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Autore: taisa    05/10/2006    13 recensioni
Se Bulma e Vegeta fossero stati degli adolescienti?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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GIORNI DI SCUOLA

GIORNI DI SCUOLA

Il posto per me

Ormai erano mesi che si trovava in quella scuola, che strano. All’inizio era convinto che sarebbe durato poco lì dentro, invece aveva superato il record di permanenza senza essere espulso. Aveva iniziato a frequentare le lezioni più spesso, certo non tutte, alcune le saltava ancora, ma decisamente meno di prima, ora prendeva appunti e i suoi voti stavano anche migliorando. Si sentiva meno oppresso dalla sua vita, dal difficile rapporto con suo padre e dall’assenza di una madre. Certo a casa non erano tutte rose e fiori, ma almeno quando non era lì sapeva di poter contare su qualcuno, su di lei. E non solo, ma anche di Goku, e degli altri. Aveva imparato miracolosamente tutti i nomi delle persone che gli stavano accanto, tranne quello del predente del suo ex, lui si rifiutava di ricordarselo, anche se capiva quando si parlava di lui. Era riuscito sorprendentemente a farsi degli amici, non gli era mai successo prima d’ora. Eppure, nonostante lui ne fosse pienamente cosciente loro non dovevano saperlo, lui non gli avrebbe mai ringraziati per quello che avevano fatto, anche se in realtà lo avevano capito. Incredibile pensare a come le persone ti cambiano, loro, tutti loro avevano buttato giù un po’ del suo muro, erano riusciti ad avvicinarlo, e quasi a toccarlo, nel senso figurato del termine. E lei, che per prima gli si era avvicinato lo aveva quasi trasformato completamente, era quasi riuscita ad alleviare le sue sofferenze.

“Sapevo di trovarti qui” una voce squillante che ben conosceva lo distolse dai sui pensieri, lui alzò la testa per vedere chi era, come se già non lo sapesse “Che sei venuta a fare?” le chiese un po’ scorbutico “Non hai sentito la campanella? E’ ora di pranzo, non vuoi venire a mangiare con noi?” disse avvicinandosi a lui e inginocchiansi gli accanto. La scrutò per un po’ “Mmm… si adesso vengo” lei sorrise, come faceva sempre, quel sorriso dolce che lui tanto amava “Ok, ci vediamo in mensa allora” lo baciò prima di alzarsi. Lui la guardò andare via, bella, nulla da dire con ciò, lei gli piaceva, gli piaceva un sacco. Appoggiò una mano a terra alzandosi per andare a mangiare insieme agli altri, si spolverò i pantaloni della divisa, poi mise le mani in tasca, scese le scale che davano in cortile, il suo sguardo fu catturato da un ragazzo che lo aspettava proprio in fondo alle scale, si accigliò.

Il ragazzo, appoggiato al muro con le braccia incrociate si spostò andandogli incontro “Ciao, Novellino!” gli disse appena gli fu abbastanza vicino, Vegeta alzò lo sguardo con aria di sfida “Non rompermi la palle” gli disse senza battere ciglio, l’altro sorrise “Che paura!” lo prese in giro “Voglio che tu venga con me!” concluse sorridendo, un sorriso che non prometteva nulla di buono. Vegeta lo guardò scettico, ma senza scomporsi “Perché dovrei!?!” rispose irremovibile, il ragazzo lo guardò ancora sorridendo, “Perché Freezer vuole vederti”, Vegeta fece un passo di lato cercando di scostarsi “Di al tuo capo che non ho nessuna intenzione di vederlo”. Il ragazzo si scostò bloccando l’accesso a Vegeta “No, no, no novellino, così non va affatto bene. Devi portargli più rispetto. Inoltre Freezer è in compagnia di qualcuno che tu conosci molto bene”, Vegeta lo guardò senza capire “Coraggio, vieni con me” Dodoria lo afferrò per una spalla accompagnandolo sul retro del cortile.

“Ciao novellino” gli disse Freezer una volta arrivati, “Cosa volete?” domandò seccato Vegeta. “Oh, nulla di che, vogliamo solo divertirci un po’ con te” si sposto, quello era il segnale per Zarbon di uscire da dietro un albero, strattonò pesantemente una persona che teneva con un braccio, mentre con l’altro le tappava la bocca impedendole di urlare: Bulma. Lo sguardo di Vegeta si fece scioccato, si voltò con odio verso Freezer “Bastardi! Lasciatela andare”ordinò. Bulma diede un morso alla mano di Zarbon liberando così la bocca “VEGETA!” non stava piangendo, ma dalla sua voce si capiva che mancava poco al farlo. “Non mi sembra che tu nella posizione di darmi ordini” disse Freezer sogghignando, Vegeta non ci vedeva più dalla rabbia, e si scagliò contro di lui sferrandogli un pugno in pieno volto, che lo fece arretrare di un passo, Dodoria gli fu subito addosso afferrandolo per le braccia. Freezer si riprese dal colpo ed approfittando della presa dell’amico restituendogli il pugno, Vegeta spostò il volto preso in pieno, poi tornò a guardare gli occhi rosso sangue del suo avversario, gli sputò in faccia, ed approfittando di un suo attimo di distrazione gli diede un calcio in pieno stomaco, facendolo adirare non poco. Freezer cominciò per tutta risposta a sferrargli una serie di pugni colpendolo incessantemente. Bulma non riusciva ad assistere oltre a quella scena, cercò inutilmente di divincolarsi dal suo aggressore, ma la presa era troppo salda e non riuscì a liberarsi “VEGETAAAAAA!!! BASTARDI LASCIATELO STARE!” urlò la ragazza nella disperazione, la voce giunse all’orecchi di Freezer che si fermò arretrando di un passo, sorrise malignamente. Era inutile picchiare quel tipo, aveva la scorza dura, lo avevano picchiato innumerevoli volte, ma lui non aveva mai indietreggiato, non si era mai arreso. Si avvicinò alla ragazza afferrandola per il viso “Dunque, lei sarebbe la tua ragazza. Vediamo cosa succede se io facessi, questo!” dicendo così le sferrò un violento schiaffo, sotto gli occhi attoniti di Vegeta “BASTARDO!” Freezer sembrò divertirsi vedendo la sua reazione, e i suoi occhi carichi di rabbia, quindi sferrò un secondo schiaffo alla ragazza. Vegeta, smise di agitarsi, si voltò verso Dodoria, dandoli una testata, il ragazzo preso alla sprovvista indietreggiò mollando la presa lasciano Vegeta libero di agire. Questi si scagliò violentemente contro Freezer buttandolo a terra, gli si lanciò contro e cominciò a picchiarlo duramente, Zarbon fu costretto a mollare Bulma che scappo via lasciandogli alla loro rissa. Zarbon e Dodoria afferrarono Vegeta cercando di liberare il loro capo, il ragazzo era ora trattenuto dai due bestioni, ma almeno Bulma era libera. Freezer si alzò ricominciando a dargli una scarica di pugni. Vegeta reagì nuovamente con un calcio questa volta sferrato a Dodoria che ricadde addosso a Zarbon, mentre lui si scagliò nuovamente su Freezer.

“COSA STATE FACENDO!?!” la voce autoritaria di un professore gli colse tutti di sorpresa. Bulma liberatasi dalla presa era andata a chiamare aiuto. Vegeta ancora in preda alla rabbia continuava a colpire il suo avversario. L’insegnate lo strattonò liberando Freezer, furono solo pochi secondi, un altro paio di prof appena giunti sul luogo andarono a sincerarsi della condizione del ragazzo a terra, altri fermarono Zarbon e Dodoria che cercavano di scappare. Mentre il prof che aveva separato i due avversari teneva ancora saldamente Vegeta finché questi non si fosse calmato, poi lo liberò mentre lui si accasciò a terra. Bulma gli si avvicinò appena libero dalla presa per controllare come stava. Vegeta alzò lo sguardo, i suoi occhi neri incrociarono quelli blu di lei che erano in preda al pianto ‘Che stupido che sono, questo non è il mio posto. Qui non posso più stare. Ti ho messa in pericolo…perdonami’ pensò, abbassò lo sguardo alzandosi e spostandola un po’ bruscamente mentre si allontanava, senti la voce di lei chiamarlo, ma non si voltò, uno dei prof lo afferrò intimandolo di andare dal preside, sì conosceva la prassi, sapeva cosa sarebbe successo ora, lo sapeva fin troppo bene.

“VERRETE ESPULSI SEDUTASTANTE SONO STATO ABBASTANZA CHIARO!?!” i quattro si trovavano in presidenza, mentre questi gli sbraitava contro. ‘Sai che novità’ pensò Vegeta, riconoscendo fin troppo bene quella scena, aveva perso il conto di tutte le volte che l’aveva vista, “Aspetterete i vostri genitori in segreteria, non voglio che vi muoviate di là per nessun motivo siamo intesi!?!”. Uscirono dalla presidenza, lì ad aspettarlo c’erano i suoi amici, c’erano tutti, e c’era anche lei, no, non voleva guardarla in faccia, si sentiva uno schifo, era tutta colpa sua, ma ormai aveva preso la sua decisione! Si sarebbe fatto buttare fuori come sempre senza reagire, gli avrebbe dimenticati, e avrebbe ricominciato daccapo. Sembrava un circolo vizioso della quale non riusciva proprio a venirne fuori, anche se in questa scuola ci aveva provato, ci aveva provato sul serio. La sua schifo di vita era questa, inutile illudersi che per lui ci fosse spazio nel mondo, nell’intero universo.

Gli andarono incontro, lei per prima. “Allora? Cosa ti ha detto?” gli chiese apprensiva, stava ancora piangendo, lui non la guardava in faccia, ma lo aveva capito dalla sua voce. “Sono stato espulso” rispose con molta calma come se fosse la cosa più normale del mondo. Le crollò il mondo addosso, no non poteva essere, non poteva andarsene lasciandola sola. “E…e tu? Non hai detto nulla?” “No” rispose lapidario, certo, e come avrebbe potuto, con i suoi precedenti, eppure questa volta non era, fino ad un certo punto, stato lui a cominciare, ma cosa importava ormai. Doveva andarsene via da lì, o lei sarebbe stata di nuovo in pericolo, per causa sua. “Come sarebbe NO?!? Vegeta, ci sarà pur qualcosa che possiamo fare?” la sua voce si stava riempiendo di lacrime, e lui continuava a non guardala, rimase così in silenzio senza rispondere alla sua domanda, gli appoggio le mano sulle spalle “Vegeta, dimmi che non te ne vuoi andare!” lo aveva capito, come sempre lei aveva capito cosa gli passava per la testa, rimase ancora zitto “Vegeta rispondimi ti prego!!” “NON MI ROMPERMI I COGLIONI! QUELLO CHE DECIDO DI FARE E’ SOLO AFFERE MIO!” urlò, ma non la guardò, lei rimase in silenzio a fissarlo “Vegeta” sussurrò tra le lacrime che ormai scendevano copiose. “Vegeta! Non fare l’idiota, ci sarà un modo per risolvere questa situazione” Vegeta alzò la testa incrociando lo sguardo di Goku, gli parlò con voce tranquilla, ma il suo sguardo era il più serio che gli aveva mai visto in volto “No, e comunque vi ripeto che non sono cazzi vostri” si scostò dalla presa di Bulma facendo per allontanarsi, ma fu fermato da Goku che gli sbarrò la strada “Levati di mezzo!” gli rispose l’altro guardandolo minaccioso, ma Goku non aveva paura di quel suo sguardo “No, io non mi sposto, almeno fino a quando non avremo trovato una soluzione!” “Ti ho detto che non sono cazzi tuoi!” sorprendentemente Goku afferrò Vegeta per il colletto sbattendolo contro il muro sotto gli occhi stupefatti di tutti “Vegeta! Si può sapere da cosa stai scappando? Di cosa hai paura?” continuavano a fissarsi, un incontro infuocato di profonde iridi nere “Io non ho paura! Non scappo di fronte a nulla!” “E allora perché non reagisci si può sapere? Se è vero che non hai paura allora impuntati per restare in questa scuola” Vegeta sorrise gradasso “E chi ti ha detto che voglio restare?” il volto di Goku si fece preoccupato, mentre per Bulma fu come ricevere un altro schiaffo. “Stai mentendo! Tu vuoi restare, ma hai paura di mettere in pericolo Bulma, è così?!?” accidenti! Da quando era diventato un libro aperto per così tante persone? Vegeta non rispose, il che era una inconsapevole risposta affermativa alla domanda, la ragazza si asciugò le lacrime, e Goku lo lasciò andare, la sua voce tornò tranquilla “Calmati ora, vedrai che troveremo il modo per farti restare”. Ancora una volta restò in silenzio, un passo pesante attirò l’attenzione di tutti i presenti che erano piombati nel silenzio, un uomo, che Vegeta consociava fin troppo bene gli si avvicinò con aria severa, si guardarono, fino a quando suo padre non gli sferrò un sonoro schiaffo “Tu sei un disonore! Non fai altro che darmi delle delusioni! Si può sapere cosa ti passa sempre per la testa?!?” il ragazzo non ripose “Quante volte ancora hai intenzione di farti sbattere fuori in questo modo? Quante volte vuoi ancora umiliarmi?” da parte di Vegeta ancora silenzio. No, ora basta, quante volte lo aveva visto soffrire per cose del genere? Quante volte lui aveva sofferto prima che si conoscessero? E quante volte doveva soffrire ancora? Possibile che quell’uomo non capisse? Possibile che non capisse che le risse che faceva era solo per attrarre la sua attenzione? Che il suo temperamento così aggressivo derivava proprio dal dover sempre lottare con suo padre e con se stesso? Possibile che non gli chiedesse neanche una spiegazione? Perché lo riteneva subito colpevole? Non era stato lui a rapirla, lui l’aveva solo difesa, possibile che a nessuno importasse sapere come si erano svolti i fatti? Per tutti era automaticamente colpevole, certo, non si tratta del ragazzo più buono e tranquillo della terra, ma lui aveva le sue ragioni. Ma a nessuno sembrava interessare, né hai professori che lo avevano fermato, né al preside che aveva subito decretato la sua espulsione, né tanto meno a suo padre, la persona che più di ogni altra dovrebbe essergli vicino.

“Signore! Non è stata colpa sua!” Bulma lo disse riprendendo la sua solita grinta, si asciugò le lagrime con un mano prima di incrociare lo sguardo del genitore del ragazzo “Come ti permetti ragazzina? Cosa puoi saperne tu di lui?”, la ragazza non si fece intimorire dal suo modo di fare, era abituata a quell’atteggiamento, in questo era uguale al figlio “Ne so molto più di lei! Almeno io ho fatto uno sforzo per capirlo al contrario di quanto ha fatto lei per sedici anni! Tutti voi vi siete subito presi la libertà di giudicarlo, non vi siete chiesti come sono andate le cose, lo avete subito accusato di qualcosa che ha fatto solo per proteggermi” digrignava i denti, tutta la sua tristezza si era trasformata in rabbia, non era giusto come lo stavano trattando, riprese fiato “Questi tre…” continuò indicando il terzetto seduto dall’altra parte della stanza “…mi hanno aggredita col solo scopo di divertirsi alle sue spalle, e lui si è ribellato. Volete punirlo? Bene, fatelo, ma non con l’espulsione, sospendetelo, dateli una nota disciplinare, è così che si fa in genere, no?” ora si era sfogata, cercò di calmare il respiro affannoso che le era venuto, tutti nella stanza, dal primo all’ultimo la guardava esterrefatto. “Ragazzina, quello che dici è vero, in genere non si espelle una persona solo per una rissa, ma il tuo amico è avvezzo a certi comportamenti. Capisci quindi che non posso passarci sopra” la voce del preside Muten le arrivò da dietro le spalle, tutti si girarono verso di lui “Ma…” borbottò la ragazza sentendo che le lacrime le stavano tornando “Però, visto che questa volta era per un motivo per così dire cavalleresco penso che mi limerò a sospenderlo…” si rivolse a Vegeta “…ma la prossima volta che sarai coinvolto in una rissa sarai buttato fuori immediatamente, sono stato abbastanza chiaro? E ringrazia i tuoi amici, perché ho sentito quello che vi siete detti prima, quindi voglio darti un’altra possibilità” si girò verso i tre seduti in un angolo “Quanto a voi non andrà così bene, verrete comunque espulsi, avevate coinvolto nelle vostre bravate una persona che non c’entrava niente, dovreste solo vergognarvi” rimasero in silenzio a testa china, infine lo sguardo del preside si posò sul padre del ragazzo “Grazie per essersi degnato di venire! Non so quante volte l’ho convocata per qualche bravata del suo ragazzo, sono sorpreso di trovarla qui, quindi è con la minaccia di un espulsione che lei si disturba a farsi vivo, abbiamo un mucchio di cose di cui parlare, e non si tratta solo di suo figlio” gli fece cenno di accomodarsi nel suo ufficio, tornò a guardare Vegeta “Ragazzo, ti chiedo scusa per non aver sentito la tua opinione prima di giudicarti, sono stato accecato dai pregiudizi” sorrise dietro le spesse lenti degli occhiali da sole “Ti farò sapere per quanto tempo sarai sospeso. Ora potete andare”.

Appena scomparve nel suo ufficio i suoi amici fecero un’ovazione contenti che il loro compagno l’avesse scampata, Bulma gli si buttò al collo, mentre Goku gli stropicciò amichevolmente la testa, gli altri lo circondarono dandogli qualche pacca sulla schiena festosi, lui rimase immobile ancora per qualche secondo, non poteva credere a quanto era appena successo, era scampato ad un espulsione, l’ennesima della sua carriera scolastica, grazie ai sui amici ed alla sua ragazza che era quasi convinto di lasciare. Quando si riprese cercò di liberarsi dalla presa di tutti tornado scontroso come al soluto, eccezion fatta per quella di Bulma, le si meritava quantomeno un bacio, anche se in pubblico.

Uscirono dalla segreteria ancora tutti contenti ed euforici mentre nella direzione opposta videro arrivare un uomo molto alto dalla corporatura robusta, dall’aspetto il padre di Freezer.

Il trillare della sveglia lo destò dal suo sonno, tirò lentamente le coperte verso di se per lasciare libertà alla mano e provare e spegnere quell’aggeggio infernale, la trovò facendola violentemente stare zitta, si girò dall’altra parte, non aveva voglia di alzarsi, cercò inutilmente di prendere nuovamente sonno, nulla da fare, ormai era completamente sveglio, si tolse tutte le coperte di dosso guardando il soffitto della sua stanza “Che palle!” chi aveva voglia di andare a scuola, era stato sospeso per una settimana, e ora doveva cominciare a riprendere il ritmo, si alzò lentamente dal letto grattandosi la testa, entrò in bagno infilandola sotto l’acqua del rubinetto, la alzò completamente bagnata passandosi una mano tra i capelli, sentì il suo cellulare che aveva preso il vizio di tenere acceso annunciargli l’arrivo di un messaggio, guardò dalla porta del bagno dove l’avesse lasciato nella confusione della sua camera il giorno prima. Lo vide sulla scrivania, che aveva cominciato ad usare quando studiava. Rientrò con la testa nel bagno uscendone qualche minuto dopo, appena aveva finito di lavarsi, andò a recuperalo, e lesse il messaggio “TI ASPETTO AL SOLITO POSTO, BACI BULMA” sorrise buttando il telefono sul letto e cominciando a vestirsi.

Scese in cucina, suo padre stava come ogni mattina leggendo il giornale mentre sorseggiava la sua tazza di caffè. Nessuno dei due disse nulla, il ragazzo si sedette di fronte a lui cominciando a mangiare una delle brioche che si era sistemato nel piatto. Finì di mangiare, tornando in camera sua a recuperare la cartella ed il cellulare che mise in tasca. Usci di casa solo dopo aver fatto un cenno con la mano al padre, questi ricambiò. Non aveva la benché minima idea di cosa il preside gli disse quel giorno, o se furono le parole di Bulma ad averlo scosso. Ma la loro guerra era diventata meno serrata, non avevano smesso di litigare, però riuscivano a comunicarsi qualche parola, non più di tante era ovvio, ma quello era per carattere. Eppure ora un “buon giorno” o un “buona notte” normali se li scambiavano. In qualche modo si convinse che senza la sfuriata del turbine azzurro sarebbe finita molto diversamente, quella ragazza era straordinaria, era riuscita a scuotere anche suo padre, ed ora tutto andava meglio. Non era più così faticoso rientrare in casa.

Camminava in mezzo agli alberi che stavano cominciando a fiorire, si guardò attorno, eccola, appoggiata al tronco di un albero mentre lo aspettava, in mezzo a tutti quei bei colori lei sembrava essere parte della bellezza di quella natura così gioiosa, si girò verso di lui, lo notò, gli sorrise e gli corse incontro “Ciao Vegeta” gli disse una volta vicino “Pronto al rientro?”, lui alzò le spalle come faceva sempre ‘Se ci sarai tu si’ pensò, ma a lei non lo avrebbe mai detto.

FINE

Ciao a tutti, scusate se ho tardato a “presentarmi”, ma volevo che la mia fan fic lo facesse per me.

Questa è la prima che scrivo, spero l’abbiate gradita.

Ringrazio tutti per i commenti, e se vi è piaciuto il mio modo di scrivere potrei mi farò risentire con altre storie (e di idee non mi mancano su questa coppia)

Soprattutto volevo ringraziare la persona che ha dedicato un po’ del suo tempo a leggerla e a commentarla Sà: ARIGATOU GOZAIMASU!

  
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