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Autore: La Kurapikina    22/02/2012    1 recensioni
Un primo incontro fra Achille e Patroclo... che cambierà il loro destino
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Svegliati!!!!”

“Porca troia!” mi misi a sedere di scatto, ma, essendo io sdraiato sul bordo del letto, caddi miseramente a terra trascinandomi dietro il lenzuolo di pregiata seta bianca, quindi mi guardai nervosamente intorno cercando di individuare il pazzo che aveva urlato in quel modo svegliandomi all’improvviso e i miei occhi si posarono niente meno che su Patroclo ancora a petto nudo, che si sbellicava dalle risate, sdraiato a terra: si teneva la pancia piatta con entrambe le mani ed aveva gli occhi chiusi; i capelli erano ancora bagnati e capii che doveva essersi lavato prima di svegliarmi. Problemi con il mio intuito? È solo un po’ scarso…

“Io ti uccido Patroclo!” gli urlai contro cercando invano di avere un tono duro, ma era tutto inutile: vederlo ridere era per me la più grande soddisfazione e gioia in quel momento, chi se ne importa se aveva appena pestato il culo a terra? È una questione di priorità!

“E’ stato bellissimo… oddio, sto per morire!” fece lui fra una risata e l’altra cercando di calmarsi e mettendosi e sedere: “Davvero Achille, fai morir dal ridere. Oddio, sto male…” aggiunse passandosi una mano sugli occhi lacrimanti, quindi si rialzò e fece per indossare la sua maglia, o straccio che dir si voglia, che ormai era più buchi che stoffa , ma lo fermai subito dicendogli che se foss4e uscito così si sarebbe sicuramente ammalato e nonostante lui cercasse di rassicurarmi dicendo che era abituato a combattere il freddo fin da quando era un bambino, non sentii ragioni, impuntandomi.

“E cosa faccio allora, vado in giro nudo?” sbottò non sapendo più cosa dire e mi lanciò un’occhiataccia quando i miei occhi brillarono di malizia.

“Nonostante trovi la tua idea interessante…” comincia alzandomi finalmente da terra e non riuscii e trattenere un sorriso sentendo Patroclo sbuffare alle mie spalle: “Credo che questi saranno più adatti.” Conclusi porgendogli una delle mie tuniche più calde e belle.

Ovviamente, Patroclo indietreggiò abbassando lo sguardo. Aspettate un po’, da dove viene questo “ovviamente”?? quand’è che è ovvio un comportamento simile? Va bene che non sono proprio il massimo dell’intelligenza, ma quel ragazzo proprio non lo capisco.

“Non posso.” Sussurrò imbarazzato, senza guardarmi e torcendosi le mani esili e pallide: “Davvero, non posso.”

Oh ecco, mo’ capisco! Si torna sempre alla convinzione di tutti i servi di essere le merde delle merde… non è giusto. Sono o non sono un guerriero Acheo? Ecco, è venuto il momento di mandare al diavolo la mentalità aristocratica che mio zio cerca di insegnarmi fin da quando sono bambino e fare qualcosa di veramente coraggioso: andare contro le convinzioni di tutti i potenti per aiutare i più deboli. Questo è essere veri eroi… caspiterina come sono saggio!!

Ok, lasciamo stare il mio sclero momentaneo e torniamo a concentrarci su Patroclo, che con quella faccina triste mi fa tanta di quella tenerezza…

Mi avvicinai a lui lentamente, incatenando i nostri sguardi e cercando di fargli capire con gli occhi tutto ciò che speravo di riuscirgli a dire anche a parole, quindi gli circondai la vita con un braccio, stringendolo delicatamente mentre con l’altro mano gli carezzavo il viso, indugiando appena qualche secondo in più sui lividi violacei: mi dispiaceva da morire per lui…

“Patroclo, guardami attentamente.” Sussurrai il più dolcemente possibile e lui obbedì istintivamente, sempre pronto a concedere il suo corpo, la sua anima… la sua vita a coloro che gli avevano insegnato a chiamare “padroni”. Bastardi.

“Io non sono il tuo signore: sono solo Achille. Sono tuo amico. Sono tuo più che amico e tu sei la persona che maggiormente amo in questo memento nonostante ci conosciamo solo da un giorno. Come devo fare per spiegarti che non sei mio servo? Non ho intenzione di sfruttarti in nessun modo, voglio solo poter stare con te… non sei inferiore a nessuno piccolo, anzi, sei di gran lunga migliore di tutti quelli che ti hanno detto il contrario.”

“Sono migliore di tutte le persone che conosco allora.” Sussurrò timidamente Patroclo con le lacrime agli occhi: “Tranne te, ovviamente.” Aggiunse quindi con un sorriso spento.

“Sono serio. Non lasciarti influenzare da tutte quelle stronzate che inculcano a quelli come te i bastardi come mio zio: gli uomini sono tutti uguali e solo gli dei ci sono superiori. La vita ha la stessa importanza, in ogni caso, sia che sia quella di un uomo aristocratico, di un servo, di un bambino di una donna… di una pianta! Sempre vita è. Mi hai capito bene? Ieri hai detto che devi sempre avere un padrone, quindi io sarò il tuo migliore padrone-amico-fidanzato…”

“Hai detto fidanzato?” Patroclo mi interruppe e mi fissò con occhi brillanti di gioia e speranza: aveva la stessa espressione di un bambino a cui si regala un nuovo giocattolo… o di uno schiavo liberato. O di un ragazzo solo che ha appena scoperto di avere un amico.

“Certo… non vado a letto con le persone a cui non tengo… che non amo.” Lo strinsi maggiormente e lo baciai con forza, dolcemente; lui mi lasciò fare con un sorriso stampato in faccia e si rilassò completamente fra le mie braccia.

“Achille…” sussurrò sulle mie labbra quando ci separammo senza allontanarci: “A parte il fatto che ovviamente ti amo anch’io, sono belli i tuoi vestiti?”

“Dei migliori, come te. Comunque, che dichiarazione sentita!”

Scoppiamo entrambi a ridere, divertiti. Forse stavo riuscendo ad aiutare almeno lui…

 

***

Pomodori. Tanti pomodori. Troppi pomodori… AIUTO!!!! E’ UN INVASIONE!

Ok, non pensate male, dopotutto sono stato serio fin troppo tempo! Ho bisogno di un sclero quotidiano o non sto bene!

In ogni caso, affinché voi poveri mortali capiate, è bene che vi dica che dopo aver gentilmente aiutato Patroclo a vestirsi e non pensate male perché ho detto GENTILMENTE, lo ho portato fuori dal castello per mostrargli Ftia, come gli avevo promesso ed ora siamo al mercato, dove ci sono TROPPI mercanti che cercano venderci pomodori!!!

Ammetto che in un primo momento tutti ci lanciavano occhiate incuriosite senza capire cosa ci facesse quello che fino ad un giorno prima credevano uno schiavo in mia compagnia a ridere e scherzare e soprattutto vestito con i miei abiti.

Patroclo era bellissimo, persino più di prima… peccato solo per quei lividi violacei che gli tappezzavano il viso e li avevo visti bene anche se tutto il suo corpo. Bastardi. Non vedevo l’ora che scomparissero… per non rivederli mai più. Comunque, mi ero ripromesso di farlo divertire, quindi ignoravo tutto e tutti per concentrarmi esclusivamente su di lui.

“Wow, non pensavo che Ftia fosse così… enorme!” esclamò in quel momento Patroclo ridendo e guardandosi intorno come un bambino che vede per la prima volta il mondo… ma quant’è tenero!!!!!!!!!!!!!!

“Ehi ragazzino!” lo chiamò un mercante e lui gli si avvicinò subito: “Non vuoi un bel pomodoro?”

Lui rise sotto lo sguardo attento dell’uomo, poi declinò gentilmente l’offerta, ma il mercante non si diede per vinto, dicendo che, forse, se la avesse mangiato insieme a lui in casa sua sarebbe stato migliore.

A quel punto tutta la gioiosa innocenza svanì immediatamente dagli occhi di Patroclo, che, dopo aver guardato intensamente male il mercante gli ringhiò contro: “Reprimi i tuoi istinti vecchio o ti soffoco con quel cazzo di pomodoro.”

L’uomo assottigliò gli occhi sbiancando per la frustrazione, quindi io afferrai subito Patroclo per un braccio trascinandolo in un luogo più appartato: “Lascia perdere certa gente, fa schifo.” Gli dissi subito, studiandolo preoccupato.

Quindi successe: il Patroclo vendicativo che avevo visto solo una volta tornò alla carica: “Vorrei tanto poterli castrare tutti quei bastardi! Nemmeno immagini quanto mi divertirei ad appendere tutti i loro fottutissimi cazzi uno in fila all’altro, farsi essiccare e poi farglieli mangiare. Sarebbe una vera e propria rivincita per me e per tutti i servi che sono nelle mie condizioni.” Ringhiò furioso, ma quando vide i miei occhi spalancati abbassò subito la testa, scusandosi timidamente.

“Davvero, tu hai una doppia personalità!” feci io abbracciandolo: “Ma questo tuo carattere forte ti ha permesso di sopravvivere fino a qui… solo, chi ti ha insegnato a parlare in questo modo a soli… quanti anni hai?”

“Diciassette.”

“Due anni più piccolino di me!”

“E comunque sono cose che impari quando vivi come me: gli schiavi sono sempre soggetti a prepotenze anche da chi non potrebbe permetterselo, quindi si impara presto a parlare così… ti devi difendere e spesso questo è l’unico modo per farlo.”

Lo baciai. Lo baciai senza un motivo evidente, ma sentivo che dovevo farlo e qualcosa mi diceva che anche lui lo voleva, infatti rispose subito al mio bacio.

“Ma guarda un po’.” Disse una voce dura e a me sconosciuta alle mie spalle, ma sentii Patroclo irrigidirsi subito fra le mie braccia, così lo strinsi, protettivo.

“Manchi da solo un giorno è già fai la troietta con gli altri. Proprio come mi aspettavo.”

Patroclo si voltò nel mio abbracciò per fronteggiare il nuovo venuto, incappucciato e nascosto nell’ombra: “Benvenuto a Ftia, signore di Smirne e mio padrone.” Disse quindi con voce fredda ed atona.

Ah, cavolo!

 

 

 

 

 

Ringrazio tutti e soprattutto Lyla Osaki e SexyAlien. Un bacio^^ JJ  

  
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