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Autore: Melissa_Galan    21/02/2012    1 recensioni
ovviamente i personaggi sono un po diversi visto che sono al liceo e quindi sono ancora dei ragazzi, anche se ho cercato di restare più o meno nei parametri delle loro personalità
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

 

Nathan arrivò prima a scuola, come al solito, e si aggirò nel corridoio per controllare se era
tutto al posto giusto, era un po' seccato di dover venire ogni giorno a scuola prima delle
lezioni, ma la preside gli aveva dato il compito del vigilante della scuola, perché riponeva in lui
molta fiducia e poiché a lui non sfuggiva mai nulla e quest'idea che le persone avevano su di
lui un po gli piaceva.

Dall'altra parte, nel corridoio accanto si sentirono dei tacchi battere sul pavimento e chiudere
una porta, in quel corridoio c'era solo l'ufficio della preside e Nathan sapeva per certo che a
quell'ora c'era solo lui a scuola, allora con tutta fretta andò nell'altro corridoio e prima che la
ragazza poté uscire dalla scuola e sparire fece per chiamarla, ma si bloccò all'improvviso. La
riconobbe, era inconfondibile, per come camminava, e per il profumo che emanava. L'unica
cosa che in quel momento gli veniva in mente era cosa ci faceva lei li. Perché era venuta a
scuola così presto? E perché era andata nell'ufficio della preside?. La ragazza usci dalla
scuola non accorgendosi che Nathan era proprio dietro di lei, appena chiuse l'enorme porta
lui quasi sussurrando disse il suo nome << Sophie >>.

Ormai era ora di entrare a scuola e i corridoi si riempirono piano piano di ragazzi e ragazze
assonnati e poco volenterosi di andare in classe.

Al suono della campanella che preannunciava l'inizio della seconda ora vi susseguì la voce
della preside che proveniva dall'altoparlante << ragazzi, è la vostra preside che vi parla,
volevo annunciarvi che la scuola ha appena acquistato un dipinto di Costable. Essendo la
scuola non solo un edificio dove voi ragazzi venite per imparare, ma dove vi potiate anche
immergere nell'arte così da rendere più piacevole il vostro soggiorno in questa meravigliosa
scuola. Il dipinto è custodito nel mio ufficio, ma oggi sarà esposto nel corridoio principale così
che tutti potranno ammirarlo. Bene, ho detto quello che dovevo dire quindi ora vi lascio ai
vostri studi >>.

Nathan stava girando nei corridoi perché non voleva tornare in classe a seguire la lezione di
filosofia non sopportava quella professoressa, ma Mitchel o come la chiamavano tutti, la noiosel.

Si stava avvicinando all'ufficio della preside, dove qualche ora prima aveva visto Sophie, ma
quel piacevole ricordo venne interrotto dalle urla che uscivano dall'ufficio della preside.
Accelerò il passo e busso alla porta dell'ufficio.

La porta si aprì e davanti a lui non c'era la preside, ma bensì il professor Martin che lo fece
entrare. La presideera appoggiata alla cattedra, la vicepreside invece era seduta su una sedia
e la bidella era in piedi accanto alla finestra, che era situata proprio davanti alla porta.

Sembravano tutte e tre in fila, ma anche se erano in punti della stanza differenti, fissavano
tutte e tre un muro vuoto davanti a loro. A terra c'era un telo, e anche se Nathan credeva
d'aver già capito cos'era successo chiese comunque alla preside << scusi, ma cos'è successo? >>
<< un disastro, non lo vedi? >> stavolta la preside non era dolce e amorevole come pochi
minuti prima quando l'aveva ascoltata all'altoparlante.

Non trovando risposta dalle parole della preside si voltò verso il professore che gli spiegò
<< come ha detto la preside, ha acquistato un quadro di Costable, lo stavamo venendo a prendere
per esporlo, ma purtroppo come puoi vedere... >> e si girò verso il muro vuoto << è stato tolto >>
<< non è stato tolto, è stato rubato >> aggiunse la preside << sarà meglio chiamare la
polizia >> disse la vicepreside. La preside si riprese << no, aspettiamo a chiamare la polizia >>
e si girò verso Nathan << ci penserai tu, questa è la tua possibilità di dimostrare di che
pasta, ritrova il quadro, e se non ci riuscirai chiameremo l'assicurazione >> << ok, ci penserò
io >> detto ciò Nathan uscì dalla stanza.

Subito si ricordò di aver visto Sophie uscire dall'ufficio della preside, la sua prima tappa
investigativa sarebbe stata proprio lei.

La cercò da dappertutto ma niente, non riusciva a trovarla, si imbatte in Parker che stava
amabilmente conversando con Hardison, il quale sembrava molto contento di ciò << ehi
Parker! Hai per caso visto Sophie? >> << no, è dall'inizio della prima ora che non la vedo!
Come mai la cerchi? >> concluse con voce molto curiosa << no, niente di importante, ma se la
vedi non dirgli che la sto cercando ok >> << ok, ma perché? >> disse sempre più insistente
<< emm Parker, scusa ma non sono affari tuoi >> e fece per andarsene quando intervenne anche
Hardison << no, non l'ho vista neanche io >> Nathan si girò verso di lui e gli chiese << scusa
ma tu sei? >> << Alec, Alec Hardison >> e fece per dargli la mano << a, lo smanettone >> e se
ne andò << non sono uno smanettone >> disse indispettito.

Chiese in giro se l'avevano vista, andò a cercarla nelle aule, in corridoio e in mensa, ma niente,
sembrava sparita nel nulla, ma almeno grazie a Parker aveva la certezza che era a scuola.

Alla fine decise di andare sulla terrazza della scuola, non sapeva neanche lui perché, ma
comunque ci andò.

Salì le scale, aprì la porta e dritto davanti a lui c'era Sophie appoggiata sullo corrimano che
guardava il panorama con in mano la stessa pennetta che gli aveva dato Hardison il giorno
prima << perché mi stai cercando? >> chiese senza girarsi << te l'ha detto Parker? >> gli disse
mentre si avvicinò a lei. Sophie a quel punto si girò, sorpresa di vedere Nathan così vicino a lei.

I due erano ad un palmo di distanza, per un attimo non parlarono. C'era un atmosfera
romantica nell'aria, spezzata dalla domanda di Sophie che fu percepita da Nathan come un
sussurro << allora, perché mi cercavi? >> in quel momento Nathan si dimenticò del perché la
stava cercando, ma si riprese subito e si allontanò di un passo da quella presunta ladra
<< è stato rubato il quadro dall'ufficio della preside >> << e tu sei qui per? >> ma lui non rispose
a quella domanda, era venuto per accusarla, ma in cuor suo sapeva che non era stata lei o
almeno lo sperava. << tu credi veramente che sia stata io? Assurdo >> << be, non così tanto
assurdo. Ti ricordi due anni fa? >> il volto di Sophie passò dall'offeso al nostalgico in poco tempo
ricordando quello che era successo due anni fa << il nostro primo incontro, al museo di Londra,
mi aiutasti a portare via un souvenir >> accentuando l'ultima parola << ti aiutai? Non lo
sapevo neanche >> << oh, ma non fare il santerello, eri troppo intelligente per non averlo capito >>.

Nathan cercò di tornare alla storia del dipinto rubato << quindi sei stata tu >> Sophie
aggrottò la fronte << questa, caro Nathan, non sembrava affatto una domanda >>
<< e dimmi, ho bisogno di una risposta? >> stavolta quella che si avvicinò fu lei << guardami
negli occhi Nate e dimmi se ti sto mentendo >> era ovvio che non lo stava facendo e improvvisamente
si sentì in colpa solo per averlo pensato anche se non lo diede a vedere << no >> Sophie si
avvicinò sempre di più fino ad arrivare vicinissimo alle sue labbra, Nathan non si scansò,
anzi si inclinò come se stesse aspettando il suo bacio, poté sentire il suo respiro sulla pelle,
ma improvvisamente lei si allontanò << mi sono ricordata che devo andare a rubare
buckingham palace >> e fece per andarsene, aveva appena aperto la porta quando
Nathan la bloccò mettendo la mano sulla maniglia, dove era appoggiata la mano di Sophie,
costringendola a girarsi, i due erano di nuovo vicini << allora aiutami a ritrovarlo >> ci pensò
un attimo << allora ci stai? >> << e mi perderei tutto questo, ma non accusarmi più senza
avere prima le prove >> << ok >> gli fece un sorriso e rientrarono tutti e due nella scuola.

  
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