Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: CowgirlSara    14/04/2004    1 recensioni
Un giovane re che aspetta una sposa. Una principessa dall'apparenza timida e remissiva. E, intorno a loro, una strana ed eterogenea "famiglia" legata da viaggi, battaglie, dolori e gioie condivise, che li aiuterà a percorrere la strada verso la comprensione reciproca.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Faramir, Legolas
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2

2. La fanciulla dagli occhi d'oro

 

Il salone dei ricevimenti del palazzo di Elessar era decorato come non si vedeva dai tempi del suo matrimonio; il re aveva voluto celebrare in maniera degna il fidanzamento del suo caro amico Eomer, anche se questa era solo una cena di presentazione.

Gli accompagnatori di Imrahil, erano sistemati sulla sinistra, sfavillanti nei loro abiti più sontuosi; la éored del re di Rohan, formata dai più valenti cavalieri del Mark, invece era sulla destra. Il paggio reale entrò, battendo due volte il suo lungo bastone, poi annunciò:

"Il Signore di Dol Amroth, Sire Imrahil."

L'impassibile figura spuntò dalla porta, vestito di uno splendido abito bianco e oro, e coperto da un mantello dorato su cui spiccava il ricamo del cigno d'argento, simbolo del suo regno; con inappuntabile eleganza fece il suo ingresso nella sala, gremita di ospiti.

Il paggio attirò nuovamente l'attenzione, battendo il suo bastone decorato, poi disse:

"Il re del Mark di Rohan, Sire Eomer."

Il giovane guerriero sopraggiunse, e la sua bellezza fece mormorare le dame in sala; era al meglio della sua gioventù e della sua prestanza quella sera: i lunghi capelli biondi gli scendevano in morbide onde sulla schiena, indossava un'elegante tunica verde scuro, ricamata d'argento, e sulle spalle aveva un mantello rosso cupo. Si guardò intorno, poi fece un lieve inchino ad Imrahil, infine raggiunse la sua éored.

Nuovo colpo e nuovo annuncio del paggio reale.

"Il Sovrintendente di Gondor e Principe dell'Ithilien, Sire Faramir, e la sua sposa, Dama Eowyn."

I due giovani sposi fecero la loro entrata; lui con un abito scuro, che esaltava la sua bellezza severa, lei indossava invece un vestito candido, solo ricamato con stelle d'argento sulle maniche e sulla sotto gonna, i capelli biondi acconciati anch'essi con stelle argentate.

Il paggio si preparò ad invitare l'entrata di altri ospiti, seguendo il rigido protocollo di corte, che prevedeva di far entrare la figlia di Imrahil per ultima, visto che la cena si faceva per presentarla al re di Rohan; l'uomo batté il bastone nuovamente.

"Il Principe del Bosco Atro, Legolas Verdefoglia, e la Principessa dei Galadhrim, Celediel Canto dell'Alba."

Quando i due elfi varcarono la soglia, la sala si ammutolì, la loro bellezza aveva catturato completamente l'attenzione dei presenti; una luce splendente avvolgeva i loro corpi e faceva risplendere gli occhi. I movimenti erano elegantissimi e perfetti, si tenevano la mano, semplicemente, senza tante pomposità. Lui indossava una casacca azzurro cangiante, ricamata finemente sulle maniche, lei un abito nelle sfumature dell'alba, dal rosa, all'arancio al rosso; i capelli biondi di entrambi rilucevano, come se fossero fabbricati con raggi di sole, incorniciando i loro volti sorridenti e sereni.

Infine il paggio annunciò l'arrivo dei sovrani; il tonfo del bastone fu sostituito da uno squillo di tromba, e l'uomo disse, con voce chiara:

"Il Re di Gondor e di tutto l'Eriador, Sire Aragorn Elessar, e la sua sposa, la Regina Arwen Stella del Vespro."

I due entrarono tra gli squilli argentini delle trombe. Aragorn era di una regalità imponente, col suo viso severo e saggio, su cui non era possibile leggere un'età, i capelli scuri gli coprivano la fronte, dando un'aria misteriosa e remota ai suoi occhi chiari; l'abito che indossava era nero, con ricami argentati, i colori di Gondor, mente il mantello era rosso porpora. Arwen, gli stava accanto, sorridente e bella come la prima stella della sera; i capelli corvini ad incorniciare il viso candido e perfetto, e gli occhi trasparenti che spesso si fermavano sul marito, con malcelata adorazione. Lei indossava un vestito rosso, che riprendeva le tonalità del mantello del re, e che le donava moltissimo. Tutti i presenti li ammirarono, per la loro bellezza e regalità.

I sovrani passarono in mezzo agli ospiti, salutando tutti, soffermandosi a scambiare qualche parola con le persone che vedevano meno spesso, e ringraziando calorosamente.

"E' giunta l'ora." Disse, ad un certo punto, Imrahil a Eomer; il re del Mark sussultò impercettibilmente, mentre si avvicinavano all'entrata.

La tromba squillò di nuovo, il paggio annunciò:

"Introduciamo, per la prima volta alla corte di Gondor, Dama Lothìriel di Dol Amroth." Eomer trattenne il respiro.

 

"...Dama Lothìriel di Dol Amroth." La fanciulla fece un lungo sospiro, sistemando poi lo strascico del suo mantello; non doveva dare retta a sua madre, quel vestito era ingombrante. Scosse la testa e si decise ad uscire nella sala illuminata.

 

Eccola, usciva; Eomer si accorse di stare socchiudendo gli occhi, ma li riaprì, quando sentì una mano leggera toccare la sua. Guardò alla sua destra e vide Legolas fargli un rassicurante sorriso, allora tornò a girarsi verso il suo futuro...

La ragazza che gli si presentò davanti era qualcosa d'incantevole, con l'abito color avorio, un po' ingombrante, ma perfetto addosso a lei, ed i capelli di un biondo intenso, come il grano del sud sotto il sole. Aveva un volto ovale perfetto, con la pelle serica, figlia del latte e della neve, ma le guance erano rosa e l'espressione innocente; i suoi occhi erano particolarissimi: grandi e vellutati, erano nocciola, ma molto chiaro, quasi dorato, percorsi da lampi aranciati, che li rendevano caldi come il sole al tramonto... una fanciulla con gli occhi d'oro...

-Mi domando per quale motivo ho avuto questa fortuna... Decido di sposare una donna mai vista, e mi ritrovo davanti questo capolavoro... Ci deve essere qualcosa sotto..- Pensò Eomer, mentre Lothirìel si avvicinava.

 

Suo padre le aveva detto che il re di Rohan era un giovane uomo dai capelli biondi; bene... davanti a lei ce n'erano almeno venti... Beh, probabilmente era uno di quelli davanti, vicini a suo padre ed al re... certo che il re era un uomo veramente affascinante... Allora, era sicuramente uno dei due che stavano tra suo padre ed il re.

Quello che attirò la sua attenzione per primo faceva paura per quanto era bello, sembrava che un alone di tenue luce lo avvolgesse, come una stella; girò la testa di lato, rispondendo ad un richiamo, e Lothìriel si accorse che era un elfo, allora scosse la testa e guardò l'altro.

Il giovane la osservava con i suoi dolci occhi verdi, in cui si poteva leggere un certo imbarazzo; le piacque subito il suo viso, nonostante la leggera barba se ne potevano intuire le linee morbide. Era alto, con spalle larghe, ma non certo grasso, anzi si poteva dire che possedesse un corpo notevole; sembrava un po' impacciato, forse era l'emozione...

 

"Mia figlia." La presentò Imrahil, prendendole la mano e avvicinandola al re di Rohan. "Lothìriel, questi è Sire Eomer, re del Mark." I due si guardarono negl'occhi per un momento, poi lui chinò lo sguardo.

"E' un onore fare la vostra conoscenza, mia dama." Affermò infine l'uomo, prendendole la mano e baciandola delicatamente; lei fece un timido sorriso.

"Anche per me è un onore, Sire." Rispose la fanciulla.

Lothirìel, in seguito, fu presentata al re ed agli altri dignitari della corte, compresi quelli che sarebbero dovuti diventare presto suoi parenti, la sorella di Eomer e suo marito; dopo le presentazioni di rito, gli ospiti furono fatti accomodare per la cena.

 

Terminato il pasto Elessar, Imrahil e Eomer si ritirarono in una sala più piccola, per discutere le clausole del fidanzamento; dopo circa un'ora di noiose trattative bussarono alla porta.

"Deve essere Lothìriel, ho detto ad Arwen di farla venire verso quest'ora." Affermò Imrahil alzandosi.

"Avanti." Diceva nel frattempo Aragorn.

"Sono dell'opinione che voi dobbiate cominciare a conoscervi." Continuò il sovrano di Dol Amroth, mentre la porta si apriva; un valletto introdusse la fanciulla.

Imrahil andò incontro alla figlia; Eomer sospirò, appoggiandosi allo schienale della sedia, poi scambiò un'occhiata con Aragorn. La ragazza, entrando, osservò i presenti, poi si avvicinò al padre.

"Cara, Eomer desidera scambiare qualche parola con te." Il re del Mark guardò Elessar con l'espressione di uno che dice: ma chi, io?

Aragorn si alzò in piedi, imitato dall'amico, raggiunse i due ospiti vicino alla porta, poi prese la mano della fanciulla e la baciò.

"Sono lieto di rivedervi, Lothìriel, prima che il sonno scenda sui miei occhi." Lei sorrise a quel complimento; Eomer pensò che forse gli conveniva farsi fare un corso intensivo di parlata romantica, da Aragorn, o meglio da Legolas...

"Ora non vogliamo trattenerci più a lungo." Intervenne Imrahil; fece un ultimo cenno alla figlia e uscì dalla stanza.

"Sono anch'io dell'opinione che dobbiate finalmente conoscervi sul serio." Affermò il re di Gondor, girandosi verso l'amico; Eomer gli diede un'occhiata supplichevole, ma lui gli sorrise e tornò a guardare Lothìriel. L'uomo fece un inchino alla ragazza, poi seguì Imrahil.

"Estel..." Più che un richiamo, quello che uscì dalle labbra del re di Rohan, fu un sussurro disperato, ma la porta si chiuse, inesorabile, dietro alle spalle di Aragorn; Eomer chinò il capo.

L'uomo, quando rialzò gli occhi, vide Lothìriel che lo osservava imbarazzata con le sue iridi di sole; nemmeno per un momento aveva pensato che la fanciulla potesse essere a disagio quanto lui. Ora comprendeva, così le fece un timido sorriso.

"A... avete fatto un buon viaggio?" Domandò titubante il giovane.

"Ha piovuto, mentre navigavamo... poi, fortunatamente ha smesso, quando siamo arrivati al porto..."

"L'Harlond..."

"Sì, credo si chiami così." Annuì Lothirìel.

"E... vi piace Minas Tirith?" Per tutti i Valar, non sapeva proprio che cosa dirle...

"Oh sì, non me l'aspettavo così, è splendida." Rispose la fanciulla, con particolare entusiasmo.

"Pensare che era quasi distrutta dopo la battaglia..."

"Sì, mio padre mi ha detto." Lo interruppe lei; Eomer alzò gli occhi, e la fissò per un attimo, sorpreso dal suo tono. La fanciulla si portò la mano alle labbra, imbarazzata, poi chinò immediatamente il capo.

Calò di nuovo il silenzio. Eomer non sapeva dove guardare e se ne stava in piedi, impalato come un prosciutto sotto sale; Lothirìel si tormentava incessantemente l'abito, tenendo gli occhi bassi, ma muovendoli di continuo sul pavimento. L'imbarazzo si poteva tagliare col coltello, e pensare che Eomer non si era mai considerato timido con le donne...

"Ho qualcosa per voi..." Era la voce melodiosa della fanciulla, o si sbagliava?

L'uomo alzò gli occhi e la guardò: le sue guance erano più rosse, teneva tra le mani un oggetto. Eomer corrugò la fronte, incuriosito.

"Ai doni ufficiali ha pensato mio padre, questo è... un mio dono personale..." Non sembrava molto convinta, mentre gli porgeva il regalo.

"Gra... grazie..." Balbettò il giovane sovrano, prendendo l'oggetto, poi lo guardò: era un'urna di cristallo, grande come il palmo di una mano di bimbo, con intorno una grossa cornice floreale d'argento dai bordi taglienti. Era orribile.

"Vi è una ciocca dei miei capelli, all'interno." Dichiarò Lothìriel. -Oh, Valar, proteggetemi...- Pensava nel frattempo lui. "Se non vi piace..." Mormorò la fanciulla, forse accorgendosi della sua incertezza.

"Oh, no!" Esclamò Eomer, sollevando gli occhi sul suo viso. "No, no, no, è splendido, grazie." Aggiunse, con falso entusiasmo, ed un ancora più falso sorriso.

"Ah, bene..." Ad ogni modo, anche lei, non pareva troppo persuasa. -Non gli piace, lo sapevo! Parla così solo per cortesia...- Si diceva la fanciulla.

"Davvero, vi ringrazio ancora, Lothìriel." Affermò Eomer, prendendole la mano; lei si accorse che le piaceva come pronunciava il suo nome. "E presto vi farò anch'io un dono degno di voi." Aggiunse baciandole la mano; lei abbassò gli occhi, per nascondere il rossore.

 

"Ti rendi conto di che cosa mi ha regalato?!" Borbottava Eomer passeggiando su e giù per la stanza, mentre Aragorn si rigirava tra le mani il regalo.

"Che cosa sarebbe esattamente?" Domandò il ramingo, sollevando la teca di cristallo verso la luce della candela.

"E' un'urna. Ti rendi conto, un'urna!" Esclamò il re del Mark, allargando le braccia e continuando a camminare.

"Ma che c'è dentro?" Chiese Faramir, accorgendosi che l'urna conteneva qualcosa.

"I suoi capelli!" I due amici spalancarono gli occhi e lo guardarono stupiti.

"Hm... romantico..." Commentò Aragorn.

"Questo denota che a te ci pensa." Disse il sovrintendente.

"Non è romantico, è... è macabro, sa tanto di reliquia!" Protestò Eomer, voltandosi e piazzandosi di fronte ai due amici.

"Dai, non esagerare, a me sembra un bel pensiero." Lo blandì Aragorn.

"Guarda, può fare anche piacere avere una ciocca dei capelli della propria fidanzata." Ammise. "Ma una cosa è tenerla in un fazzoletto di lino, e portarla sotto la cotta andando in battaglia, e una cosa è metterla dentro quell'affare!" Aggiunse indicando la teca.

"Effettivamente, mi sembra un po' ingombrante da tenere sotto la cotta..." Commentò Faramir.

"E' una stupida, ecco dov'era la magagna." Intervenne Eomer, riprendendo a camminare. "Ecco perché suo padre me l'ha voluta appioppare per forza! E' bellissima ma cretina, eh, cosa vuoi che sia, capita a tante donne belle!" Blaterava allargando di tanto in tanto le braccia.

"Calmati, Eomer." Gli disse Aragorn, incrociando le braccia sul petto. "Stai traendo conclusioni un po' troppo affrettate, non è detto che quel regalo lo abbia scelto lei, dalle una possibilità, non giudicarla così alla svelta."

"Sono d'accordo con Aragorn." Disse Faramir. "La stai prendendo male, vedi tutto nero."

"Oggi è stata la mia peggior giornata da due anni a questa parte." Affermò Eomer sedendosi.

"Su, ne hai viste di assai peggiori, eppure non ti sei arreso." Dichiarò Elessar sorridendo e dandogli una pacca sulla schiena.

"Forse hai ragione." Ammise il re del Mark.

"Lo sai che ce l'ho." Sorrise l'amico. "Adesso andiamocene a letto, fatti una bella dormita, e domani a mente fresca tutto ti sembrerà migliore." Eomer sollevò gli occhi e fece una smorfia che sembrava quasi un sorriso.

 

Lothirìel scalciò via il vestito, poi lo guardò, ammonticchiato per terra; quell'abito non le piaceva, non le era mai piaciuto, come anche non le era mai piaciuto il regalo scelto da sua madre per il re di Rohan. Ora che lo conosceva, era ancora più certa che quell'orribile urna non era di suo gradimento; Eomer le era sembrato un uomo dai gusti piuttosto spartani. Chissà cosa aveva pensato di lei...

La fanciulla si mise la camicia da notte e dopo saltò sul letto; fece una linguaccia allo specchio e poi si lasciò cadere sul materasso. Sospirò.

Era una faticaccia fare la perfetta principessa, tanto più che questo non preservava dalle figuracce; doveva, anzi voleva, smettere di fare quello che diceva sua madre.

Fissò il soffitto, l'intreccio delle travi, le cortine del letto. Questo era il suo primo viaggio vero, ma non era dispiaciuta di aver lasciato Dol Amroth; per lei il palazzo di suo padre non era altro che una gabbia dorata, dove era stata educata a reprimere la sua natura, perché le regine e le spose perfette devono parlare poco e servire il loro sposo... parole di sua madre... Quante stupidaggini! Sperò ardentemente che Eomer di Rohan non desiderasse una moglie simile. Chissà che pensava di lei...

Lothirìel si girò sul fianco e sospirò di nuovo; tanto valeva dormire, aveva tempo per rimediare ai danni fatti quel giorno. E lo avrebbe fatto, o non era più se stessa.

 

CONTINUA…

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: CowgirlSara