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Autore: CowgirlSara    04/04/2004    9 recensioni
Un giovane re che aspetta una sposa. Una principessa dall'apparenza timida e remissiva. E, intorno a loro, una strana ed eterogenea "famiglia" legata da viaggi, battaglie, dolori e gioie condivise, che li aiuterà a percorrere la strada verso la comprensione reciproca.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Faramir, Legolas
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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1. Arrivi

 

Lo splendido corteo attraversò la prima cerchia delle mura di Minas Tirith poco prima che ricominciasse a piovere; il sole, per un breve momento, era riuscito a bucare le nubi e a far risplendere la bianca torre di Echtelion.

La fanciulla osservò lo sfavillio della splendida costruzione, che sembrava scolpita nella roccia lunare, per quanto luccicava; gli occhi d'ambra della giovane rimasero abbagliati da tanta bellezza, ma il cuore ancora era incerto del futuro...

 

Il re Elessar era intento in una riunione dei suoi consiglieri, ma non riusciva a concentrarsi; le parole dei presenti le trovava estremamente noiose quel giorno, non capiva cosa ci fosse ancora tanto da discutere: l'alluvione era stata risolta, aveva già dato l'autorizzazione agli indennizzi per i contadini, la ristrutturazione del palazzo degli Emyn Arnen era quasi finita, presto Faramir e la sua sposa avrebbero potuto abitarci anche d'inverno...

Sollevò gli occhi sul suo sovrintendente, e ormai caro amico, e scoprì lo stesso tedio nel suo sguardo; senza contare il fatto che aspettavano l'arrivo di Eomer da Rohan, ed era in notevole ritardo. Un discreto colpo di tosse lo distrasse dai suoi pensieri; si girò verso il paggio.

"Dimmi." Lo incitò il re.

"Maestà, è appena giunto Sire Eomer di Rohan." Mormorò l'uomo.

"Oh, bene, fallo venire qui..."

"Hem, veramente, Sire... credo sarebbe meglio evitare..." Lo interruppe imbarazzato il paggio.

"Come sarebbe a dire?" Domandò stupito Aragorn, scambiando un'occhiata con Faramir.

"Le sue condizioni non sono esattamente... presentabili..." Commentò l'uomo con serio disagio.

"Cosa gli è capitato?!" Esclamò il re alzandosi dalla sedia di scatto, seguito dal sovrintendente.

"No, no, niente di grave, Sire." Affermò il paggio sollevando le mani e negando. "Però è meglio che lo vediate fuori della sala del consiglio..."

"Ora mi ha veramente incuriosito..." Commentò Faramir, trattenendo un sorriso.

"Signori, mi dispiace..." Il re di Gondor tornò a voltarsi verso i suoi consiglieri. "...ma sono costretto ad interrompere la nostra riunione." Dichiarò poi; a Faramir non sfuggì la soddisfazione nel suo sguardo. "Vi comunicherò le mie decisioni nel pomeriggio." Detto questo si allontanò, seguito dal sovrintendente.

Raggiunsero l'atrio che dava sul cortile delle stalle; lì alcuni soldati di Rohan si stavano rifocillando dal viaggio, il re li salutò, passandoci in mezzo, dopo che gli ebbero indicato il loro sovrano.

"Eomer!" Esclamò Aragorn, quando si trovò davanti l'amico; aveva ragione il paggio: decisamente il suo aspetto era poco presentabile... L'uomo sentì Faramir ridere sommessamente alle sue spalle.

"Sì, c'è molto da ridere, ma per me non è stato per nulla divertente!" Sbottò il re del Mark, posando le mani sui fianchi.

"Ma che cosa ti è successo?" Domandò Aragorn. "E... che cos'è quest'odore?" Aggiunse, accorgendosi del terribile tanfo che emanava dalla figura infangata dell'amico.

"Sono stato aggredito da una mucca!" Rispose scocciato Eomer.

"Che cosa?"

"Ahahaha!" A quel punto Faramir cominciò a ridere senza trattenersi. "Non è possibile!"

"E' possibile eccome!" Replicò con tono nervoso il re di Rohan.

"Io non capisco, vuoi spiegarmi cosa ti è esattamente capitato?" Chiese Aragorn, continuando ad osservarlo incredulo.

"Che ti devo spiegare! Ci eravamo fermati per far abbeverare i cavalli, quando un grossa mucca mi ha caricato..."

"Sei sicuro che fosse una mucca? Non magari un toro?" Intervenne Faramir, cercando di controllare il riso; Eomer roteò gli occhi.

"Era un grossa mucca pezzata, anche se ti sembrerà strano, so riconoscere una mucca da un bue!" Rispose con espressione insofferente.

"Insomma?" Lo spronò re Elessar, anche lui sempre più vicino a perdere il controllo, scoppiando a ridere.

"Beh, insomma, questa mucca ha cominciato a correre verso di me, con un lampo di lucida follia nei suoi occhi da mucca..." Cominciò a raccontare Eomer.

"E tu che hai fatto?" Gli chiese il sovrintendente.

"E che dovevo fare, uccidere la mucca? Mi sono gettato di lato, appena prima che mi arrivasse addosso." Rispose scocciato l'uomo biondo.

"E sei caduto nel fango..." Ipotizzò Faramir.

"No!" Lo interruppe Eomer. "Sono caduto nella cacca di mucca!"

Aragorn cercò di controllarsi, doveva riuscirci, quello che aveva davanti coperto di cacca era uno dei suoi migliori amici, una persona di cui aveva profondo rispetto... No, non ce la faceva, doveva ridere, stava per scoppiare...

"Ahahahahaha!!!" Una volta rotto l'argine, lui e Faramir, scoppiarono in liberatorie risate, reggendosi la pancia e non riuscendo ad evitare le lacrime agli occhi.

"Ah, bravi! E io che vi considero come dei fratelli!" Protestò Eomer, incrociando le braccia.

"Che succede qui?" Domandò una voce femminile, osservando i due uomini che ridevano senza controllo. "Ah, fratello, sei arrivato davvero allora... ma che cos'è quest'odore?" Eowyn s'era fermata un attimo prima di abbracciarlo.

"Ho avuto un piccolo contrattempo..." Mormorò lui imbarazzato.

"E' stato aggredito da una mucca!" Riuscì ad articolare Faramir tra le risate.

"Ed ha avuto in incontro ravvicinato con i suoi escrementi!" Rincarò Aragorn, cercando di riassumere un contegno in presenza della dama; Eowyn li fissò, con espressione sorpresa, poi si girò verso il fratello.

"Certo che tu non ci vai proprio d'accordo con gli animali da cortile..." Commentò la donna. "Ti ricordi di quando sei stato assalito da un pollo?"

Faramir e Aragorn smisero immediatamente di ridere, raddrizzandosi e fissando l'amico con gli occhi spalancati; Eomer, prima si guardò intorno imbarazzato, poi fece un lungo sospiro e spostò gli occhi sulla sorella.

"Primo, non era un pollo, ma un gallo, secondo, era enorme e feroce, e terzo, io avevo solo otto anni." Sibilò con rabbia, ed un tono decisamente offeso.

"Però non è da uno che vuole diventare un grande guerriero, farsi lasciare una cicatrice da un pollo..." Affermò noncurante la fanciulla.

"Gallo!"

"Gallo, sì..." Ribatté Eowyn, senza dare troppa importanza alle parole del fratello; nel frattempo, gli altri due nobili uomini presenti, ricominciarono a ridere senza freni.

 

Eomer riemerse dall'acqua calda, ravviandosi i capelli bagnati; poi reclinò il capo sul bordo della vasca, mantenendo gli occhi chiusi.

"Ti senti meglio?" Gli domandò una melodiosa voce; l'uomo aprì gli occhi di scatto e vide Legolas seduto su una sedia a pochi passi dalla vasca. Sospirò.

"Ti hanno già raccontato tutto, immagino..." Biascicò il re di Rohan, passandosi una mano sul viso.

"Estel non riusciva a smettere di ridere!" Commentò l'elfo, sorridendo mentre guardava il pavimento.

"Bella figura mi ha fatto fare mia sorella, come se non fosse bastata la merda che avevo addosso." Affermò Eomer con una punta di delusione. "Andare a ritirare fuori quella vecchia storia..."

"A proposito." Lo interruppe Legolas rialzando il capo e guardandolo. "Mi togli una curiosità?" Gli chiese.

"Dimmi." Lo spronò l'uomo, mentre si passava un panno sulle braccia.

"Ma quel pollo, che fine a fatto?" Domandò l'elfo.

"Era un gallo... ed è finito in pentola!" Rispose entusiasta Eomer. "Un bel galletto arrosto con patate!" Legolas sorrise. "Devo dire che provai una certa soddisfazione nel mangiarlo." Ammise l'uomo annuendo.

"Mi faresti vedere la cicatrice?"

"Dai, è imbarazzante." Disse l'uomo, evitando lo sguardo dell'elfo.

"Tanto prima o poi dovrai uscire da quella vasca, e io sarò qui." Affermò serenamente il principe silvano, sistemandosi una ciocca di lunghi capelli biondi.

"Sei morboso, Legolas." Commentò Eomer.

"No, assolutamente." Negò l'elfo scuotendo il capo; il re del Mark alzò gli occhi al cielo.

"E vabbene." Si arrese l'uomo, poi si mise in piedi, spingendosi con le braccia muscolose; a quel punto si girò verso l'elfo, che lo osservava rimanendo seduto.

"Ohh!" Esclamò stupito Legolas.

"Sperò che il tuo stupore non sia dato dalle dimensioni della cicatrice, ma da quelle di qualcos'altro..."

"Decisamente da quelle della cicatrice." Affermò l'elfo con un sorriso furbo, incrociando le braccia sul petto; l'altro fece una smorfia. "Certo che quel gallo ci andò pesante..."

"Beh, sì, era carne tenera, di bambino..." Biascicò imbarazzato Eomer.

"Ho sentito dire che ferite simili, in certi punti, posso compromettere alcune funzioni, tu hai mai avuto problemi di..."

"Già ho fatto la più terribile figura della mia vita, davanti ad amici e parenti, che ora tu voglia anche mettere in dubbio la mia virilità mi sembra troppo!" Protestò Eomer; Legolas ridacchiava. "Prendimi un asciugamano, dai, mi si sta congelando il culo!" Aggiunse voltandosi verso il muro.

"Legolas..." Quella voce profonda li fece girare entrambi verso la porta; Eomer arrossì violentemente, quando si accorse che chi aveva parlato era una splendida fanciulla e non il guerriero elfico che si aspettava. "Ti ho portato quegli asciugamani che..." Lei si accorse dell'uomo nudo, in piedi dentro l'acqua, che la fissava paralizzato; gli sorrise, lui si rituffò nella vasca, scomparendo sott'acqua. I due elfi si scambiarono un'occhiata divertita.

"Hannon le, meleth. (grazie, amore)" Le disse Legolas, dopo un attimo di silenzio.

"Credo di averlo messo in imbarazzo..." Si rammaricò lei.

"Tranquilla, ora riemerge, altrimenti lo recupero io." La rassicurò lui, facendole una carezza sulla guancia.

"Vado, così può uscire dall'acqua." Decise la fanciulla. "A dopo, Sire Eomer." Alzò la voce per salutare il re del Mark, poi uscì.

 

"Ma dico, mi potevi avvertire!?" Esclamò ancora Eomer, seduto al tavolo di fronte a Legolas e insieme a Faramir e Aragorn.

"E come facevo, non ha bussato..."

"Ma sei un elfo, avresti dovuto sentirla arrivare!" Ribatté l'uomo incrociando le braccia. "E io mi sarei risparmiato di restare, nudo come un verme, davanti alla donna più bella che abbia mai visto!"

"Calmati Eomer." Lo blandì l'elfo. "Non sei certo il primo uomo nudo che vede, e poi tu l'avevi già conosciuta." Aggiunse.

"Non è possibile, me ne ricorderei." Affermò l'uomo, scuotendo la testa.

"Ha combattuto con noi al Fosso di Helm, ed anche al Pelennor." Intervenne Aragorn; Eomer si girò verso di lui stupito.

"Cosa!?"

"Però, se non sbaglio, allora lei era un principe." Aggiunse Faramir; il re di Rohan guardò allora lui, sempre più stupito.

"Cosa!?!?"

"Adesso ti spiego tutto."

Legolas attirò l'attenzione dell'uomo biondo, e gli raccontò brevemente tutta la complicata vicenda di Celediel, spiegandogli che lei era sempre stata una principessa, ma che si era travestita per partecipare alla guerra e difendere la sua terra.

"Ho ancora un dubbio." Dichiarò Eomer alla fine della storia.

"Esponicelo." Lo incoraggiò re Elessar.

"Che cosa ci fa qui? Cioè, ho sentito dire che gli elfi di Lòrien sono tutti partiti per i Rifugi Oscuri, e invece lei è qui a Gondor." Domandò.

"Diciamo che ha fatto una scelta di vita alternativa." Gli spiegò Aragorn.

"Quale scelta?" Chiese Eomer.

"Me." Rispose Legolas, facendo voltare verso di se l'amico; l'uomo aprì la bocca per lo stupore.

"Vuoi dire che voi due..." L'elfo annuì. "Capisco..." Mormorò, allora, con una punta di delusione.

"Eomer, secondo me è meglio che tu la smetta di pensare a Celediel Canto dell'Alba." Disse il re di Gondor, attirando la sua attenzione. "La tua principessa è già qui." Aggiunse con un sorriso malizioso.

"Ah..." Più che sorpresa sembrò un lamento. "Qua... quando è arrivata?" Chiese poi.

"Il suo corteo è giunto a Minas Tirith ieri sera." Rispose il sovrintendente.

"Ho capito..." Mormorò; lo guardarono, sembrava seriamente preoccupato. "E... com'è?" I tre amici si scambiarono un'occhiata, poi sorrisero con aria complice.

"Ti lasciamo la sorpresa per stasera." Rispose poi Aragorn.

"Non vogliamo rovinarti nulla." Rincarò Legolas.

"Anche se siamo sicuri che rimarrai impressionato." Affermò Faramir.

"Siete crudeli." Si lamentò lui. "Non dirò mia più che vi amo come fratelli, specie te, elfo." Aggiunse con tono offeso, voltando il capo; Legolas sorrise.

"Piuttosto Eomer, lasciamo stare i proclami..." Intervenne re Elessar. "...perché non ci dici, invece, come siamo giunti a questo punto."

Il re del Mark sbuffò pesantemente, muovendosi con nervosismo sulla sedia che lo ospitava, come indeciso sul rispondere.

"E' cominciato tutto al campo di Cormallen..." Esordì infine. "Una sera, mentre mi stavo ancora riprendendo dalla battaglia, venne da me Imrahil, e mi comincia un panegirico ammorbante su tutto quello che ho fatto nella guerra, sui miei pregi di guerriero e di futuro re, e via così per quasi un'ora..." Aragorn e Legolas si scambiarono una fulminea occhiata, ben conoscendo il carattere focoso del loro amico, poco incline ai discorsi infiniti. "...con quella sua aria rileccata..." E qui i due si scambiarono un sorriso. "Alla fine mi chiede se sono disposto a sposare sua figlia."

"E tu cosa hai risposto?" Gli domandò Faramir, notevolmente incuriosito.

"Beh, la prima cosa che mi è venuta in mente è stato di chiedergli quanti anni avesse la fanciulla." Rispose lui. "Capirai, lui non sembra così vecchio, avevo paura che fosse una bambina." Spiegò poi allargando le braccia.

"Continua." Lo incitò Aragorn.

"Mi rispose che avrebbe compiuto presto vent'anni, io mi rassicurai." Riprese l'uomo biondo. "Poi continuò ad elencarmi i suoi pregi, e l'enorme dote che mi avrebbe portato, insomma non la finiva più..." Il tono di Eomer era divenuto lamentoso al solo ricordo di quella conversazione.

"E dunque?" Chiese allora Legolas.

"E allora ho accettato!" Esclamò il re di Rohan. "Gli ho detto: sì, sposo tua figlia!" Aragorn si coprì il viso con la mano, mentre faceva una breve risata. "Che dovevo fare? Non lo sopportavo più!"

"La tua non è stata una scelta molto riflessiva, Eomer." Soggiunse Faramir, accomodandosi sulla sedia.

"Senti da che pulpito, hai chiesto in sposa mia sorella dopo una settimana che la conoscevi!"

"Almeno io la conoscevo, tu hai fatto tutto a scatola chiusa, e ora mi pare che sei un po' pentito." Ribatté il sovrintendente.

"Io non..." I suoi occhi verdi incrociarono quelli blu di Legolas. "E vabbene, un po' sì..." Ammise infine, davanti allo sguardo indagatore dell'elfo.

"No preoccuparti troppo, amico mio." Lo rassicurò Aragorn, passandogli una mano sulla schiena. "Avrai tempo da ora in avanti, per conoscere bene la tua futura sposa, e ti posso assicurare che, almeno dal punto di vista dell'apparenza, non rimarrai deluso." Aggiunse, dandogli una pacca sulle spalle.

 

CONTINUA…

 

 

 

 

   
 
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