PROLOGO
Tutto è colorato. Ogni cosa che vediamo rispecchia di una luce colorata, strana direi.
Il colore dipende dagli occhi di chi guarda, come dipende la bellezza dell’anima.
Il verde è il colore dell’amore per me, perché è il simbolo della speranza, speranza è sinonimo di amore nella mia testa.
Vorrei tanto sapere come è il colore verde, perché mia madre mi dice che dello stesso colore sono fatti i miei occhi.
Ma come è fatto il verde?
Il mio colore preferito è l’azzurro però, mi piace dire la parola “Azzurro” suona bene nella mia testa.
Come il cielo dice mia madre è l’azzurro, perché il cielo è infinito senza inizio e senza confini.. È il cielo può sempre fare dei regali, le sue Stelle..come una coperta che ti avvolge e ti dona calore
Il nero è il colore che odio, perché mi ricorda la morte, perché quando si chiudono gli occhi tutto diventa nero dice la mia mamma, ma per me è indifferente, il nero è diventato il colore con cui io vivo in simbiosi, perché io non ho bisogno di chiudere gli occhi e vedere come è fatto il nero, io posso vederlo anche con gli occhi aperti.
Vorrei tanto conoscere tutti questi colori che la gente accanto a me descrive, ma non li conosco, tutto ciò che vedo è tramite gli occhi degli altri, ma sento tutto con il mio cuore.
Il mio paese è molto piccolo, una briciola in confronto al mondo, ma nonostante questo per me è il posto più grande del mondo.
Conosco tutti, so quali sono i loro nomi, dove vivono, che lavoro fanno, ma non so la cosa più elementare, come sono fatti, il loro aspetto esteriore, ma non importa non poterli vedere con gli occhi, perché io gli vedo con il cuore, ognuno di loro ha una figura impressa nella mia mente, quella che mi sono inventata vero, forse è diversa dalla realtà di tutti, ma è reale nella mia verità.
Ho raccontato tanto di me ma non ho detto ancora il mio nome, ma non è così importante un nome vero?
Le persone non si conoscono semplicemente perché hanno un nome.
Si conoscono vivendole.
Ma..
La prima cosa che si fa quando si conosce qualcuno si dice il proprio nome, e quindi è mio dovere presentarmi.
Mi chiamo Marina Grandini, un nome e un cognome comune direi.
Non ho frequentato le scuole come tutti i ragazzi della mia età, ho studiato in casa con un insegnante adatto alle mie esigenze fisiche, ma anche se non sono come tutti gli altri ragazzi della mia età, mi sento comunque “normale” come tutti, forse sono anche più fortunata di altri.
Vorrei tanto viaggiare, ma posso solo viaggiare con la mia immaginazione.
Ho una famiglia meravigliosa e ricca, ricca dentro all’animo e contenuti.
Non siamo “nessuno” ma siamo “tutto”, i miei genitori sono dei semplici operai che hanno lavorato tutta la vita per non far mancare nulla a me e alle mie sorelle.
Ma ora è giunto il momento che vi narri la mia storia con occhi di qualcun altro, e voi provate a chiudere gli occhi e immaginare tutto, come se non aveste mai visto la luce, come se le cose quotidiane siano cose nuove mai conosciute.
Fate un viaggio dentro voi stessi, questa è il mio sogno.
Un sogno dentro un sogno.