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Autore: rune87    22/02/2012    1 recensioni
Questa storia è ambientata ad Halloween Town, la macabra città del film. Ma racconta ben altro, naturale, è una fan fiction inventata. I personaggi del film appaiono anche loro e hanno un ruolo specifico o anche corto, altri sono di pura fantasia; come i protagonisti. Ispirata anche un pò a due fumetti, ma per la descrizione dei pg.
I gemelli Nigthmare, sono ritornati ad Halloween Town per ritrovare la sorella minore, misteriosamente rapita dagli abitanti della cittadina. Cosa accadrà? E cosa nascondono i loro passati? Troveranno risposte e altro ancora, solo nel paese dell'eterno: "dolcetto o scherzetto?"
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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PREFAZIONE

PREFAZIONE



Tutto quello era davvero impossibile: quella lettere che tenevo in mano era un vero incubo. La finestra era spalancata alla fresca sera di luglio, il cielo era nero, la pioggia fitta e i tuoni illuminavano e facevano tremare ogni cosa con il loro fragore. Il grosso armadio di legno marrone e antico, aveva le ante centrali aperte che davano al suo interno: vuoto. Io e mio fratello Oz ci guardammo negli occhi; un misto di terrore e rabbia erano vividi nelle nostre iridi...
-cosa ce scritto?-
Chiese la nostra adorata vecchia tata Moon, sul suo viso la paura pura e la preoccupazione per la sorte di nostra sorella Amelia. Alzai di nuovo verso lo sguardo il pezzo di carta che tenevo in mano, l'inchiostro nero ben visibile con il messaggio lasciato nella camera vuota...
-halloween town, vi porge i suoi ossequi. Noi qui giaciamo da secoli ormai, sono lugubri le nostre notti, urla e strilli sono i nostri suoni amati, la città del crimine ha nuova amica in questa notte. Amelia, qui ora vive, e voi lassù morirete. Saluti gli abitati della città di Halloween-

Il mondo cui avevamo lottato per anni per tenere lontana la nostra amata sorella, era riuscito in qualche modo a portarcela via. La promessa fatta a nostra madre in quella notte di diciotto anni orsono è stata vana. Ma era inutile nascondere ormai, anche la nostra vera identità; era arrivato il momento di rimettere piede in quel luogo...
-dobbiamo farlo Grim-
Disse mio fratello Oz, andando a chiudere le ante del grosso armadio. Appena lo specchio tornò ad essere uno solo, un fulmine lontano illuminò la stanza di bianco, e dentro la fredda superficie riflettente per pochi istanti si vide il vero aspetto mio e di mio fratello e una risata glaciale e rieccheggiante parve farsi viva in tutta la sua lugubrità. Ancora sguardi, cenni di assenso segreti e poi ci voltammo verso la tata Moon...
-tata, vai nella stanza che tu sai e prendi quelle-
La donna, anziana da chissà quanti anni, rimase impaurita dal tono raggelante che avevo usato, fu un presa dal dubbio e dall'incertezza, ma quando incontrò lo sguardo di Oz, anch'esso terribile e rabbioso, andò di fretta nella stanza suddetta. Mi voltai e dalla tasca dei pantaloni, tirai fuori una chiave: era di ferro battuto e di colore nero, lunga e pareva come scheletrica; alla fine dell'impugnatura capeggiava una grossa H gotica. Misi la chiave nella toppa dell'anta sinistra dell'armadio e girai due volte in senso orario e poi una antioraria. Dopo pochi secondi la chiave girò da sola per tre volte e l'armadio iniziò a tremare: una luce giallastra e arancio si fece evidente sotto di esso e risate e urla di terrore si udirono per tutta la stanza. Il temporale fuori imperserava più che mai, più violento di prima, e il vento ullalava forte. La luce dei fulmini formava sui muri della stanza di Amelia, tanti disegni; raffiguravano lapidi, pippistrelli, zucche fameliche e infine la parola "Halloween Town" capeggiò fiammegiante arancio e nero sul soffitto sotto di noi. In quel momento tata Moon entrò, nelle mani due maschere strane...
-siete...siete sicuri, di ciò che volete fare?-
Chiese con tono tremante, e i suoi occhi giravano rapiti dai disegni sulle pareti e dalla scritta infuocata e viva. Io e Oz ci voltammo verso di lei, e contemporaneamente prelevammo le nostre maschere e le guardammo...
-per nostra sorella, questo e altro-
Io cominciai la frase e lui la finì. Eravamo gemelli, anche se fisicamente diversi e anche di carattere, ma qualcosa di intimo era uguale, entrambi amavamo nostra sorella minore, più di ogni altra cosa...
-andiamo!-
Il segnale di Oz fu chiaro e dietro di noi, si spalancarono le ante dell'armadio e da esso iniziò ad udirsi la canzone della ballata di Halloween Town. All'interno dell'armadio si formò un qualcosa di strano: una specie di portale violastro, la luce era leggera, bastava per illuminare le figure mie e di mio fratello. Indossammo le nostre maschere insieme, con gesto lento e veloce insieme, da angolazioni diverse si diede quell'idea. Sul mio volto ora vi era una maschera bianca con le sembianze di uno scheletro dagli occhi rossi; sul volto di Oz ora vi era l'espressione di una zucca malefica e dagli occhi verdi maledetti. Una risata forte e piena di ilarità risuonò nella stanza e nel portale si formò l'effige della città dell'eterno "dolcetto o scherzetto": era il volto di Jack Skeleton. La nostra tata si portò una mano alla bocca, forse per serrare un urlo di spavento e...

-a voi la notte, a noi Halloween Town!-
Le nostre voci si unirono forti e decise. I nostri corpi vennero tirati indietro da una forza sovrumana e infine venimmo risucchiati dal portale.

Il silenzio tornò nella stanza, il temporale parve placarsi un e il vento s'indebolì pian piano. L'armadio ora la faceva da padrone ma chiuso. In quella stanza parve non fosse accaduto nulla; vi era solo una donna anziana inginocchiata a terra, i capelli scompigliati e sciolti dalla sua crocchia elegante. Guardava spaventata lo specchio in cui si rifletteva, dove prima vi era stato il portale per una città segreta e proibita. Una città dove regnava l'incubo, le paure, gli scherzi violenti, la morte regnava incotrastata; la città del crimine...

Questa era...la città di Jack Skeleton...Halloween Town

  
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