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Autore: nemy1990    23/02/2012    1 recensioni
"Arthur Weasley, però, odiava i pregiudizi, quindi si limitò a non attaccare briga.
Forse non avrebbe mai avuto il coraggio di affrontare qualcuno.
Non aveva avuto il coraggio neanche di guardare in faccia Molly dopo quello che Frank gli aveva rivelato.
Poteva mai essere? Forse il suo amico aveva voluto fargli uno scherzo... sì era senz'altro così."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy | Coppie: Arthur/Molly
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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La cura


"Molly è innamorata di te Arthur..."
Il ragazzo del sesto anno con i capelli rossicci si voltò verso Frank Paciock come in trans.
"Non mi prendere in giro... una come lei non si degnerebbe mai di..."
"RAGAZZI!!"
Una ragazza non tanto alta e con un sorriso dolcissimo fece il suo ingresso dal ritratto di Grifondoro.
"M-Molly" balbettò Arthur.
"Arthur... ti senti poco bene? Sei così pallido..."
Molly portò una mano sulla fronte del ragazzo per accertarsi che non avesse la febbre, ma il Grifondoro si ritrasse di scatto.
"Scusate!"
Arthur Weasley uscì dal ritratto confuso.
Non era possibile che Molly provasse qualcosa di simile verso di lui.
Tutti sapevano che Arthur Weasley fosse un pappamolle... non si capacitava neanche del perchè fosse finito a Grifondoro.
Probabilmente il Cappello Parlante aveva voluto fargli la grazia di non essere la delusione della famiglia.
Mentre scendeva le scale si imbattè in un ragazzino del quarto anno di Serpeverde.
"Guarda dove metti i piedi Weasley" disse il ragazzo dai capelli biondi e lunghi raccolti in una coda.
"S-scusa...".
Aveva già visto quel ragazzo, se non andava errato faceva Malfoy di cognome, il che presumeva che fosse arrogante e viziato, come diceva sempre sua madre.
Arthur Weasley, però, odiava i pregiudizi, quindi si limitò a non attaccare briga.
Forse non avrebbe mai avuto il coraggio di affrontare qualcuno.
Non aveva avuto il coraggio neanche di guardare in faccia Molly dopo quello che Frank gli aveva rivelato.
Poteva mai essere? Forse il suo amico aveva voluto fargli uno scherzo... sì era senz'altro così.
Arrivò fino al giardino soleggiato, dove avrebbe trovato un po' di pace.
Perchè tutti si burlavano di lui?
E la cara, dolce Molly... era troppo bella con quei suoi ricci tendenti al ramato e gli occhi di un color cioccolato così intenso che quando la guardava gli sembrava quasi di poter assaporare di persona la sua dolcezza.
Mentre faceva quelle riflessioni, non si accorse della figura femminile che si era stagliata davanti a lui.
"Arthur..."
La voce dolce della ragazza lo riscosse dai pensieri e, notando l'espressione mortificata della Grifondoro, non riuscì a scappare di nuovo.
"Molly... "
"Perchè sei scappato prima?"
"I-io..."
Quando era nervoso non poteva fare a meno di balbettare.
"Scusa, lo so sono snervante".
Avrebbe chiesto scusa anche di esistere se avesse potuto arrecarsi la colpa della sua nascita.
Molly sorrise.
"Qual è il problema Arthur? N-non mi vuoi?"
"Scusa?"
Molly arrossì fino alla radice dei capelli.
"Avevo chiesto a Frank di dirtelo... voi ragazzi non siete molto perspicaci su queste cose." disse lei prendendolo in giro amabilmente.
"Vuoi dire che... ti prego Molly non mi prendere in giro anche tu... questo scherzo è durato fin troppo."
"Quale scherzo?"
"Insomma che tu... che io... cioè... "
Arthur arrossì, avrebbe voluto solo scomparire ai piedi dell'albero alla cui ombra era seduto.
Era isolato rispetto al resto del giardino.
"Non ti fidi del tuo migliore amico?"
"Tu sei troppo bella per me..." disse Arthur tutto d'un fiato, tirando fuori un coraggio che credeva di avere solo nei suoi sogni.
Ancor più coraggioso fu l'alzare la testa verso la ragazza e guardarla negli occhi mentre lo diceva.
Molly sorrise, di un sorriso così radioso che tutto il resto a confronto sembrava spento.
"Voi uomini siete proprio sciocchi..." rispose lei inginocchiandosi alla sua altezza guardandolo dritto negli occhi.
Arthur era impalato, non sapeva cosa fare con Molly così vicina.
Pensava di essersi perso in quello sguardo così profondo.
La ragazza si fiondò su Arthur e lo baciò con un misto di passione e dolcezza, come non avrebbe pensato mai di poter fare.
Arthur, dapprima sorpreso, ricambiò il bacio, poi l'abbracciò.
Quando si staccarono, tutti e due erano paonazzi e sorpresi.
Il più sorpreso, però, fu Arthur.
"Perchè?" chiese incredulo.
"Ti amo, Weasley!"
"Dimmi che non è un sogno..."
"Vuoi che te ne dia una dimostrazione?"
Un'altra caratteristica di Molly era non solo la dolcezza ma anche l'essere audace.
Arthur deglutì sonoramente, poi decise di prendere in mano la situazione.
Afferrò Molly per la nuca e incollò nuovamente le sue labbra a quelle di lei beandosi del suo calore e sapore.
"Ti amo, Molly... non capisco cosa tu possa trovare in me..."
"Il coraggio Arthur!"
Tutto si sarebbe aspettato, ma non quella risposta.
"Io coraggioso?"
"Sì" rispose Molly convinta "sei coraggioso perchè sei mite e paziente in ogni occasione, hai il coraggio di essere gentile e di non arrivare mai a scagliare un incantesimo su qualcuno anche quando quest'ultimo si meriterebbe solo un bel Petrificus. Sei coraggioso perchè anche se potresti non mostri mai quanto sei realmente migliore degli altri."
"Questa non è una debolezza?"
"Ognuno ha i suoi tempi Arthur... e io so che il leone che c'è in te si risveglierà quando meno te lo aspetti..."
"Davvero credi così in me?"
"Sì... ho sempre creduto in te!"

Quelle parole ebbero un effetto ricostituente su di lui.
Sarà che ora, mentre entrava in Sala Grande affiancato da Molly Prewett, si sentiva pieno d'orgoglio e d'amore.
Si sentiva voluto e amato.
Non pensava che l'amore potesse essere una medicina per l'autostima.
Sentì il suo coraggio riaffiorare mentre sentiva la Sala Grande bisbigliare il suo nome e quello di Molly.
Per la prima volta era fiero di essere Arthur Weasey.
Molly era felice quanto lui, non si vergognava di stare al suo fianco.
Quella ragazza doveva essere un angelo, senza ombra di dubbio.
Le diede un bacio dolce sulle labbra e lei, benchè arrossendo, ricambiò radiosa.
Tutto questo grazie a lui.
Molly andò con le sue amiche al dormitorio, mentre Arthur si avviò lentamente, ancora imbambolato, per metabolizzare quella giornata.
Quando uscì dalla Sala Grande un gruppo di Serpeverde del quarto anno, tra cui quell'arrogante di Malfoy, gli diedero una spallata a testa.
"Sempre nel mezzo, Weasley!"
Arthur sentì montare la rabbia.
"I corridoi sono fatti apposta per essere percorsi..."
Lucius Malfoy si fermò e poi lo guardò negli occhi.
Fece un sorriso beffardo e si rivolse verso i compagni di Casa.
"Come sei diventato coraggioso Weasley... per caso la Prewett ti ha dato qualche pozione per la balbuzia?"
Arthur si sentì umiliato e tirò fuori la bacchetta.
"Cosa vorresti fare?" chiese Malfoy mentre anche gli altri compagni di Casa tirarono fuori le bacchette.
"Zittire un bambino del quarto anno che gioca a spadroneggiare sugli altri."
Arthur si stupì delle parole che gli sorsero spontanee e ancor di più della reazione di Malfoy.
"Come osi...?"
"Così facendo non fai altro che confermare la mia teoria..."
Lucius guardò confuso l'altro, poi fece cenno ai suoi compagni di Casa di andarsene.
Lo guardò come per dire "Non finisce qui...".
Non sarebbe finita lì, ma prima di concludersi in uno scontro fisico sarebbero dovuti passare molti anni.
Arthur sarebbe prima dovuto diventare uno dei membri dell'Ordine della Fenice, sposare Molly e avere sette figli.
Sarebbe dovuto diventare amico di James e Lily e conoscere il figlio, anni dopo la loro prematura morte, che sarebbe diventato il migliore amico di suo figlio.
Lì, al Ghirigoro, alla libreria a Diagon Alley si sarebbero presi a cazzotti, tra le urla dei figli che facevano il tifo per lui.
La sua cura però era stata Molly.
Era grazie al suo di tifo che aveva scoperto se stesso.
Aveva scoperto di essere un vero Grifondoro e che tramite l'amore si può non solo accettare gli altri con i loro pregi e difetti, ma prima apprezzare se stessi.

   
 
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