeggiare le fronde degli alberi e i cartelli stradali ormai vecchi e mal piantati. Perfino le tende sottili del Karen’s Caffè non sembravano in grado di reggere contro l’aria fredda. Ma non era il clima la preoccupazione peggiore di Lucas Scott.
Da quando era arrivato a scuola quella mattina – a piedi e in ritardo tra le alte cose, dato che la sua ragazza non era passata a prenderlo come sempre – Peyton non gli aveva rivolto nemmeno la parola. Sembrava si sforzasse di far finta che lui non esistesse, fatta eccezione quando lui tentava invano di avvicinarla: in quei momenti i suoi occhi chiari sembravano diventare più neri della mezzanotte e lei si limitava ad alzare il naso e a superarlo, con un’occhiataccia. Sconsolato, Lucas si avvio verso l’aula di Storia, ripassando mentalmente il discorso logico e sensato che i due avevano affrontato la sera prima: cosa diamine era andato storto?
Svoltò l’angolo e si ritrovò a scontrarsi contro qualcosa di piccolo e leggero.
 - Oh, Lucas, scusami non ti avevo visto! – rise Brooke, facendo capolino da dietro un enorme cartellone blu.
- Dove vai con questa roba?- le chiese, indicando la busta all’apparenza pesante che teneva poggiata sul braccio.
Con fare cospiratorio la ragazza si guardò intorno e, certa che non ci fosse nessuno nei paragi, si accostò al suo orecchio. – E’ un segreto, per la festa di Nathan e Haley.- soffiò, tornando a toccare con i talloni per terra. Il profumo dei suoi capelli si mischiò al calore del suo respiro. Lucas rimase in silenzio, osservando quel luccichio che le accendeva gli occhi verdi.
- Non dici niente? – domandò Brooke, piegando di lato la testa, imbronciata.
Lui alzò le sopracciglia, allargando le braccia e piegò l’angolo delle labbra, in un sorrisetto scettico. – Che dire, Brooke? Haley ti ucciderà.- rise, prendendola per le spalle. – Ma sono sicuro che farai un lavoro bellissimo-. Aggiunse, prima che la piccola pantera cominciasse a ringhiare.
Proprio in quel momento, come se il fato avesse un conto in sospeso con lui, Peyton svoltò l’angolo e, alla vista dei due ragazzi, si congelò all’istante sul posto. Le mani di Lucas abbandonarono istintivamente le spalle della ragazza mora e si alzarono in segno di resa.
- Peyton…- tentò, ma si ritrovò a parlare alle spalle coperte di riccioli biondi.
La tigre bionda camminava spedita, furiosa. Lucas si ritrovò a immaginare le due ragazze sotto forma di animali selvatici, una pantera e una tigre, per l’appunto, a scontrarsi apertamente.
Chi l’avrebbe avuta vinta?
Sicuramente non lui.
Brooke si voltò in direzione dell’amica. – Peyton, torna qui!- gridò, seguendola.
Richiamata alla realtà la bionda si voltò, fronteggiando la mora. -  Che c’è?- domandò, tagliando a corto.
- Rilassati, Peyton.- il tono di Brooke si era indurito: odiava essere accusata ingiustamente, era stanca di sentirsi addosso lo sguardo inquisitore di Peyton, non le avrebbe più concesso indulgenza.
- Stavamo solo parlando della festa di Nathan e Haley e della sorpresa che sto organizzando per loro. – spiegò, storcendo le  labbra carnose.-  Quindi prendi un bel respiro e ritira le unghie.-
La ragazza dai riccioli dorati, colpita dal modo di fare sicuro e diretto dell’amica, parve sgonfiarsi con un sospiro.
Brooke sorrise. – Va’ meglio?- le chiese.
- Molto.- annuì Peyton, sorridendo di rimando.
Nell’aria parve cessare un allarme di pericolo o di immediata esplosione, così Lucas si convinse a raggiungerle. Peyton, ancora arrabbiata con lui, si limitò ad ignorarlo e a concentrarsi sull’amica.
- Che intenzioni hai?- le domandò.
- Credo che sarà un giorno grandioso!- squittì felice la mora, socchiudendo gli occhi come per concentrarsi meglio sulle mille idee che le vorticavano in mente.
- Brooke, perché ho i brividi a sentirti parlare?-
La ragazza sollevò le spalle con aria innocente e si incamminò verso l’uscita della scuola.
- Probabilmente perché…dovrete aiutarmi!- gridò.
- Aiutarti?! Brooke, dimmi che hai in mente!- urlò la bionda.
Camminando all’indietro, Brooke finì contro qualcuno. – Mi dispiace.- gli disse, tornando a concentrarsi sui due. – Lo saprai a tempo debito! E ora, concedi a quel biondino che ti sta accanto con aria sconsolata la possibilità di spiegarti!- le fece l’occhiolino e uscì, andando verso il parcheggio. Il corridoio parve farsi più scuro, gli studenti parvero rallentare. Brooke era un terremoto, ma era anche una luce, costante e sicura.
Un piccolo colpo alla spalla riscosse Lucas. Peyton lo stava guardando. I suoi occhi chiari lo scrutavano e lui vi si perse dentro: gli occhi della bionda erano due laghi, profondi e inquietanti, tempestosi. – Hai cinque minuti.- gli disse.
 
- Nathan, devi smetterla: ti approfitti di questa situazione!- sbuffò la ragazza, scavando nella busta per trovare la chiave dell’armadietto.
- Andiamo Haley! – la canzonò lui, posandole le mani sulle spalle per guidarla nella ressa degli studenti diretti a lezione di Matematica. – Frequentiamo le stesse lezioni, perché devi fare tutte queste storie per prestarmi un libro?- le chiese.
Haley si fermò a guardarlo con le mani sui fianchi. Teneva i capelli raccolti in uno strano codino, fatta eccezione per alcune ciocche lasciate libere di sfiorarle il collo sottile. Nathan s’incantò a fissare il suo viso: era bellissima.
- Perché, caro il mio campione, non si tratta di un libro, ma di tutti i libri di tutte le materie! –
-E se anche fosse?- fece lui, con aria da seduttore. -  Noi non dobbiamo condividere tutto?-
- Si, certo, ma non i miei libri!- gli disse, sfuggendo al suo abbraccio.
- Oh, Haley! –
- No, Nathan, mi dispiace ma ogni volta che ti presto un libro, me lo restituisci – giorni dopo e sotto mia pressante richiesta – con le pagine tutte spiegazzate e pieno di parti evidenziate.-
- Restituire? Amore, noi viviamo insieme!-
- Già, ma tu perdi qualsiasi cosa continuamente.-
- Oh, questa è buona!-
Haley aprì l’armadietto e tirò fuori il libro di Algebra. – E’ la verità!-
- Se anche fosse, cosa c’entrano con questo le scritte evidenziate?-
- Io detesto chi evidenzia i libri, mi da’ fastidio agli occhi e non riesco a studiare.-
- Ma se aiuta a tenere a mente le parti importanti!-
- Non per me.- rispose lei, chiudendo lo sportello e passando il libro al marito.
Si guardarono e scoppiarono a ridere. Nathan si sporse a rubarle un bacio.
- Grazie, Haley, sei la mia tutor preferita!- le sussurrò, avviandosi con lei verso l’aula di matematica.
- Sono la tua unica tutor, fai un po’ tu!-
- Sicura? Perché l’altro giorno c’era una biondina niente male…-
Haley gli strappò di mano il libro e, dopo averglielo sbattuto in testa, si portò avanti a lui,
- Allora fattelo prestare da lei il libro!- fece, fintamente offesa.
Nathan rise, seguendola.
 
- Va bene, Lucas, come vuoi.-
- Peyton, io non voglio che tu mi dia ragione se non è quello che credi.-
- Bene, allora hai torto.-
- Ti ho spiegato le motivazioni alla base delle mie affermazioni.-
- E io quelle alla base delle mie.-
- D’accordo, allora credo che dovremo comportarci da persone mature e accettare che la pensiamo in maniera diversa.-
La bionda sospirò. – Va bene, ammetto di essere stata un tantino…esagerata.-
Lucas rise. – Un “tantino”? – ironizzò.
- Okay, adesso non tirare la corda!- rise anche lei.
Se ne stavano seduti in cortile, dal lato del parcheggio. Avevano saltato l’ora di storia.
- Sono stufa di stare qui. Oggi non mi va’ di starmene seduta in un banco a sorbirmi la melodrammaticità dei professori, che non vedono l’ora di parlare di quanto sarà difficile la vita. -
Lucas le spostò un ricciolo dalla guancia. – Che cosa ti va’ di fare?- le chiese, con dolcezza.
Lei fissò gli occhi al cielo, pensierosa. – Hm…potremmo andare a casa tua…- fece, maliziosa, guardando l’orologio. – Karen è ancora al Caffè a quest’ora, vero?- gli chiese, baciandogli il collo.
Lui rise, sorpreso: era raro che fosse lei a prendere l’iniziativa. A volte gli sembrava di importunarla, quando desiderava far l’amore con lei e così rinunciava. – Che audacia, signorina Sawyer! – la stuzzicò, scendendo dal muretto e prendendola in braccio per farle fare altrettanto.
Salirono in macchina e lei si mise al volante. La cometa partì, e il vento le scompigliò i riccioli.
Lucas restò incantato a fissare i raggi di sole creare riflessi dorati sui suoi capelli chiari.
Quando si fermarono, proprio davanti casa di lui, l’euforia di Peyton si era in parte spenta.
- Cosa c’è?- le chiese.
- Niente…è solo che…-
- Cosa? Sai che puoi parlarmi di tutto.-
Lei strinse le mani sul volante, indecisa. – Mi sento ancora insicura quando vedo te e Brooke insieme. – confessò.
Lucas sospirò. – Peyton, non so più come dirti che io amo te. – disse lui.
- Lo so, lo so, e ti credo…ma…non lo so è solo una sensazione.- si voltò a baciarlo. – Su, andiamo dentro.- lo spinse.
- Sicura? Se non ne hai voglia…-
- Ne ho voglia, davvero.- lo rassicurò, incamminandosi lungo il vialetto.
- Peyton.- la fermò lui per una mano. – Non voglio forzarti. Non mi sentirei a mio agio. –
-  Lucas. – lei tornò sui suoi passi e gli mise le braccia al collo. – Mi va’ adesso  più che mai.-
Lo prese per mano e lo trascinò in casa.
 
- Tesoro, sai che appoggio ogni tua scelta ma…non credi di stare esagerando un tantino?- la voce elegante di Daniel rimbombò dalla sala da ballo. Una raggiante ed eccitata Brooke fece il suo ingresso dalla stanza attigua. – Esagerando? Perché? – chiese innocentemente.
- Magari dovresti chiedere a Haley e Nathan il loro permesso. O almeno un parere.-
- Oh, amore. – la ragazza posò la cartellina che teneva tra le mani sul tavolo più vicino possibile e gli mise le braccia al collo. – Sono certa che Haley si farebbe venire mille paranoie sulla quantità di soldi e sul poco tempo a disposizione e Nathan si lascerebbe abbindolare dagli occhi dolci della moglie!- spiegò. – Che sciocco!- aggiunse, scuotendo la testa al pensiero di Nathan.
- Brooke, non dire così: tutti i ragazzi si lasciano “abbindolare”, come dici tu, dalle donne che amano!- la riprese.
Lei rise. – Hm..potresti aver ragione.- annuì.
- Vedi? Mi hai dato ascolto per quanto riguarda questo, perché non mi ascolti anche per quanto riguarda questa tua idea strampalata?- le domandò, accarezzandole i capelli morbidi.
- Perché, amore mio, questa volta il tuo modo di vedere le cose fa davvero schifo.-
- Brooke!-
- E’ la verità Daniel! Io conosco Nathan e Haley da molto tempo e, credimi se ti dico che alla sposina verrebbe un infarto se sapesse quello che sto progettando. –
- Non credi che le verrà lo stesso quando, quella mattina, la sveglierai per dirle che hai organizzato non una festa per il matrimonio, ma il matrimonio?!-
- Si, ma poi si farà forza sulla sua disperazione e andrà tutto bene. – rispose lei, sciogliendo l’abbraccio e scoccandogli un bacio. – E poi non sono così cattiva! Non ho intenzione di dirle solo la mattina dell’evento che è il giorno del suo matrimonio.-
Daniel sospirò, sistemandosi la camicia chiara. – Per fortuna! Non sei così folle come sembri!- la canzonò.
Lei sorrise, furba. – No, infatti. Glielo dirò la sera prima!- rise.
-Poveri ragazzi.- mormorò sconsolato e rassegnato Daniel.
 
- Lucas? Sei a casa?- la voce di Karen inondò il corridoio, raggiungendo la camera di Lucas.
Il ragazzo si riscosse dal sonno leggero al quale si era abbandonato.
- Lucas? Lucas ci sei?- i passi in avvicinamento si sua madre misero il ragazzo sul chi vive.
- Oh, cavolo!- si morse le labbra, scuotendo la ragazza bionda al suo fianco.
- Che c’è?- si lamentò Peyton, rigirandosi seminuda nel letto.
- C’è che è arrivata mia madre!-
- Spiritoso! Sono solo le…- la ragazza si voltò a fissare la sveglia sul comodino. – le quattro.-
- Sì, ma avevo dimenticato che oggi mia madre ha la prima ecografia! Ho promesso di accompagnarla!- le spiegò, saltando giù dal letto e infilandosi i boxer in fretta e furia.
Peyton, shoccata, lo imitò, afferrando in tempo le mutandine e la t-shirt scura. – Non può succedere di nuovo!- riuscì solo a dire lei.
Ci furono in paio di colpi sul legno e poi la porta si aprì e Karen fece capolino nella stanza. – Lucas, ma cosa…- iniziò, interrompendosi alla vista del figlio in pantaloni e a petto nudo.
Fece vagare lo sguardo nella stanza e i suoi occhi incontrarono quelli di Peyton.
- Peyton! Ciao. - la salutò, alzando le sopracciglia.
La bionda, imbarazzatissima, si limitò a sollevate una mano. – Come stai, Karen?-
- Molto bene, grazie. – tornò a rivolgersi al figlio. – Lucas, posso parlarti in cucina? Subito.-
- Certo, mamma.- il ragazzo si avviò dietro la donna e, socchiudendo la porta, mimò un gesto di scuse all’indirizzo di Peyton.
In cucina Karen si limitò a fissarlo, scuotendo la testa. – Credevo fosse superata questa fase. - 
- Che fase?-
- Quella di me che ti trovo in camera mezzo nudo con una ragazza.-
- Mamma…-
- Ascoltami Lucas: non sono una puritana, non pretendo che tu rimanga vergine fino al matrimonio o che non abbia rapporti con la tua ragazza.-
- Mamma, ti prego è imbarazzante…-
- Lo è di più per me, fidati, ma sono tua madre e ho il dovere di farti questi discorsi. Voglio che tu stia sempre attento, Lucas, e, soprattutto, non voglio entrare mai più in camera tua e trovarti in queste condizioni.-
- Quindi mi stai dando il tuo permesso di fare sesso, ma non vuoi che lo faccia qui?-
- No! – Karen sospirò. – Non fare lo sciocco. Non voglio trovarmi mai più in una situazione così imbarazzante. Mi hai mancato di rispetto, Lucas, non voglio che si ripeta più!-
- D’accordo mamma, ho capito, sul serio.-
- Sono contenta, adesso preparati e accompagna a casa Peyton. Io ti aspetto qui, l’appuntamento è alle 17.-
- Faccio in un lampo.-
- Lo spero e ricorda Lucas: fai attenzione, sempre!-
- Mi manca così tanto Keith! In questi momenti capisco quanto fosse importante la sua presenza nella mia vita. – si rabbuiò Lucas. – Era lui a farmi questi discorsi, in genere.-
- Lo so, manca molto anche a me. – gli disse Karen, abbracciandolo. – Ma ricordati che lui è sempre con noi, vive qui dentro. – aggiunse, prendendo una mano del figlio e posandosela sul ventre.
Lucas sorrise. – E’ vero.- le diede un bacio sulla guancia e si avviò lungo il corridoio.
Poi, ripensandoci, tornò sui suoi passi. – Ti riferivi a Brooke quando hai detto che credevi avessimo superato questa fase?- le chiese.
- No, per niente. Ti ho scoperto con Brooke una sola volta, lei ha capito di avermi mancato di rispetto e non è mai più successo. Questa, invece, è la seconda volta che ti scopro con Peyton.-
Lucas annuì.
- Come mai ti è venuta in mente Brooke?- gli chiese Karen, in tono neutro.-
- Per nessun motivo in particolare.- rispose Lucas, distratto.
 
  
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