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Autore: Phoenixstein    29/02/2012    9 recensioni
I gladii fendono l’aria con maestranza muovendosi per uccidere, eroici e sonanti rifulgono di letale bellezza in cerca di fiumi di sangue glorioso. Si schiantano le lame, poi rifuggono, poi s’inseguono, le mani che le reggono non hanno che da evitare la benché minima pietà. Ma Massimo Decimo Meridio custodisce nelle braccia il fuoco prosperoso delle battaglie e del sacro amore per una famiglia distrutta, e arde assai più del capriccioso odio d’un bambino viziato.
Genere: Angst, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Calpestata in una spietata danza frenetica, si alza la polvere dell’arena infiammata dai raggi del sole romano. I gladii fendono l’aria con maestranza muovendosi per uccidere, eroici e sonanti rifulgono di letale bellezza in cerca di fiumi di sangue glorioso. Si schiantano le lame, poi rifuggono, poi s’inseguono, le mani che le reggono non hanno che da evitare la benché minima pietà. Ma Massimo Decimo Meridio custodisce nelle braccia il fuoco prosperoso delle battaglie e del sacro amore per una famiglia distrutta, e arde assai più del capriccioso odio d’un bambino viziato.

Tu, quello stesso bambino con occhi di gelido veleno che, smarrito il gladio, sfodera l’infido e affilato stiletto e con rabbia viscerale attacca il fedele uomo dell’impero che mai conobbe il disonore d’un ego spropositato. Già sanguini, aspide, e macchiate le belle spoglie candide da magnifico princeps, magnifico fra i mortali come vorresti, il popolo intero trattiene il respiro quando i colpi decisi di Massimo picchiano su quel tuo viso d’un angelo perverso. Il suolo polveroso impastato di violenta morte e gloria fittizia, oh quel suolo, quanto brama in quest’istante la tua caduta rovinosa, o Lucio Elio Aurelio Commodo, schiacciato dalla tua sciocca superbia e da quei tuoi biechi valori di cui hai impregnata l’anima. Cercando un equilibrio almeno in questi attimi fatali e così assurdi, Cesare, non ti concedi nemmeno il lusso di cacciar giù il sangue che t’invade il palato. E lotti, belva ferita e in trappola, contro la fine che si staglia netta e pesante sul tuo petto ad ogni colpo impietoso che ti spacca la mascella.

Duri i gomiti, le nocche, il calcio… vero?

Dolore. Dolore soffocante che ti esplode in faccia. Ti brucia la sconfitta già scritta, come possono bruciare le lingue bollenti degli inferi.

Il suono tragico delle ossa che si aprono alla tua disfatta, o Commodo. Annega nel tuo sangue, se ti basta, vanitoso puledro. Ma come potrebbe il tuo fiero ego non tentare all’estremo di dimostrare che sei tu, tu e nessun’altro lo strenuo vincitore? La vita è così ingiusta, è cattiva, una madre che avvelena il figlio goccia dopo goccia e giorno dopo giorno. Cadi nella polvere giallastra, la respiri solo il tempo di rialzarti e devi finire quello che hai iniziato perché se volevi ucciderlo questo soldato insubordinato, è meglio che tu resista, principe, e lo faccia, tutti ti stanno guardando. Ma va a vuoto il tuo pugno serrato, perché Massimo ti domina completamente, come sempre è stato e come mai hai evitato che fosse. Lo senti il funesto canto della tua completa disfatta?

Si tendono i muscoli, ancora, quando l’uomo a cui hai sottratto ogni cosa piega il tuo braccio per puntare lo stiletto contro la tua gola scoperta. Tu sai bene che niente fermerà la sua mano adesso, su di te non farà uso della sua benevola misericordia.

I pugni contro la sua spalla sono come una richiesta d’aiuto silenziosa, mentre sbuffi l’aria fuori dalle labbra coperte di sangue. L’hai odiato, lo stai odiando ora, ma non hai mai voluto ferirlo. Non hai mai voluto niente di tutto questo, solo un briciolo d’amore se non da tuo padre, se non da tua sorella, se non dal tuo popolo, almeno dall’uomo perfetto in cui avresti voluto poterti specchiare. Lui ostinato, ti ha disprezzato fin dall’inizio, e cosa fa un uomo quando l’amore consunto si trasforma in odio? Ah, se solo si potesse cancellare tutto con un bacio caritatevole, ma quale bacio sarebbe mai più riprovevole di quello insanguinato, sodomita e delirante a cui aspiri, illuso, con la morte già calata nelle tue iridi pallide?

È bello Massimo, e forte, e ti sta uccidendo, lo percepisci nella sua espressione impassibile e così sicura di quello che fa. Sicuro come tu, Commodo, non sei stato mai nella tua vita. Difatti, guarda, in cosa l’hai trasformata se non in un incubo di bieca solitudine e acerrimo dolore?

La disperazione folle e deviata si mescola alla luce bianchissima del sole accecante, lì, nel tuo sguardo sfatto che si spalanca all’acume gelido che facilmente ti attraversa il collo statuario… Tremano violentemente le tue labbra schiuse, così è finita. Per l’eternità, avrai almeno la consolazione che il suo viso è l’ultima cosa che puoi vedere, insieme alla foschia traballante delle lacrime. E quasi incredulo stringi dolcemente le dita alle sue spalle, mentre lui soddisfatto nella tua carne affonda la lama.

Ancora, e ancora.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hm, ehilà. Noticina dell’autrice!

Mi sentivo in dovere di scrivere qualcosa in questa sezione, nonostante probabilmente non ne sia all’altezza.

Spero che comunque nessuno sia arrivato fino a questo punto storcendo il naso.

Insomma, lo so, è da pazzi vedere dello slash in un film come “Il Gladiatore”, ma so di non essere l’unica a farlo :)

Mi piace immaginare in tutto quell’odio da parte di Commodo, nient’altro che un sentimento d’amore sfiorito e negato…

   
 
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