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Autore: Meme06    21/02/2012    2 recensioni
Una ragazza normale, con una vita normale e con amici normali, o no? Il mondo di Lucia non era mai stato così stravolto, almeno fino a che non aveva iniziato il quarto anno di liceo artistico. Allucinazioni e omicidi di cui non si accorge nessuno. Un mistero terribile che sarebbe meglio non svelare. Se Picasso avesse avuto un periodo rosso sarebbe stato questo.
Genere: Dark, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro lentamente gli occhi. Vedo tutto offuscato. Credo di essere ancora a scuola. Quelli che vedo sono banchi o sbaglio? Piano piano, sbattendo un poco alla volta gli occhi riesco di nuovo a vedere bene. No, non mi ero sbagliata. Siamo in classe.

- Che ci faccio qui?

- Ti ci ho portata io. - dice una voce femminile. Nella mia visuale fa capolino una ragazza dai capelli rossi e gli occhi blu. Alta. Vestita completamente di giallo. Cavolo, adoro quel colore, perché mi ricorda il sole e l'estate.

Ma aspetta. Chi diavolo è quella? Come mai mi ha 'aiutata'?

- Chi sei? - le chiedo senza inutili giri di parole.

- Piacere, mi chiamo Priscilla. - si presenta con un sorriso porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.

Una volta in piedi sorrido anche io.

- Io sono Lucia.

- Lo so…

- Oh già, la catenina!

- Anche. - la sua risposta mi confonde un attimo. Ma decido di non badarci.

- Come… ecco… come sapevi che ero lì? - le domando curiosa. Improvvisamente ho la strana sensazione che quella ragazza non sia normale o per lo meno che abbia qualcosa di strano.

- Beh sai, le grida si odono abbastanza facilmente. - fa Priscilla scherzosamente.

C'è poco da scherzare. Se avesse visto quello che ho visto io non sarebbe così allegra.

- Giusto, ma… no, lascia perdere. - le avrei voluto chiedere dell'inspiegabile situazione, per la quale non appena lei è arrivata le mie allucinazioni hanno scemato fino a scomparire.

- La scuola è finita da qualche ora. Hai dormito davvero molto. - mi dice quella ragazza.

- Cosa? Dici davvero?

- Si, dice sul serio. - questa voce la conosco. Ma che diavolo ci fa lui qui?


Si gira verso di me. Ah, allora è una ragazza. Non lo crederò mai che è da sola. Non può.

- Che ci fai qui? - mi chiede fredda.

Lucia mi guarda confusa. Oh giusto, lei non lo sa. Chissà perché lo dimentico sempre. Sorrido beffardo e fisso la rossa che mi guarda con uno sguardo di sfida. Si, è stata brava. Non che io glielo andrei a dire. Ma devo comunque ammettere che mi ha stupito. Non è mai stato facile tenermi testa in quel modo.

- Beh, una mia amica a quanto ho sentito è stata male, ero preoccupato. - dico 'sinceramente'. Sono proprio bravo come attore. Lo appuro proprio adesso, guardando il leggero rossore che colora le guance della mia vittima.

- Tu che ti preoccupi per qualcuno ma non…

- Priscilla! - la interrompe Lucia. - Lui è un mio amico, non trattarlo così male.

Lei si gira incredula a guardare la ragazza. Mmm… è brava, è forte, questo lo abbiamo già appurato. Ma non è molto intelligente a quanto sembra. Trattarmi così equivale a far andare in frantumi la maschera e ad essere 'risucchiati'. Beh, io di sicuro farò in modo che questi avvenga, ma, come mia impeccabile caratteristica, userò la pazienza. La suddetta Priscilla, si chiama così a quanto ho capito, non credo sia in possesso di questa dote.

- Amico? - domanda quasi con disprezzo.

Ritiro i miei ragionamenti e affermo subito che è un'idiota. Dunque… a quanto ne so - tanto per noi quanto per loro - le coppie consistono in uno impulsivo e in uno che ragiona. In parole povere una mente e un braccio. Da me, Lian è la mente e Naoko è il braccio. Non sembra vero?

Qui direi che Priscilla è il braccio, ma la mente ancora non si è fatta viva.

- Si, uno dei miei migliori amici. - cara mia, qui stiamo andando fuori dai binari. Non capisco se lo faccia solo perché non le piaccia il modo di parlare di Priscilla o perché davvero ci tenga a me. Opto per la prima. - Io ti ringrazio per avermi aiutata, ma adesso puoi anche andare.

Si stupisce quasi di quello che le ha detto, poi ci rinuncia e si dirige verso la porta. O in altre parole verso di me.

Prima di andarsene non può non rifilarmi un 'bastardo' all'orecchio e un'occhiataccia. Quando la vedo sparire mi sento molto più rilassato.

- Beh, ciao. - faccio avvicinandomi a lei.

Non capisco perché ha ancora le guance rosse, eppure qui non fa caldo.

- C-ciao. Sei qui per…

- Vedere come stai. Ultimamente non mi sei sembrata molto in forma. - grazie al cielo, vorrei aggiungere. Ma mi trattengo.

- Ah, grazie. Si, in effetti… - balbetta. Il capo chino. Che sospetti qualcosa?

Mah, mi sembra impossibile. La trovo troppo stupida per sospettare anche il più palese indizio.

- Beh, vuoi che ti accompagni a casa? Ho la moto qua fuori. - le dico. Visto che lei si fida di me perché non approfittarne, no? Sarei un'idiota a non farlo.

E poi… sono disposto a tutto per raggiungere il mio obbiettivo e continuare a vivere.

- Oh, grazie… - mi risponde.

- Hey, perché così impacciata? - le chiedo con un mezzo sorriso. Ah, arma infallibile. Alza il volto, ma non mi guarda negli occhi.

- Ecco… lascia perdere. - risponde. Ma è forse imbarazzo quello? Che cacchio sta succedendo? Sono solo venuto ad 'accertarmi' che stia 'bene'.

- Okay, andiamo… - faccio e ci avviamo all'uscita.

Fuori la mia moto splende, sembra quasi pregarmi di salire e metterla in moto. - Dai sali…

L'aiuto a salire e lei si aggrappa a me. Provo un senso di disgusto. Quello che sta accadendo non mi piace. Ah, gli umani. Perché non possono evitare di provare sentimenti? Gliela farò pagare questa.

Arriviamo davanti casa sua e finalmente mi lascia.


Non so che cosa mi sta succedendo, ma sto provando qualcosa di strano.

Kaori si è preoccupato per me. Perché ne sono stata così contenta?

Lasciamo perdere, sono proprio romantica a volte. Solo che queste cose capitano spesso nei libri che leggo… perciò… Ahh, Lucia lascia perdere.

- Ci vediamo. - mi fa lui.

Mi volto e gli sorrido.

- S-si, ciao. - dico.

Lui nemmeno mi sorride che se ne va via. Sembra infastidito da qualcosa. Non capisco da cosa, infondo non ho fatto altro che farmi dare un passaggio.

Mah…

Entro in casa. Sono pensierosa. Ultimamente sta accadendo qualcosa di strano. A parte le mie illusioni dico. Insomma, tutto d'un tratto esce fuori questa Priscilla che misteriosamente fa scomparire quello che stavo vedendo. Poi anche il fatto che tutte le persone che incontro che o cercano di aiutarmi, o comunque sono strane, sembra che abbiano un legame con Kaori.

Ad esempio quella ragazza sembrava odiarlo con tutte le sue forse. E trovo inappropriato pensare che sia solo una sua ex.

In più… i miei genitori. Sono settimane che sono via e ancora non si fanno sentire. No, qui sta accadendo qualcosa di anormale. E chissà perché Kaori sembra c'entrarci fin troppo bene. No, questa cosa non mi piace. Devo sapere.

Entro nella mia camera con questi pensieri che mi frullano nella testa. Mi stendo sul letto e fisso il soffitto, come se fosse proprio lui quello che mi dovrebbe dare le risposte.

D'un tratto, noto una piccola macchia rosata. Non capisco che cosa sia e mi avvicino - mettendomi in piedi sul letto - per guardarla meglio. Noto che piano piano si allarga, aumentando anche il colore che inizia ad essere più acceso. Di un rosso vivo. Inizio ad avere paura. Che diavolo… Mi rimetto seduta sul letto, mentre sento qualche goccia cadermi sul viso. Senza pensarci intuisco subito di che cosa si tratta. Sangue. Ma… prima di pensare qualcos'altro avverto delle braccia, l'odore dolciastro della putrefazione, e gli arti che mi bloccano sul letto. Il soffitto cede, lasciando posto al sangue e a tutte dita, interiora ed altre cose. Urlo. Ma faccio male ad urlare. Il sangue mi entra in gola, ne avverto il sapore metallico, insieme a qualche parte di un corpo mutilato. Dita soprattutto. Poi denti. Infine occhi.

Improvvisamente, fu come se tutto si bloccasse. Un urlo disumano mi giunge alle orecchie e tutto quello che ho vissuto adesso non sta accadendo più.

Esco di corsa fuori dalla mia camera e poi fuori di casa.

Corro. Corro veloce. Non so dove sto andando, ma non m'importa. Vorrei delle risposte. Ma probabilmente le volevo. Ora l'unica cosa che vorrei è andarmene da qui. Andarmene via.

Inciampo. Sto piangendo. Si, avverto le guance umide e le lacrime che scendono lungo esse umiliandomi. Mi alzo a fatica. I singhiozzi solo l'unico suono. Mi volto e quello che vedo mi fa gridare ancora più forte.

- Kaori… - mormoro incredula. - Kaori!!!

Grido gettandomi su di lui. Interamente ricoperto di sangue. Ferite ovunque. Piaghe. Contusioni e gli occhi. Aperti e velati. Quel verde bello e acceso ora non è altro che un verde opaco. I capelli sono ancora di quel bianco strano e ineguagliabile. Ma appiccicati alla fronte e bagnati di schizzi rossi.

Piango più forte, mentre guardo davanti a me.

Vedo Asami che mi fissa.

Forse ho capito chi è stato.

  
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