039 Sly person
(Persona astuta)
“L’ingenuità è una forza
che gli astuti hanno torto di disprezzare”, Arturo Graf
Roy e Maes stavano giocando una partita da cui
sembrava dipendesse il destino dell’intera umanità. Entrambi erano concentrati
sulle proprie carte: lo sguardo guizzava negli occhi dell’avversario per poi
posarsi di nuovo sulle carte come se ne fosse spuntata una nuova, vincente, che
avrebbe strappato la vittoria e umiliato l’altro.
Non volava una mosca e i giocatori se ne stavano
rigidi, ma apparentemente rilassati, sulle sedie. Accanto al mazzo della
pescata c’erano due bicchieri pieni a metà di un liquido ambrato.
Maes chiuse il ventaglio delle carte che aveva in
mano per appoggiarle sul tavolo. Mentre si allungava per afferrare il
bicchiere, teneva una mano sulle sue carte. Quando si parlava di Roy Mustang
non si poteva mai sapere. Magari con un movimento da serpente a sonagli si
sarebbe lanciato per spiare quelle carte che Maes proteggeva, quasi fossero una
reliquia o una famigliola appena evacuata dalla casa che andava a fuoco. Bevve
lentamente, mai spostando lo sguardo dall’Alchimista di fuoco che ricambiava le
occhiate ostili con espressione strafottente e di sufficienza. Mandato giù
anche l’ultimo sorso si leccò le labbra per catturar le ultime gocce
dolciastre.
Riprese in mano le carte dopo quella pausa che
poteva essere durata trenta secondi, ma anche un inverno intero, tanto era tesa
e fredda l’atmosfera della stanza. Toccava a lui, ma tergiversava nella scelta
della carta da scartare.
«Il soldato onora la rapidità” lo canzonò Roy.
Pressato Maes scartò, gettando la carta come se
avesse lanciato un dito della mano in pasto ai cani.
Roy schioccò la lingua e mentre pescava commentò
«Pivello!».
Il suo avversario innervosito lo fulminò e si
agitò sulla sedia. In mano non aveva belle carte e questo era un problema; ma
nemmeno brutte carte. E questo era un doppio problema.
Quando l’altro giocatore scartò, dicendo «Irrita
il tuo avversario e disorientalo» Maes capì che dalla prossima pescata sarebbe
dipesa la vittoria. Oppure la sconfitta. Ma era molto meglio la prima.
Inavvertitamente Roy mostrò due delle sue quattro
carte. Perfetto! Ora che sapeva in parte cosa aveva in mano il nemico poteva
giocare d’astuzia e vincere.
Pescò con la tensione di chi sente di avere la
vittoria in pugno. Negli occhi il lampo di trionfo. Grazie alla carta appena
presa sarebbe rimasto con solo un cinque di quadri in mano.
Con immensa soddisfazione scartò. Roy lo guardò
con accondiscendenza. «Fondamentale in guerra è lo stratagemma». Prese la carta
appena finita tra gli scarti e in due due quattro chiuse la partita.
Maes guardò le carte appena deposte sul tavolo,
poi Roy, poi le carte, poi Roy di nuovo prima con gli occhi sgranati, poi con
il suo miglior broncio.
Lui era stato ingannato. Quel… antipatico gli
aveva mostrato apposta le carte, così lui gli aveva inconsapevolmente servito
la vittoria su un vassoio d’argento.
Ma subito il broncio fu sostituito da uno sguardo
furbetto da marmocchio combina birichinate.
«Mamma!» gridò a gran voce «Mamma, papà bara!».
Riza spuntò dalla cucina, sospirando. Roy già con le
mani in alto affermò «Non è vero».
«Invece è verissimo! Hai imbrogliato!» gli rispose
il figlio salendo sul tavolo, facendo così sospirare ancora più forte Riza.
«Sei tu che sei cascato nel mio tranello, Maes. Se
sei un pesce lesso non te la puoi prendere con me».
«Mamma!» piagnucolò.
Riza prese i bicchieri, prima di rischiare che si rompessero
e il tè macchiasse il suo tappeto nuovo. «Roy, per piacere!» disse solo mentre tornava
in cucina. E mentre sciacquava i bicchieri non poteva fare a meno di pensare di
vivere in mezzo a bambini. Marito compreso.
Ok, io e la coerenza abbiamo un grosso problema. Ma voi non fateci più di tanto caso. Ora che gli esami sono finiti cercherò di essere più costante. (Lo dico sempre, non lo faccio mai. Ma me lo prendo come fioretto quaresimale!).
Ordunque, che dire? Sono riuscita a ingannarvi? Alzi la mano chi credeva che Maes fosse Hughes! Mi sento molto un genio del male inquesto momento... Lasciando questo discorso da parte, volevo precisare che sly, sì significa furbo, astuto, ma a me (e qui lanciamo fuori dalla finestra ben due anni di università!) fa tanto pensare a sleale per assonanza. Bisogna specificare chi è sleale? Ultima nota -meno inutile delle precedenti- le frasi di Roy sono prese dall'omoke "La festa dell'esercito", quella del duello tra Roy e Ed. Ci hanno anche fatto un episodio nella prima serie.
Detto questo, ringrazio le mie care lettrici e provo ad andare a portarmi avanti con i prossimi themes! Grassie!!! a: Silvery Lugia, aubry97, One Day, hummingbird royaifan.