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Autore: Neruda    22/02/2012    9 recensioni
Un esperimento azzardato: una storia che vede due personaggi dell'anime dotati di una spiccata sensibilità formare una coppia decisamente ooc, dove Oscar rimane una presenza di sfondo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: * Victor Clemente Girodelle, André Grandier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9 L'eco
stridente
dei gabbiani
risuona
lungo le spiagge
della mia anima
quando sale
la marea
e riporta
il ricordo
di te.
 

CAPITOLO 9

Oggi il vento caldo ha recato con sé rare fragranze e soavi profumi; ho gustato a pieno ogni particolare della giornata appena trascorsa, l'ultima a servizio della famiglia Jarjayes, per serbarne, al pari della prima, una cara memoria. I miei gesti parevano di una lentezza irreale, quasi volessero prolungare le ore di questo giorno, e ogni viso mi appariva gioviale, come intuisse l'esistenza di una segreta fortuna alla quale andrò incontro.
Ma la sera, sulle sue rosse ali, è infine giunta; ammiro anch'essa un'ultima volta da qui, attraverso la finestra di quella che per anni è stata la mia stanza. Ormai non ho che da radunare le mie cose. Domani, dopo aver preso formalmente congedo dal Generale, raggiungerò il tuo palazzo, Victor... Se non fosse stato per te, amore mio, non avrei mai creduto di vedere la mattina in cui avrei lasciato questa casa. Fra un paio di giorni, appena avrai terminato di organizzare il viaggio, partiremo verso il nostro futuro... 
Leggeri colpi alla porta mi distolgono dai miei pensieri.
"Posso entrare?".
"Certo, vieni pure".
Di quest'oggi, Oscar, so già che sarai il momento più bello e il più triste. Sembri varcare la soglia timidamente, guardandoti attorno curiosa.
"E' rimasto tutto come lo ricordavo da bambina...".
"Sì... L'unico ad avere cambiato un pò d'aspetto sono io".
Accenni una risata, avvicinandoti a me. In una mano tieni un sacchetto.
"Volevo salutarti... Domattina non ci vedremo...".
Non può sfuggirmi la tua malinconia.
"Ma stasera abbiamo tempo per stare ancora insieme, Oscar... Accomodiamoci sul letto, come da piccoli...".
Ci sediamo vicini e non paiono essere trascorsi anni da allora.
"André, io ti auguro sinceramente il bene più grande...ma sappi che, se un giorno tu volessi far ritorno, questa resterà sempre la tua stanza... Troveresti ogni cosa nello stesso modo in cui l'hai lasciata".
"Oscar... Io non saprò mai come ringraziarti...".
"Non devi... Per favore, accetta questo da parte mia".
Mi porgi il sacchetto che hai con te. Slego la cordicella che lo chiude, dentro vi sono altri sacchettini e la vista del loro contenuto mi lascia stupefatto.
"No, Oscar... Non posso".
"Perché? Mi farebbe piacere... Considera quel denaro una ricompensa aggiuntiva per il lavoro che hai svolto qui".
Sento le lacrime salirmi agli occhi. Non è quello il vero motivo del tuo gesto; sapendo che vivrò alla giornata, e che Victor non disporrà più dei suoi beni, tu temi che io possa venire a trovarmi nell'indigenza.
"Non lo voglio Oscar, non ce n'è bisogno, davvero... Non partiremo a mani vuote... E quello che hai già fatto per me, dandomi la possibilità di vivere seguendo il mio cuore, io lo considero la ricchezza più inestimabile".
Abbassi lo sguardo, neanche tu vuoi cedere al pianto.
"C'è qualcos'altro nel sacchetto, André...".
Cerco al suo interno e trovo un piccolo involucro. Lo apro, riconosco l'oggetto. Mi sorridi.
"Oscar...era il tuo soldatino preferito, il capitano a cavallo... Quello che usavi per sbaragliare e vincere da sola l'intero esercito nemico che assegnavi a me, perché perdessi... L'hai conservato per tutto questo tempo...".
"Ma ora che il mio compagno di giochi se ne va, desidero lasciarglielo come mio ricordo".
Ti sorrido. Non sei cambiata, piccola Oscar.
"Non posso rifiutare un simile regalo, lo terrò sempre con me".
Osservo la statuetta mentre la rigiro nel palmo della mano. 
"Non ti dimenticherò mai, Oscar".
Un singhiozzo che non riesci a trattenere mi fa volgere verso di te. Questa volta sono io a stringerti fra le braccia.
"André... Ti voglio bene, André...".
"Anch'io... Tanto... Non piangere, Oscar...".
Rimaniamo stretti per lunghi momenti, finché il tumulto delle nostre emozioni non si acquieta; poi, piano, allentiamo l'abbraccio. Ci guardiamo con occhi lucidi, consci di un reciproco affetto che non svanirà con la lontananza.
"Voglio che realizzi il tuo sogno, André... Prometti che mi scriverai per farmi sapere di te...di voi... La mia nostalgia sarà mitigata dal saperti contento...".
"Lo farò, Oscar...se mi prometti che anche tu cercherai di essere veramente felice".
Il tuo sguardo azzurro mi fissa con incertezza.
"Oscar... So che non vorresti sentire queste parole, ma...devi dimenticarti di Fersen. Lui ha consacrato i propri sentimenti unicamente alla regina, non potrebbe mai arrivare ad amare te...non come meriteresti".
Sul tuo volto il dubbio si trasforma in stupore. 
"André...dunque entrambi avevamo compreso l'uno dell'altra più di quanto ritenessimo...".
"Similmente a due fratelli... In fondo, è come se lo fossimo... Quello che ti ho detto è l'amara verità: Fersen, inconsapevolmente, ti condurrà a ulteriori e inutili sofferenze, perché lui non è in grado di comprendere il tuo amore e la tua femminilità... Oscar, solo con un uomo leale, in grado di scorgere la bellissima donna celata dall'austera divisa, potrai conoscere la felicità di essere realmente amata". 
Osservi le tue mani, tormentandoti lievemente le dita.
"E quando vi troverete, il senso delle tue azioni acquisterà un nuovo significato... Capirai chi sarà quell'uomo quando ti accorgerai di non avere atteso altro nella vita che il momento di incontrarlo... Vorrei tanto tu raggiungessi la dolce gioia che attendi, Oscar".
I tuoi occhi tornano a guardarmi, limpidi. E' l'essenza di te che voglio custodire. 
"Mi mancherai immensamente, André... Nessuno potrebbe mai capirmi allo stesso modo, ti ringrazio di cuore...".
Mi accarezzi il viso con un gesto delicato; per impedire alle lacrime di scorrere nuovamente ti alzi e raggiungi la porta. "Davvero non c'è niente che io possa fare per te prima che tu parta?".
"A dire il vero, sì... Vorrei che questa sera tu suonassi il pianoforte per me, Oscar... Ricordando l'armonia delle tue melodie rivivrò gli attimi più belli del tempo trascorso qui".
Uscendo mi concedi un ulteriore dono, il più radioso dei tuoi sorrisi.
"Ho sempre suonato per te, André".
Anche se arrivassi a percorrere il mondo intero, in nessun luogo troverei una persona uguale a te, mia Oscar.



  
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