Crossover
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Autore: Xavisio Bluttemberg    23/02/2012    0 recensioni
Ebbene sí, ho concepito un crossover di quelli che per portarli avanti bisogna essere proprio matti... ma questo non significa che non la prenda molto seriamente ;)
É un ipotetico seguito delle avventure dei due grandi compagni di avventure videoludiche della mia infanzia, Spyro the Dragon e Crash Bandicoot. Non chiedetemi come, ma ho trovato un modo (vagamente) coerente per far collidere le due ambientazioni, e il risultato, ve lo garantisco, sará qualcosa di irripetibile.
Sí, certo che sará pieno di guest star u.u
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Videogiochi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Come diavolo puoi pensare che una cosa cosí stupida possa funzionare davvero? E io che ti sto anche aiutando!
- Funzioni o non funzioni, Signore, almeno ce li leveremo di torno…
La maschera borbottò qualcosa di incomprensibile, cercando di parlare quanto più sottovoce poteva; dopodichè, non fece ulteriore opposizione e si mise ad aspettare il dottor Cortex sul malandato pulsante blu.
Lo scienziato verificò alcuni calcoli su di uno schermo poco distante, attivò una sequenza precedentemente impostata e finalmente raggiunse Uka Uka nella camera da teletrasporto nascosta; salito sull’unico pulsante, vide apparire uno squarcio a forma di lente nell’aria davanti a sé, sovrastato dalla scritta “Avalar”, e fu scosso da un attacco di vertigini che per poco non gli fece perdere l’equilibrio. Prima che potesse riaversi del tutto, comunque, il suo padrone lo aveva giá spinto nel portale, in cui splendeva un sole cremisi, prossimo al tramonto, che infuocava la landa circostante conferendole tonalitá cangianti secondo dopo secondo. Infine, l’immagine sparí momentaneamente, scintilla bianche e blu li ricoprirono e il tunnel si chiuse dietro di loro.
 
Pochi istanti dopo, al centro della piattaforma del Time Twister, qualcosa di molto simile ad un aliante, pilotato da un marsupiale in jeans e scarpe da tennis, eseguì una brusca planata che per pochi millimetri non lo mandò a schiantarsi contro una barriera energetica poco distante, oltre la quale si ergevano possenti le macerie di una tomba faraonica.
- Crash, questa è l’ultima volta che ti lascio pilotare qualcosa che ho costruito io! E adesso forza, cerchiamo di capire come mai, dopo quell suono orribile, il mio radar ha rilevato attività in questo vecchio postaccio.
Il Bandicoot per tutta risposta saltò giù dal posto di comando e, voltatosi verso la sorellina, prese a grattarsi la testa, mosso più dalle zecche che dalla perplessità, contorcendo la bocca in una pessima smorfia e tirando fuori anche la punta della lingua.
Coco si portò una mano alla fronte, mentre Aku Aku, non potendo fare altrettanto, si limitò a scuotere il volto, facendo dondolare le piume colorate; poi anche la bionda saltò giù e I tre si misero ad osservare il luogo da dove, tanto tempo prima, avevano viaggiato nel tempo almeno una trentina di volte, per precedere i loro nemici nella raccolta dei Cristalli. A momenti non la si riconosceva più, la possente opera di Nefarious Trophy, ridotta com’era. Le barriere che sigillavano quattro delle cinque sale erano ormai inutili, poichè il tempo e l’incuria avevano trasformato in rovine non solo il mausoleo egiziano, ma anche il tempio arabo, il ?????????? e persino la città futuristica. Ancora in piedi, e non protetto, era il mulino medievale, il quale sembrava tuttavia essere stato riparato da ben poco e parecchio di fretta, visti i buchi tappati con tegole inchiodate (del tutto fuori luogo e palesemente provenienti da un’altra epoca), le numerose crepe presenti nel resto della stanza e le diffuse rimanenze di polvere sul pavimento, dove era rimasto un solo portale, stranamente allargato, sul qual al posto del solito numero erano schizzati due omini stilizzati, un maschio e una femmina, molto simili a quelli ritratti solitamente sulle porte dei bagni pubblici.
Istintivamente, Crash vi piombò sopra e, senza aspettere che gli comparisse davanti un luogo sul quale fiondarsi, saltò, rovinando rumorosamente sotto le pale eoliche.
- Temo proprio che dovrete attivarlo assieme. – sentenziò lo stregone di legno e piume.
- Già, non vedo altre soluzioni… - si trovò d’accordo Coco, che andò a posizionarsi sulla destra dell’ellisse blu. – Andiamo, fratello?
Crash non se lo fece ripetere due volte e, roteando un paio di volte nel rimettersi in piedi, le balzò al fianco. Subito si materializzò un frammento di mondo titolato “Snow Go”. Era un posto che conoscevano bene, e non si era mai rivelato troppo difficile attraversare quelle distese di ghiaccio, fatta eccezione per pinguini e foche assassine, stalattiti appuntite e, naturalmente, il freddo ingestibile… A Coco veniva da sospirare, ma si fece coraggio pensando di aver sopportato di ben peggio, ad esempio cavalcare una tigre sui torrioni della muraglia cinese, con uno squadrone intero che tentava di frenarla.
- Uno, due, tre!
E con una piccola spinta sparirono insieme nel tunnel, seguiti a ruota da Aku Aku che provava la sensazione alquanto spiacevole, ma alla quale era ormai abituato, di sentirsi smembrato in più parti affinchè frammenti della sua anima potessero riempire le casse cubiche che, con un po’ di fortuna, gli avrebbero permesso di proteggere i suoi amici lungo la via.
Per i Bandicoot il viaggio in tunnel fu invece abbastanza rapido e confortevole, col flusso di energia che li cullava nello spaziotempo per una frazione di minute, sempre più veloce, ma quando la galleria azzurra si aprì sul ghiacciaio, una brutta sorpresa si offrì ai loro occhi.
Era stato praticato, proprio sotto il varco d’uscita, un vasto foro nel permafrost, sotto il quale una massa d’acqua gelida attendeva solo che i viaggiatori vi ci cadessero, per assiderarli all’istante. Quando Crash e Coco precipitarono nel buco, ebbero a malapena il tempo di realizzare cosa stesse succedendo e di lottare un paio di secondi, prima di trasformarsi in due blocchi di ghiaccio galleggianti.
Dritto davanti a loro, in piedi al fianco di una montagna di casse accuratamente impilate, recanti l’effigie del loro protettore, stava una dinosauro mutante armato di lanciafiamme.
Sparando a piú non posso proiettili al napalm nell’aria circostante, tanto era felice, il mostro urlò, quasi schiamazzando:
 - NON POSSO CREDERCI! CI SONO CASCATI DAVVERO!

  
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