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Autore: Kiary92    29/02/2012    1 recensioni
Questa storia non l'ho scritta io, ma ho avuto il consenso di postarla.
***
La luna illuminava il cielo, facendo luccicare sia la pistola modello Beretta nella destra che la katana che teneva nella sinistra, sporca di sangue.
Il demone gracchiò - Non uccidermi. Ti darò tutto ciò che vorrai -
- Buffo.... - commentò l’altro - Voi demoni vi sforzate di parlare solo quando non avete più scampo -
Visto che la tattica della corruzione non aveva funzionato, il rospone passò alle minacce - Io servo un padrone molto più potente di .... -
- Dicono tutti così. - sbuffò il ragazzo, mentre due spari interrompevano il monologo del mostro.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hunter non tornò subito a casa sua. Effettuò il suo giro di ronda, passando da tutti coloro che potevano potenzialmente possedere informazioni riguardanti attività criminali o soprannaturali in città. Finì quasi a mezzogiorno. Fece un’ altro giro, stavolta di puro piacere, cercando libri interessanti. Poi recuperò la macchina e si diresse a casa per il meritato riposo. Parcheggiò davanti a casa ed entrò. Si fece una doccia veloce e si buttò sul letto. Già si immaginava la fatica che avrebbe richiesto occuparsi di un aspirante Agente Speciale. Quindi era meglio riposare.
Si svegliò verso le sette di mattina, quando il cielo aveva appena iniziato a schiarirsi. Indossò abiti casual, non aveva in mente avventure quel giorno: jeans, maglia e felpa con cappuccio. Si diresse in cucina e prese l’ultima fetta di torta. Avrebbe dovuto prepararne un’ altra. Mangiando accese il Pc portatile sul tavolo e iniziò a controllare se qualcuno, durante la notte, gli aveva inviato un’ e - mail. Improvvisamente il cellulare abbandonato nel giubbotto iniziò a vibrare. Il ragazzo non controllò chi lo aveva chiamato.
- Pronto Capo. è successo qualcosa?-
- No, volevo solo sapere se l’Agente è già arrivato - Qualcuno, o qualcosa, si mosse nella cucina piena di ombre. Silenziosamente si avvicinò a Hunter....
- Non ne sono sicuro, Capo - rispose quest’ultimo, dandogli le spalle.
L’ ombra si avvicinò di un altro passo.... e si trovò un pugnale puntato alla gola.
- Bè, fammi sapere -
- Ci conti - rispose il moro, chiudendo la comunicazione.
Senza voltarsi Hunter prese un piccolo aggeggio che sembrava una di quelle macchinette da carta di credito che si vedono nei supermercati.
- Non parlare. Se sei l’ Agente che mi hanno affidato, allora passa la tua tessera identificativa nella macchina. - L’ intruso obbedì. Dopo pochi secondi lampeggiò una luce verde. - Ottimo -
Le tessere identificative degli Agenti contenevano un chip che riconosceva solo il DNA del legittimo proprietario. Se il DNA non era quello giusto, la tessera si disattivava. Anche il più abile mutaforma non poteva duplicare il DNA, quindi la tessera era un metodo sicuro per riconoscere un Agente.
Hunter ripose il pugnale nel cassetto del tavolo. - Scusa per l’ accoglienza, ma la prudenza non è mai troppa - Si girò verso l’ Agente.... e si bloccò. Era una ragazza di non più di diciott’anni, con lunghi capelli neri che assomigliavano a un mare notturno. La sua pelle perfetta era di un candore assoluto che, alla luce debole del mattino, pareva vagamente luminescente. In contrasto, gli occhi erano di un profondo blu oceano. Indossava la tuta aderente tipica degli Agenti, che lasciava ben poco spazio all’ immaginazione. Più bassa del ragazzo di circa cinque centimetri, era slanciata ma non esile. Al contrario, aveva curve sinuose. Hunter dovette far ricorso a tutta la sua forza di volontà per evitare di arrossire.
- Piacere - le disse, porgendole la mano.
La ragazza sorrise - Agente 81 - disse lei, stringendola.
Il moro rispose al sorriso - Probabilmente dovremo convivere per parecchio tempo, quindi tanto vale darci del tu e usare i nostri veri nomi. Io mi chiamo Paolo -
Il sorriso della ragazza si allargò - Elena -
- La donna più bella del mondo - disse Paolo, ricordandosi della leggendaria Elena di Troia.
Fu il turno dell’ Agente di arrossire - Non credo di meritare tale titolo -
- Forse no  - la prese in giro lui - Bene, dato che sei qui, possiamo iniziare a parlare di cose serie. Inizio io. Perché ti sei avvicinata così di soppiatto?-
- Volevo vedere se ero in grado di cogliere di sorpresa il leggendario Hunter - rispose la ragazza.
Un luccichio divertito attraversò gli occhi dell’ ex Doppio Zero - Si sparla ancora di me, alla Sede?-
- Abbastanza. Il mio vecchio allenatore diceva che sei menefreghista, sgradevole e senza il minimo concetto di lealtà e senso del dovere -
- Devi fargli i miei complimenti, la prossima volta che lo vedi. è riuscito a rendersi antipatico senza fare nemmeno lo sforzo di fare la mia conoscenza - disse lui con falsa serietà.
Risero di gusto. Poi fu il turno della ragazza di fare le domande - Allora, posso chiederti come mai te ne sei andato dalla Sede?-
L’ espressione di Paolo si incupì all’ istante - Non credi che sia troppo presto per farmi una domanda del genere?-
Lei intuì che non era il caso di insistere - Hai ragione, scusa -
- Non importa - disse lui, rilassandosi. Non aveva senso prendersela per così poco. - Cosa sai di me?-
- Tutto - rispose - Sono una tua grande ammiratrice. Conosco il tuo vecchio numero da Agente, quanti e quali nemici hai sconfitto, che eri l’ Agente Speciale 0011... - si bloccò, intuendo all’ istante di aver parlato troppo.
Difatti il ragazzo la guardò sorpreso - Come fai a saperlo? Le informazioni sui Doppio Zero sono Top Secret!-
La mora si agitò, imbarazzata - Ho dato un’ occhiata agli archivi.... - borbottò “Che scusa patetica” pensò subito dopo.
Paolo la fissava divertito - Lo sai che non sta in piedi, vero?- Lei non rispose. - Ne parleremo un’ altro giorno. Ora ascoltami bene. Da adesso inizia il tuo “tutoraggio” con il sottoscritto. Ci sono alcune regole fondamentali. Non distrarti, perché lo dirò una volta sola -
Elena si fece seria.
  
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